Nella vicina bellissima Salerno distante in linea d’aria appena 46.84 km ( 56 km km in automobile) dalla nostra città , si trovava un tempo , nell’alto medioevo, una famosa scuola medica che fu il primo centro di cultura non controllato dalla chiesa.
In quella colta e laica città di Salerno, naccque presumibilmente intorno al 1030, anche una delle poche donne a esercitare la professione di medico nel Medioevo che si occupò principalmente della salute e del benessere femminile.
Nata presso una delle famiglie nobili della città, i de Ruggiero, famosi per la donazione di parte dei suoi beni per la costruzione del Duomo di Salerno , questa incredibile donna divenne famosa in tutta Europa in quanto considerata grande esperta di malattie e questioni femminili come mestruazioni e menopausa , parto e puerperio, sessualita’ femminile , malattie sessuali e cosmesi per la cura delle donne. Ma occupandosi anche di fertilità fu sopratutto il primo medico ad affermare con grande coraggio per l’epoca che le cause della sterilità potevano risiedere sia nell’uomo che nella donna, Nessuno aveva mai osato, prima, ipotizzare che anche i maschi potessero essere sterili.
Era quello un periodo in cui Salerno era una città abitata da un cospicuo numero di etnie diverse, che erano il frutto di una serie di conflitti armati tra Arabi, Bizantini (Salerno è bizantina all’epoca della nascita di Trotula) e Normanni (Salerno diventa normanna nel corso della vita di Trotula) che daranno luogo ad una grande meravigliosa contaminazione culturale fatta da uomini e studiosi di diverse nazionalità, come Costantino l’Africano, (medico cartaginese,) Cofone il Vecchio e Cofone il Giovane,( due medici ebrei ) Matteo Plateario ed infine, favorita anche da questo contesto multiculturale , anche la più famosa e ricordata Trotula de Ruggiero considerata da tutti la donna pioniere della ginecologia, della ostetricia, e anche della puericultura.
Essa fu la più famosa delle ” Mulieres Salernitanae “, le Dame cioè della Scuola medica di Salerno dove studiò ed insegnò.
Ma adesso , prima di parlarvi di questo famoso medico e scienziato donna , per meglio comprendere il personaggio , dobbiamo fare un passo indietro .
La medicina fino a qualche secolo fa, aveva poca conoscenza della fisiologia femminile, e le donne esitavano a rivolgersi ai medici soprattutto in caso di gravidanza e disturbi all’apparato riproduttivo preferendo affidarsi ad esperte pratiche levatrici e guaritrici come le Janare le quali erano depositarie dei segreti delle erbe terapeutiche e velenose che si tramandavano tra di loro di generazione in generazione .
N.B. Con il termine Janare si era soliti indicare le sacerdotesse ( solo esclusivamente donne ) della Dea Diana , la Dea della caccia e della luna e protettrice delle donne. Esse erano le depositarie di un sapere astronomico e religioso senza tempo .Conoscevano infatti il ciclo dei pianeti e miracolosi rimedi fito-terapici . Le donne pertanto per i loro problemi intimi erano solite rivolgersi per antiche tradizioni proprio a loro per essere curate.
Il culto per la dea Diana era infatti riservato alle sole donne (perché a queste prometteva parti non dolorosi ) che sopratutto in corrispondenza con la luna nuova, si recavano in processione al tempio di Diana/Artemide per propiziare il parto o per ringraziare la dea per averle assistite ( in molti scavi sono emersi ex voto anatomici e statuette di madri con lattanti).
Le sacerdotesse di Diana erano anche esperte ostetriche, e praticavano gli aborti attraverso infusi di erbe, come il prezzemolo.
N.B: Il ritrovamento negli scavi di Pompei di oggetti simili a raschietti ha fatto supporre l’ipotesi che nell’antichità venisse praticato anche l’aborto con raschiamento dell’utero.
Le donne comunque spesso si rivolgeva spesso anche a semplici contadine considerate esperte solo perchè più anziane ed in grado quindi di distinguere le piante necessarie per preparare infusi e calmare i dolori , per curare le malattie dei bambini , o per preparare porzioni “magiche ” capaci di realizzare incantesimi e fatture contro il malocchio.
