C’era una volta durante il regno di Roberto d’Angio’ un castello considerato il più grande del mediterraneo. Esso era un vivace centro culturale e vi soggiornarono per lungo tempo personaggi come Giotto, che affresco’ le pareti delle cappelle e altri illustri personaggi come Petrarca e Boccaccio. La sua fastose corte fu teatro di uno degli eventi piu’ importanti della storia medievale : la rinuncia al trono papale di Celestino V ( Pietro da Morrone ) Fu infatti tra queste mura e precisamente nella sala maggiore del castello, che Celestino V, ospite di Carlo II d’Angio ‘ fece ” per viltade il gran rifiuto “e abdico’ dal soglio papale lasciando via libera a Bonifacio VIII che lo fece poi uccidere.

Nella sua sala maggiore che era la piu‘ grande del castello, fu ricevuto con tutti gli onori ,dopo un viaggio durato un mese intero, un certo Francesco Petrarca, per sostenere un esame che duro’ tre giorni per realizzare il sogno di essere incoronato poeta. Petrarca aveva infatti scelto questo luogo per essere esaminato nella sua cultura . Il giudice,l’esaminatore, doveva essere un sovrano illuminato e dotto che nella sua bella reggia affacciata sul mare era solito accogliere alla sua corte poeti e filosofi, letterati ed artisti.

Il re saggio e potente, amante delle belle arti, sostenne gli esami del Petrarca, emozionato come una matricola. per tre interi giorni dal mattino alla sera e solo il quarto giorno finalmente convinto che il Petrarca fosse degno di onore gli concesse a pieni voti il titolo di sommo poeta. 

Qualche tempo dopo un altro illuminato e generoso sovrano  fu lui a fare del castello un centro artistico e culturale tra i primi in Europa ; Alfonso d’Aragona detto “ il magnifico “  era un uomo di grandecultura  e amava circondarsi a corte di  di numerosi artisti e letterati che frequentarono il castello.  La sua corte fu il punto di incontro di alcuni dei più illustri umanisti del tempo: Lorenzo Valla, Antonio Beccadelli detto ‘ il Panormita’, Giovanni Pontano, Jacopo Sannazzaro, e Pietro Summonte sono solo alcuni dei grandi personaggi che frequentarono a sue spese la sua corte.

Il sovrano fece integralmente trasformare Castelnuovo che fu abbellito con il magnifico Arco di Trionfo che è considerata una delle più belle opere del Rinascimento. L’arco superiore, che il sovrano voleva fosse realizzato da Donatello in persona, fu dotato di una serie di nicchie, sormontate da un timpano ad arco, in cui si trovano le statue delle quattro virtu’ :temperanza, giustizia, fortezza e magnanimita’.in cima si trova la statua di San Michele.

Oltrepassato l’ingresso si entrava in un grande cortile dove si trovava una bella cappella Palatina di arte gotica che mai avrebbe immaginato  di essere un giorno sede ideale della fiera del baccalà . 

Il magnifico castello con le sue belle torri affacciava su una delle piazze più belle della città , all’epoca chiamata “ piazza del castello “ dove in un’ epoca seguente ( 700/800 ) era presente un baraccone ad uso teatro che fu denominato San Carlino in contrappunto ironico al Teatro San Carlo della corte regale. Esso era il Teatro comico per definizione nella Napoli del 700/800 e divenne il palcoscenico del Pulcinella della stirpe del Petito; il luogo di battesimo del ‘ Felice sciosciammocca’ di Scarpetta.

Poco più innanzi nella stessa città era presente anche un antico monastero dove insegnava teologia San Tommaso D’Aquino che tra i suoi gli alunni annoverava personaggi come Giovanni Pontano. Giordano Bruno e Tommaso Campanella.

Era un monastero dalle persistenti forme gotiche che un certo Domenico Vaccaro, restauro’ in stile barocco . 

In esso erano presenti opere di  Luca Giordano, Tino da Camaino, Cosimo Fanzago, Giovanni di Nola,Francesco Solimena , Tiziano e Caravaggio ed il resto dei feretri dei re, e dei principi aragonesi ma sopratutto una delle più grandi biblioteche dove si conservavano preziosi manoscritti greci e latini sopravvissuti ai barbari o appena tradotti dagli arabi ( che a loro volta li avevano ereditati da egiziani e antichi greci) relativi all’alchimia, alla farmaceutica, alla botanica, alla medicina, alla storia e alla filosofia. 

