Se esiste al mondo un uomo di cui leggendo i suoi scrtti , ha cambiato il mio modo di essere e pensare nella vita , questo è Gaetano Filangieri .
Ero giovane… molto giovane … eravamo quel giorno tutti in classe e fuori pioveva .
Quel giorno la nostra professoressa di filosofia ci parlava di un grande illuminista napoletano , delle sue idee, e dei suoi scritti . Ancora ricordo il suo entusiasmo , la sua passione , la sua veemenza nel raccontarci di quell’uomo e delle sue idee , ma sopratutto il suo concetto di felicità dell’uomo.
Quel giorno , quel pensiero di quel gigante , quel modo di vedere la felicità come una vera e propria questione di diritto mi rimase indelbilmente impresso nella mente al punto da portarmi ad approfondire nei mesi successivi le sue scritture.
Le sue idee spesso da me poi sbandierate in tante discussioni con gli amici sul nostro muretto preferito ( non avemamo i social noi all’epoca ) sono divenute nel corso di tutti questi anni il mio slogan di vita … il mio credo del mondo e del mondo .
Costruire una società piu felice in cui ogni cittadino ha diritto di essere felice conservando la sua dignità , è stato il mantra della mia vita . I doveri di cui uno stato che deve farsi garante per tutelare i diritti alla felicità dei suoi cittadini è stato da allora un terreno su cui spesso mi sono anche scontrato nella mia vita con chi aveva una diversa visione politica .
Filangieri uno dei massimi giuristi e pensatori italiani, rivendicava la necessità di un pensiero nazionalistico che permettesse l’uguaglianza fra gli uomini ed il diritto alla libertà . Secondo il suo pensiero ogni uomo ha diritto alla felicità. Non intesa come stato edonistico e possesso di beni materiali, ma attraverso la realizzazione delle proprie aspirazioni in un ambiente garantito dallo Stato, con possibilità per tutti di soddisfazione dei bisogni essenziali e con possibilità di istruzione per tutti.
Spesso sono stato spesso tacciato di essere solo un semplice UTOPISTA , ma la mia idea a distanza di tanti anni , non è mai cambiata , Ancora oggi sono convinto che la nostra esistenza su questa terra deve essere libera e dignitosa ” in ogni caso ” ,e ancora oggi che uno stato debba concedere non in maniera assistenzialistica ad ogni suo cittadino un lavoro che gli garantisca un reddito capace di farlo vivere dignitosamente.
Ancora oggi sono convinto che ogni uomo in questo stato abbia diritto ad un lavoro discreto di sette o otto ore al giorno per supplire ai bisogni suoi e della sua famiglia .Sono ancora oggi più che mai convinto che ogni uomo ha diritto ad un’occupazione , una fatica moderata e quanto basti per soddisfare i propri bisogni o almeno quanto basta per riempire l’intervallo che passa tra un bisogno soddisfatto e uno da soddisfare .
Tenete conto quando parliamo di Gaetano Filangieri che eglli è vissuto in quella Napoli del ‘700 dove sopravvivevano i privilegi feudali ed il lusso sfrenato della nobiltà e del clero, mentre l’enorme massa plebea viveva nell’ignoranza, in balia dei prepotenti.
Quella Napoli del Filangieri mostrava un volto ricco di disuguaglianze e squilibri sociali dove regnava grande arretratezza sociale e culturale. Era una Napoli dove l’abbandono delle campagne e massicci spostamenti e trasferimenti verso la città avevano portato ad un sovraffollamento che non faceva altro che accentuare povertà , malattie e parassitismo.
Era un tessuto sociale di quella Napoli che era ridotto a brandelli e nel suo perpetuarsi metteva in forse la stessa esistenza di una civiltà a Napoli. Era una Napoli che sembrava impantanata in una via senza uscita …. una Napoli snervata dal lusso e dall’ozio degli aristocratici e straziata dalla povertà e dallo sfruttamento del popolo,
In tale contesto, Gaetano Filangieri rappresentò per quella Napoli la voce riformatrice dell’Illuminismo napoletano, la cui efficacia fu limitata dalla sua precoce morte, dalle vicende rivoluzionarie in Francia (che in campo sociale stava peggio di Napoli all’epoca) e dalle conseguenze che esse ebbero o indussero.