Queste figure femminile preposta da tempi antichi alla preparazione di filtri d’amore, bevande inebrianti, infusi di erbe ,speciali preghiere , talismani , riti magici oppure danze propiziatorie , non mancavano nei loro effeti collaterali di provocare esiiti spesso disastrosi per le donne che morivano a causa di infezioni ed emorragie o riportavano lesioni permanenti.
Questa consapevolezza spinse in piena epoca medioevale , una donna salerinitana appartenente alla celebre Schola salernitana ( Mularies Salernitanae ) ad approfondire gli studi nella diagnosi e nella cura delle malattie tipiche delle donne sia sul piano della teoria che della clinica .
Convinta che le donne trascuravano le varie malattie delle loro parti intime sopratutto perchè avevano la “sfortuna miserevole” di doversi rivolgere con vergogna e imbarazzo a medici maschi , questa donna scelse di occuparsi di questo settore proprio per venire incontro alle donne, che in questo modo venendo visitate da una persona dello stesso sesso , potevano meglio facilitare diagnosi e cura , in quanto mostrandosi senza pudore potevano meglio aprirsi alle varie confidenze.
La donna in questione si chiamava Trotula De Ruggiero e possiamo con certezza affermare che fu la prima donna medico d’Europa, o meglio la prima ginecologa , esperta di corpo e cose femminili, capace con il suo sapere di spaziare dalle mestruazioni alla gravidanza, e dal parto fino alle cure di bellezza, in quanto sperimentò e approfondi’ durante la sua vita anche molti studi per la cura della bellezza , creando creme e pomate derivate da erbe e piante per la cura del corpo , del volto, dei capelli , delle mani e degli occhi .
Essa era convinta che solo una donna medico poteva aiutare le donne a curare le malattie delle donne meglio dei medici maschi, e lo fece affermandosi con i suoi studi, in un mondo quasi esclusivamente maschile come quello della medicina medievale, dando luogo ad una vera e propria rivoluzione nella diagnosi e nella cura delle malattie tipiche delle donne .
Leggiamo, infatti, in uno dei suoi scritti:
Siccome le donne sono per natura più fragili degli uomini, sono anche più frequentemente soggette a indisposizioni, specialmente negli organi impegnati nei compiti voluti dalla natura. Siccome tali organi sono collocati in parti intime, le donne, per pudore e per innata riservatezza, non osano rivelare a un medico maschio le sofferenze procurate da queste indisposizioni. Perciò la compassione per questa loro disgrazia e, soprattutto, la sollecitazione di una nobildonna mi hanno indotto a esaminare in modo più approfondito le indisposizioni che colpiscono più frequentemente il sesso femminile.
La sua fu quindi una “medicina delle donne ” trattando questioni e disturbi che fino ad allora avevano ben poche possibilità di venire considerati con sensibilità femminile e le sue ricette per secoli furono le piu’ richieste di tutta Europa.
Fu una donna infatti che all’epoca per la sua capacità di curare problematiche ginecologiche , divenne molto famosa sia nella sua scuola che in tutta Europa a tal punto che ad un certo punto moltissime persone si affidavano a lei per i tentativi di rendere meno doloroso il parto , gestire le emorragie del post-parto , valutare il controllo delle nascite e risolvere il problema dell’infertilita’ ( fu la prima a cercare l’origine della sterilita’ di coppia anche nell’uomo) .
CURIOSITA’: Secondo invidiosi colleghi medici di sesso maschile ,Trotula nel suo mestiere e nei suoi studi fu certamente facilitata dal fatto che “tutte le donne rivelavano più volentieri a lei che non a un uomo ogni loro segreto pensiero e le aprivano” la loro natura”, ma lei invece fu solo capace di un diversa attenzione verso le pazienti che mancava alla maggior parte dei suoi colleghi maschi abituati ad avere a che fare soprattutto con uomini., e sopratutto ufu capace in instaurare un diverso approccio fatto di dialogo e di fiducia con le pazienti che puntava sopratutto sulla prevenzione e sull’anamnesi accurata prima di intraprendere una cura che in maniera eccessivo, e spesso frettolosa, faceva ricorso alla chirurgia con cui si fronteggiavano molte patologie.