Esso si trovava in Piazza San Domenico Maggiore , dove sotto il monumento della guglia attraverso i corridoi sotterranei, gli  adepti massonici raggiungevano il luogo segreto ed eseguivano i propri riti insieme  al Principe di Sansevero che come tutti sappiamo abitava nel vicino vicolo .Qui egli tenere un suo laboratorio ricco di Alambicchi, forni e provette ed effettuava secondo molti terribili esperimenti .

Benedetto Croce che  viveva e ammirava dal balcone dell’antico palazzo in cui abitava, questo luogo lo descisse con queste parole accorate: «A guardarla dall’alto di San Martino, Spaccanapoli sembra una lunga ferita, il segno lasciato fra le case più dense da un mostruoso coltello: e a vinariarci dentro, invece, storditi e meravigliati, in questa strada che certamente è la più antica e la più viva del mondo, si sa che qui è nata e in eterno a rinova la prodigiosa civiltà napoletana. Fra gli oscuri palazzi patrizi che la fanno stretta, perfino angusta e senz’aria, fermenta la leggenda di Napoli: aristocrazia e plebe, genio e follia, sentimento e gesto, una sola ridda di maschere e di volti, di mani levate e di sguardi acutissimi, di voci e di colori sotto una lama di cielo che s’indovina altissima fra i tetti, che la prospettiva distorce e fa inclinare l’uno verso l’altro.

Ovviamente Benedetto Croce non vedeva dall’alto del suo balcone che affaciava sul campanile di Santa Chiara , nessun barretto , nessuna pizzeria e nessuna friggitoria che vendeva cuoppi di zeppole e panzarotti ,

Figuratevi se poi addirittura doveva assistere al festival della birra a Piazza San Domenico.

Credetemi c’è voluto molto tempo affinché il castello e Piazza San Domenica venissero deculturizzati   della loro grande storia,

Era quest un’impresa non certo facile. Era troppa la storia e la cultura che caratterizavano questi luoghi.    .

Ci hanno provato prima i Savoia , poi il Risanamento ed infine i vari Lauro o Gava ma non ci sono mai riusciti del tutto , Ci è voluta la nostra attuale giunta comunale coadiuvata dall nostra sempre più assente Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli , a deculturizzare finalmente questo luogo.

I nostri attuali amministratori di questa città ci avevano promesso che presto Napoli  sarebbe tornata una capitale della cultura europea. Avevano garantito che le manifestazione legate al food , si sarebbero svolte , nessuna esclusa, all’interno della Mostra d’Oltremare e mai più sul lungomare o in altre zone del centro.Risultato: nel giro di un mese ci siamo dovuti sorbire prima il Bufala Fest a piazza Municipio – con gli stand allestiti a pochi metri dal luogo in cui, pochi giorni prima, era stato ammazzato il giovane musicista Giovanbattista Cutolo , poi il BaccalàRe nel cortile del Maschio Angioino, il monumento simbolo di Napoli.

Dal 6 al8 ottobre invece si terrà nel coplesso monumentale di San Domenico Maggiore ,praticamente quindi  nei nostri antichi decumani greco-romani la grande festa della birra che porterà ovviamente un ennesima puzza di piscio nei stretti cardini. 

Tralasciando ora  qualunque commento perché i fatti parlano da soli e la dicono lunga sul totale disorientamento che affligge la politica culturale del Comune, visti gli orrendi spettacoli  di quarta serie che portano cibo e fritto ovunque come in un orizzontale albero della cuccagna che allunga i suoi rami in ogni strada e ora perfino dentro i luoghi più rappresentativi della nostra storia, ma è possibile che non vi siano in questa città altre idee che non quelle legate a stereotipi tanto cari come pizza , bar sfogliatella , babà  ,pulcinella ,ragù e murales di Maradona per  mischiare  turismo e cultura in una ricetta velenosa che guarda caso, sta scatenando anche gli appetiti della camorra sul mercato mangereccio e immobiliare?

