Nicola Antonio Giacinto Porpora , considerato  uno dei più celebri compositori della sua epoca soprattutto per quanto riguarda l’ambito operistico, nacque a Napoli nel 1686 , da Caterina di Costanzo e dal libraio Carlo, titolare di una bottega in S. Biagio dei Librai, che si trovava proprio  accanto a  quella della famiglia di Giovan Battista Vico.

Alla sua nascita venne battezzato nella chiesa di San Gennraro all’Olmo e dall’età di 10 anni ( dal 1696  ) , avendo deciso il padre che il suo futuro sarebbe stato  la carriera da musicista frequentò il Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo che all’epoca era uno dei quattro conservatori di musica di Napoli, prima che venissero unificati nel Conservatorio di San Pietro a Majella. Fra i suoi maestri in quegli anni ci furono Gaetano Greco, Francesco Manna, padre Gaetan de Pérouse e Alessandro Scarlatti.

Uscito dal conservatorio con più anni di studio sulle spalle, Porpora a 22 anni esordì sulle scene pubbliche, in una Napoli allora governata dal Vocerè asbrurgico,  con il melodramma  “Agrippina”, rappresentato a Palazzo Reale e al Teatro di S. Bartolomeo.  Da quel momento cominciò  un’intensa attività di compositore fra Napoli , Venezia e Vienna

.Nel 1710   fu chiamato a  Roma  per scrivere, in collaborazione con Alessandro Scarlatti,  la Berenice, opera in tre atti che fu favorevolmente accolta dal pubblico.  In quella circostanza Handel  che si trovava a Roma quando quest’opera venne rappresentata, rese giustizia al merito della musica di Porpora, e, cosa che faceva di rado, si complimentò con l’artista napoletano per il suo successo. Questi due uomini, notevoli, ognuno nel proprio genere, non prevedevano allora che più tardi sarebbero divenuti nemici inconciliabili.

Dal 1711 al 1723 fu maestro di Cappella dell’appassionato mecenate di musica , principe Filippo d’Assia Darmstadt, ( ruolo che poi gli aprì le porte dei teatri viennesi)  ; nel 1713 si fregiò nella sua opera ” Basilio re d’Oriente ” che presentà al nuovo Teatro dei Fiorentini , completamente ricostruito , del titolo di Maestro di Cappella dell’ambasciatore del Portogallo. Dal luglio 1713 al 1722 fu attivo quale « maestro» al Conservatorio di S. Onofrio, ma già dal 1712 si era dedicato all’insegnamento privato del canto; dalla sua scuola, in questo periodo, uscirono i più celebrati cantanti dell’epoca, come Caffarelli ( Gaetano Majorano ), Farinelli ( Carlo Broschi )Hubert, Salimbeni e Regina Mingotti.

CURIOSITA’ : Più che per le sue opere, Porpora è passato alla storia per essere stato il maestro di canto di ”  Farinelli ” con il quale  si instaurò un connubio artistico quasi simbiotico, che lo portò  a scrivere diverse opere “cucendole” addosso al suo straordinario allievo per evidenziarne le eccezionali doti canore, mettendole alla prova con dei virtuosismi estremi ed esaltando il pubblico che in tutta Europa a quel tempo apprezzava molto questo tipo di “bel canto”.      In particolare, si avvalse delle qualità artistiche di Farinelli per l’esecuzione delle sue opere a Londra, dove entrò in competizione “a colpi di musica”con il grande compositore tedesco Händel, riuscendo alla fine a prevalere  e a farsi preferire dal pubblico inglese.

 

Nel 1714 , rappresentò a Vienna le composizioni  “Arianna e Teseo” , ” Temistocle ” ed infine la stessa   “Berenice, regina d’Egitto” .

Di ritorno a Napoli, Porpora compose per l’antico  Teatro San Bartolomeo , l’opera in tre atti Flavio Anicio Olibrio, e molte messe , salmi, e mottetti  per la maggior parte delle chiese della città.