N.B. :Sembra che Trotula preferisse interventi e cure “dolci” ossia impacchi, bagni, pozioni e massaggi là dove i suoi colleghi maschi praticavano cure chirurgiche.
Secondo antiche racconti Trotula sarebbe stata famosa non solo per la sua bellezza ma sopratutto per la sua scienza e abilità diagnostica, ma prima di continuare la storia di questa incredibile donna e per meglio comprendere la sua reale importanza storica mi sembra giusto ricordarvi che la figura della donna nell’ambito medico, per quasi tutto il medioevo e fino al X secolo , venne lasciata ai margini della società . Esse non potevano esercitare per legge la pratica medica , poichè in maniera discriminata venivano considerate incapaci di poterla praticare. Solo nel secolo succcessivo alle donne venne concesso di poter praticare la professione di medico ma solo ed esclusivamente nel campo della medicina femminile in quanto ritenute più esperte. A concorrere in questa svolta epocale incise comunque la diffusa cultura vigente nell’ XI secolo che nessun medico maschio per pudore poteva visitare pazienti di sesso opposto e che pertanto solo una donna medico poteva aiutare le donne a curare le malattie delle donne e anche meglio dei medici maschi. L’esasperazione della pudicizia , della verginità e del pudore femminile molto presenti all’epoca , finirono infatti per far ritenere indecente il contatto di uomini ( tranne il marito ) con i genitali femminili e per i medici di sesso maschile fino a tutto il XVIII secolo , vigeva l’interdizie a toccare il corpo femminile e sopratutto l’area genitale .
L’assistenza al parto , a meno che non vi fosse una grave patologia , divenne quindi in quel passato una prerogativa fatta di esclusiva figure femminili e per tutta una lunga durata di tempo la figura maschile manco si poteva lontanamente immaginare di avvicinarsi ad una donna con gambe divaricate sia esso medico o cerusico. I mariti infatti preferivano per gelosia ,che ad assistere la propria moglie fosse una donna e inoltre per preservare la propria discendenza da possibile penetrazioni di seme esterno non gradivano la presenza di nessun altro uomo nei paraggi.
Curiosita’ : Un famoso medico di Amburgo , il dottor Weiss, vissuto nel XVI secolo per aver violato questa regola ed aver assistito una partoriente travestito da levatrice , venne condannato al rogo e addirittura bruciato vivo .
Era quindi presente un grande pregiudizio verso gli uomini che potessero assistere alla nascita e i chirurghi o i medici di sesso maschile , venivano chiamati solo in casi di estrema urgenza e spesso solo per sacrificare il bambino al fine di salvare la madre .Spesso infatti venivano chiamati per fare l’embriotomia o la craniotomia e solo in un secondo tempo anche per fare il taglio cesareo , ma solo post-mortem cioè dopo che mamma era morta .
Trotula , dotata di grande intelligenza e cultura , approfittando del fatto che in quel periodo (nel XI secolo )per pudore i medici non potevano visitare le pazienti di sesso opposto, fu comunque la prima donna a comprendere subito e fino in fondo la caduta della barriera nei confronti di una donna medico e e si applicò come nessuna mai prima nella diagnosi e nella cura delle malattie tipiche delle donne sia in senso teorico che pratico.
Ella seppe infatti affermarsi, in un mondo quasi esclusivamente maschile come quello della medicina medievale, grazie proprio alla novità dei suoi studi giunti oggi a noi in tre trattati che vennero importati in tutta Europa : De’ passionibus mulierum ante in et post partum (Le malattie delle donne prima, durante e dopo il parto), De’ curis mulierum (I trattamenti medici delle donne) e De’ ornatu mulierum (La bellezza delle donne) . Questi trattati diffusi e studiati in tutta Europa ci sono oggi pervenuti in ben 130 copie manoscritte e in centinaia di versioni a stampa della prima età moderna (segno che Trotula continuò a essere studiata secoli dopo la sua morte).