Gaetano Filangieri , terzogenito del principe di Arianiello, nacque a Cercola, in provincia di Napoli, il 18 agosto 1752 . Egli nacque dunque da una nobile famiglia : il padre, Cesare, era il principe di Arianiello, e lui secondo tradizione allora in vigore nell’aristocrazia cittadina , in quanto terzogenito, , fu avviato fin dall’infanzia alla carriera militare . Nel 1766 divenne alfiere del reggimento Sannio. Tre anni dopo, nel 1769, decise ( per nostra fortuna ) di lasciare l’esercito per seguire la sua profonda vocazione intellettuale. Da allora si dedicò anima e corpo agli studi storici, economico-giuridici e letterari. Laureatosi in legge nel 1775, pubblicò in quello stesso anno una serie di riflessioni politiche, in cui difendeva una disposizione del re Carlo II che mirava ad eliminare gli arbitri del ceto forense.
CURIOSITA’: Secondo una lapide che a lui ha voluto dedicare Goethe nel suo soggiorno a Napoli , egi nacque invece a Napoli nel Decumano Maggiore e precisamente nel Palazzo d’Araniello in Via Atri al civico 23.
Nel 1777 divenne Gentiluomo di Camera del Re e poco dopo Ufficiale nel “Real Corpo du Volontare di Marina”. Contemporaneamente elaborò la sua grande opera: La Scienza della Legislazione pubblicata dal 1780 in sette volumi ed ispirata al principio secondo il quale una buona legislazione deve avere per fondamento la Ragione e deve corrispondere alla realtà socio-economica in cui nasce.
Egli nel suo grande lavoro i affermava l’esigenza di una codificazione delle leggi e di una riforma progressiva dalla procedura penale, individuando i mali storici del Regno di Napoli negli abusi feudali, nella ripartizione non equa delle proprietà terriere, nell’eccessiva ricchezza del clero e nella tristi condizioni di vita delle classi meno abbienti.
E infine si permise anche di dare dei buoni consigli allo stato Borbonico. Egli infatti consigliava al re borbonico un rimodellamento in senso illuministico del suo Regno .
Filangieri a tal proposito non metteva in discussione la sovranita del re, ma consigliva solo allo stesso il rafforzamento dei poteri del sovrano illuminato attraverso la creazione di un vasto ceto di piccoli proprietari terrieri, l’uguaglianza civile, la libertà commerciale, un’imposta unica sul prodotto netto e l’affermazione del principio dell’educazione pubblica per tutti i cittadini del regno.
Magari il re borbonico gli avesse dato retta ….Oggi forse ci ritroveremmo in un paese diverso e una nazione senza una ” questione meridianale ” da secoli irrisolta .
Gaetano Filangieri era infatti convinto che la sola riforma della legislazione avrebbe portato alla “riforma” dell’umanità e all’instaurazione della felicità attraverso una “rivoluzione pacifica” guidata dal monarca.
Per la Napoli borbonica il Filangieri aveva pensato ad un modello di monarchia illuminata, in cui il re guidasse una “rivoluzione pacifica”, da attuarsi attraverso la riforma della legislazione. Ne dovevano scaturire riforme essenziali: uguaglianza civile e pubblica istruzione per tutti i cittadini del Regno, libertà commerciale, codificazione delle leggi, riforma della giustizia, ridistribuzione delle proprietà terriere per creare un vasto ceto di piccoli proprietari, fiscalità basata su di un’imposta unica sul reddito prodotto. Proposte e intuizioni quasi “sovversive” per l’epoca, ma sempre illuminate dal ragionamento e sorrette da concrete argomentazioni giuridiche, tali da indurci allo sconcerto se confrontate con il “nulla” delle generazioni che poi seguirono.
Ma purtroppo alla fine solo poche delle riforme proposte dal Filangieri trovarono applicazione: un piccolo successo si ebbe solo per la procedura penale, mentre quella per per la pubblica istruzione, rimase per esempio quasi unicamente sulla carta. La rivoluzione francese, il successivo periodo napoleonico e quello della restaurazione condannarono di conseguenza il Regno a un progressivo decadimento.
N.B. : Appena un anno dopo la dipartita del sovversivo giurista, scoppiata la Rivoluzione Francese , i Borbone iniziarono a rendersi conto sempre più che “La Scienza della legislazione”scritta dal Filangieri , era un’opera rivoluzionaria e nonostante le diverse opposizioni, quella del clero su tutte, il “progetto” del Filangieri continuava a diffondersi in quanto i suoi scritti furono oggetto di diverse traduzioni. Ben presto molti cittadini di piu parti sociali incominciarono infatti ad identificarsi nelle idee del Filangieri e tra questi sopratutto molti giovani nobili che affacciatisi agli ideal rivoluzionari furono per conseguenza tra i piu fedeli seguaci del pensiero illuministico da lui progettato.
