Aristodemo detto il Malaco:è stato uno dei più grandi condottiero della antica Cuma da cui tutti noi proveniamo.
Figlio di Aristocrate fu soprannominato Μαλακός, un termine che deriva dal greco malakos che significa  giovinetto – effeminato .

Questo soprannome gli venne attribuita secondo lo storico Plutarco dai barbari, contro cui combatteva perché divenuto generale giovanissimo, si distingueva in battaglia per i suoi capelli lunghi mostrando non solo grande ardimento  per gli atti che compieva, ma anche  eccellente intelligenza e previggenza. 

Dunque il soprannome se lo era meritato quando egli era ancora giovane e apparteneva nella società cumana a quella classe di  età che si collocava esattamente tra i paides e gli andres (  tra i 18 ed i 20 anni ) dove i ragazzi portavano  ancora i capelli lunghi, perché non si erano  ancora sottoposti alla kourà e quindi avevano  intorno al capo ancora  la korone 0 koroni ( la corona)  intatta dei capelli.

N.B. La Kourà rappresentava nel momdo Eubeo e Cumano un segno del passaggio degli uomini all’età adulta che a Cuma avveniva al compimento del ventesimo anno. I giovani raggazzi venivano durante questo simbolico passaggio rasati dei capelli davanti e invece restavano ricchi di chioma sulla nuca .

Aristodemo che tra i suoi coetani , ancora giovanissimo si era fatto notare per il suo vigore , la sua abilità nelle armi e la sua maturità intelletiva , ben presto fini per combattere a soli 20 anni, nell’esercito cumano nelle lotte contro i barbari che restavano  spesso impressionati dal suo valore fisico  e dalla sua audacia . 

Il suo soprannome , pertanto Aristodeme se lo era conquistato quando ancora giovane non rivestiva ancora nessuna carica.

Secondo lo storico  Dionigi che interpretava alla greca malakòs come delicatus o come mite, il soprannome dato ad  Aristodemo derivava invece dalle  sue giovanili esperienze omosessuali proprie delle regole dell’educazione aristocratica a cui lui apparteneva, ma  sopratutto da quella pratiche di inversione a lui tanto care, che egli  impose in città sia ai ragazzi che alle ragazze appena giunse al potere di tiranno di Cuma.

Questi rituali  che si applicavano  a precise classi di età ( sotto i 20 anni ) si ritrovano nello stesso ordine nell”Atene jonizzante di V e VI secolo ed erano comunque limitati a un periodo ben determinato dell’educazione dei ragazzi.

Questo significava che i ragazzi dovevano portare capelli lunghi, e ornamenti d’oro nei capell, mentre le ragazze  dovevano rasarsi il capo e indossare abiti maschili.

Venendo al concreto possiamo quindi affermare che la kourà maschile veniva imposta alle ragazze, mentre il komàn femminile con vesti ebebiche veniva imposto ai ragazzi.

N.B. Questa classe  di ragazzi aveva un nome suo proprio: koronistài come equivalente di komontes cioè di giovani che non avendo ancora subito la kourà, intorno al capo avevano la korone 0 koronis,la corona ancora intatta dei capelli.

Queste pratiche riguardavano i paides di ambo i sessi e cessavano per gli uomini al compimento del ventesimo anno, quando divenivano andres e quindi simmetricamente per le donne quando divenivano gynaikes: sono misure quindi relative a precise classi di età.

CURIOSITA’: Per le donne rasarsi il capo e indossare abiti maschili prima del matrimonio era prassi a Sparta , mentre indossare vesti femminili da uomini e l’uso di  portare i capelli lunghi prima dell’entrata nell’età adulta per rasarli subito dopo, era una pratica propria della società rappresentata dagli Abanti e dai Cureti euboici.   Era questa quindi una pratica  molto duffusa  in tutto il mondo greco, e certamente uno di riti meglio documentati. 

Va ioltre sottolineato che la moda dei capelli lunghi , nonchè il contemporaneo usa di fermagli d’oro e l’uso di vesti femminili variopinte da parte di uomini tornava anch’esso nella prassi delle aristocrazie arcaiche dedite al lusso,

Ancor giovane Aristodemo dimostrò di possedere grandi doti militari ed essere al contempo anche un grande stratega politico militare, che lo portò in eta ancora giovane a capo di quell’esercito cumano,che sconfisse gli Etruschi nella prima battaglia di Cuma (519 a.C.), ponendo così fine alla loro espansione nell’Italia meridionale.