Nel suo famoso trattato il De’ passionibus mulierum ante in et post partum, considerato all’epoca un vero e proprio manuale di ostetricia e ginecologia , venivano trattati con aspetti talvolta soprendentemente moderni , rimedi e prescrizioni che riguardavano la sfera genitale femminile , come il ciclo mestruale,le malattie dell’utero, l’igiene intima , le infezioni vaginali, la contraccezione, la gravidanza, il parto indolore ,i disturbi fisiologi della gravidanza , i rischi del parto, la cura delle lacerazioni dovute al parto ,la sessualità , la menopausa , ma anche l’allattamento e le difficoltà del concepimento dove sfidava il maschilismo dell’epoca affermando che in caso di infertilità ci potevano essere cause dovute alla donna e altre dovute all’uomo. Ma a differenza di tanti suoi colleghi dell’epoca non manca , nello stesso trattato di soffermarsi anche sull’importanza dell’attività fisica e dell’alimentazione equilibrata.
Con tale trattato , acquisi’ in tutta Europa una grande fama e venne da tutti considerata grande esperta di malattie e questioni femminili , ma anche di cosmesi poichè Trotula era un convinta e forte sostenitrice che la bellezza fosse segno di un corpo sano ed in armonia con l’universo.
Scrisse a tal proposito , divulgandole nel mondo, numerosi consigli di cosmesi naturale raccomandando a tutte le donne cura del corpo, la prevenzione e l’igiene che per lei erano alla base sia della salute che dell’aspetto gradevole.
N.B. : Nel tratto che le contiene , il famoso ” De ornatu mullerium ” possiamo leggere di antiche ricette vecchie più di mille anni sulla cosmesi delle donne che rapprentavano piccoli trucchi di bellezza per le donne dell’epoca come per esempio sbiancare il viso, o renderlo più roseo, eliminare i rossori, eliminare i peli, depilarsi, schiarire o scurire i capelli (dopo il successo delle bionde in epoca romana, erano apprezzate anche le capigliature scure), infoltirli, trattare le scottature del sole, i brufoli, le labbra screpolate, sbiancare i denti,o profumare l’alito.
N.B. . Alle conoscenze acquisite con i suoi studi , Trotula ebbe la capacità di sovrapporre in questa opera anche la cultura popolare salernitana dell’estetica, fondata su una competenza straordinaria delle erbe officinali che venivano coltivate nei giardini dei monasteri ma anche in quelli privati, che erano il frutto della grande esperienza che lei aveva sviluppato e maturato con questi prodotti nella sua vita professionale. Il risultato fu niente altro che il primo trattato di cosmesi della cultura occidentale.
Alcuni di questi trattati nella loro lettura appaiono per alcuni elementi di modernità particolarmente sorprendenti se consideriamo l’epoca in cui sono stati scritti. Primo fra tutti, il concetto di prevenzione e igiene. Spesso infatti Trotula consiglia bagni, unguenti, massaggi, impacchi e poi infusi di erbe o frizioni come “terapie dolci” per molti disturbi della gravidanza, o per le complicanze del parto come le lacerazioni perineali , mentre per il neonato consiglia massaggi e bagnetti caldi per tranquillizzarlo, la visione di stoffe e biglie di colori differenti quando è più grandicello per stimolarlo,ed una serie di piccoli consigli come per esempio rivolgersi al piccolo con cantilene e parole semplici per avviarlo al linguaggio…
Trotula fu insomma una donna incredibile e molto rispettata in quel periodo dai suoi contemporanei sopraratutto per il ruolo sociale che tratteneva, in quanto venne considerata allo stesso pari dei suoi colleghi uomini,.
Per avere un’idea del valore di questa donna , basti solo pensare che alcune sue cose da lei scritte e messe in pratica nella sua professione , ancora oggi , a distanza di tanti secoli hanno ancora un valore fondamentale . La prima è che le medicina delle donne (e degli uomini) si deve fondare sulla prevenzione. E nella prevenzione delle malattie l’igiene è fondamentale.
La seconda idea è che la medicina (e, dunque, i medici) non devono occuparsi solo delle malattie, ma devono occuparsi del benessere complessivo della persona, fisico e psichico. Ecco dunque che la cura della bellezza (la cosmesi) è parte integrante della medicina secondo Trotula, perché contribuisce non poco al benessere delle donne.
I testi di Trotula furono per tale motivo considerati fra i testi di carattere medico più famosi nell’Europa medievale ed hanno rappresentato un primo tentativo di raggruppare tecniche mediche ginecologiche arabe e latine.