N.B. : Dei 7 libri progettati per la Scienza della legislazione (opera che attaccava dalle fondamenta i privilegi feudali dei baroni) uscirono nell’80 le norme generali, nell’83 il diritto e la procedura penale, nell’85 il libro sull’Educazione.
La sua opera, frutto di una mente illuminata, fu per forza innovatrice illuministica e consistenza giuridica, da tutti universalmente apprezzata, tranne ovviamente dalla Chiesa cattolica che nel 1784 provvide a metterla all’indice.
L’atteggiamento ostile della Chiesa era, dal punto di vista della curia, ampiamente motivato. Filangieri infatti non aveva solo criticato il parassitismo ed i troppi privilegi del clero, ma aveva messo in campo anche proposte (giustizia sociale e giuridica, uguaglianza, pubblica istruzione, restituzione delle terre ecclesiastiche, ecc.) miranti al progresso. Il potere ecclesiastico puntava invece sul mantenimento dello status quo, e poteva sperare di sopravvivere solo se permanevano le ingiustizie, miserie ed ignoranze.
L’illuminismo del Filangieri attaccava insomma nel vivo proprio i privilegi della nobiltà e del clero. I padri costituenti degli Stati Uniti d’America, invece, la presero a riferimento per la Costituzione americana ed uno di essi, lo scienziato-pensatore Benjamin Franklin, si avvalse più volte del parere del Filangieri.
Il perseguimento della felicità sarà infatti uno dei principi più cari a Franklin ed I padri costituenti degli Stati Uniti d’America presero l’opera di Filangieri a modello e riferimento per la Costituzione americana . Franklin infatti prese più volte spunto dalle parole e idee del giurista,.
CURIOSITA’ : Si racconta che Franklin rimase talmente colpito dal suo pensiero al punto da avviare addirittura una corrispondenza. Filangeri era infatti in contatto epistolare con Franklin, che aveva avuto modo di leggere i primi volumi della sua “Scienza”. A lui Filangeri scrive, nel 1782, di coltivare il sogno di andare a Philadelphia, dove avrebbe voluto applicare la sua visione di un ordine ideale: la felicità nazionale , intesa come benessere di ogni sigolo cittadino , è il fine ultimo di ogni buon governo.Un risultato che si può ottenere grazie ad un giusto sistema di leggi, che sarebbe sicuramente rispettato dal popolo grazie a un’istruzione pubblica universale.
Il diritto al “perseguimento della felicità”, inserito nella Dichiarazione d’Indipendenza, si deve dunque all’ideale di Filangeri, al quale Franklin aveva inviato la bozza del testo. Il filosofo napoletano sostituì il “diritto alla proprietà”, con il “diritto alla felicità”, intesa ovviamente non come stato d’animo personale, ma come la realizzazione di un governo giusto, in grado di assicurare ad ogni cittadino la sua quota di benessere.
SI ! Avete capito bene fu un filosofo napoletano che elaborò una visione di uno stato moderno e razionale, nel quale la filosofia ha il compito di andare “in soccorso de’ governi”.
E noi , oggi a lui a malapena a lui abbiamo solo dedicato alla sua memoria un tratto di quella strada che partendo da Piazza Amedeo si divide in tre tratti , intitolati rispettivamente alla poetessa Vittoria Colonna , ai mille Garibaldini ( questa si poteva anche evitare ….) ed al nostro giurista , illuminista , Gaetano Filangieri ( solo perchè qui , in questo luogo vi abitava nel suo bel Palazzo Filangieri )
A lui nessun murales i fantomatici ” artisti ” napoletani hanno mai pensato di dedicare un Murales ….
Lui non tirava calci ad un pallone …Lui leggeva e scriveva , ma sopratutto pensava e non in maniera massificata come oggi tutti sono abituati a fare dal nostro sistema consumistico.
Lui aveva il torto di pensare , scrivere e leggere e ” NU PAZZIAV A PALLON ” e quindi a pochi interessava.
Lui , Filangieri , molti nella nostra città manco lo conoscono . Questo nome per molti napoletani è solo il luogo dove comprare capi di abbigliamento di moda in negozi eleganti, e boutique di alta classe.
Altri ricorderanno questo nome perché a lui è dedicato il nome di una delle strade più “in” della Napoli bene, e solo pochi magari lo ricordano perchè studiano Legge negli atenei cittadini.
