Nato a Napoli il 28 agosto 1907. Il padre era un sarto del quartiere di Forcella.

Fin da piccolissimo mostrò di non provare nessuna soggezione di fronte al pubblico intrattenendo i clienti della bottega, canticchiando canzoncine del repertorio comico.

Nel giro di pochissimi anni, incominciò a farsi notare attraverso una dura gavetta presso compagnie dialettali di varietà come cantante-macchiettista.
Studiò mimo, danza e l’arte della recitazione e ben presto risultò essere uno dei migliori interpreti di ‘sceneggiate’ creando uno stile tutto suo, fatto di mimica e improvvisazione.

Strenuo lavoratore dotato di una grande professionalità si dedicò successivamente al teatro ed alla rivista recitando con le maggiori protagoniste di quegli anni, tra cui Anna Fougez, Titina De Filippo e Dolores Palumbo, e con successo si impegnò anche in difficili ruoli del teatro di prosa, fino alle ultime apparizioni, già anziano, accanto a Luisa Conte.

Col tempo riesce ad emergere a sua volta grazie, soprattutto, ad alcune sue famose ‘macchiette’: ‘Il barone Carlo Mazza‘ e sopratutto  ” Ciccio Formaggio “‘ in cui il protagonista indossava la famosa paglietta, con i pizzi tagliati dalla dispettosa compagna che divenne poi il suo copricapo di scena, come la famosa bombetta di Totò .

Al cinema approda nel 1938, ma il vero successo giunge solo negli anni Cinquanta.

Il suo talento vero viene fuori nel film “Anni facili“, di Luigi Zampa, che gli vale anche un Nastro d’Argento come miglior attore protagonista.
Gli anni Cinquanta lo vedono impegnato, parallelamente, anche in teatro con i testi di Giuseppe Marotta e Raffaele Viviani.

Il grande pubblico però conosce essenzialmente Nino Taranto come comico di grande spessore artistico, ineguagliabile spalla di Totò in numerosi film, tra cui Totò contro i quattro, Il monaco di Monza e il divertentissimo Totòtruffa .

Contemporaneamente, compare moltissimo anche in TV, sia in sceneggiati che varietà in cui fa conoscere al pubblico televisivo le sue strabilianti macchiette.
Visse gli ultimi anni della sua vita , dopo tanti anni sul palcoscenico , nella sua casa di Parco Grifeo.
Di qui ammirava il golfo di Napoli, la sua Napoli dove solo si sentiva davvero bene, come amava ripetere; e fu per questo motivo uno dei pochi artisti a non lasciare mai la propria città.

Morì a Napoli, all’età di 79 anni, nel 1986, lasciando un grande rimpianto nel suo affezionatissimo pubblico che lo amava con grande affetto e rispetto.

Parteciparono al funerale più di tremila persone. C’era la Napoli ufficiale delle autorità, ma soprattutto quella dei quartieri popolari come Forcella dove Nino Taranto era nato.
Sulla bara scura la paglietta bianca, a tre punte, di Ciccio Formaggio.

L’ ultimo, lungo e fragoroso applauso Nino Taranto lo ebbe davanti alla chiesa di San Ferdinando, in piazza Trieste e Trento, e davanti al teatro Sannazaro, in via Chiaia, dove l’ attore napoletano, aveva recitato fino all’anno prima.
Con lui mori’, al pari di Scarpetta, Totò, e i De Filippo, un grande interprete della napoletanità. Egli seppe esprimere la gioia, il dolore e l’ ironia dell’ anima napoletana con uno straordinario talento artistico .

Fu certamente uno degli interpreti più originali e popolari della grande tradizione scenica partenopea. Uno dei suoi figli più’ illustri .
Fu un attore capace di adeguarsi al progresso ed ai tempi moderni, dimostrandosi versatile in tutti i campi dello spettacolo, dalla radio, al teatro, dal cinema alla televisione, e proprio la RAI nel 1984 gli dedicò il ‘Nino Taranto Show’, per celebrare questo importante protagonista dell’Italia del novecento.

Il comune di Roma gli ha dedicato una strada, mentre quello di Napoli solo i giardini di via Aniello Falcone che si affacciano sulla sua casa di Parco Grifeo.
A Napoli, opera anche una fondazione a suo nome, creata dai familiari per mantenerne vivo il ricordo.

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