Trotula divenne in quel periodo come vi dicevo famosissima e l’idealizzazione della sua figura, divenuta quasi leggendaria, incominciò nel tempo a dare fastidio al mondo maschile a tal punto da portare alcuni studiosi a metterne in dubbio la storicità.
N.B. Secondo molti storici studiosi di testi medievali le opere non furono scritte materialmente da Trotula ma da un autore anonimo di sesso opposto ( forse un fantomatico medico di nome Trottus ). Secondo questi autori quindi la figura di Trotta pare che fosse in realtà un uomo ( il nome di trotta secondo loro pare che non fosse altro che l’abbreviazione di Trotto , un nome maschile ) , e secondo altri invece il nome Trotula , inizialmente doveva rappresentare solo il titolo del manoscritto, ma con i vari interventi rinascimentali il nome Trotula fu frainteso ed incominciò a circolare come nome dell’autore. Venne quindi addirittura ipotizzato che la sua persona non sia mai esisita a o, se esistita, che fosse un uomo.
Nel XIX secolo alcuni storici, tra cui il tedesco Karl Sudhoff, negarono infatti addirittura la possibilità che una donna avesse potuto scrivere un’opera così importante e cancellarono la presenza di Trotula dalla storia della medicina. nonostante la sua figura e le sue ricette dominarono la ginecologia europea per molti secoli fino all’Ottocento .
Era tutto questo ovviamente solo un banale stratagemma della medicina occidentale che per lunghi decenni è stata egemonizzata dai maschi . Il mito di Trotula doveva assolutamente e volutamente essere dimenticato negandone addirittura l’esistenza e cosa ancor più grave demonizzato arrivando a sostenere che i suoi libri fossero solo stati scritti da maschi . Questi capolavori infatti per il mondo maschile erano di tale livello da non poter essere mai opera di una donna vista l’alta alfabetizzazione all’epoca della donna. Essi non sarebbero quindi mai potuti essere stati scritti da donne per le donne, ma solo da medici uomini per altri uomini.
Per questo Trotula ha conosciuto poi un lungo periodo di oscuramento. Per decenni è stata infatti quasi dimenticata per essere poi riscoperta solo di recente, anche grazie a un gruppo di donne – medico e storiche – impegnate a ridefinire la questione di genere in medicina.
N.B. La medicina occidentale è stata nell’ultimo secolo egemonizzata dai maschi , precludendo alle donne fino a pochi decenni fa, la possibilità di praticarla e insegnarla ma Trotula e tante altre donne medico hanno nel tempo dimostrato che, non appena è stata loro data una minima possibilità, le donne hanno saputo esprimere tutto il loro valore e le loro sensibilità, come e spesso meglio dei maschi.
Ma chi era veramente Trotula de Ruggiero ?
Trotula , nata a Salerno da famiglia di antica nobiltà venne celebrata da letterati e poeti medievali come la donna più saggia del mondo per la sua sapienza e competenza medica. A domostrazione di quanto detto , basti pensare che in un trattato attribuito al monaco Orderico Vitale si legge la storia di un nobile normanno (Rodolfo Malacorona) che aveva compiuto studi di medicina e che giunto a Salerno nel 1059 non trovò nessuno così colto da tenergli testa eccetto Trotula.
Per meglio comprendere il personaggio di Trotula , dovete sapere che in epoca medievale . nella metà dell’XI secolo in cui ella ha esercitata la sua attività , non era frequente che le donne, anche di famiglia nobile, sapessero leggere e scrivere, ma era certamente ancora più raro che esse potessero approfondire i loro studi ed esercitare una professione. Solo una donna di grande curiosità , ambizione e cultura pertanto poteva in un’epoca in cui il ruolo delle donne nella società era assai degradato, riuscire a vedere riconosciutio il suo ruolo e autorevolezza,nel lavoro che a lei piaceva e condurre quindi una vita secondo i propri desideri.
Bisogna anche dire che le sue capacità e la sua personalità ebbero modo di realizzarsi anche perché visse in un ambiente speciale come quello della città di Salerno che in quell’epoca era un crocevia di commerci, e luogo d’incontro di persone e culture. La città in quel periodo stava infatti cambiando padrone , passando dal regno longobardo a quello normanno e le varie fonti storiche consultate parlano di quella Salerno come di un luogo splendido, dalla ricchezza straordinaria e con frutteti , vigne, e bellissimi palazzi affacciati sul mare.