Ma non vi sorprendete , oggi la nostra società di massa non vuole cultura, ma svago.
Potevano mai celebrare un uomo importante nel mondo intero ma totalmente incapace di giocare a pallone ?
Diciamocelo chiaramente … chi volete che andava poi a vedere un murales dedicato a Gaetano Filangieri ?
Poteva mai questi ipotetico murales diventare poi l’opera d’arte ( ? ), ed il luogo più visitato dello nostra città ? Quello più pubblicizzato dalle agenzie di turismo del resto del mondo che consigliano un viaggio nella nostra metropoli ?
Il Murales dedicato a Maradona non ha bisogno di cultura , di lettura. Esso ha il potere di alleggerire il pensiero , spinge alla frivolezza, alla pausa dal pensiero, mai alla profondità, o al ragionamento dei valori veri.
Ma era anche sopratutto colui che con la sua grande Opera ebbe sopratutto il merito di far germogliare il seme della giustizia e dell’eguaglianza che ancora oggi caratterizza le più moderne democrazie.
Con la sua opera più nota dal titolo “La Scienza della Legislazione”, Filangieri mise in atto un processo di “riscrittura” di tutto l’impianto alla base della legislazione; egli con questa sua scrittura diede un contributo fondamentale per la nascita del moderno diritto pubblico, un progetto enorme a cui fu messo un blocco solo dalla sua prematura morte.
Sapete cosa scrisse di lui Goethe nel suo viaggio in Italia ?”Debbo darvi qualche breve ragguaglio di carattere generale circa un uomo egregio che ho conosciuto in questi giorni: il cavalier Filangieri, noto per il suo libro sulle legislazioni. Egli fa parte di quei giovani degni di stima che hanno di mira la felicità degli uomini, non disgiunta da un’onorevole libertà. Dal suo contegno traspare il decoro del soldato, del cavaliere e dell’uomo di mondo, temperato però dall’espressione d’un delicato senso morale diffuso in tutto il suo essere e che emana bellamente dalla parola e dal gesto.
Immagino che qualcuno di voi adesso stia storcendo in naso riguardo a quanto scritto sulla influenza del Filangieri nello scrivere la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti ma voi che come San Tommaso non credete finche non ci mettete il naso ….. sappiate che la mia citazione a tal propositorisulta storicamente documentata, come dimostra lo scritto del professor Stefano E. D’Anna, membro della European School of Economics, che di seguito, sinteticamente trascrivo.«La Dichiarazione d’Indipendenza degli Usa ha un padre napoletano. Nell’ottobre del 1999, ero con un amico americano, un sociologo di Oxford. Il discorso cadde su quel documento dell’umanità che è la Dichiarazione di Indipendenza americana. Trovavo straordinario, e lo dissi al mio amico, che nel 1776 un gruppo di uomini illuminati , capeggiatida Thomas Jefferson e da Benjamin Franklin, animati da un “entusiasmo” filosofico e civile, nel redigerlo, concepissero un diritto mai affermato prima, il diritto alla felicità.
Il DIRITTO ALLA FELICITA’ … quella famosa espressione tanto amata , scritta e pubblicata da Gaetano Filangieri nella sua nuova Scienza della legislazione.
La prima stesura del documento,sulla Dichiarazione d’Indipendenza americana ancora in bozza, in quel punto recitava: l’uomo ha diritto alla proprietà. Ma la proposta che era di John Locke non convinse Franklin, il padre della rivoluzione americana, che non ne era soddisfatto; come un corpo per vivere ha bisogno di tutti gli organi e lì mancava l’organo più importante, il cuore. Fece allora qualcosa di straordinario. Mandò una delegazione in Italia per consultare e poi tenere in debito conto a tal proposito la conoscenza del pensatore napoletano sull’argomento .
N.B. Filangeri era in contatto epistolare con Franklin, che aveva avuto modo di leggere i primi volumi della sua “Scienza”. A lui Filangeri scrive, nel 1782, di coltivare il sogno di andare a Philadelphia, dove avrebbe voluto applicare la sua visione di un ordine ideale.
Benjamin Franklin inviò allora il testo della Costituzione a Gaetano Filangieri, usando due intermediari di suggestivo valore simbolico: Luigi Pio, diplomatico napoletano a Parigi e l’abate Leonardo Panzini, che aderì alla Repubblica e ne fu rappresentante presso il Direttorio.