Nel 1719 Porpora sempre al Teatro San Bartolomeo diede  l’opera “Faramondo” che riscosse un grande consenso e due anni dopo a Roma compose l’opera “Eumene”, rappresentata al teatro Aliberti con grandissimo successo.

Tornato a Napoli nel 1722 Porpora scrisse l’oratorio “Il martirio di Santa Eugenia”, considerata une delle sue più belle composizioni.  L’anno 1723 fu caratterizzato da un’attività febbrile come compositore, fra le varie composizioni, ricordiamo “Amare per regnare”, un’opera rappresentata sempre al teatro San Bartolomeo.

Nel 1723 Porpora , si recò a Vienna, per far ascoltare alla corte reale le sue opere. L’imperatore Carlo VI, però, non apprezzava gli “abbellimenti” del canto italiano di cui faceva largo uso Porpora, e quindi non gli diede l’incarico di comporre nessun’ opera. , ne  ricevette particolari commissioni ( egli non amava ed  aveva particolarmente in avversione i trilli ed i mordenti  di cui Porpora faceva largo uso nelle sue composizioni ).

Al ritorno di questo viaggio   si fermò a Venezia per far rappresentare, con grande successo, l’opera “Semiramide riconosciuta” .  Il successo che ottenne gli valse il posto di maestro nel Conservatorio di  scuola di musica femminile dell’Ospedale degli Incurabili.  Sempre a Venezia, fece rappresentare, nello stesso anno, Imeneo in Atene e, nel 1727 Arianna e Teseo che fu giudicata una delle sue migliori opere. Fu a Venezia, e nella stessa epoca, che scrisse per gli allievi del suddetto conservatorio, dodici belle cantate la cui prima edizione comparve poi a Londra nel 1735  .

Nel 1728 , conoscendo la fama come maestro di canto , Porpora fu invitato a  Dresda per insegnare canto alla principessa di Sassonia  Maria Antonietta. Passando per Vienna, vi si fermò per qualche tempo, nella speranza di far ricredere l’imperatore sulla qualità della sua musica e di ricevere qualche ricompensa di cui aveva bisogno, essendo partito da Venezia con una borsa molto leggera, ma per lungo tempo cercò invano l’occasione di far eseguire qualcosa di suo nella cappella reale, e si sarebbe trovato anche nell’impossibilità di procurarsi da vivere se l’ambasciatore di Venezia non lo avesse ospitato presso di lui e non gli avesse fatto ottenere il favore di poter scrivere un oratorio per il servizio dell’imperatore.

Porpora si accinse quindi a questa composizione per la quale gli era stato raccomandato di moderarsi nell’uso degli abbellimenti. L’imperatore, assistendo ad una delle prove, fu affascinato di trovare uno stile semplice dove non appariva un solo ornamento che non gli piacesse, ma il compositore aveva preparato per la fine una sorpresa che non si aspettava, e che ebbe il successo previsto da Porpora. Il tema della fuga  finale cominciava con quattro note ascendenti sulle quali aveva messo un trillo, questa serie di trilli, ripetuta a tutte le entrate dalle diverse voci, divenne una buffonaggine delle più piacevoli quando, nello stretto, tutte le voci fecero sentire una lunga serie di trilli che si riprendevano scambievolmente. Sebbene di carattere molto serioso, l’imperatore fu preso da un riso incontenibile e lo ricompensò lautamente.

CURIOSITA’: Tre anni dopo,quindi , Porpora dopo la sua prima bocciatura pensò di ritornare alla “carica” della corte viennese e far ricredere l’imperatore sulla qualità della sua musica, anche per ottenerne dei finanziamenti alla sua attività di compositore. Durante le prove, l’imperatore restò affascinato dall’esecuzione di un “oratorio”, caratterizzato dallo stile semplice, così come era stato richiesto a Porpora. Ma il compositore napoletano aveva ideato un finale inaspettato,  che univa le caratteristiche della fuga con gli abbellimenti che tanto amava. L’effetto sonoro fu così sorprendente che l’imperatore Carlo, pur essendo molto serioso, non potè fare a meno di ridere della trovata geniale del compositore, finendo poi per ricompensarlo non solo economicamente ma anche psicologicamente  dalla sua prima bocciatura .