Finita  comunque la battaglia ,si offrirono molti sacrifici di ringraziamento agli Dei  e dopo  deguata sepoltura ai caduti in battaglia  magistrati meno influenti, assieme al popolo, volevano che fosse concessa ad Aristodemo, cioè al più forte, la guida della città ma dopo lunga discussione i più potenti, assieme al Senato (decisero) per il capo della cavalleria Ippomedonte,

Gli anziani comunque  temendo  un cruento tumulto, convinsero le due parti a dare ugual potere ai due valorosi. Da quel momento Aristodemo il Malaco divenne il protettore del popolo; e poiché nei discorsi pubblici aveva proposto un ottimo argomento, con questo convinceva la massa, proponendo giuste leggi, facendo elargizioni ai poveri e rimproverando i potenti di appropriarsidei beni comuni. Per questi motivi divenne molto sgradito e pericoloso per gli aristocratici.

N.B. La vecchia oligarchia  aristocratica che allora governava Cuma, visto l’accrescersi della popolarità e del consenso che Aristodemo con le sue idee anti “aristocratiche ” riscuoteva tra la gente incominciò a contrastarlo per limitare la sua crescita politica, , ma lui  forte del conenso popolare  ,chiese ed ottenne, l’appoggio dei cittadini aventi diritto al voto. Le doti militari rivelate da Aristodemo mostrate  in quella battaglia nelle file della cavalleria, indussero i cittadini a eleggerlo alle cariche più importantie e ad inviarlo successivamente come capo delle forze alleate in aiuto dei Romani in guerra con i Tirreni, che volevano riportare Tarquinio il Superbo al potere.

Gli aristocratici, temendo infatti che lui  potesse strumentalizzare con il suo carisma  una svolta autoritaria, nel tentativo di  disfarsene gli affidarono una nuova missione contro gli Etruschi. Questa volta, augurandosi più la sconfitta che la vittoria. Gli affidarorno infatti il comando di una spedizione pessimamente organizzata nella speranza di sbarazzarsene

Aristodemo, pur cosciente del fatto che l’intento era quello di eliminarlo, accetta il compito e lo esegue nel modo migliore e a capo di un gruppo di appena duemila uomini, e di ufficiali non selezionati dalle scuole militari, bensì tra gli elementi peggiori del démos, e con appena  dieci navi tra le più malridotte.conseguì malgrado tutto la vittoria..

Il governo ottenne cosi un totale  effetto contrario politico contro Aristodemo .

Fu questa una battaglia decisiva per Arisodemo per incomnciare ad avere il consenso del popolo . A Cuma  infatti molti cittadini erano  scontenti del governo oligarchico della hippomachia, grosse frange della popolazione vivevano in condizioni di minorità, e grandi  sacche di povertà erano presenti sia nei livelli più bassi che in quello stesso dei ceti di livello trierarchico. Erano quindi presenti tutti i fattori di un popolo scontento pronto a seguire chiunque fosse capace di  agire contro l’oligarchia vigente in città e Arisodeme da bravo stratega  mise  in comune i doni aricini da lui ricevuti degli etruschi  sconfitti  come avrebbe invece potuto fare,. Egli divise quindi il suo bottino di guerra della battaglia vinta   con tutti gli altri in maniera tale che i suoi uomini non tornavano a casa a mani vuote.

Questo evento fu decisivo per  l‟ascesa politica di Aristodemo che in quell’occasione fece una grande  mossa strategica,  Aristodemo si guadagno in quel modo modo  il favore dell’esercito.

Il suo inaspettato ritorno vittorioso dalla battaglia di Aricia del 505 a. C. unitamente alle sue continue aperture democratiche nei confronti del popolo, gli consegnarano in breve tempo il consenso assoluto su Cuma. Aristidemo, per superare le sempre più forti resistenze della classe politica  incominciò ad effetuare una grande battaglia politica contro la classe piu potente della città.

Egli in un perfetto  percorso di demagogia-strategia-tirannide  incominciò a mettere in discussione l’allora vigente  costituzione che prevedeva una classe dirigente di potenti e ricchi aristocratici al governo scelti in base al censo . Si trattava di un’oligarchia aristocratica dove chi era al governo aveva potere,  case, terre, schiavi, oro, argento, ricchezze , beni materiali, merci e denaro , ma sopratutto doveva avere come condizione base per essere al governo ilil privilegio della nascita che si accompagnava a quello della ricchezza: bisognava essere nobili e contemporaneamente ricchi.

Aristodemo si contrapponeva a tutto questo e prometteva al popolo l’uguale possibilità di prendere parola nelle pubbliche assemblee ( isegoria) e quello di farlo liberamente per quello che riguarda i contenuti ( parresia ).

