Nato a Napoli l’8 Maggio 1604, fu un  artista che affrontò nella grande maggioranza delle volte nei suoi dipinti vari temi religiosi.
La critica non è mai stata tenera con lui considerandolo sopratutto  un “imitatore” dei grandi maestri, senza possedere uno stile proprio.
Probabilmente sul suo giudizio influì fortemente il fatto di essere stato per lungo tempo allievo di Tommaso Passaro, noto copista di opere di Ribera, Tiziano e Caravaggio.
Fu comunque certamente uno dei più grandi esponenti del “naturalismo classicizzato” ed il  giudizio nei suoi confronti da parte della critica sembra a noi troppo severo pur non reggendo il confronto con alcuni suoi suoi più celebri contemporanei, tra i quali Luca Giordano, Massimo Stanzione, Salvator Rosa, Francesco Solimena e lo Spagnoletto.
A sua discolpa sicuramente il fatto che mai come in quel periodo si erano visti tutti insieme così’ tanti bravi artisti nella nostra città e tutti nello stesso periodo.
Il ‘600 fu un secolo d’oro per l’arte pittorica della città di Napoli:  in quel secolo nacque la cosiddetta “pittura napoletana” che vide protagonisti  tanti grandi pittori spinti anche dall’inflluenza che comportò la presenza in città del Caravaggio ( la cui fama era grande in tutta la penisola italiana ) nel 1606 rifugiatosi  nei Quartieri Spagnoli per sfuggire dalla condanna a morte che lo aveva colpito nello Stato Pontificio.
Probabilmente se vissuto in altra epoca sicuramente avrebbe avuto certamente più fama e sopratutto considerazione.
Nonostante questo,  a suo tempo Andrea Vaccaro ebbe un discreto successo in fatto di commissioni poiché il suo modo lineare e regolare  di dipingere  (con una maggiore pacatezza dei personaggi ) in un periodo caratterizzato dalla controriforma cattolica bene si adattavano al messaggio di tranquillità che si voleva trasmettere ai fedeli.

Oltre alla grande produzione delle pale d’altare, nelle quali Vaccaro diventa maestro di consolidata fama, era il pittore della nobiltà napoletana ed è a questa committenza che egli dedica i dipinti profani, le scene mitologiche, e le splendide figure femminili, ricche di una sensualità latente. Fu un artista con uno stile elegante, ispirato dal Caravaggio e dai bolognesi Reni e  Domenichino. I suoi colori erano ardenti ed il suo chiaroscuro meno crudo di quello del Caravaggio.
Le  sue principali opere in città le troviamo all’interno della Basilica di Santa Maria della Sanità (Santa Caterina da Siena e Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria) nel  Museo Diocesano ( Compianto sul Cristo morto e il Martirio di San Bartolomeo ) , nella Confraternita di Santa Maria della Pieta’ ( La deposizione del Signore dalla Croce ), nella Certosa di San Martino ( La Maddalena nel coro dei Conversi), nel Museo di Capodimonte (Rinaldo e Armida ) e di Palazzo Reale (l’Orfeo e le Baccanti).

Da non dimenticare che uno dei suoi dipinti è esposto in maniera permanente al Museo del Prado di Madrid: Rebecca al pozzo


 

 

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