Lorenzo Domenico  De Caro e’ stato , uno dei più grandi pittori del Settecento napoletano .

Nato a Napoli il 29 maggio 1719, da Pietro Paolo Aniello Carmine e da Anna Maria Cosi, ( abitanti alla strada Chiaia ) , terzo di cinque figli, venne battezzato il 1º giugno dello stesso anno, nella Parrocchia si Sant’Anna di Palazzo. 

Dai pochi dati a noi pervenuti sulla sua vita , di certo sappiamo che all’età di 24 anni, sposo’ la ventiduenne Anna Mariana Bozza, e che da questo matrimonio nacquero poi ben dieci figli.

Sappiamo inoltre che aveva la sua bottega di pittore al vicolo della Porta Piccola del Rosario, che dalla strada di Chiaia, ad un certo punto sulla sinistra, conduce sino alla Calata di San Mattia  ( zona dei Quartieri Spagnoli ) . In questo luogo svolgendo con continuità’ l’attività’ professionale iniziata in giovanissima età ‘, assunse con i suoi dipinti un ruolo centrale nel panorama artistico napoletano .

Il periodo della sua attività di pittore è stato collocato fra il 1740 ed il 1761. Secondo gli studiosi, la sua produzione pittorica era improntata allo stile vivace, estroso e decorativo, pieno di colore e di contrasti, tipico della scuola barocca napoletana.

Tra le opere della sua prima fase pittorica vanno segnalati un San Rocco ed un’Addolorata presenti nella chiesa del convento di Pietrapertosa, ed un San Gennaro ed una Vergine orante in collezioni private

La sua  prima opera e’ comunque datata nell’anno  1740 ed e’ un Martirio di San Bertario per la cattedrale di San Germano (l’odierna Cassino) su committenza dell’ordine benedettino .

Questa committenza lo favorirà per l’incarico successivo di ritoccare tra il 1744 ed il ’48 la cupola, precedentemente dipinta dallo Schepers, nella chiesa napoletana dei SS. Severino e Sossio. 

In seguito per quasi un decennio i suoi lavori si limitarono a modesti lavori di decorazione in dimore nobiliari napoletane , e soltanto 

dalla metà del secolo, abbiamo traccia di una serie di sue opere a carattere sacro avvenute presso alcune chiese . 

Tra i suoi più importanti lavori di quel periodo vanno menzionati un  restauro degli affreschi del Corenzio nella cappella del Tesoro dell’Annunziata, una Madonna del Carmine per San Girolamo dei ciechi e gli oramai  perduti affreschi nella volta dell’atrio dell’ospedale dei Pellegrini .

Ma altrettanto spessore pittorico hanno tre tele eseguite per la cappella della Pietà di Portici , alcuni dipinti per la chiesa dei santi Filippo e Giacomo , (un Trionfo di Giuditta ( oggi presente in una  collezione privata a Napoli) , una Madonna delle anime purganti nella congregazione della Carità di Dio, una Allegoria della Fede eseguita nel 1761 per chiesa della Cesarea , un San Francesco Saverio che converte gli infedeli conservato nel museo di San Martino , una giovanile Madonna addolorata del museo del Suor Orsola Benincasa, ed infine la Conversione di Saul oggi presente nella celebre raccolta Molinari Pradelli.

È verso la fine degli anni Cinquanta che si manifesta comunque il momento migliore della sua produzione, come dimostra un gruppo di quadri di piccolo formato, provenienti dall’Albergo dei poveri, dove erano in deposito da una delle tante congreghe o confraternite del centro storico, che oggi sono esposti al museo diocesano. 

Essi sono un bellissimo Sposalizio della Vergine, una Decollazione del Battista , un San Francesco che riceve le stimmate , una Gloria del Santissimo ed un’Apparizione di San Michele Arcangelo sul monte Gargano , un’iconografia rarissima tra gli episodi meno noti della vita del santo. Tutta la serie è marcata da reminescenze di stampo luministico associate ad una nuova sensibilità che tende ad impreziosire i colori ed a collocare le scene in ambientazioni segnate da variegati giochi architettonici.

Al momento più alto della produzione del De Caro appartengono comunque  le sei tele conservate nella chiesa dei santi Filippo e Giacomo, citate da tutte le maggiori guide ottocentesche, eseguite tra il 1757 e la fine del 1758, le quali documentano “come gli interessi del pittore dopo la metà del secolo si orientassero decisamente verso gli aspetti più intensamente barocchi e pittoricistici della locale tradizione figurativa. 

Tra i dipinti invece poi famosi abbiamo Oltre alla Decollazione di San Gennaro ed all’Estasi di S. Teresa , vi e’ anche il San Pietro d’Alcantara che confessa Santa Teresa ,

 La sua produzione artistica come vedete fu enorme ed ancora oggi di tanto in tanto ad alcune aste ritroviamo suoi dipinti provenire da collezioni private . 

Come infatti prima vi abbiamo accennato il De Caro per molto tempo  ha eseguito varie committente in residenze pubbliche e private di Napoli tra i quali vi citiamo solo alcuni : Palazzo dei Governatori della Chiesa di Sant’Ann dei Lombardi alla strada dei Guantai , Casa De Stasio-Maiello ,Casa De Simone-Coppola alla via Rosario di Palazzo , Casa Comes-Cordosa a Montecalvario , Casa del Marchese de Sterlich alla strada Nardones ,  Casa di Michele Aveta sul Ponte di Chiaia , Casa di Pietro Bozzoli alla contrada della Concordia al vicolo delle Colonne . 

Tra i più bei dipinti di queste collezioni private non possiamo certamente non citare la Giuditta di collezione D’Onofrio a Napoli e la spettacolare Immacolata Concezione di collezione Palmieri a Napoli ma un’Assunzione, un’Ascensione ed una Resurrezione tutti comparsi alla 20° Biennale dell’antiquariato di Parigi ritenuti tra le opere più impegnative realizzazioni del pittore.

Morto il 2 dicembre del’anno 1777 a Napoli all’età di 58 anni, al grande  Pittore del ‘700 napoletano , per molto tempo trascurato , solo da poco la città gli ha decicato in memoria il “Belvedere del Parco dei Camaldoli”.

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