Nel suo grande porto , centro di commercio e crocevia di popoli e cultura diversi ,come quella greca , latina e bizantina , insiema alle merci ,(tra le quali piante e spezie con proprietà terapeutiche ) , circolavano anche medici che si confrontarono continuamente con la tradizione greca e le conoscenze degli Arabi, dei bizantini , degli ebrei, dei normanni e dei longobardi.
In questo ricco contesto culturale non mancarono ovviamente utili scambi di informazioni ad interesse scientifico e grazie alla massima presenza in città di letterati e scrittori capaci di far circolare in città molti testi con traduzioni dall’arabo in latino dei classici della filosofia greca e della scienza ellenistica , in città giungevano continue nuove nozioni mediche. A voler essere colti quindi in quella città , a quell’epoca , non avevi altro che l’imbarazzo della scelta ,e Trotula De Ruggiero , in questo affascinante contesto non si lasciò certo scappare l’occasione .
CURIOSITA’ : I medici , nel mondo antico erano soliti spostarsi seguendo il traffico mercantile.
Quando visse Trotula, a Salerno si era già affermata la famosa scuola medica, di cui lei divenne poi uno dei maggiori protagonisti . Questa scuola era motivo di vanto per la città e meta di pellegrinaggio di molti ammalati poiche essa operava in un distintivo di fusione tra teoria e pratica , Essa era diventata in poco tempo la scuola medica più famosa di tutta Europa poichè alla teoria aggiungeva l’esperienza pratica di chi faceva il medico ” sul campo “.
Il grande merito di questa scuola era infatti proprio quello di aver raccolto e unito questi due rami del sapere e poi, a poco a poco, aver dato spazio anche ai commenti , le critiche e gli approfondimenti. Il risultato fu un ‘imponente serie di trattati che oscillavano tra l’utilizzo delle piante medicinali alle analisi del polso e delle urine considerati in quel periodo come veri e propri strumenti diagnostici dell’epoca. Qui , pur mancando disinfettanti, antisettici, e anestetici si praticavano e formalizzavano le prime norme della futura chirurgia e nei vari trattati scritti e poi diffusi che provenivano dalla scuola salernitana già si parlava di suture, del trattamento delle ernie e addirittura di chirurgia oculistica ( già allora l’asportazione di cataratta era quasi routine ).
CURIOSITA’:A Salerno si studiava la teoria e si faceva pratica sull’anatomia con la dissezione dei cadaveri, anche se di animali. Non è un caso che un medico della Scuola scrisse poi l’Anatomia porci.
Il suo grande sviluppo lo si deve sopratutto a Federico II che da gran salutista quale era , si adopero’ molto per far crescere la scuola medica salernitana .Pensate che nella sua famosa ‘ Costituzione di Melfi’ egli stabili’ per primo che l’attivita di medico poteva essere svolta solo da dottori in possesso del diploma rilasciato dalla scuola medica salernitana .
Carlo d’Angio invece successivamente riconobbe la ‘ Schola salernitana ‘ come un primo corso universitario ( Studium generale in Medicina ) della durata di cinque anni a cui bisognava poi aggiungere un altro anno di pratica accanto ad un medico anziano.
Questi futuri medici che uscivano dall’universita dovevano poi giurare di impegnarsi solennemente a porgere il loro aiuto al povero senza chiedere nulla e a giurare di svolgere la loro professione in maniera onesta.
CURIOSITA’ : Alla scuola era delegato anche il compito del controllo sui farmacisti che necessitavano di una preventiva loro autorizzazione per la creazione di eventuali creme , infusi o sciroppi .
N.B. : Questa scuola godette dei favori di quasi tutti i sovrani che per secoli si sono succeduti nel Regno , da Roberto il Normanno ,Federico II di Svevia , Carlo d’Angio giungendo fino a Gioacchino Murat che la soppresse nel 1811 in occasione della riorganizzazione della pubblica istruzione .