Filangieri era infatti stato uno dei primi a riflettere, nel contesto italiano sul tema della ricerca della felicità e delle sue relazioni con i diritti dell’uomo, e il presidente americano Benjamin Franklin, lo sapeva bene e prima di inserire la dicitura “l’uomo ha diritto alla felicità”, nel testo della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti, volle ascoltare e consultare il principio coniato dal Filangieri .
Il filosofo napoletano sostituì allora il “diritto alla proprietà”, con il “diritto alla felicità”, intesa ovviamente non come stato d’animo personale, ma come la realizzazione di un governo giusto, in grado di assicurare ad ogni cittadino la sua quota di benessere.
Ovviamente quella idea era nata dalla intelligenza e dalla passione civile di Gaetano Filangieri, una delle voci più alte della coscienza europea, Benjamin Franklin decise di incastonarla come un gioiello, insieme al diritto alla vita e alla libertà in quella Unanime Dichiarazione dei Tredici Stati Uniti d’America».
Da quel giorno la felicità nazionale , intesa come benessere di ogni singolo cittadino . è il fine ultimo doiogni buon governo.
Almeno così dovrebbe essere !
Gaetano Filangieri ha quindi rappresentato la voce riformatrice dell’Illuminismo non solo napoletano, ma di tutti gli stati europei, ed anche americani e l’efficacia del suo pensiero fu limitata solo dalla sua precoce morte, dalle vicende rivoluzionarie in Francia (che in campo sociale stava peggio di Napoli all’epoca) e dalle conseguenze che esse ebbero o indussero.
Quello proposto da Filangieri era un modo del tutto nuovo di pensare al diritto ; innanzitutto egli riteneva che la tradizione storica ereditata era un limite e un freno del progresso, accentuando le ingiustizie sociali e i soprusi. Per Filangieri il diritto è fondato su principi razionali e non su ciò che è posto, ossia su ciò che la storia ci lascia.
Egli sosteneva che legislazione per essere universale dev’essere basata sulla ragione, mettendo da parte tradizione e consuetudine. Per Filangieri gli stessi costumi del popolo non erano adeguati ai lumi della ragione; per questo bisognava fare “tutto per il popolo, ma niente attraverso il popolo”. La forma di governo voluta è una monarchia illuminata , in cui il sovrano guida una rivoluzione pacifica che parte dalla riforma della legislazione. Le sue proposte sono considerate sovversive per l’epoca: uguaglianza civile e risisribuizione delle proprietà .
È quindi subito chiaro che i poteri forti non potevano vedere di buon occhio i suoi progetti. Questi nuovi LUMI della ragione anadavano opposti al diritto allora vigente . Egli nella sua nuova auspicata legislazione si schierò apertamente contro il feudalesimo considerandolo una forma di diseguaglianza ingiustificata.
La Scienza della legislazione portava avanti a questo proposito un interessante discorso sulla meritrocrazia : per lui le diseguaglianze erano infatti accettabili se, e solo se, dovute al merito.
La società fondata su un sistema feudale per Filangieri non era più ipotizzabile Essa dava luogoad una società divisa in due parti:i proprietari da una parte ed i non proprietari dall’altra , che lui definisce mercenari. In questo sistema spaccato in due , il proprietario cerca di comprare al mercenario al minor prezzo possibile, mentre il mercenario cerca di vendere al maggior prezzo. È ovvio che a soccombere sarà la classe più numerosa, ossia i mercenari: e dunque le infelicità private di tutti gli individui sono un limite alla felicità pubblica.
La nuova legislazione da lui auspicata tendeva ad eliminare queste singole infelicità che poi finivano per conglobarsi in una publlica infelicità . Egli con la sua riforma legislativa intendeva porre rimedio a tutto questo. La sua era una promessa di felicità nazionale che doveva basarsi su un sistema legislativo in cui ad essere tenuto conto era sopratutto la singola felicità di ogni singolo individuo conferendo allo stesso il diritto ad un lavoro dignitoso per supplire ai bisogni suoi e della sua famiglia. Solo questo poteva poi portare alla felicità pubblica e quindi nazionale .
Una felicità nazionale che per Filangieri doveva essere il fine ultimo di ogni buon governo, ottenibile grazie a un sistema di giuste leggi , in grado di assicurare ad ogni cittadino la sua quota di benessere.
Un concetto di felicità che come capirete era per l’epoca un concetto innovatore e progressiste sopratutto se inteso come diritto .
