Da un vascio (abitazione, solitamente di una sola stanza, costruita a livello della strada) del Centro Storico di Napoli si puo’ insolitamente accedere ad un antico teatro romano non coperto che la leggenda vuole vi abbia cantato l’ Imperatore Nerone.
L’ abitazione al piano terra , che si trova in vico Cinquesanti , si presenta come una normale abitazione antica: macchina per cucire, cucina, quadri alle pareti, qualche mobiletto e un letto.
Al letto è legata una corda, e la corda, una volta tirata, sposta il letto che rivela una botola. La griglia metallica separa il vascio da una scalinata sotterranea: discendendo è possibile giungere ai resti dell’ antico teatro romano.
Per il vecchio proprietario del vascio, non era possibile accedervi direttamente, data la presenza di un blocco di terreno a sbarrargli il passo. Ma egli si accontentava di scendere le scale per tenere al fresco del tufo le sue scorte di vino.
Una volta aperta la botola, la “cantina” era in realtà il corridoio di sottoscena: una sorta di “spogliatoio” dove gli attori (rigorosamente tutti maschi) correvano all’impazzata per raggiungere il palcoscenico, nel mentre si cambiavano continuamente.
Proseguendo verso il cuore dei resti, si trova un’arcata corrispondente all’ingresso del teatro. Fino a pochi anni fa, però, lo spiazzo veniva utilizzato come garage per motorini.
Uscendo dall’ex garage, si giunge al centro di un cortile tutt’ora abitato dove sempre all’interno del teatro stesso possiamo notare un grosso blocco di cemento in alto, incassato tra i mattoni d’epoca romana. Nient’altro che il bagno di una casa abitata, con tanto di finestrella che spunta nel lato del teatro.
Lo stupore iniziale nel vedere queste cose , lascia poi spazio al fantastico scenario di strutture murarie di epoca romana tra quelle moderne , creando una bellissima scenografia in cui domina la visione dell’antico attraverso le opere dei secoli successivi che ha finito per incastonare il vecchio teatro tra moderni edifici .
Il teatro fu realizzato in opus mixtum di reticulatum e latericium, tra la fine del I e gli inizi II secolo d.C. , periodo in cui venne completamente ricostruito, forse dopo il terremoto del 62 o l’eruzione del 79 d.C.
Il teatro che doveva avere una facciata semicircolare , è rimasto visibile sino alla fine del 1500 dopodiché, durante la dominazione spagnola del 1600, fu istituita una legge che permetteva l’edificazione in qualsiasi punto della città. Il motivo fu semplice: troppi abitanti. Napoli contava all’epoca 250.000 cittadini, ed era tra le città più popolose d’Europa (era seconda soltanto a Parigi). Da quel momento incominciano a sorgere centinaia di abitazioni private in un’ edificazione selvaggia che sfruttavano qualsiasi tipo di spazio a disposizione senza nessun rispetto per siti storici poiche’ non vi era nessun piano regolatore che imponeva divieti e obblighi di costruzione . Cosi’ si ammassarono abitazioni moderne su luoghi e case antiche in un totale disordine architettonico.
Durante il 1800 molte di queste abitazioni furono abbandonate, e i loro cunicoli furono poi dimenticati per lunghi anni.
Oggi possiamo attraverso visite guidate ripercorrere il percorso che ci conduce all” antico teatro Romano.
L’ingresso è da via San Paolo al civico 4 A.
Dall’ingresso si viene guidati nei “vomitoria”, i corridoi per raggiungere la cavea, e negli ambulacri esterni, su per le scale usate per arrivare fino alla “media cavea”, i posti centrali.
Si attraversano locali interni a edifici cresciuti intersecandosi con la muratura antica. Locali che hanno cambiato destinazione d’uso nei secoli: cisterne, riconoscibili per un intonaco speciale, stanze di appartamenti, a volte ottenute con soppalchi in legno che si vedono ancora.
