Di colore giallo napoletano lo riconoscete subito se da Largo Sermoneta a Mergellina iniziate a percorrere via Posillipo .

Esso sembra una villa ma in realtà è una delle strutture storico religiose artistiche più importanti della nostra città divenuta nel 1833 un ricovero per la gente di mare.

A volerlo fortemente fu padre Ludovico da Casoria (proclamato santo nel 2014), un religioso appartenente ai frati bigi della Carità, che, dopo aver tentato invano di acquistare palazzo Donn’Anna ( non riuscì a spuntarla sul prezzo)  ripiegò su un vecchio lazzaretto che riuscì ad acquistare all’asta .

Il palazzo del castellano , un decadente palazzo che comunque affacciava sul bellssimo mare di Posillipo ,   poteva finalmente realizzare il sogno di padre Ludovico di fondare  ufficialmente , dieci anni dopo,  l’Ospizio Marino, che si occupava di fornire assistenza medica ai bambini malati e ai pescatori del posto.

Padre Ludovico da Casoria voleva nel fondare l’istituto sopratutto fornire nelle sue intenzioni  una adeguata assistenza sanitaria ai poveri e agli indigenti e nel  1833 il luogo trasformò il posto in un ricovero per la gente di mare.

L’istituto si occupava di bambini “scrofolosi” (affetti da una forma di tubercolosi) e di vecchi pescatori, che il frate considerava “non soltanto un tema per le cartoline di Napoli pittoresca, ma una umanità tutta a sé, dipendente dai capricci del mare, e con un destino precario”.

Ovviamente l’edificio quando padre  Ludovico lo acquistò nel 1873 era in pessime condizioni ma egli senza perdersi d’animo , con coraggio, sacrificio , elemosina  e carità che era la sua parola d’ordine , riuscì ad ottennere generose offerte di privati e dei finanziamenti pubblici  con i quali potè ristrutturare e rendere funzionante il suo ospizio per poveri .

CURIOSITA’: Per raccogliere fondi il frate vi aprì persino uno stabilimento balneare per religiosi, che ospitò anche l’arcivescovo di Napoli.

NB :All’ospizio marino il sindaco di Napoli Giusso accordò un sussidio del Comune ,

Padre Ludovico era uno di quei frati incredili  per l’epoca , Egli praticava la sua missione come pochi . I suoi atti d’amore e generosità erano noti in  tutta Napoli , anche allo stesso re Ferdinando II di cui fu amico , Pensate solo che il re gli finanziò anche una missione in Africa, ma non ebbe poi grandi nostalgie borboniche: per i poveri, disse, “io bacio la fronte al Turco e a Vittorio Emanuele”.

La edificazione del suo Ospizio per poveri fu solo il primo atto di una lunga serie di personali battaglie che lo videro in prima linea al fianco dei più deboli .

L’ assistenza sanitaria e la previdenza sociale erano infatti due temi sconosciuti nella Napoli e nell’Italia di metà Ottocento, per i quali padre Ludovico combatté una antesignana battaglia di diritti, prima presso i Borbone e poi col nuovo stato unitario

Era un sacerdore francescano molto stimato in città ,Le sue battaglie a favore dei poveri gli conferirono lustro ed ammirazione anche della classe borghese e nobiliare .

Famose furono le sue coraggiose battaglie anti-usura. Si batte  infatti molto per sottarre i più indifesi  alla morsa di strozzini e camorristi ,promovuendo numerosi “monti di pegni”

In una personale battaglia  fattad per restituire dignità e di diritti a tutti ,   si inventò le scuole professionali, avviando centinaia di “accattoncelli” alle botteghe di falegnami e tipografi.

Uomo , tenace , coraggioso , e geniale , nonostante parlasse prevalentemente in napoletano er comunque dotato di una notevole cultura avendo  frequentato l’università di Napoli, e poi insegnato matematica e fisica in diverse scuole; era inoltre un grande  appassionato di chimica chimico , masticava senza grandi problemi il francese e inglese, e usava il linguaggio dei segni (promosse i primi istituti per sordomuti).

Nel 1882 lanciò dalle pagine de “l’Unità cattolica” di Torino l’iniziativa, ripresa in tutta Italia, di grandi pranzi pubblici per i poveri, nel VII centenario della nascita di San Francesco. All’ospizio di Posillipo parteciparono in cinquemila, serviti da politici e nobili, e persino dal cardinale Sanfelice. Fu realizzato in quell’occasione il monumento, forse non bellissimo, a San Francesco, finanziato da un libro del vecchio amico Francesco Proto; e fu proprio lui, il Duca di Maddaloni, a scrivere per primo sulla “Rassegna italiana”: “diciamolo noi, coraggiosamente: fra Ludovico da Casoria era un santo”.