Il castello privo dei suoi colti sovrani ha resistito a lungo …  troppo a lungo a quell’onda distruttiva della turistificazione di massa che passa e non lascia nulla se non sporcizia . Essa  è comunque rimasto un  punto di riferimento culturale per l’intero Mediterraneo per lungo tempo . mentre piazza San Domenico e’ stata comunque insieme a tutto il nostro centro storico attraverso il suo patrimonio urbanistico, le sue strade, i suoi edifici,  comunque un luogo che per tanti secoli ha sempre saputo mantenere vive le sue peculiarità, tanto da essere riconosciuto dall’UNESCO come “patrimonio dell’umanità”.

Ci voleva insomma qualcosa di particolare per distruggere tanta cultura e bellezza .

Ci volevano degli esseri umani particolari.

Civolevano  esseri umani del 2023 per distruggere finalmente tutto questo .

In soli pochi mesi siamo infatti passati dal Bufala fest  a Piazza Municipio, al  BaccalaRe nel cortile del Maschio Angioino, ed ora tra  pochi giorni anche la grande festa della birra che  per tre interi giorni si terrà nel monumentale complesso di San Domenico Maggiore, per  far trionfare ancora una volta quei stereotipi tanto cari a chi sta facendo dell’esotismo il nostro appeal antropologico.

Ci voleva Il baccalà , i cuoppi di zeppole e panzarotti, i bar , i barretti  da 2 euro a Spritz ,le friggitorie di pesce, le patatinerie, le centinaia di pizzerie e pub che crescono oggi ogni giorno sempre di poi’ come funghi , e infine l ’invasione di ristoranti dove  oggi neanche più si mangia bene come una volta . 

Ora io vorrei veramente conoscere chi ha avuto la brillante idea di far fare tre giorni interi del festival della birra a  piazza San Domenico .

A lui auguro solo  solo  di essere trattato come uno di quei prigionieri facenti parte della congiura dei baroni che termino la sua esistenza tra le fondamenta del  castello ( con coccodrillo annesso ). 

Ma è colui che ha poi accettato  la proposta di fare per tre giorni interi il festival della birra a cui vorrei fare tutti i miei complimenti . 

Come si fa a pensare solamente lontanamente di organizzare un evento come questo in un luogo come questo …!!! 

Fare in appena due mesi , il Il BaccalàRe al Maschio Angioino , il Bufala Fest in piazza del Municipio ed il festival della birra in Piazza San Domenico per interi tre giorni , equivalgono alla festa della porchetta in Campidoglio a Roma, alla sagra della polenta nel Castello Sforzesco di Milano, al raduno della bistecca in piazza della Signoria a Firenze. Con una sola differenza: noi l’abbiamo fatto, le altre città neppure si sono azzardate a pensarlo.

Pensa che qualcuno le spiegherà il perché? Ne dubito.

Sopratutto quella Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli che dovrebbe teoricamente proteggere da radicali cambiamenti architettonici un Centro Storico protetto dai vincoli del PRG conseguenti alla tutela Unesco. 

A loro , li lasciarei  volentieri esposti invece alle ire del Principe Raimondo de Sangro e le sue alle arti diaboliche capaci di raffinata crudelta’.  Con qualche magico intruglio lo lascerei dissecare e poi pietrificare l’intero sistema circolatorio, per poi  trasformarli i in altre “macchine anatomiche “. Almeno così non possono fare oiu danni di quelli che oggi continuamente stanno facendo . 

 A questo ente della Soprintendenza Archeologiavorei ricordare che conservare i valori e le tradizioni di questa città  è un loro dovere !

Tralasciando la continua dimostrazione di disistima o disprezzo che questo comune e questo ente della Soprintendenza continuano  ogni giorno a mostrare di fronte ai luoghi  di cultura di questa città , possibile che oramai per fare turismo a Napoli , si pensi solo al mangiare e bere ? 

Possibile che la cultura millenaria di questa città sia oggi concentrata nelle mani di persone ignoranti che neanche conoscono la storia di questa città ? 

I festival del baccalà ,quelli della mozzarella e il festival della birra .

Ma veramente pensate che sia questo il modo di fare turismo ?

State confondendo arte , cultura e storia con una insano selvaggio turismo basato solo  sul bere e mangiare . State trasformando una città che prima profumava di mare in strade che oggi puzzano solo di frittura . State trasformando antichi cardini della greca Neapolis in luoghi che puzzano di piscio . 

State trasformando bellissimi storici meravigliosi appartamenti nobiliari storici in insignificanti moderni e freddi  B&B, affittacamere o case vacanza che al posto dei loro preziosi affreschi oggi esibiscono economici arredi Ikea .  

