Il mistero partenopeo più famoso nel mondo è senza dubbio l’ampolla conservata nel Duomo e che si dice contenga il sangue di San Gennaro. La particolarità di tale reliquia è che tre volte l’anno la sostanza da solida si trasforma in liquida, un fenomeno considerato prodigioso dai fedeli.

Lo scioglimento miracoloso succede   il sabato precedente la prima domenica di maggio ( in ricordo della prima traslazione del corpo del santo da Pozzuoli a Napoli ) , il 19 settembre ( ricorrenza della decapitazione ) e il 16 dicembre ( in memoria della disastrosa eruzione del Vesuvio nel 1631, bloccata dopo le invocazioni al santo) durante una solenne cerimonia guidata dall’arcivescovo .

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Ora dovete anche  sapere che all’ombra del Vesuvio  a sciogliersi non è solo il sangue di San Gennaro che si scioglie e  si è sciolto nei tempi , ma anche quello presente in altre varie chiese cittadine ed in rigoroso silenzio anche in molte cappelle gentilizie di alcuni palazzi di nobili famiglie .

Quindi quello di San Gennaro non è l’unico sangue di un santo che si scioglie nella nostra città .

Partiamo col dirvi che Napoli è da oltre cinquecento anni capitale mondiale delle reliquie, in particolare custodisce circa duecento ampolle contenenti grumi di sangue di santi, martiri ed asceti giunte a noi  dopo la caduta dell’Impero romano d’Oriente, avvenuta nel 1453.

Da quel momento  immagini religiose di ogni tipo e reliquie varie affluirono copiose nella nostra città e da allora non si sono più mosse effettuando a turno i loro miracoli ed  i loro veri scioglimenti di sangue. Molti di questi grumi presentano la stupefacente caratteristica di liquefarsi con una precisione anche superiore a quella del celeberrimo Santo Gennaro  e senza la necessità di quel corteo di preghiere ed invocazioni che qualcuno ha proposto come spiegazione parapsicologica del fenomeno.

Se ora dopo esservi resi conto della enorme potenzialità di sangue a disposizione volete  vedere una alternativa seria allo scioglimento del sangue di San Gennaro non dovere fare altro che recarvi nel nostro più famoso dei nostri cardini.

Parliamo ovviamente dello stretta e affolato vico di San Gregorio Armeno  dove si trova la bellissima chiesa di Santa Patrizia .In essa molto tempo fae rano soliti liquefarsi  i resti ematici di San Lorenzo e San Giovanni Battista, ma da quando nel 1864, furono traslate nella chiesa le spoglie di Santa Patrizia , il miracolo dello scioglimento del sangue è passato nelle sue mani.    Il  prodigioso sangue venne conservato in due ampolle e da  allora nella chiesa si svolge ogni anno nel giorno di santa Patrizia ( 25 agosto ) il rito dello scioglimento del sangue della santa .

NB. Le spoglie della santa ,quando traslate furono  conservate in un pregevole reliquiario in oro e argento e poste nell’ultima cappella a destra rispetto all’entrata, dove ancora oggi le potete vedere .Secondo il folklore popolare, Santa Patrizia è inoltre venerata da tutte le ragazze in cerca di marito.

Questo scioglimento del sangue di Santa Patrizia insieme a quello  di San Gennaro sono i due ancora attivi in citta . Il sangue di questi due santi continua ancora a sciogliersi nonostante i tempi .

In un  passato nemmeno tanto lontano il sangue si  scioglieva anche in altre chiese dove però stranamente per fatti a noi sconosciuti ha poi smesso di farlo .

Nel  monastero delle clarisse di Piazza del Gesù,  per esempio ,si scioglieva fino a qualche tempo fa  , il 3 agosto ed il 26 dicembre , il sangue di Santo Stefano , le cui reliquie furono portate   a Napoli da San Gaudioso .

N.B. Delle  relquie del martire Santo Stefano , portate a Napoli da San Gaudioso in un primo momento non vi era alcuna conoscenza . Esse furono rinvenute in maniera del tutto casuale  solo in un secondo momento  , murate in un vano segreto di un altare per poi successivamente  traslare per un breve periodo , dapprima nella chiesa di Santa Maria della Sanità e successivamente essere per lungo tempo  conservate nel Convento della Sapienza a Costantinopoli . Solo dopo  la soppressione di questo convento , esse , seguendo le suore , vennero poi  definitivamente conservate nelle nuove sede del convento delle clarisse a Santa Chiara.

Si narra che  il prodigioso fenomeno della liquefazione avvenne inizialmente prima, nella  chiesa di San Gaudosio  (oggi dedicata a Santa Maria della Sanità o a San Vincenzo della Sanità, detta anche  “del Monacone”), e, successivamente, nella chiesa di Santa Chiara il 3 di agosto ed il 26 dicembre di ogni anno. Oggi l’evento miracoloso, da un bel po’ di tempo, non si verifica più e pare che questo fatto abbia fatto tirare un sospiro di sollievo alle suore dell’attiguo monastero poichè precedentemente ogni volta che si manifestava il  miracolo avveniva puntualmente per una strana  coincidenza la morte della madre superiore allora in carica .

