Per ammirare la bella  guglia dell’Immacolata della nostra città ci dobbiamo recare nella meravigliosa  Piazza del Gesù posta lungo il decumano inferiore. L’antico  Decumanus della Neapolis greco-romana ,oggi comunemente chiamato ” spaccanapoli “perchè la stretta strada a guardarla dal belvedere della certosa di S. Martino divide in due parti uguali la Napoli ottocentesca.

Questa piazza è sicuramente uno dei luoghi più esoterici della nostra città  grazie proprio alla presenza della guglia dell’Immacolata e alla vicina chiesa del Gesù costruita nel vecchio palazzo Sanseverino  di cui è  è stato però conservato la sua facciata con il suo misterioso bugnato a punta di diamante .

La Piazza, in epoche antecedenti si chiamò Piazza Trinità Maggiore e Piazza Guglielmo Oberdan ( perchè al n 33 vi abitò poco prima del supplizio il martire triestino ).
Si chiamò Piazza Trinità Maggiore dopo la temporanea soppressione dei gesuiti per la chiesa che così l’ intitolava mentre l’attuale nome gli deriva sempre dall’ omonima chiesa che oggi si chiama ” del Gesù Nuovo ( fu chiamata del Gesù nuovo per distinguerla dalla prima sede della compagnia di Gesù , il Gesù vecchio , nella zona del Nilo , che si trova alla fine di via Paladino).

Per 2 anni , dal 1705 al 1707 , nella piazza spiccò la statua equestre di Filippo V che fu poi abbattuta dai fautori di Carlo VI , quando la città passò dal dominio spagnolo a quello austriaco .Successivamente, nel1743, i Gesuiti fecero costruire al suo posto l’ attuale guglia dell’ Immacolata.

Nel XIII secolo fu innalzata dai Gesuiti grazie a una colletta pubblica voluta da Padre Pepe. Il lavoro scultoreo (la statua poggia su una guglia marmorea) fu di Matteo Bottigliero e Mario Pagano.

La Madonna dell’Immacolata , interamente di rame l’8 dicembre di ogni anno riceve l’incoronazione da parte dei vigili del fuoco, come segno di devozione della città nei riguardi della Vergine.

 

Se ci avviciniamo all’obelisco, possiamo notare che sul marmo, sono posti dei strani simboli ed una faccia di scheletro che sono state nel tempo all’origine  di una antica leggenda popolare che si è raccolta intorno all’obelisco.  Si racconta infatti da tempo di alcune figure blasfeme, insieme a quella della morte, scolpite insieme a quelle mariane, che sembrerebbero mostrarsi solo in alcuni momenti della giornata, con il gioco di luce ed ombre, o in certe visuali creati dalla prospettiva.

 

L’immagine della morte con la falce apparirebbe guardando la statua da dietro e un’ antica leggenda vuole addirittura che chiunque riuscisse, semmai , a vederne l ‘ immagine di faccia ne acquisti in cambio l’ immortalità.

 

Lo strano fenomeno sembra spiegarsi con uno strano effetto ottico che si può notare solo in alcune ore della giornata, soprattutto verso sera all’imbrunire, che rendono la statua grottesca: osservando la statua da dietro infatti si noterà che ella avrà il velo increspato. Aguzzando la vista, con un gioco di prospettiva la statua sembrerà del tutto diversa: il velo coprirà, come un cappuccio, una figura simile alla Morte che brandisce la classica falce ;l’immagine delle Madonna nasconde quindi un segreto, o forse è solo suggestione.

In alcune ore del giorno, specialmente con la luce del tramonto o dell’alba, l’aspetto della statua cambia alla vista. Il drappo non sembra più coprire la Vergine, ma una figura scheletrica che regge una falce: la Morte.

 

Alcuni associano tale figura a quella della “Santa Muerte”, la “Santissima” divinità venerata da alcuni culti e sette sorti in Messico e che alimentano alcune branche di criminalità negli U.S.A..Difficile risulta credere che anche a Napoli ci sia stato il culto della “Santissima”: la Santa Muerte ha origini incerte per quanto riguarda la data di nascita. E’ certo che il culto sia nato in Messico e che fino agli inizi del Duemila fosse rimasto tale. Dopodiché, un arcivescovo messicano allontanato dalla Chiesa Cattolica, ne professò le regole. Dapprima additato dalla comunità messicana, oggi la religione-culto gode di popolarità, soprattutto nei ranghi delinquenziali. Comunque sia, la statua tipica della Santa Muerte è uno scheletro in un velo di vario colore a seconda del male da debellare (in giallo: risolve problemi di danaro, in rosso: cancella i crucci in amore; in nero quella generica e più conosciuta…).
L’accezione esoterica presenta tra le mani, oltre che la falce e la bilancia, una marionetta e una clessidra, a sottolineare la sua importanze nel conteggio della vita dell’uomo.
Spesso si pensa che invocarla inutilmente provocherebbe la morte di un parente o un amico e che, più raramente, la Santa Muerte sia gelosa degli altri santi, che non dovrebbero essere più adorati.
Leggenda o realtà che sia, la nostra Vergine Maria dell’Obelisco dell’Immacolata è fatta di rame, che col tempo si è ossidato ed è diventato azzurro-verde.
Lo stesso colore della Santa Muerte risolutrice dei problemi di lavoro …..

 

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