Nel  1864 coinvolse addirittura De Sanctis e Tommaseo nel progetto di una “Accademia di scienza e religione” considerata il primo tentativo di università cattolica, immediatamente sciolta tra le polemiche.

Non contento contravvenendo al “Non expedit” di Pio IX, fu il primo grande ispiratore e sostenitore dell’impegno politico dei cattolici. A lui era legato il deputato di Casoria Francesco Proto, il mitico Duca di Maddaloni in cui la rivista dei Gesuiti “La Civiltà Cattolica” vide nel 1861 “l’unica voce cattolica del primo parlamento italiano”. E anche Marco Rocco, il sindaco di Casoria che nel 1882 iniziò una saga familiare considerata da Scarfoglio “un pilastro del blocco di potere napoletano”.

NB. A tal proposito egli icominciò  a  dar parecchio fastidio alle sfere alte e di consegenza solo  due anni dopo fu arrestato con l’assurda accusa di aver sparso il colera a Napoli: ma per liberarlo si mobilitò l’intero consiglio comunale, Settembrini e Imbriani in testa.

Praticava  la carità ma solo per restituire amore al prossimo , Atal proposito per darvi la dimensione del personaggo credo sia giusto citarvi  una delle sue frasi più famose :

“Faccio il negoziante per i poveri”

Il bellissimo edificio che ora vedete su via Posillipo rappresenta pertanto sopratutto il ricordo di un grande sacerdote ma  sopratutto di un uomo eccezionale .

Il complesso dopo la sua morte andò infatti lentamente lasciato all’oblio e all’incuria del tempo. Il fabbrricato  quando si decise finalmente di ristrutturalo nel 198 5 versava  in uno stato di totale abbandono ,  alcuni ambienti in uno stato davvero precario , risultavano infatti  molto provati dall’incuria e dal tempo;

Oggi invece finalmente la struttura risulta essere una delle protagoniste nei circuiti turistici del quartiere.

La struttura oltre che mostrare interessanti aspetti  da un punto di vista  paesaggistico , mostra interessanti spunti anche da un punto di vista architettonico .

Infatti  due dei tre piani totali del complesso, risultano parzialmente inerpicati al di sotto di via Posillipo e confinano con una spiaggia amena protetta da una scogliera. In questo luogo sono stati ritrovati alcuni spazi  ricavati nella cruda roccia, che sono  tutt’oggi oggetto di studi. Essi risultano essere legati in qualche modo anche ai palazzi circostanti.

Nell’ interno dell’Ospizio sono custodite due chiese, il sarcofago di padre Ludovico ed altre opere artistiche di grande pregio come per esempio  la raffigurazione della Via crucis composta completamente da vivaci maioliche nelle sue rampe e nella scalinata che dalla portineria porta all’ospizio vero e proprio.

All’ingresso, su via Posillipo fa  bella mostra  di se lo pseudo obelisco scultoreo  di san Francesco che in atto benedicente im pone le mani su tre famosi terziari: da sinistra a destra Dante, Cristoforo Colombo e Giotto. Il monumento fu voluto da padre Ludovico e scolpito da Stanislao Lista nel 1882 per il settecentesimo anniversario della nascita del santo d’Assisi.

Spero in questo articolo di aver impresso  in voi il  nome di un personaggio che la storia di Napoli ha dimenticato . Quello di frate francescano che combatté nella nostra città una antesignana battaglia di diritti, prima presso i Borbone e poi col nuovo stato unitario.

Un personaggio che a torto spesso sfugge alla memoria anche dei piu colti persoggi della nostra città . Un uomo di grande personalità che abbiamo il dovere di non  dimenticare . Un geniale caritevole  straordinario francescano sepolto a Posillipo, beatificato nel 1993, che fu un vero e proprio protagonista della vita sociale e politica, napoletana e italiana, di metà Ottocento.

Padre Ludovico da Casoria non fondò nella sua vita solo questo istituto . Egli fu  un amministratore  geniale, forse addirittura spregiudicato, che fondò dal nulla oltre 200 istituti in tutta Italia. Oggi di questi ne rimangono solo pochi, perché il motore di quella straordinaria esperienza, che era l’entusiasmo stesso di quest’uomo eccezionale, finì con lui: ma con il suo corpo,qui seppelito  l’ospizio di Posillipo custodisce un pezzo di storia di Napoli e d’Italia.

Voglio solo ricordarvi che aa notizia della sua morte commosse tutta Italia, e i funerali del 1885 restarono allora a lungo nella memoria dei napoletani,

 

 

 

 

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