Con la sua teoria rivoluzionaria , Filangieri si augurava il progresso del genere umano verso la felicità non solo attraverso una forma di lavoro a tutti consentita ma anche attraverso un accesso alla educazione ed istruzione del cittadino che lui nella sua funzione formatrice auspicava di essere sopratutto pubblica. Nel piano educativo ed istruttico che infatti egli delineò appariva notevole una sua difesa dell’educazione pubblica, difesa che muoveva dal principio che solo essa poteva avere uniformità di istituzioni, di massime e di sentimenti e che per ciò soltanto la minor parte possibile dei cittadini andava lasciata all’educazione privata.
Bisogna anche comunque ricordare che l’anno in cui Filangieri sosteneva e scriveva il suo pensiero , era quello in cui in tutta l’Europa era una un grande laboratorio di stimoli ed idee. Era quindi quello il momento più opportuno ed ideale in cui coltivare il concetto di ragione in chiave assoluta. Era gli anno in cui si andava profilando anche un evento cardine della storia dell’Europa: la Rivoluzione Francese.
Una rivoluzione in cui certamente ci infilò il suo pensiero anche il nostro Gaetano Filangieri con il illuminismo tutto “napoletano”, cioè non assimilato dall’esterno, ma prodotto in quella Napoli del ‘700 che si era dimostrata un grande laboratorio di idee, dove però sopravvivevano i privilegi feudali ed il lusso sfrenato della nobiltà e del clero, mentre l’enorme massa plebea viveva nell’ignoranza, in balia dei prepotenti. Il tessuto sociale ridotto a brandelli era allora (come ora) l’essenza di quella che sarebbe stata chiamata “questione meridionale”, in quanto impediva non solo il progresso, ma metteva in forse la stessa esistenza di una civiltà . Fu in tale contesto, che Gaetano Filangieri operò rappresentando la voce riformatrice di un iIlluminismo che partendo da Napoli , lanciò il suo eco dapprima in Francie e poi nel resto del mondo.
N.B. : In Francia, il napoletano Filangieri è considerato uno dei padri della Rivoluzione : molte delle sue proposte di riforma (quasi tutte ) furono attuate durante la repubblica francese e il successivo periodo napoleonico , specie per quanto riguardava la procedura penale e la riforma della istruzione pubblica all’interno di una visione platonica e rousseauiana).
Egli , tra i francesi era talmente ben considerato che quando, in seguito ai moti del ’99, la vedova di Filangieri fu costretta alla fuga venne accolta in esilio Parigi a da Napoleone Bonaparte in persona.
CURIOSITA’: A proposito della moglie , egli scrisse su di lei quanto segue: Una dama che io amo fino all’eccesso e dalla quale sono ugualmente amato; una dama, le virtù della quale la farebbero distinguere nella Peninsalvia istessa, ha risoluto di sposarmi. L’unico ostacolo che si oppone a tale unione è la mia povertà. Io non potrei vivere con lei nel mio paese senza espormi alle derisioni che l’opulenza suol fare così spesso cadere sulla miseria.
Nello stesso anno in cui il Filangieri morì , uscì postumo non solo l’indice ma anche una parte del quinto libro sulla Legislazione.
CURIOSITA’:La sua famosa Scienza della Legislazione dovete saper che fu elaborata a Cava dè Tirreni dove egli si era trasferito dopo aver sposato nel 1783 la contessa Carolina Fremdel di Presburgo .
Gaetano Filangieri come vi abbiamo prima accennato morì molto giovane a causa della tubercolosi che lo aveva colpito . Egli rientrò a Napoli da Cava dei Tirreni nel 1787, quando venne chiamato al Supremo Consiglio delle Finanze, ma la tubercolosi putroppo lo stava in quel periodo già stroncando. Si ritirò di conseguenza a Vico Equense, dove morì il 21 luglio 1788, a nemmeno 36 anni di età.
Purtroppo durante i saccheggi del 1799 i suoi famosi manoscritti de Nuova scienza delle scienze e Istoria civile e universale perenne, andarono persi.
Oggi di lui a Napoli resta solo una bella strada, ma in città c’è ancora traccia del suo “lume”?
E’ a lui che la nostra citta’ dovrebbe dedicare un Murales !
E’ lui , più che ogni altro personaggio ha dato lustro alla nostra città !
Come potete notare sono passati quasi tre secoli, rma il pensiero del nostro grande Filangieri resta sempre di grande attualità.
Come si può non amare un personaggio come questo?