Arrivato a Dresda, insieme all’ambasciatore veneziano, Porpora vi fu ben accolto e ben presto godette di un favore senza limiti presso la principessa elettrice  Maria Antonieta Walpurgis, che apprese da lui non solo l’arte del canto ma anche quella della composizione.

Quando il compositore Johan Adolph  Hasse  si ritrovò alla corte di Sassonia, nel 1730 , vi trovò Porpora in possesso della direzione della musica della corte e fu allora che iniziarono i dissidi tra i due. In realtà i cattivi rapporti tra i due trovavano un’antica radice nel 1724 a Napoli , quando Hasse  al suo arrivo in città  a Napoli, si rivolse a Porpora per dirigerlo nei suoi studi, ma essendo stato presentato in seguito ad  Alessandro Scarlatti ( che ne divenne il maestro )  ne risultò tra loro un dissapore che si accrebbe col passar del tempo.

CURIOSITA’: A Dresda  debuttò anche un’altra sua celeberrima allieva, il soprano Regina Mingotti, che entrò malauguratamente in conflitto con la prima donna Faustina Bordoni, moglie del compositore Hasse . Porpora preferì allora scrivere musica sacra piuttosto che melodrammi.

Al ritorno di questo viaggio   si fermò a Venezia per far rappresentare, con grande successo, l’opera “Semiramide riconosciuta” .  Il successo che ottenne gli valse il posto di maestro nel Conservatorio di  scuola di musica femminile dell’Ospedale degli Incurabili.  Sempre a Venezia, fece rappresentare, nello stesso anno, Imeneo in Atene e, nel 1727 Arianna e Teseo che fu giudicata una delle sue migliori opere. Fu a Venezia, e nella stessa epoca, che scrisse per gli allievi del suddetto conservatorio, dodici belle cantate la cui prima edizione comparve poi a Londra nel 1735  .

Nello stesso anno venne  chiamato a Londra come compositore all’ Opera of the Nobility   contrapponemdosi  a Handel ( motivo dell’ingaggio era quello di “gareggiare” con la Royal Academy, diretta da  Georg Friedrich Händel).

Giunto nella capitale inglese, prese subito possesso del suo nuovo incarico di direttore dell’opera italiana, sorta nel tentativo di far soccombere Händel che sosteneva in proprio le spese dei suoi spettacoli. Delle perdite considerevoli si registrarono da ambedue le parti e a un certo punto Porpora comprese che per avere la meglio ed un vantaggio  su Händel, non c’era che un sistema: far arrivare a Londra Farinelli. Tornato a Dresda, negoziò l’affare, riportando con sé il suo ex-allievo , grazie al quale, insieme con il Senesino,riuscì a  trionfare  sul compositore tedesco  Händel. Porpora allora domandò e ottenne la remissione del suo ingaggio con la corte di Sassonia e dimorò per parecchi anni nella capitale inglese. dove continuò a comporre  in contrapposizione ad Handel ( pubblicò anche un libro ).

 

N.B. Il periodo londinese di Porpora è quello della sua maggiore fama: “Ariadne in Naxus”, l’opera eroica “Polifemo”, rappresentata nel 1735 nel “Her Majesty’s Theatr” di Londra per l’Opera della Nobiltà e nello stesso anno “Ifigenia in Aulide”, opera eroica in 3 atti, che vide in scena Farinelli nello stesso teatro. L’anno seguente, la prima della serenata “La festa d’Imeneo”con il “Senesino” , tutte opere che gli regaleranno un successo internazionale.