Praticamente si opponeva a quella vigente vecchia  costituzione di Caronda, dando inizio ad alcuni cardini fondamentali della vera demograzia greca nella sua prerogativa di libertà e uguaglianza, istituìtuendo una  prima vera oligarchia democratica che dava piu spazio ai strati emergenti delle popolazioni sottraendoli ai ricchi aristocratici .

Dopo la vittoria Aristodemo utilizza il successo e i doni degli Anicini per acquistarsi l’appoggio dei soldati e dei prigionieri e procurarsi la collaborazione di un gruppo di congiurati per il colpodi stato, che si attua subito dopo il ritorno a Cuma: uccisione di tutti gli aristocratici presenti nella Bulè; occupazione dell’acropoli, degli arsenali, dei porti e dei luoghi fortificati; liberazione e armamento dei condannati a morte presenti nelle carceri; formazione di una guardia. Segue la convocazione dell’assemblea, la giustificazione del proprio operato,le promesse di democrazia, di libertà e di eguaglianza, l’abolizione dei debiti e la redistribuzione delle terre. Quindi dopo la nomina a stratego con pieni poteri, si passa: alla consacrazione delle armi agli dei e conseguente generale disarmo dei cittadini; all’uccisione di molti e nobili cittadini che si erano sottratti a quest’obbligo e alla definitiva costituzione di una guardia del corpo di 2000 uomini, in cui confluiscono i suoi complici, gli schiavi che hanno ucciso i loro padroni subito dopo liberati, diseredati e mercenari scelti tra i barbari più feroci. Segue l’eliminazione delle statue dei suoi avversari e la loro sostituzione colle proprie; la confisca dell’oro e dell’argento trovato nelle case degli avversari uccisi; la consegna di case, terre e beni dei defunti agli schiavi uccisori dei loro padroni, ai quali viene pure concesso e talvolta imposto con la forza  di sposare mogli e figlie degli  avversari uccisi.

A convincere le masse e portarle quindi dalla sue parti furono le sue grandi doti oratorie con le quali lanciò  forti calunnie contro i potenti, ma anche  l’uccisione dei più ricchi, la confisca delle loro sostanze e l’arruolamento dei mercenari,. Dopo aver esautorato gli aristocratici dai posti di comando e cacciato gli stessi  in esilio fuori dalla città , accentrò tutti i poteri nelle sue mani dichiarandosi unica autorità  di Cuma .

N.B. Un antico cittadino greco allora  non poteva svolgere una attiva funzione propositiva e decisionale se non avesse raggiunto almeno i trent anni: occorre immaginare allora un intervallo di una decina d anni almeno tra i giovanili exploits el’inizio della carriera politica vera e propria di Aristodemo .

Da quel momento governano Cuma, attuò nel periodo della sua tirrania, una forte politica sociale, ridistribuendo le terre ed abolendo i debiti da interesse. Il demos venne liberato dalla dipendenza verso l’aristocrazia, assumendo sempre maggior autonomia economica e sociale. Aristodemo durante il suo periodo di governo diede origine ad un’attività di demagogo fatta di provvedimenti graditi al popolo, di accuse ai dunatòi di appropriazione dei beni comuni e di personali elargizioni ai poveri, che lo resero temibile per i capi dell’aristocrazia,

Durante il suo governo effettuo’ opere di bonifica delle zone paludose circostanti, creando maggiori spazi per l’agricoltura che fece  acquisire a Cuma nuovi terreni produttivi ,destinati a famiglie non aristocratiche che permise alla città di esportare all’ingrosso grosse quantità di grano che nsieme alla grande presenza di oro e argento accumulato dalle case aristocratiche sequestrate rese Cuma una delle più fioenti e ricche colonie greche nel Mediterraneo.

in quegli anni  muovendosi  con saggezza. sul versante settentrionale, oltre a  fronteggiare e poi sconfiggere definitivamente  gli Etruschi , aiutò i Latini ed In seguito accolse anche  il re etrusco  Tarquinio il Superbo  e i cittadini romani al suo seguito dopo la sua cacciata da  Roma.

Nella pianura campana, da un lato mantiene buoni rapporti con Capua, e dall’altro riorganizzando   il suo spazio territoriale  dislocò un gruppo di suoi cittadini   a Dicearchia e alla futura  Neapolis creando per loro uno spazio che evidentemente non potevano più avere in patria.