La scuola medica salernitana ,che nacque poco dopo l’anno mille ed ebbe il suo massimo splendore tra il 1200 ed il 1300f, fu la prima istituzione laica europea in un’epoca in cui l’esercizio della medicina era prerogativa dei monaci e per tale motivo , orgogliosa della sua indipendenza da ogni controllo ( sopratutto ecclesiasico ) fu pertanto capace di ospitare il meglio del sapere medico proveniente da ogni parte del mondo . La Scuola poté così prosperare a partire dal IX secolo e divenire nei secoli XI-XIII la più prestigiosa istituzione medica d’Occidente. Nel 1231 il prestigio della Scuola – il cui motto recitava “se ti mancano i medici, siano per te medici queste tre cose: l’animo lieto, la quiete e la dieta moderata” – venne sancito dall’imperatore Federico II che nella Costituzione di Melfi stabilì che l’attività di medico poteva essere svolta soltanto da persone in possesso di diploma da essa rilasciato. Federico II fondò in quegli stessi anni l’università di Napoli che progressivamente oscurò la fama della Scuola. Quest’ultima tuttavia continuò a operare fino alla soppressione avvenuta nel 1811 quando, con la riorganizzazione dell’istruzione pubblica del Regno, Gioacchino Murat attribuì esclusivamente all’Università di Napoli la facoltà di conferire lauree.
N.B. Notate come la scuola salernitana medica fu all’avanguardia ammettendo le donne nelle aule e alle cattedre (“magistra” ).Essa infatti a differenza di qualsiasi altra scuola europea era aperta anche alle donne, come studentesse e come insegnanti, che oltre che seguire i corsi della scuola, diventavano medici ed esercitavano la professione come i loro colleghi maschi.
Nella scuola medica all’epoca considerata molto all’avanguardia non si studiava solo la teoria ma si faceva anche grande pratica sull’anatomia con la dissezione dei cadaveri, . Essa era un crogiuolo di culture dove insegnanti medici greci, ebrei, arabi e latini impartivano il loro sapere e esercitavano la medicina.avvalendosi sopratutto delle nuove nozioni e conoscenze della medicina islamica, portate a Salerno da Costantino l’Africano, un medico nato a Cartagine e che girò il mondo di quei tempi ( dal Cairo alla Persia, dall’Etiopia all’India ) aggiornando le sue conoscenze. Costantino infatti traducendo in latino dall’arabo una serie di libri della scienza medica islamica, portò alla scuola medica salernitana la tradizione e la cultura medica ellenica filtrata dalla cultura araba, tra cui quella del medico-filosofo Avicenna.
Secondo molti storici medievali pare che Salerno all’epoca sia diventata città della medicina per l’incontro, in questa località, di quattro medici di diversa provenienza: un greco, un latino, un ebreo e un arabo. Questa incredibile contaminazione di incontro di quattro medici di diversa provenienza diede luogo al più alto valore espressivo della medicina di quei tempi perchè in essa s’incotravano le quattro correnti fondamentali del pensiero medico antico .
I quattro fondatori , tutti medici ma con origini differenti erano : il latino Salernus , il greco Pontus, l’arabo Adela e l’ebreo Helinus , raggrupparono infatti intorno a loro nel tempo una estesa comunità di professionisti che si tramandavano il sapere di padre in figlio o, al massimo, da maestro ad allievo , o a gruppi di allievi e tutti insieme diedero luogo poi a quella che si affermò come la scuola medica salernitana che non fu nulla di istituzionalizzato e formalizzato ma solo un esteso gruppo di medici riunitisi in una unica grande comunità con l’ intento non solo rivolto di l’assistere e curare i malati ma anche quello di.cominciare ad affermare ( con grande novità dei tempi ), la trasmissione del sapere non più solo a voce, ma attraverso i testi scritti.
Immaginate quindi in quale atmosfera viveva e cresceva Trotula , la più nota tra le mulieres Salernitanae , appartenente a quella cerchia di studiose che insegnavano o erano attive nella scuola medica di Salerno .Essa nella sua lunga frequentazione presso questa scuola studiò la medicina classica di Ippocrate e Galeno e imparò i principi della farmacologia e dell’erboristeria medievale. Inoltre, ebbe la possibilità di approfondire la propria conoscenza medica anche in famiglia dato che sposò uno dei più celebri dottori della sua epoca, Giovanni Plateario. detto il vecchio, ccon cui ebbe due figli, Giovanni detto il giovane e Matteo, che saranno entrambi medici e maestri della scuola ( i due ragazzi proseguendo l’attività dei genitori divennero due medici illustri, ricordati come Magistri Platearii).