Nella Chiesa del Gesù Vecchio avveniva lo stesso per il sangue conservato di San Pantaleone ( 27 luglio ) e San Luigi Gonzaga con la scadenza fissa del 21 giugno.

La Chiesa di Santa Maria della Redenzione dei Captivi a Pot’Alba ,conserva ancora oggi  il sangue di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (noto per essere l’autore di Quanno nascette ninno, più nota nella forma Tu scendi dalle Stelle) che si scioglierebbe ogni 2 di agosto.

CURIOSITA’ : Captivi , sta per intendere il termine di ” cattivi prigionieri “dei pirato moreschi .Nella chiesa vi era infatti in uso la l’usanza di raccogliere il danaro necessario al riscatto ( la redenzione ) delle vittime fatte prigionire dai pirati saraceni nelle loro scorrerie .

Sorprendente è stato nel tempo anche il fenomeno ed il comportamento del sangue del Battista, scioltosi per la prima volta nel 1554 durante la celebrazione della messa nel convento di Sant’Arcangelo a Baiano, dove era custodito, proveniente dalla Francia, sin dal Duecento. Quando il convento venne soppresso, per il leggendario comportamento licenzioso delle monache, il sangue del santo, diviso ab antico in due ampolle, venne affidato alle monache di San Gregorio Armeno e di Donnaromita. Il primo continua regolarmente a sciogliersi, mentre il secondo ha cessato ogni attività dal Seicento. Quando anche il monastero di Donnaromita venne soppresso, l’ampolla “inattiva” ritornò vicino alla gemella conservata in San Gregorio Armeno e stranamente ha ricominciato a manifestarsi anche se in formato ridotto, con un semplice arrossamento, in occasione della festa del Santo.

Inoltre in città si venera il sangue di suor Rosa Giannini, suor Maddalena Sterlicco , fra Giovanni Leonardo del Fusco e quello dei Servi di Dio suor Maria Villani .

Molti studiosi sostengono addirittura che anche nelle cappelle gentilizie di antichi palazzi di nobili famiglie avvenissero, nel massimo silenzio, prodigi del genere.

Lo stesso famoso, principe di Sansevero, chimico , alchimista ,  massone e scienziato, pare fosse in grado di replicare il “miracolo” nel suo laboratorio, posto nell’angolo più segreto del suo palazzo in San Domenico Maggiore, per la meraviglia dei suoi amici più fidati e delle belle dame che gli facevano visita.

Ora dopo tutto questo sangue sciolto la domanda non vi sorge sorge spontanea ?

Si tratta di un miracolo, di un fenomeno inspiegabile o di un trucco chimico?

Il comportamento del sangue di San Gennaro secondo l’abate Vincenzo De Gregorio, che da  anni maneggia le ampolle durante le cerimonie è imprevedibile «A volte si liquefa subito all’uscita dalla cassaforte o addirittura dentro. Davanti a papa Ratzinger ritengo di avere mosso a sufficienza le ampolle, ma il sangue non si è sciolto. Ed era il papa».

In un  articolo invece apparso su Nature , alcuni studiosi del CICAP hanno mostrato di avere ottenuto una sostanza dal colore del sangue utilizzando molisite (minerale presente sul Vesuvio), sale da cucina e carbonato di calcio. Ma Benché il Cicap nel 1991 abbia suggerito in maniera sperimentale che l’ampolla potrebbe contenere in realtà non sangue ma una sostanza tissotropica (capace cioè di cambiare stato da solida a liquida e viceversa), non c’è mai stata una verifica condotta sulla reliquia e per i fedeli il fenomeno resta inspiegabile.

Una spettrometria invece fatta , indica che all’interno delle ampolle c’è sangue.

Il fisico francese Michel Mitov, nel libro Matière Sensible, ipotizza che le ampolle contengano spermaceti, grasso ceroso estratto dalla testa dei capodogli, e soluzione d’argilla. Materiali “sensibili” a manipolazioni e temperatura.

L’origine del prodigio di San Gennaro (la Chiesa non lo chiama miracolo) sarebbe secondo loro dovuta alle proprietà tissotropiche della sostanza ricreata, cioè la sua capacità di liquefarsi dallo stato solido se agitata.

Ma questa è un’altra storia : San Gennaro non è mai stato molto amato dalla chiesa .

Il motivo ?

Il suo tesoro cari amici .

Un  tesoro inestimabile attualmente considerato la raccolta di preziosi più ricca al mondo. e che  secondo molti è i più ricco persino della raccolta di gioielli della corona d’Inghilterra e del tesoro degli zar di Russia.

Un tesoro che  oltre a vantare questo primato , ne vanta un altro che lo rende ancora più prestigioso . E’ infatti l’unico tesoro al mondo a non essere stato accumulato nei secoli con la forza o con il sangue di tante battaglie . Esso non è mai stato utilizzato per finanziare guerre , e  sopratutto non è il bottino di crudeli guerre ( come quello russo o inglese ),  ma solo il risultato di  lasciti e donazioni che imperatori , re , e regine sia per devozione o solo per ingraziarsi il popolo cedevano al santo patrono della città e quindi a Napoli stessa .

