Alessandro Scarlatti nato a Palermo il 2 maggio 1660, quale secondogenito  del musicista  Pietro Scarlata, , e di Eleonora d’Amato.,compì i suoi studi musicali a Roma , dove si era trasferito giovanissimo con alcuni membri della famiglia,  Secondo alcuni studiosi, la  sua prima formazione musicale avvenne presumibilmente proprio in famiglia anche se poi la perfezionò a Roma, dove a soli 12 anni  divenne il miglior  allievo del compositore  Giacomo Carissimi ,

A Roma  visse e operò a Roma almeno fino al 1683, lavorando come maestro di cappella  della Chiesa di S. Giacomo degli Incurabili (oggi S. Giacomo in Augusta) ed esordendo nel 1679  come compositore teatrale con la sua prima opera, Gli equivoci nel sembiante.

La fama rapidamente conquistata nell’ambiente musicale romano gli valse la protezione di Cristina di Svezia  che lo nominò maestro della sua cappella di corte dove diede inizio ad un’attività prodigiosa e senza soste che gli portarono ad ottenere la protezione di mecenati importanti , nuovi incarichi presso  diverse istituzioni religiose e   nel 1684 il prestigioso incarico di maestro di cappella  della corte del vicerè di Spagna a  Napoli.

In quegli anni il clima romano non era certamente  tra i più favorevoli per i compositori di opere con il divieto imposto da Papa Innocente XII alle rappresentazioni pubbliche dell’opera, e per  questo motivo Scarlatti  non ebbe alcun dubbio a lasciare Roma per stabilirsi alla corte di  Napoli dove poi vi rimase per ben diciotto anni componendo ben trentadue opere, con una media circa di tre nuove opere all’anno.

Napoli rappresentava per lui una grande occasione dove sviluppare il suo genio artistico . La città godeva di grande fama musicale e certamente veniva considerata da lungo tempo ( dal XVI secolo ) un punto di riferimento in Europa per lo sviluppo delle arti, ed  in particolare della musica.

CURIOSITA’: Già nel  Cinquecento la città partenopea vide l’apertura di ben 4 Conservatori che ebbero il ruolo di miniera per lo sviluppo della vita musicale locale. Ad essi si affiancarono, nella prima metà del Seicento, importanti teatri, ma fu soprattutto tra il XVII e il XVIII secolo che Napoli si impose come “capitale della musica”.

La nostra città per Alessandro fu fonte di grande ispirazione portandolo ad essere  fautore di innumerevoli innovazioni in campo operistico e per gli storiografi del XIX secolo , egli  fu uno dei fondatori della scuola musicale napoletana, ovvero il maggiore compositore d’opera italiano tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII , e possiamo certamente affermare che grazie alla sua presenza, Napoli divenne tappa fondamentale per i giovani compositori europei.

A Napoli risiedette sino al 1702,  condizionando con le sue opere e la sua frenetica attività  in maniera determinante la vita musicale della città, che divenne uno dei più importanti centri musicali europei .

CURIOSITA’ : Con Alessandro Scarlatti  possiamo infatti dire che nasce la scuola musicale napoletana del Settecento che ebbe importanti ed autorevoli esponenti tra cui Domenico Cimarosa, Nicola Antonio Zingarelli, Francesco Provenzale, Francesco Durante, Francesco Feo, Nicola Porpora, Niccolò Jommelli, Gaetano Greco e il già citato Domenico Scarlatti.

Napoli nell’Ottocento era infatti uno dei massimi centri operistici europei e la principale scuola musicale italiana. Accanto all’Opera seria, in città nacque come genere a sé l’Opera buffa che costituiva in origine un intermezzo della prima. Questo originale stile comico si impone a Napoli grazie alla sua vena popolare, divertente e dal lieto fino, e dalla presenza di personaggi burleschi. Lo stile comico visse un’espansione senza precedenti così come la cultura musicale a Napoli che si poté avvalere di altre due importantissime istituzioni: il Conservatorio di San Pietro a Majella e il Real Teatro San Carlo, entrambi attivi tutt’oggi e punti di riferimento della cultura in città.

N.B. La scuola napoletana esaurì la sua forza propulsiva soltanto ai primi del Novecento, imponendosi quindi come una delle più longeve nella storia musicale d’Italia.

A Napoli , Scarlatti ,andò evolvendo il suo stile  per adeguarsi al gusto teatrale corrente. Pur conservando una scrittura fondata sul contrappunto tra voci e strumenti, le sue arie divennero  più estese, e presentarono sempre più spesso accompagnamenti affidati alle parti strumentali piuttosto che al solo basso continuo, come invece usava agli inizi della sua attività. Egli richiese un maggior  virtuosismo  ai cantanti nella sua musica, e per fortuna potè avvalersi di importanti cantanti come la soprano Giulietta Zuffi e i castrati Paolucci e Brunswich.