Subito all’ingresso , prima che il Comune l’acquisisse per permettere gli scavi, i locali ospitavano una fabbrica di camicie: sotto il basolato è stato trovato il massetto romano. Di volta in volta lo spazio occupato dal teatro è stato ostruito o dedicato a funzioni diverse, come per esempio al seppellimento: infatti al VII secolo d. C., risale una piccola necropoli con sepolture multiple, dove sono stati trovati anche dei corredi funebri interessanti. Come spesso accade per gli scavi archeologici, è stata trovata una grande quantità di vasellame che sarà ospitata in un’area museale di prossimo allestimento.
Nel teatro potevano sedere molte migliaia di spettatori ( circa 6000) , essendo lungo oltre cento metri e si rappresentavano drammi satirici , tragedie e commedie .
Particolare successo ebbe nel teatro di Napoli una commedia scritta dall’ Imperatore Claudio che fu anche premiata: cosi’ come ebbero fama di grandi artisti i mimi , i danzatori e gli istrioni napoletani , tanto da essere chiamati dagli imperatori i a Roma per esibirsi .
Accanto al teatro scoperto , era situato l’ Odeon , il teatro coperto , di dimensioni piu’ridotte dove si svolgevano la maggior parte dei spettacoli per evitare la dispersione di voci e suoni .
Tra i protagonisti dei teatri napoletani e’ rimasto nella storia l’ Imperatore Nerone : questi , appassionato di canto, era convinto di avere una bellissima voce e una tecnica di canto di fine bellezza da voler esibirsi pubblicamente .
L’ imperatore reputava il popolo romano inadeguato per poter apprezzare le sue doti.( in realta’ non voleva esporsi troppo in Roma convinto che i giudizi nei suoi confronti sarebbero stati troppo severi ) e così prima  partire per la Grecia dove si doveva esibire nei giochi Olimpici di Atene , decise di  esibirsi davanti a un pubblico più raffinato come quello di Napoli che  di antica dominazione greca era certamente dotato  di  una maggiore sensibilità ed  in grado  di apprezzare quindi al meglio le sue eccezionali doti canore.
Non fidandosi completamente decise comunque di assoldare una folla  di persone  che vennero  appositamente pagate per osannarlo e applaudirlo ( una vera e propria claque). La sera dell’ esibizione il teatro era gremito in ogni ordine di posto e quando l’ imperatore giunse con la sua lettiga , un coro di cento vergini e di altrettanti maschietti intonò uno dei canti da lui composto scatenando un vero delirio.

Tornando dalla Grecia come vincitore dei giochi olimpici , entrato  in citta’ dove fu accolto molto festosamente da tutta la popolazione decise per festeggiare di  esibirsi di nuovo a teatro dove ebbe come sempre grande successo , inaugurando cosi’ la prima di una lunga serie di rappresentazioni.
Egli a Napoli porto’ in scena grandi spettacoli musicali con grande successo , mobilitando grandi folle da tutta la Campania  ( Baia, Pompei , Stabia , Nuceria ) e allestendo rappresentazioni particolarmente ricche , fastose e di grande effetto scenografico , con la partecipazioni di un pubblico di giovanetti finemente adornato ( giovinetti romani che portava sempre con se’ ) e di un folto gruppo di Alessandrini del Seggio del Nilo , che rispondevano con dei cori e degli applausi caratteristici , muniti di strumenti rudimentali ( bombi , embrici, e cocci )
Nessun spettatore poteva lasciare il teatro prima della fine dello spettacoli per cui erano costretti ad assistere alla performance dell” imperatore che talvolta sul palcoscenico instancabile,nei momenti di pausa mangiava pubblicamente dinanzi alla folla costretta ad osservare.
Fu tale la vanita’ dell’ imperatore che volle addirittura esibirsi nel teatro scoperto , inadatto per la sua grandezza ; egli nonostante le difficolta’ riscosse comunque un grande successo grazie anche ad un pubblico accondiscendente ( quando si esibì Nerone quasi tutti erano schiavi portati da Roma a Napoli per applaudirgli…) che volle accoglierlo al suo ritorno a Napoli con gli onori dedicati soltanto agli eroi dei giochi sacri di antica grava memoria.
Durante una sua manifestazione canora, la città fu attraversata da una scossa di terremoto. Nerone per calmare il pubblico affermò che gli dèi, affascinati da cotale bravura, gli applaudivano estasiati ….

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