Pensate che la chiesa ha fatto di tutto nel passato per impossesarsene ma non ci è mai riusciuto e sapete perchè?

Perchè i napoletani quando  nel corso di una terribile pestilenza( 1527 ) , decisero di costruire una nuova più grande cappella per custodire le reliquie del Santo Patrono, affinche la stessa non potesse essere  stata né della Chiesa né dello Stato ma di tutti i cittadini di Napoli, sottoscrissero un atto ufficiale davanti ad un notaio il 13 gennaio 1527.

La cappella non appartiene quindi ne alla chiesa e neanche allo stato italiano , ma solo al popolo napoletano . Essi sono per atto notarile i soli veri proprietari sia dell’intera cappellama anche dell’inestimabile patrimonio del Tesoro di San Gennaro .

.Le chiavi di questa cappella sono infatti conservate da una Deputazione del popolo fondata nel 1601 e secondo una  disposizione del 1811 di Gioacchino Murat, esso è un organo laico ,e con a capo pro – tempore  il sindaco della città .

Quindi in poche parole il tesoro di San Gennaro pur essendo di un santo non è della chiesa e al cappella stessa , ricca di inestinabili opere d’arte pur essendo presente in una basilica cristiana , non è di proprietà della chiesa cattolica.

cappella-5La chiesa l’ultimo tentativo di appropiarsi del tesoro lo ha fatto durante la seconda guerra mondiale  quando una bomba cadde sul Duomo e per proteggere il tesoro fu deciso di farlo  custodire al vaticano .

Terminata la guerra, il Vaticano era riluttante a restituirlo.

Fortuna volle che al cardinale di Napoli si presentò un uomo di nome Giuseppe Navarra, molto famoso per le sue attività nel mercato nero. Era soprannominato il re di Poggioreale, era un malavitoso insomma, e disse: «Il tesoro ve lo recupero io». Il cardinale, allora, gli diede l’incarico ma non fu così facile.
Dopo dieci giorni si seppe che era riuscito a riprendere il tesoro ma Navarra sparì nel nulla e a Napoli si disperavano chiedendosi come avessero potuto fidarsi di lui. Dopo dieci mesi, invece, Navarra si presentò davanti al Duomo con tutto il tesoro intatto. Non aveva preso niente e spiegò che conoscendo le bande di sbandati che c’erano al tempo aveva dovuto viaggiare solo di notte e per strade secondarie facendo un giro lunghissimo per raggiungere Napoli. Quando gli chiesero cosa voleva in cambio disse: «Niente, voglio solo avere l’onore di essere riconosciuto come colui che ha riportato il tesoro di san Gennaro a casa». Questa la dice lunga di come il vero antifurto per questo enorme tesoro siano gli stessi napoletani  che, indipendentemente dal tipo di morale , lavoro o ambiente sociale essi appartengono  , nutriscono  un affetto verso il Santo protettore che va  ben oltre il semplice aspetto devozionale   della propria fede.

Il Santo è come uno di famiglia e proprio per questo motivo non si tocca . Guai a tooccarlo o a parlarne male ……..

A tal proposito dovete sapere che dopo il Concilio Vaticano II, una specifica commissione, mettendo in dubbio la reale esistenza nel passato della figura di San Gennaro  decretò che questi non poteva essere più santo ( o tesor c’era rimast ngann )

La riforma liturgica del 1969 decretò quindi che per ordine papale , San Gennaro non era più santo ( frevaiuoli ) .

Ovviamente la notizia destò grande clamore a Napoli , dove la Curia ed i napoletani incominciarono ad insorgere contro questa folle decisione . Mettere San Gennaro in dubbio con i suoi miracoli ed il suo sangue era come offendere  una persona di famiglia e tutti ne furono risentiti . Le proteste si levarono altissime ma il Vaticano fu irremovibile e fece solo la modesta concessione  di stabilire che Gennaro poteva essere ancora venerato come Santo , ma solo a livello locale .

I napoletani videro questa decisione come un declassare il proprio patrono in una serie inferiore di Santo ( dalla serie A alla serie B ) . Qualcuno era addirittura preoccupato che il Santo potesse offendersi per questa decisione e incominciò  a temere  eruzioni e catastrofi naturali scatenate dalla sua  rabbia   .

Successivamente come si fa per un buon amico in difficoltà si cercò di consolarlo e  fu questo il motivo per cui sui muri della città incominciarono a comparire una serie di scritte  inneggianti il Santo . I napoletani in quella circostanza non fecero mancare il loro conforto ,il loro affetto , il loro amore e  la loro fede infinita verso San Gennaro con scritte e striscioni vari apparsi in città in tutti i quartieri.

Uno di questi striscioni affisso fuori il Duomo fu poi destinato a rimanere  famoso nella storia : ” San Gennà ,futtatenne “.

E così deve essere stato , visto che ultimamente una recente ricerca ha stabilito in Vaticano che San Gennaro è il Santo più amato del mondo .

 

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