La Domus di Leda ed il cigno venne così chiamata al suo ritrovamento negli scavi archeologici di Pompei, per la presenza nella sua camera da letto di un sensuale affresco raffigurante Leda sedotta da un cigno che non era altro invece che Zeus sotto camuffate spoglie che si congiungeva carnalmente alla moglie di Tindaro , re di Sparta.
Secondo la mitologia classica Zeus infatti pur di possedere la bellissima Leda si era a lei presentato sotto le sembianze e la forma di un cigno e il magnifico afrresco con la sua scena ‘ad alto tasso di sensualità’ vuole ricordare a tutti che fu grazie al doppio amplesso, prima con Giove e poi con Tindaro, che poi nasceranno, da due diverse inseminzaioni di seme , i gemelli Castore e Polluce , cioè i Dioscuri.
Castore e Polluce, detti anche Dioscuri erano infatti ufficialmente due gemelli figli di Leda e del re spartano Tindaro , ma si narra secondo pettegolezzi dei miti greci che Leda, la loro madre, li avesse concepiti separatamente, unendosi nella stessa notte prima con Zeus e poi con suo marito : dall’unione con il dio sarebbe nato Polluce, dotato di natura immortale; da quella con Tindaro il mortale Castore,ma anche Elena, futura moglie di Menelao re di Sparta e causa della guerra di Troia e Clitennestra, che sposerà e ucciderà Agamennone, fratello di Menelao.
La lussuosa casa apparteneva probabilmente ad un ricco commerciante ( forse un ex liberto) che ansioso di elevare il suo status sociale , pensò di arricchire la domus con affreschi che rappresentavano miti della cultura più alta. La casa, ricca anche di altri suggestivi affreschi mitologici è un segno che i proprietari godevano di un certo spessore culturale.
N.B. Il livello culturale di un cittadino, nell’antica Roma, spesso lo si manifestava nella scelta di ricchi determinati soggetti affrescati come decorazione della propria casa .
Nell’ingresso sono state ritrovate iimmagini di Priapo che come sappiamo rappresenta con il suo fallo eretto un simbolo portafortuna capace di proteggere dal male la casa e attirare verso di essa invece la buona sorte . Ma la ricchezza della domus aveva una continuità anche con altri preziosi affresci che decoravano parte dell’atrio : tra questi spicca un affresco di Mercurio ed una di Narciso che lo ritrae nella versione classica del mito, mentre si specchia in una pozza e si innamora della sua immagine riflessa. Al suo fianco delle figure di menadi e satiri.
Il vero capolavoro della Domus è però certamente l’ affresco ad alta componente sensuale che proviene da un cubiculum di questi scavi .
Si tratta dell’immagine che ha infiammato il mondo archeologico nel 2018.
Essa mostra senza alcun pudore , abbracciati in una scena sensuale, i due amanti più celebri della storia, rimasti sepolti per millenni sotto una via di Pompei.
CURIOSITA’: Il famoso mito di Leda e il cigno non è nuovo ad essere rappresentato all’interno delle domus della città di Pompei . Esso ci viene ricordato anche nella casa del Citarista,nella Casa della Venere in Conchiglia, della Regina Margherita, di Meleagro, dei Capitelli Colorati o di Arianna, della Caccia Antica, di Fabio Rufo, della Fontana d’Amore, degli Amorini Dorati e forse nella casa di L. Rapinasius Optatus.
N.B. Il mito di Leda e il cigno compare anche in alcuni affreschi staccati da Ercolano e da Villa Arianna a Stabia, oggi in mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e, a conferma di quanto sia diffuso, anche su di uno secchio d’argento del uno tesoro di Boscoreale, che si trova al Louvre.
L’ affresco che racconta e mostra il mito di Leda ed il cigno scoperto durante i lavoro di scavo nel cubicolo di una casa lungo via del Vesuvio, ha però un importante particolare . Esso è davvero singolare: di solito la regina è in piedi, non seduta, e spesso non è raffigurata nel momento dell’amplesso. In questo caso invece la scena di sesso risalente all’antichità, racconta e mostra il mito di Leda e del cigno senza troppi preamboli né censure La donna ed il cigno/Zeus, sono colti durante l’amplesso e spiccano per la loro audace sensualità
La scena che con i suoi vividi colori trasuda una sensualità resistita al tempo, è un affresco più unico che raro, Si tratta di un capolavoro emblematico dello stile pittorico IV, che caratterizza anche il soffitto, oggi crollato.
CURIOSITA : l’ambiente in cui è stato trovato l’affresco, probabilmente una camera da letto, si trova accanto al corridoio di ingresso dove gia in precedenza è stato s individuato l’affresco del Priapo analogo a quello della Casa dei Vettii, con il fallo eretto sulla bilancia.
L’intera stanza è comunque caratterizzata da decori raffinati di IV stile, con delicati ornamenti floreali, intervallati da grifoni con cornucopie, amorini volanti, nature morte e scene di lotte tra animali. Finanche il soffitto, che come vi abbiamo accennato è purtroppo rovinosamente crollato sotto il peso dei lapilli, della catastrofe del 79 d.C. presentava la stessa l’armonia di questi pregiati disegni, i cui frammenti sono stati recuperati dai restauratori per ricomporne la trama pittorica .
Alle spalle dell’ambiente si nota parte dell’atrio della dimora, con pareti dai vividi colori, al centro di una delle quali si può ammirare l’affresco di Narciso che si specchia nell’acqua, secondo l’iconografia classica, rapito dalla sua immagine.
Interessante, nell’atrio di Narciso, è anche la traccia ancora visibile di alcune scale che conducevano al piano superiore; ma soprattutto il ritrovamento nello spazio del sottoscala, utilizzato come deposito, di una dozzina di contenitori in vetro, otto anfore e un imbuto in bronzo. Una situla bronzea (contenitore per liquidi) è stata invece rinvenuta accanto all’impluvio
Su una delle pareti dell’atrio, posto di fronte all’ingresso della casa era presente anche una grande figura di Hermes (Mercurio) dai vivaci colori.
L’amore e la soavità dei sensi, nelle più svariate forme, trasudano dalle stanze di questa elegante dimora che, già dal corridoio di ingresso, accoglieva gli ospiti con l’immagine vigorosa e di buon auspicio del Priapo, in analogia con quella della vicina Casa dei Vettii
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In una domus vicino alla casa di Leda e il cigno, durante lavori di scavo e restauro, sono state scoperte 13 statuine in terracotta, alte circa 15 cm, tra cui figurine umane, un frutto di noce, una mandorla, una testa di gallo in argilla e una pigna in vetro, tutte erette su una superficie piana, probabilmente sopra un ripiano.
Queste opere sono state ritrovate sepolte sotto il lapillo, ad un’altezza superiore ai 2 metri rispetto al piano pavimentale. L’area di ritrovamento, che potrebbe essere l’atrio della casa, era decorata e alcune di queste decorazioni sono state scoperte sulle parti superiori delle pareti.
Studi preliminari suggeriscono che alcune delle sculture potrebbero essere legate al mito di Cibele e Attis, simboli delle stagioni, della fertilità della terra e dell’equinozio di primavera.
ARTICOLO SCRITTO DA ANTONIO CIVETTA