N.B. Le due operazioni, di Dicearchia e Neapolis, rientrano in un modello di saggezza politicadescritto da Platone nel Politico e nelle Leggi: inviare colonie, purificando la città da poveri e desiderosi di beni altrui, e accogliere nuovi elementi per rafforzarsi. Gli scavi recentemente ripresi a Cuma hanno del resto dimostrato come l’epoca della fondazione di Neapolis e della pestilentia che l’avrebbe secondo Lutazio resa necessaria è quella di una riorganizzazione urbanistica.

Il suo punto debole fu forse proprio quella sua  provvedimento  riguardo al provvedimento che egli adottò nei confronti dei figlidegli uccisi una volta adulti. Per sua iniziativa o per una qualche predizione egli, che in un primo momento aveva deciso di eliminarli, scongiurato dai detentori attuali delle loro oikiai, decide invece alla fine di allontanarli definitivamente dalla città per inviarli nei campi ad occuparsi con  i proprischiavi del bestiame e della terra. Parallelamente per neutralizzare anche la gioventù cittadina impose  fino al compimento del ventesimo anno di età una riforma dell’educazione con un regime di vita fondato su effeminatezze e lusso: niente ginnasi né esercitazioni militari; capelli lunghi, imbionditi, ricciuti e trattenuti da reticelle; tunichette ricamate, lunghe fino ai piedi; mantelline sottili e morbide; insegnamento della musica e della danza; accompagnatrici e insegnanti femminili con parasoli, ventagli, bagni, pettini, profumi, specchi.

 Questa riorganizzazione dell’educazione giovanile sulla base delle classi di età e dei relativi riti di transizione,alla fine pare che si ritorse  contro.

II nostro racconto si chiude con la fine del tiranno, incapace di venire a capo del movimento insurrezionale posto in atto dai giovani ribelli, gli esuli da Capua, ed i vari mercenari e aiuti campani.

N.B.  Capua ospitò come ospiti  moltissimi figli esuli di quegli aristocratici che Aristodemo aveva ucciso i quali arruolarono una  schiera non piccola di mercenari e amici con i quali riconquistare Cuma. 

Morì intorno al 492 a.C., ucciso in una congiura di quei figli degli aristocratici, da lui tempo prima uccisi i quali approfittarono della difficoltà politica di quel momento dovuta, sia dalla sconfitta della lega latina per mano Romana, nel 496 a.C., e la conseguente sottoscrizione del Foedus Cassianum nel 493 a.C.47, sia dalla morte di Tarquinio il Superbo, re di Roma in esilio a Cuma, nel 495 a.C.

Con uno  stratagemma essi entrarono nella città immersa nel vino e nel sonno dopo una giornata di festa, e il tiranno e la sua famiglia vennero  radicalmente eliminati.

N.B. Alla versione storica della caduta del tirannide avvvenuta per un’iniziativa proveniente dall’esterno, messa in atto dai figli degli aristocratici uccisi inviati nei campi al di fuori della città, esiste una diversa versione che invece identifica la fine di Aristodemo ad opera della stessa sua compagna di vita Xenocrita la quale volle vendicarsi della adikìa( offesa- torto )a lei fatta del tiranno. Figlia, infatti, di uno degli esuli, aveva suscitato il desiderio del tiranno, ma era stata da lui portata nella sua casa a convivere con lui, senza unregolare matrimonio. Non l’aveva chiesta al padre, che non aveva richiamato in patria; non aveva ricevuto il consenso di costui attraverso una regolare promessa ed una regolare consegna,della figlia al futuro sposo: si trovava perciò nella sua casa non nella condizione di una legittima sposa ma in quella di una concubina.

Il tiranno fece l’errore di ritenere che la fanciulla sarebbe stata contenta di vivere con lui partecipando di una condizione ritenuta beata e invidiata dagli altri cittadini, ma Xenocrita  invece, senza lasciarsi impressionare dal lusso e dalla potenza in cui il tiranno l’aveva inserita, era rimasta fedele al padre ed era ora pronta ad unirsi ai gennaioi che organizzavano la congiura contro il tiranno, sotto la guida di un certo Thymoteles. Congiura che riuscì proprio perché la donna permise ai congiurati di sorprendere il tiranno disarmato e senza guardie. Dopo di che la città torna libera e la donna, che  rifiutò doni e ricompense, chiede e ottiene di poter seppellire il corpo di Aristodemo e di poter rivestire il sacerdozio di Demetra, La cosa le venne concessa perché ritenuta non meno gradita alla dea che conveniente onore per lei.

 

ARTICOLO SCRITTO DA ANTONIO CIVETTA

 

 

 

 

 

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