Ognuno ha i suoi miti. Lui , Geateno Filangieri è indiscutibilmete il mio unico vero grande mito
CURIOSITA’: Inseguendo sempre il suo sogno di un ordine ideale, Filangeri partecipò, anche se solo con la forza delle sue teorie, alla fondazione della Filadelfia calabrese: una cittadina costruita dove sorgeva il paese di Castelmonardo,poi distrutta dal terremoto nel 1783. Ovviamente la comunità che lo abitava dopo il terribile rerremoto fu costretta ad emigrare verso un luogo più propizio: il piano della Gorna. Il Vescovo liberale di Potenza, figlio di Castelmonardo, Andrea Serrao, grande amico di Filangieri, chiese a questo punto il suo intervento per la ricostruzione. Serrao era infatti molto amico di Filangeri, ed entrambi appartenevano alla massoneria, così come massoni erano William Penn e Benjamin Franklin.
Il Vescovo si ispirò per la ricostruzione del paese alla pianta urbanistica della città americana di Filadelfia . Grazie ai Fratelli Americani che inviarono aiuti, la città fu ricostruita secondo le indicazioni dell’architetto William Penn, ricalcando, in piccolo, il progetto della Filadelfia americana e mutuandone il nome.
Questo fu la prova che la collaborazione fra uomini partorisce questi miracoli ma il cemento che li lega è l’utopia di un mondo più giusto e la fratellanza.
N.B. Anche se appare inverosimile che un prelato calabrese della fine del ‘700 fosse influenzato da un lontanissimo ideale urbanistico, occorre ricordare quanto fossero frequenti gli scambi culturali fra gli intellettuali napoletani e nordamericani, rafforzati dalla comune appartenenza massonica.
Purtroppo, gli ideali di libertà e giustizia che accomunavano il vescovo Serrao e il filosofo Filangeri non produssero il risultato sperato: Serrao fu assassinato nel 1799 dai “realisti” per il suo sostegno alla neonata Repubblica Napoletana. Filangeri morì giovane, a soli 36 anni, e quindi non partecipò alla sfortunata esperienza della Repubblica Napoletana, che si ispirava proprio alla sua opera. Ma il filosofo lo aveva previsto: “Se i lumi che egli sparge non sono utili pel suo secolo e per la sua patria, lo saranno sicuramente per un altro secolo e per un altro paese”
La comprensione del pensiero di Gaetano Filangieri non può comunque prescindere da uno studio accurato e profondo della storia della Massoneria, nel cui ambito si formò quell’humus che gli consentì di sviluppare la sua Opera è di far germogliare il seme della giustizia e dell’eguaglianza che ancora oggi caratterizza le più moderne democrazie.
Conoscere l’opera ed il concetto di Umanità e di Società di Gaetano Filangieri non può infatti prescindere dall’evidenziare l’importanza della sua appartenenza alla Massoneria , una delle più prestigiose società iniziatiche del 700 , Ad essa appartenevano all’epoca il meglio della “intellighenzia” partenopea.
Domenico Cirillo, Antonio Genovesi, Domenico Tommasi, Mario Pagano, Antonio Jerocades e tanti altri erano infatti tutti iscritti alla Massoneria e costituivano una fratellanza unita nell’anelito di un mondo più giusto, in cui ciascuno potesse realizzare il proprio potenziale umano e ricevere un’istruzione, conforme alle proprie attitudini. L’Uomo nel loro pensiero massonico , era sempre al centro dell’Universo e l’impianto teorico del pensiero di Filangieri traeva nutrimento e sostegno probabilmente proprio dal sodalizio massonico che riuniva il meglio della “intellighenzia” partenopea.
La rete di conoscenze, che grazie alla Massoneria lo legava a Fratelli come Friederich Münter, Goethe, Benjamin Franklin, contribuì a diffondere le sue idee nel mondo.
E quando Benjamin Franklin fu chiamato dai Fratelli americani a rivedere il testo della Costituzione Americana, sentì la necessità di sottoporre l’esame al suo prestigioso e colto Fratello napoletano. Il diritto alla proprietà della prima stesura fu quidi fi fatto sostituito, su consiglio di Filangieri, con il diritto alla felicità. La modernità di questo pensiero è evidente soprattutto oggi: finché il criterio di giudizio sarà solo economico l’Umanità non esprimerà solidarietà e nel mondo ci sarà solo disuguaglianza e guerra.
Filangieri essendo stato iniziato in massoneria in una loggia napoletana di costituzione inglese, alla sua avvenuta morte ebbe solenni funerali massonici, celebrati da Domenico Cirillo, Mario Pagano, Donato Tommasi e Giuseppe Leonardo Albanese, ai quali parteciparono delegazioni di tutte le logge napoletane di obbedienza inglese.