Nei diciotto anni della sua permanenza a Napoli  il musicista forgiò un proprio stile e plasmò quel tipo di opera che sarà poi definita “napoletana” divenendo certamente il massimo rappresentante della cosiddetta scuola napoletana . Egli  dominò magistralmente il dramma per musica e la candata da camera nel momento della loro massima espansione, ma lasciò una profonda traccia anche nella musica sacra o spirituale e nella musica strumentale.

 

CURIOSITA’: Al grande fenomeno della scuola musicale napoletana , che diede origine al genere dell’Opera Comica ,parteciparono anche altri grandi compositori come : i marchigiani Gioacchino Rossini, Giovan Battista Pergolesi e Nicola Vaccaj, il ligure Pasquale Anfossi, il toscano Antonio Sacchini, il calabrese Leonardo Vinci, il siciliano Andrea Perrucci e i pugliesi Tommaso Traetta, Niccolò Piccinni e Leonardo Leo. Tra gli importanti esponenti della scuola napoletana del Settecento ricordiamo anche il cantante Carlo Broschi, detto Farinelli, e il librettista Metastasio.

Purtroppo con lo svolgersi della guerra di successione spagnola, la situazione a Napoli divenne  difficile a tal punto che  Scarlatti si trovò costretto a lasciare Napoli e nella speranza, presto delusa, di trovare una più remunerativa sistemazione si stabilì in Toscana presso la corte medicea , al servizio del Granduca Ferdinando II de’ Medici a Firenze per la quale aveva composto numerosi melodrammi.

Tra i due però non vi fu  intesa in quanto il Granduca considerava la musica dello Scarlatti troppo complessa, tanto da sentirsi costretto a lasciare Firenze per tornare a Roma dal suo precedente mecenate, il Cardinale Ottoboni. In questo periodo , nominato vicemaestro , lavorò per le cappelle musicali della Chiesa di Santa Maria Maggiore e nel 1706 entrò a far parte dell’Accademia dell’Arcadia  dove fu accolto con grandi onori .

N.B.Scarlatti non abbandonò comunque mai l’aspirazione di ottenere una sistemazione presso i duchi di Toscanae come vedremo poi mantenne la stessa aspirazione anche per il figlio Domenico

Nel 1708 il nuovo viceré di Napoli (che era nel frattempo caduta sotto il dominio austriaco) gli offrì di nuovo il posto di maestro di cappella a corte; Scarlatti accettò, anche in considerazione del fatto che nessun altro centro musicale italiano avrebbe potuto offrirgli di più, in un momento in cui le sue opere, di chiaro gusto barocco, sembravano non poter reggere a lungo il confronto con i più giovani rappresentanti del nuovo stile pregalante. A Napoli, dove morì nel 1725, rimase per il resto della sua vita, salvo una parentesi a Roma tra il 1717 e il 1721; negli ultimi anni, Scarlatti abbandonò la composizione operistica per dedicarsi completamente al repertorio vocale cameristico e religioso.

Nel 1678 Alessandro Scarlatti sposò Antonia Anzalone:e dal loro matrimonio nacquero nove  figli, tra cui il futuro compositore  Domenico Scarlatti , famoso per le sue originali composizioni per tastiera.ma  che si distinse sopratutto  come uno dei maggiori viruosi e compositori di musica per clavicembalo .Egli considerato fin dai primi anni un nuovo genio della musica mostrò  già da bambino,  incredibili doti musicali, e considerato nell’ambiente un enfant prodige, a soli 16 anni , (anche perchè   figlio di Alessandro Scarlatti )  ottenne  l’incarico di organista nella cappella reale di Napoli.

CURIOSITA’: Domenico era un bravissimo  clavicembalista e negli annuali storici è  celebre una sua prova di abilità con il famoso Geog Friedrich Handel  tenutasi al palazzo del Cardinale Ottoboni a Roma, dove fu giudicato superiore a Händel al clavicembalo, anche se inferiore all’organo.

Il padre Alessandro era tamente orgoglioso di lui da raccomandarlo ” inutilmente ovunque ” .Egli era talmente bravo che non aveva bisogno di essere raccomandato dal padre ma quest’ultimo pur di vederlo subito ” sistemato ” lo segnalava ovunque egli avesse delle ” conoscenze “.

Famosa resta a tal proposito una sua lettera che  accompagnava il figlio in un suo viaggio a Venezia insieme al castrato Nicolò Grimaldi .

Alessandro sperava per il figlio in un incarico presso il granpricipe in toscana e in una tappa a Firenze fece consegnare questa lettera direttamente da Domenico a Ferdinando II de’ Medici :

«Io l’ho staccato a forza da Napoli, dove, benché avesse luogo il suo talento, non era talento per quel luogo. L’allontano anche da Roma, perché Roma non ha tetto per accoglier la musica, che ci vive mendica. Questo figlio ch’è un’aquila cui son cresciute l’ali non deve star oziosa nel nido, ed io non devo impedirle il volo».

