Palazzo Tarsia ,è uno dei palazzi monumentali della nostra città e  nonostante appaia oggi molto diverso da come era in origine, egli  con la sua maestosa facciata rappresenta comunque uno degli edifici più belli di Napoli .

Quello che resta oggi a noi in  Piazzetta Tarsia  sono con il suo degrado purtroppo  solo le  tracce di una magnificenza antica, e a noi non resta che rievocarne il passato splendore.

Pensate solo che esso era circondato da giardini bellissimi e stupefacenti e aveva nel suo interno una ricchissima biblioteca.

Il palazzo gia allora era comunque una struttura molto complessa nella sua struttura architettonica a tal punto da restare alla fine un opera incompiuta. Se infatti  alla fine ben guardiamo le varie vicende che nei secoli  ha lasciato su questo palazzo ,esse sono solo una parte del più ampio e ambizioso progetto di questa struttura. Il palazzo dei Principi Spinelli di Tarsia alla fine possiamo infatti consideralo solo come un grande sogno irrealizzato nel centro di Napoli.

Quello che in minima parte resta del monumentale complesso voluto dai Principi Spinelli di Tarsia, lo possiamo  ancora oggi ammirare risalendo la Salita Tarsia, alle spalle di Montesanto, fino al Largo omonimo, nei pressi della cinquecentesca Chiesa di S. Antonio a Tarsia.

N.B. E’ da notare che in ogni caso vista la  sua estensione talmente grande, il palazzo comunque alla fine ha dato origine a un piccolo quartiere.

Il palazzo fu eretto nel 1730 su commissione di Ferdinando Vincenzo Spinelli, principe di Tarsia: la costruzione prevedeva il rifacimento di un precedente fabbricato, documentato da Carlo Celano e il progetto fu affidato a uno dei più noti architetti napoletani del Settecento, Domenico Antonio Vaccaro.

CURIOSITA’:  Agli inizi del 1700 la nobile famiglia Spinelli era considerata una delle più antiche e illustri di Napoli, feudataria sin dai tempi dei Normanni e decorata con numerosi ordini cavallereschi.   La nobile famiglia  vantava nel suo albero genealogico numerosi e validissimi guerrieri ,sin dal tempo delle crociate.  Il Principe di Tarsia  Ferdinando Vincenzo ,era discendente della famiglia Spinelli ,un’ antichissima famiglia nobiliare napoletana, al cui capostipite Ferrante   fu conferito cnel 1642 il pricipato di Tarsia .Il titolo si estinse si estinse nel secolo scorso.

L’edificio, in origine, occupava una vasta zona alle spalle della chiesa di San Domenico Soriano, e secondo alcune fonti storiche , gia nel seicento esisteva proprio nell’attuale largo Tarsia  un grandioso palazzo con annesso un esteso giardino, e quindi il Principe Tarsia, fece ristrutturare e ingrandire un ’edificio già esistente ,ancora oggi riconoscibile nel corpo principale dell’edificio.

Il compito del grande architetto Domenico Antonio Vaccaro , era di non facile  esecuzione. Il Principe dal   rifacimento della  preesistente struttuta chiedeva infatti la realizzazione di  una dimora di dimensioni principesche, che doveva essere una delle massime espressioni del rococò napoletano.

Ovviamente il Vaccaro non venne meno al suo impegno e realizzò un edificio centrale in stile sgargiatamene Rococò napoletano, anche se come sappiamo egli non portò mai a termine la realizzazione. dell’edificio  così come lo aveva progettato.Egli  si dedicò al progetto di un palazzo monumentale impreziosito da giardini lussureggianti e grandi spazi luminosi, da costruire sui resti di un’antica masseria., Il progetto è visibile ormai solo su una  antica incisione che vedete qui sotto .

Come potete notare da questo antico progetto, il Vaccaro idealizzò una linea sud-nord che organizzava la struttura in modo simmetrico, accompagnando il visitatore dalla parte inferiore a quella superiore attraverso un loggiato ortogonale che lo distraeva dall’accentuata pendenza naturale del luogo.

Nella struttura, secondo il  disegno redatto dallo stesso Vaccaro, in origine l’ingresso all’intero del complesso avveniva attraverso un arco, dal quale partivano due scenografiche  rampea tenaglicon al centro una scalinata circondate da un immenso giardino, che portavano all’ingresso vero e proprio dove prospetta il maestoso palazzo a due piani con pianterreno. Qui, attraverso altri tre archi, si poteva raggiungere la corte e una biblioteca che il Principe di Tarsia apriva al pubblico tre giorni alla settimana.

N.B. : Il palazzo ospitava anche dei gabinetti di fisica e di chimica. Qui , in una delle stanze, si trovava infatti una piramide con alcuni strumenti matematici, un orologio e, alla base, quattro statue di Francesco Pagano rappresentanti le stagioni; infine, la volta era stata dipinta da Nicola Roffi.

La corte, oltre che dai tre archi d’ingresso, era anticipata da un corpo di fabbrica di tre piani, da cui partiva un ampio terrazzo maiolicato, decorato da statue di marmo, che arrivava sino all’edificio principale, posto in fonde al cortile. Gli interni della struttura, oltre alla biblioteca di cui abbiamo già detto, comprendeva numerose stanze per gli alloggi e anche una vasta pinacoteca, comprendenti tutti i quadri appartenuti alla famiglia Spinelli.