Lasciata Londra alle prime avvisaglie di decadenza del teatro e dello stile da lui proposto, fece brevi soste a Venezia (1737) e Roma (1738) per rientrare a Napoli nell’ottobre 1738.
Compose per il nuovo Teatro S. Carlo, ma scrisse anche per il Nuovo e il Teatro dei Fiorentini, che gli commissionarono 2 opere buffe,( il barone di zampan e l’amico fedele )  ricoprendo  contemporaneamente anche  la carica di primo maestro al Sant’Onofrio, fino a quando non accettò nel 1742 la direzione del Coro dell’Ospedaletto dei S.S. Giovanni e Paolo a Venezia .

Resosi vacante il posto di primo maestro della Regia Cappella di Napoli, tentò di ottenerlo tramite suppliche al re e al primo ministro (allora il duca di Salas) e offrendo la sua candidatura quando la Piazza venne messa a concorso. Non potendo però recarsi personalmente a Napoli per sostenere le prove e amareggiato per il rifiuto alle sue ulteriori lettere di supplica,

Si racconta poi che una donna austriaca appassionata follemente di musica incaricò un certo Cornero per riportare a Vienna  il vecchio maestro da cui non voleva separarsi e così, per la terza volta, Porpora rivide la capitale dell’ Austria. Qui egli vi  trascorse diversi anni  con una pensione di 400 talleri l’anno che gli fu assegnata ( fu in questo  terzo soggiorno che Haydn   lo conobbe e ne ricevette dei consigli ),

CURIOSITA’:  Oltre alla moglie dell’ambasciatore veneto Pietro Correr, ebbe tra gli allievi la protetta di Metastasio, Marianna Martinez e Franz J. Haydn..

Si ignora in quale anno lasciò Vienna per tornare a Napoli, ma tutto porta a credere che ciò sia avvenuto tra il 1755 e il 1760, ma a Napoli il successo non gli arrise. Non ritenne conveniente il posto di maestro straordinario al Conservatorio di Santa Maria di Loreto pronto per lui sin dal 1738, ma accettò di succedere a  Girolamo Abos  nella carica di primo maestro al Sant’Onofrio. Dimessosi nel settembre 1761, visse in uno stato di estrema indigenza che si aggravò quando purtroppo per la sconfitta della Sassonia nella Guerra dei Sette Anni perdette la pensione.

Sappiamo con certezza  che nel 1740  fece rappresentare la sua ultima opera Il trionfo di Camilla  al  Teatro San Carlo di Napoli e che la sua ultima composizione in assoluto  fu una musica per la festa del sangue di San Gennaro   eseguita nella cattedrale di Napoli nel  1765.

Visse gli ultimi anni della sua vita , in uno stato di incredibile miseria che apparve al Metastasio come «ridotto alla positiva mancanza del pane quotidiano».

CURIOSITA’: Si racconta che lo poeta stesso inviterà poi Farinelli a chiedere al Re di Spagna una piccola pensione per il maestro, che non godeva di molta fortuna sui teatri europei.

Lo storico della musica Burney, che visitò Napoli poco dopo la sua morte, dice che i suoi ultimi anni trascorsero nella miseria più nera, le sue infermità gli impedivano spesso di dare lezioni che erano la sua unica risorsa. Si fa fatica a comprendere che sia stato così, visto che in quegli anni occupava il posto di maestro del conservatorio di Sant’Onofrio e quello di direttore della cattedrale di Napoli. Tuttavia, l’asserzione di Burney trova conferma nel marchese di Villarosa secondo cui i musicisti di Napoli dovettero tassarsi per pagare i suoi funerali che ebbero luogo nella chiesa dell’Ecce Homo.

Morì di pleurite nel febbraio del 1768 dopo un male che gli era sopravvenuto alle gambe . Le spese per i funerali vennero sostenute dalla Congregazione dei Musici dell’ “Ecce Homo” ai Banchi Nuovi di Napoli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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