State mischiando turismo e cultura in una ricetta velenosa che, guarda caso, sta scatenando anche gli appetiti della camorra sul bussines del turismo . 

Ora sono loro che vogliono gestire anche il modo di fare turismo … e non c’è cosa peggiore di far gestire l’arte e la cultura da persone ignoranti .

Loro credono che raccontare Napoli sia descrivere la nostra città  con i soliti luoghi  comuni  :, Pizza , Pulcinella ,  Vesuvio, Mandolino, Scampia ,sfogliatella ,cuoppo e zeppole e panarotti e Murales di Maradona.

Loro possono essere violenti , prepotenti , ricchi e pieni di conoscenze politiche , ma purtroppo sono e restano uomini ignoranti .  Possono con i loro soldi e i loro malaffari comprarsi anche il foglio di carta che li rende autorizzati a fare del nostro centro storico un nuovo punto del loro bussiness ma una sola cosa non potranno mai avere : o comprare : questa  la cultura , ovvero  quel bene prezioso che non si può prelevare da qualcun altro, ma solo assorbire attraverso lo studio. Una cultura che non si può ottenere se non si conosce e si studia la propria storia .   

Questi nuovi imprenditori del turismo napoletano credono che  basti il murales di Maradona, Scampia, Forcella , l’amica geniale o marefuori  per raccontare Napoli , ma neanche lontanamente sanno  chi sono stati  i vari Bartolomeo Capasso , il De Blasiis, il De la Ville, Basilio Puoti,  Francesco De Sanctis , Giustino Fortunato, Antonio Beccadelli , Giovanni Pontano , Luigi Settembrini,  Giambattista Vico . Benedetto  Croce e le tante discussioni teologiche fatte da Tommaso d’Aquino o Giordano Bruno e Tommaso Campanella che hanno fatto irretire tanti rozzi frati ( precursore di Spinoza l’uno, di Cartesio l’altro ) .

Solo leggendo quanto loro ci hanno lasciato e solo leggendo la storia delle tante dominazioni possiamo capire e far capire agli altri cosa significa vivere a Napoli .

Questa città oggi tutti la guardano ma nessuno veramente la vede ..

Napoli è la città che vanta un patrimonio storico, artistico e culturale dal valore inestimabile. E’ una città è intrisa di storia e di tante dominazioni, ciascuna delle quali ha lasciato un pezzo del proprio patrimonio culturale  con i suoi palazzi e le sue antiche chiese , Tramite essi vi ritroverete automaticamente proiettati  indietro nel tempo,  tra greci, romani, normanni, angioini, durazzo, aragonesi, francesi e  spagnoli.

Napoli oltre ad avere un  suo centro storico  che viene considerato patrimonio mondiale dell’ UNESCO , possiede   monumenti , palazzi , musei , piazze secolari e moltissime  Basiliche e chiese monumentali uniche nel suo genere perchè ricche di affreschi di grandi artisti come Luca Giordano , Caravaggio , Massimo Stanzione , Francesco Solimena , Aniello Falcone , Giovanni Lanfranco ,Micco Spadaro , Ribera , Battistello Caracciolo , Guido Reni , Francesco De Mura , Giacinto Gigante , Bernardo Cavallino , Cosimo Fanzago , Tino de Camaino e tanti , tanti altri artisti.

Questa citta possiede  oltre a  castelli ricchi di storia , cultura ed arte come il Maschio Angioino con il suo bel portale rinascimentale , Castel Sant’Elmo e Castel Dell’Ovo , e la famosa  la cappella sansevero con il famoso Cristo Velato del Sammartino , possiede anche e sopratutto un importante patrimonio culturale fatto di  importanti biblioteche come quella dei Girolamini con 160 mila antichi volumi conservati    ed importanti musei famosi in tutto il mondo come quello Archeologico con la sua famosa collezione Farnese , gli affreschi provenienti dagli scavi di Pompei ed una delle più belle collezioni egizie ed il  museo di Capodimonte con esposti nella sua meravigliosa Pinacoteca dipinti di Tiziano , Caravaggio , Caracciolo , Botticelli , Goya , Massccio , Brugel , Artemisia Gentileschi , Mantegna ed altri .

E’ una città difficile da capire .e sopratutto spiegare agli altri .