Ma il granprincipe Medici si limitò a lodarne il talento, e all’imprudente iniziativa, seguì una cinica risposta del Granprincipe “ ha veramente suo figlio tanto capital di talento e di spirito da sapersi procurare da per sé tutte le sue fortune ma specialmente in Venezia dove la virtù trova ogni stima e favore” che se ne lava le mani raccomandando “ L’aquila” ad un nobile veneziano.

Ferdinando si dimostrò come vedete   un virtuoso della raccomandazione inefficace ma a dire il vero giunto a  venezia , anche lì Domenico  non trovò impiego ed il suo meritato successo lo trovò solo quando poi  si stabilì a Roma, dove il padre Alessandro era ritornato nel 1703 con la famiglia e successivamente  in Portogallo al servizio di Giovanni V ed infine in Spagna  dove si stabilì definitivamente alla corte di Madrid .

Morì nella bellissima città di Madrid il 23 giugno 1757. mentre il padre Alessandro morì  invece a Napoli il 22 ottobre 1725.

Il suo sepolcro è gelosamente custodito nella cosidetta ” cappella dei musicisti “che si trova nella chiesa di Santa Maria a Montesanto , una  tra le più importanti  chiese del XVII secolo, costruita da una comunità di Carmelitani siciliani  che resiste al tempo  nel popolare quartiere della Pignasecca

CURIOSITA’ :Secondo una la leggenda invece pare che nel luogo oggi denominato ” Pignasecca ” , un tempo, vi fosse una pineta, grande e fitta, popolata da tantissime gazze.  Uno di questi uccelli scopri’ il vescovo della città a letto con la perpetua, e mentre questi era intento a fare determinate cose pensò bene di rubargli il suo prezioso anello. A questo punto egli, per vendicarsi, scomunicò la gazza, anzi, scomunicò tutte le gazze, una ad una. Dopo tre giorni dall’evento, la pineta morì. I pini seccarono, le gazze sparirono, lasciando solo una distesa di terra arida e vuota: la Pignasecca.

La cappella ( la terza si sinistra ) in verità è dedicata a  Santa Cecilia,protettrice dei musicisti  e la possiamo riconoscere molto facilmente perchè  sull’altare  possiamo ammirare, davanti ad un organo contornato di angeli ,  un pregevole dipinto di Giuseppe Simonelli raffigurante la Santa. In essa non solo è sepolto il grande compositore Alessandro Scarlatti, detto il Palermitano, ma anche  Pasquale Cafaro, maestro di musica e di canto presso la corte di re Ferdinando IV e della regina Maria Carolina d’Austria.

 

Sulla sua lapide troviamo scritta una epigrafe con cui il cardinale Pietro Ottoboni volle rendere  omaggio al più grande artista dell’Europa settecentesca

“Qui giace il cavaliere Alessandro Scarlatti, uomo che si è distinto per padronanza di sé, generosità e bontà. Il più grande rinnovatore della musica, il quale- addolciti i rigidi suoni di una volta con nuova e straordinaria soavità-tolse all’antichità la gloria, alla posterità la speranza di imitare, caro in particolar modo ai nobili e sovrani. La morte, insensibile a farsi piegare dalla melodia, lo spense infine all’età di sessanta sei anni, il 24 ottobre 1725, con gran dolore d’Italia.

 

Alessandro Scarlatti: il re della musica napoletana!

Alessandro Scarlatti  è oggi famoso in tutto il mondo come uno dei maggiori rappresentanti di musica barocca . Le sue composizioni si distinguono per la grande drammaticità dell’espressione dei sentimenti ed a lui secondo i più grandi critici musicali si deve la forma dell’aria con il “da capo”, stile che divenne sempre presente dal Millesettecento in poi.

Viene celebrato e riconosciuto come una delle figure di maggior rilievo nella storia dell’opera del Settecento: egli testimoniando il suo impegno ha firmato 65 drammi per musica, 10 elaborazioni o aggiunte a opere di altri autori. Ma oltre alle opere, Scarlatti compose anche Messe, oratori, e mottetti dallo stile di cantata profana , lasciandoci nel complesso circa  oltre seicento  cantate e numerose  opere strumentali  più marginali.

Tra  le più famose  delle sue opere  ci piace ricordare : Il Mitridate Eupatore, Arminio, La Statira, Olimpia vendicata, Rosmene, La caduta de’ Decemviri, Il Tigrane, Telemaco, Il trionfo dell’onore, Pirro e Demetrio, Marco Attilio Regolo, La Dirindina e La Griselda, ultima opera da lui firmata nel 1721.

Egli continua a vivere, nella nostra città ogni giorno grazie ad una delle vie più importanti e frequentate vie del quariere Vomero a lui dedicata..

 

 

Alessandro Scarlatti: il re della musica napoletana!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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