Sul bellissimo lungomare della nostra città , all’altezza di Piazza Vittoria , esiste da tempo una semplice e nuda colonna spezzata verso la sua metà, posta su di un basamento bianco.
Ma vi siete mai chiesti di cosa essa rappresenti ?
Come mai è spezzata ?
Si tratta se ben osservate di una grande colonna in marmo di epoca romana fatta con marmo cipollino con venature verdi-grigie , che però venne montata sulla sua base solo in un secondo momento .
Ad essere costruita nel 1867, fu infatti solo la base di marmo bianco che nel progetto iniziale doveva essere il punto di appoggio di un monumento che ricordasse
l’ammiraglio Francesco Caracciolo che fu tra i protagonisti della Repubblica Napoletana del 1799, ed uo dei primi patrioti ad essere giustiziato tramite impiccagione all’albero della fregata Minerva il 29 giugno 1799.
Al valoroso ufficiale, a cui come potete notare è stata poi dedicato il nome del nostro bellissimo lungomare, in seguito all’Unità d’Italia, fu deciso di dedicare anche una grande statua e di sistemarla sul grande basamento di marmo all’inizio di via Partenope, ma la mancanza di fondi fece purtroppo naufragare il progetto.
Purtroppo la statua non fu quindi realizzata. I soldi infatti bastarono solo a costruire la base del monumento.
Trentadue anni dopo però, nel primo centenario della Rivoluzione Napoletana, Benedetto Croce ripartì all’attacco e tentò nuovamente di «elevare sulla base già eretta da molti anni al principio della via Caracciolo una statua del prode e sventurato Ammiraglio».
Ancora una volta però fu impossibile reperire i fondi. E a quel punto si accese un dibattito, destinato a durare quindici anni, su cosa fare dell’ormai inutile parallelepipedo che praticamente ingombrava il passaggio.
Si decise allora di sostituire al progetto della statua da dedicare a Caracciolo , un monumento da dedicare ai caduti della battaglia di Lissa ( il primo grande scontro navale nell’ambito della terza guerra d’indipendenza italiana che si svolse al largo dell’omonima isola sul mar Adriatico), ma anche questo progetto finì per restare solo una grande idea. Per eseguire questo progetto bisognava infatti realizzare una costosa scultura bronzea e fu quindi anch’esso fu accantonato
Fallito anche questo progetto, a restare nel luogo rimase per qualche anno la sola base in marmo che come un inutile parallelepipedo rappresentava solo un inutile ingombro
Solo nel 1914 vista l’eterna mancanza di fondi si pensò di poggiare sulla base una colonna romana che giaceva da lungo tempo abbandonata insieme a tante altre opere , nei depositi del nostro Museo Archeologico Nazionale,
La soluzione attraente e poco dispendiosa di prelevare dai depositi del Museo Archeologico una colonna antica e sistemarla sulla base di piazza Vittoria, dedicandola «a tutti coloro che la vita hanno offerta alla Patria sul mare». venne da tutti approvata con il trasferimento del pesantissimo reperto di circa duecento quintali avvenne grazie al notevole sforzo d ben i sedici cavalli.
La recuperata colonna romana divenne così quello che oggi conosciamo come il monumento ai caduti del mare.
Ora certamente vi starete chiedendo da dove realmente proveniva la colonna .
SI !
E’ vero !
Essa proveniva dal deposito del Nostro Museo Archeologico …
Ma ancora prima dove si trovava?
La colonna fu ritrovata agli inizi del XVII secolo vicino al Duomo nel corso di uno scavo diretto a rinforzare le fondamenta del campanile . Essa fu promessa inizialmente dall ‘Arcivescovo Ascanio Filomarino ai Deputati del Tesoro di San Gennaro al fine di piazzarci sopra una statua del Santo Patrono. Il successore di Filomarino, il cardinale Inico Caracciolo, cancellato l’impegno, la regalò poi invece al vicerè Pietro d’Aragona che accolse nel 1670 una richiesta dei frati Teatini che vi volevano erigere, sulla piazza antistante la loro chiesa una statua di San Gaetano .Al progetto però si opposero gli abitanti del luogo ed in particolare un certo Agostino Pisani, proprietario d’un palazzo adiacente alla chiesa , il quale sosteneva che la pesante statua di San Gaetano e la relativa colonna destinata a reggerla «sarebbero cadute alla prima scossa di terremoto, provocando danni alle case circostanti e trascinando di consegurnza nella rovina la sua casa e ammazzandolo insieme coi suoi fratelli». Il tribunale gli diede ragione. I lavori furono quindi bloccati . Allora i Teatini, per sfogare la rabbia, riseppellirono la colonna.che venne nuovamente dimenticata per altri duecento anni finché, riscoperta nel 1859, dopo una lunga sosta nei depositi del Museo Nazionale, nel 1914 intraprese il suo ultimo viaggio verso piazza Vittoria.