Napoli è per antonomasia la città delle contraddizioni, e dei mille colori dove la religione talvolta diventa superstizione e al sacro si mescola il profano. E’ una città che ha sacralizzato la fede attraverso piu di 200 le edicole votive sparse nei vicoli, dove accanto alle immagini dei santi ci sono quelli dei cari defunti camorristi che hanno lasciato questo mondo terreno

.E’ una città camaleontica, in cui è difficilissimo vivere, ma anche bellissimo sopraviverci. E’una città a tratta caotica .che finisce per inglobarti nel suo continuo movimento, un museo a cielo aperto , talmente stratificato che le varie epoche storiche si uniscono  tra di loro. Qui contemporaneo ed antico si fondono alla perfezione, ma nessuno dei suoi abitanto ci fa troppo caso .Ha in superficie una vita brulicante e nel sottosuolo un altro mondo spesso gestito dalla malavita organizzata.

Napoli è una città complessa, contraddittoria. Ogni volta che qualcuno ha tentato di inquadrarla in una cornice la città lo ha smentito un attimo dopo, diventando qualcos’altro” La nostra città da un lato è carnale, frivola , rumorosa , sensuale, viva . Da un altro è caotica e se non stai ben attento  finisce per inglobarti nel suo continuo movimento.Improvvisamente  ti salta al collo e non ti molla più.

Per il turista che sceglie di visitare Napoli, era un tempo  sicuramente piacevole passeggiare nei lunghi e stretti vicoli del Centro Antico tra le caratteristiche abitazioni a piano terra ( i cosiddetti “bassi”). Era bello per loro perdersi tra antichi palazzi nobiliari, monumenti e chiese secolari dove, tra ex-voto in argento e Madonne barocche, si toccava con mano quella fede popolare e autentica che si tramanda di generazione in generazione.

Le nostre chiese del centro storico ,  i suoi palazzi , i suoi stretti e misteriosi vicoli , i suoi vasci , sono stati considerati dall’ Unesco delle vere e proprie opere d’arte  , a tal punto che nel 1995 l’Unesco ha deciso di dichiarato il luogo come  Patrimonio dell’umanità, per la sua unicità nel possedere un impianto urbanistico storico fieramente difeso dalle omologazioni architetturali tanto di moda nel resto del mondo ,

I nostri antichi decumani a differenza dei mutamenti sociali, delle omologazioni culturali di tante altre città’ senza lasciarsi influenzare da ciò che avveniva altrove , aldilà del nostro Golfo aveva conservato per secoli , intatte le sue bellezze ,i suoi monumenti e sopratutto la sua architettura unica al mondo . Spaccanapoli era un luogo  fermo nel tempo, e se solo i suoi abitanti indossassavano  abiti diversi si poteva  immaginare di vivere nel passato.

Spaccanapoli era originariamente, nella sua parte centrale, una delle platee della pianta ippodamea di Neapolis, e partiva da una porta per arrivare ad un’alrsa porta nel lato opposto della città.Oggigiorno, al visitatore frettoloso e disattento in cerca solo di folkore da raccontare divertiti ai loro amici , spaccanapoli  appare come una stradina chiusa  fra palazzi grevi e malandati, densa di botteghe che emanano puzza di frittura e dall’aria tutt’altro che elegante e di negozi poco invitanti, polverosa o fangosa, secondo le stagioniQuasi nulla oggi questo lugo conserva del prestigio che dovrebbe venirle dall’esserestata una delle strade più nobili della città, di aver visto passare tante cavalcate etanti cortei, tanti re e regine. Qui, in una traversa che ora è chiamata Cisternadell’Olio, abitò Giotto, qui Boccaccio passeggiava con i suoi compagnidi bagordi, e Francesco Petrarca era di casa. Qui in via San Biagio dei librai , visse , figlio di un  libraio di umili origini  in un piccolo locale  adibito a bottega al n31 di tale strada, unitamente ad un angusto vano soprastante, che era adibito a dimora familiare , il grande Giambattista Vico. .
Oggi il nostro centro storico , ricco di bar , pizzerie e friggitorie varie si  sta i lentamente trasformando in un luogo qualsiasi , uguale a tanti altri  luoghi simili presenti nel mondo. Un luogo dove si pensa solo al mangiare e al bere e che sta perdendo di vista le vere motivazioni di nomina. che l’unesco gli  aveva conferito .

“Queta città  oggi nutre abbondantemente la pancia, ma insufficientemente il cervello.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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