UN ‘ULTIMA CURIOSITA’:
Sapete che la stessa Maria Carolina d’Austria, figlia di Francesco I e Maria Teresa, e sposa di Ferdinando IV, re di Napoli. pur consapevole della posizione antimassonica di Carlo III di Spagna, srivolse alla Massoneria particolare simpatia, sicura di averla alleata sulle sue posizioni ?
Grazie a lei la massoneria visse nel regno un momento molto felice attraverso la creazione di nuove logge in tutto il reame . Essa riuni nella sua struttura sia la parte migliore ed intellettuale della nobiltà, e gli elementi del ceto medio della borghesia. La regina dando un grande impulso al sapere si circondò di intelletti non comuni, che rappresentavano all’epoca l’espressione partenopea della grande cultura europea di quel tempo come Galiani, Filangieri, Genovesi, Giannone, Doria, Pagano.
Di grande rilievo, fu altresì, la partecipazione a questo salotto culturale del mondo femminile attraverso donne quali Faustina Pignatelli ed Eleonora Pimentel Fonseca
La Libera Muratoria dal canto suo si dimostrò favorevole alle idee della sovrana ma in questo contesto il ministro Tanucci, sempre supportato sempre da Carlo III, fece in modo che Ferdinando IV emanasse un editto reale in cui si proibivano le riunioni massoniche su tutto il territorio; ne derivò l’incarcerazione di sette Liberi Muratori sorpresi in una tornata a Capodimonte, da qui alterne vicende attirarono l’interesse del Gran Maestro di Francia Luigi Filippo II di Borbone-Orléans, duca di Chartres, che intraprese, insieme alla moglie Maria Luisa Penthiévre, Gran Maestra delle logge femminili di Francia, un viaggio per riunire tutti i Fratelli in difesa dei Massoni napoletani sino alla corte di Napoli.
Finalmente, il primo marzo del 1777, questi furono liberati grazie all’influenza esercitata sul re dalla consorte. Questa notizia si diffuse rapidamente Oltralpe per cui cominciarono a pervenire alla regina riconoscimenti e attestati di gratitudine.
La regina divenne quindi un punto di riferimento massonico in tutta Europa ma alla fine del secolo accadde però uno stravolgimento tanto grave, da sovvertire anche le sorti della Massoneria napoletana, nell’animo della sovrana: lo scoppio della Rivoluzione francese, con la decapitazione dell’amata sorella Maria Antonietta, fu un eoisodio che infatti mutò radicalmente il suo attaggiamento nei confronti della massoneria napoletana e dei suoi intellettuali artefici.
Carolina divenne, infatti, l’anima della reazione a Napoli e fu la maggiore responsabile dei massacri del 1799. Avversaria irriducibile della Rivoluzione ed acerrima nemica di Napoleone, si rese protagonista di feroci repressioni e con grande ferocia vendicativa, ed efferata crudeltà decise di spazzare via tutto quanto aveva precedentemente costruito .
Paradossalmente dovette additittura dare ragione al suo celeberrimo nemico di sempre , il ministro Tanucci mostratosi da sempre nemico acerrimo della massoneria. Dovette quindi ricredersi sull’operato derivante dall’azione politica del Segretario di Stato partenopeo Bernardo Tanucci, vicinissimo a Carlo III di Spagna, e padre del marito Ferdinando IV, noto come il re nasone.
Quella influenza sul regno e le relative decisioni politiche che re Carlo tramite Tanucci , lei aveva sempre combattuto per favorire gli interessi dinastici del Trono d’Austria, ella anche se a malincuore dovette ammettere che non erano del tutto sbagliati .
La triste conseguenza fu che le menti più illuminate della intelligenzia napoletana di quel periodo ed i personaggi di cultura di cui si era precedentemente circondata nella fase in cui aveva cercato di attuare il suo disegno per favorire gli interessi politici della sua Casa Imperiale, saranno poi coloro contro i quali si scaglierà veementemente. Il timore di perdere tutto, anche la vita, le fece cambiare atteggiamento, verso coloro che ellacome massoni considerava i protagonisti della rivoluzione partenopea nonche i responsabili della morte della sorella .
Molti intelletuali di ogni aspetto del sapere perdettero quindi la vita o vennero imprigionati, determinando un collasso dell’intellighenzia napoletana.
Paradossalmente, proprio colei che credette in una Città del Sole tutta napoletana, con le sue azioni, determinò un arretramento culturale di cui ancora oggi paghiamo lo scotto.