CURIOSITA’: La pinacoteca personale dei principi  vantava ospitare opere di Giotto, Raffaello, Tiziano ,Tintoretto ,Veronese ,Durer ,Rubens ,Van Dyck , Breughel ,Claudio di Lorena e numerosi maestri napoletani, la pinacoteca aperta agli studiosi , era la somma vanteria e attrattiva del palazzo.

Gli appartamenti tutti molto spettacolari  vantavano volte decorate da artisti come Nicola Rossi, Francesco Pagano, inoltre lungo tutto l’ambiente erano disseminate cappelle, armadi intagliati ,orologi solari ,stucchi dorati e quanto più ci poteva essere di Barocco.

 

L’area destinata al verde doveva ispirarsi ai famosi giardini pensili babilonesi, con una ricchezza floreale da sogno, l’andamento sinuoso delle strutture edilizie ispirata ad un sontuoso Rococò rendevano leggerissimo l’enorme complesso. Gli interni si mostravano similmente ad un anfiteatro, un’ Agorà in cui accogliere gli ospiti in maniera degna, disegnata per stupefare, perfino la ricchezza dei rivestimenti maiolicati contribuiva a farne un progetto unico e di grande pregio .

Dall’edificio centrale partiva un ampio emiciclo terrazzato e interamente maiolicato ,decorato tutt’intorno da statue in marmo, purtroppo non più visibili da qualche anno.

Attraversando tre ampi archi si accedeva a dei viali che conducevano a dei terrazzi pieni di giardini e fontane.Tutt’intorno gli edifici erano talmente estensi ,tanto da ospitare anche un serraglio.
Dal primo cortile si scendeva attraverso i tre archi in un vasto spiazzo servito da due viali .cosi grandi da passarvi contemporaneamente cinque carrozze messe di fianco.

Purtroppo, l’intero progetto , anche quello relativo ai famosi giardini realizzati solo nella sua parte supeiore, non fu mai portato a termine .

I giardini come il palazzo rimasero di proprietà  della famiglia dei principi di Tarsia fino al 1840, quando con l’estinzione degli Spinelli, l’intera struttura  fu sottoposto ad interventi riduttivi .Una grossa parte del vasto giardino antistante l’ingresso fu utilizzato per costruirvi un nuovo mercato. Il concorso fu vinto dall’architetto Ludovico Villani, ma le nuove strutture non vennero mai utilizzate per il loro scopo. Infatti, prima fu organizzata una mostra delle Manifatture del Regno e, poi, divennero sede del Reale Istituto di Incoraggiamento e, ancora, sala cinematografica ( famoso cinema Astoria)  e teatrale ( Teatro Bracco) . Il resto del palazzo, invece, venne frazionato e ceduto a più proprietari per permetterne l’utilizzo come condominio

Oggi quello che un tempo in città era considerata una dimora principesca, con ricche aree a giardino,  appare più umilmente a tutti noi solo un grande palazzo invaso da un’urbanizzazione selvaggia. Il suo degrado rappresenta per la nostra città uno dei simboli di tutta l’inefficienza della nostra sovraintendenza  archeologia belle arti e paesaggio per il comune di Napoli istituita dall’art. 4. del D.M. N. 44 del 23 gennaio 2016, si occupa della tutela del patrimonio archeologico, architettonico, artistico e paesaggistico della città di Napoli.

Un ente incapace totalmente di tutelare il patriminio artistico ed archeologico della nostra città . Talmente incapace da non essere stato capace nemmeno di tutelare con il suo SILENZIO – ASSENSO , un Patrimonio mondiale Unesco come i nostri antichi decumani e tutto il centro storico trasformato oramai in un luogo che puzza di frittura.

Oggi grazie a questo inutile ente , l’arte e la storia millenaria che rivive nei nostri monumenti del centro storico , viene  ogni giorno svilita da un’insana quanto scadente invasione di fast food, bar , barretti da 2 euro a Spritz ,  pub , pizzerie e commercio indiscriminato di zeppole , cuoppi e panzarotti e cuoppi ,  o attività di dubbio gusto come kebabbari e negozi di souvenir made in China  

Storiche botteghe , bassi o terranei che affacciano sulle strade sono stati sostituti e adibiti a microbar per smerciare superalcolici a bassissimo costo a portata di tutte le tasche e da consumare all’aperto e non nei locali stessi, che non hanno i requisiti strutturali, igienici e di sicurezza per accogliere utenza.,metre antichi nobiliari palazzi ricchi di  magnifici affreschi sono stati tutti trasformati in moderni freddi ed economici bed and breakfast, con arredi Ikea.

Del bellissimo palazzo Tarsia  abbellito da una delle aree verdi più ricche e eleganti della città che  intendeva rifarsi agli splendidi giardini pensili di Babilonia, di esso oggi si è purtroppo quasi del tutto persa ogni traccia. L’intera struttura, dall’Unità d’Italia a oggi, non è mai stata al centro di un accurato piano di restauro e di salvaguardia, teso alla sua rivalorizzazione. Qualche mente sublime che ci ha governato nel tempo ha addirittura pensato a suo tempo che quei meravigliosi giardini poetavano essere sede ideale di un mercato alimentare. Meno male che l’idea del mercato non ebbe successo  e i mercanti rifiutarono i nuovi spazi che quindi furono destinati così a diversi impieghi:oggi gli antichi giardini di cui tutti in Italia ne parlavano è infatti solo un parcheggio abusivo.

 

 

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