CURIOSITA’: In seno alla scuola medica salernitana poté prosperare per secoli il circolo delle Mulieres Salernitanae, cioè delle ” dame di Salerno ” che seppero essere sia medici che brave infermiere .Si trattava di dame dell’alta aristocrazia che studiavano medicina e si occupavano di rimedi farmacologici e cosmetici da mettere a disposizione delle donne della nobiltà.
Trotula De Ruggiero fu ovviamente la piu’ conosciuta e famosa delle ragazze della Schola salernitana ( Mularies Salernitanae ) : A lei ci si affidava per i tentativi di rendere meno doloroso il parto , gestire le emorragie del post-parto , valutare il controllo delle nascite e risolvere il problema dell’infertilita’ ( fu la prima a cercare l’origine della sterilita’ di coppia anche nell’uomo). La Trotula approfondi’ anche gli studi per la cura della bellezza , sperimentando creme e pomate derivate da erbe e piante per la cura del corpo , del volto, dei capelli , delle mani e degli occhi.
Trotula ebbe idee innovative sotto molti aspetti: considerava che la prevenzione fosse l’aspetto principale della medicina e propagava nuovi e per l’epoca insoliti metodi, sottolineando l’importanza che l’igiene, l’alimentazione equilibrata e l’attività fisica rivestono per la salute. Non ricorse quasi mai a pratiche medievali rivolte all’astrologia, alla preghiera e alla magia. In caso di malattia consigliava trattamenti dolci che includevano bagni e massaggi, in luogo dei metodi radicali spesso utilizzati a quel tempo. I suoi consigli erano di facile applicazione e accessibili anche alle persone meno abbienti.
Per secoli le sue ricette saranno le piu’ richieste di tutta Europa e la sua fama fu enorme basta dirvi che al suo funerale avvenuto nel 1097 ci fu un corteo lungo ben tre chilometri .
Ma tutta la scuola Salernitana era famosissima in Europa e moltissimi malati accorrevano da ogni parte per farsi curare in questo luogo , attratti dalla fame e dall’eccezionale successo dei medici salernitani.
Ancora oggi questa famosa scuola viene considerata antesignana delle moderne università. La sua importanza fu tale che Tommaso d’Aquino annoverò Salerno tra alcune delle città più importanti d’Europa:. Egli a tal proposito scrisse_ sono altre quattro le città preminenti, Parigi nelle scienze, Salerno nelle medicine, Bologna nelle leggi, Orleans nelle arti attoriali” .
LA LEGGENDA :
Secondo una leggenda la scuola medica salernitana sarebbe nata nell’Alto Medioevo dall’incontro casuale di quattro maestri: si racconta infatti che un pellegrino greco di nome Pontus i sia fermato nella città di Salerno e abbia trovato rifugio per la notte sotto gli archi dell’antico acquedotto dell’Arce. A quel punto, sarebbe scoppiato un temporale e un altro viandante, un latino di nome Salernus , avrebbe trovato rifugio nello stesso posto. Salernus era ferito e Pontus, dapprima diffidente, si convinse, poi, ad avvicinarsi per osservare le medicazioni che il latino applicava sulla ferita. Nel frattempo giunsero altri due viandanti, l’ebreo Helinus e l’arabo Abdela . Anche loro si mostrarono molto interessati e, alla fine, si scoprì che tutti e quattro si occupavano di medicina. Per questo motivo, avrebbero deciso di unirsi e di dare vita a una scuola, dove le loro conoscenze potessero essere raccolte, ampliate e divulgate.
La chiesa ovviamente sostiene invece che la vera origine della scuola è ben diversa da questa e tramanda da sempre due possibili inizi: il primo , sostiene che tutto nacque grazie alla presenza sul territorio di diversi monaci benedettini esperti nell’arte delle cure; mentre il secondo afferma invece che il complesso fu creato da alcuni vescovi autori di trattati di medicina che realizzarono un primo nucleo della scuola all’interno del chiostro della Cattedrale principale.