Il Pio Monte della Misericordia è una Istituzione di beneficenza, ancora attiva, fondata nel 1602 da un gruppo di sette giovani nobili composti da Cesare Sersale, Giovan Andrea Gambacorta, Girolamo Lagni, Astorgio Agnese, Giovan Battista d’Alessandro, Giovan Vincenzo Piscicelli e Giovanni Battista Manso i quali, a partire dal 1601, erano soliti riunirsi tutti i venerdì all’ospedale degli Incurabili per mettere in atto a loro spese un programma di opere assistenziali che avevano l’obiettivo di dare cibo agli ammalati.

Col tempo le opere caritatevoli aumentarono fino ad accumulare anche un cospicuo capitale a fondo benefico, da destinare a persone bisognose .
Fu quindi fondato un ente istituzionale chiamato “Pio Monte della Misericordia” finanziato solo da laici, che si occupò di far convergere le risorse e di organizzare le attività benefiche, che consistevano in quel momento nel soccorrere gli indigenti, assistere gli infermi, riscattare gli schiavi cristiani dagli infedeli, assistere i carcerati, liberare i detenuti per debiti e dare alloggio ai pellegrini.

Il buon governo era garantito attraverso la rotazione semestrale di sette governatori impegnati nelle diverse opere, al fine di assicurare la massima correttezza nell’uso dei fondi benefici. Questi si riunivano due volte alla settimana nella sala dell’Udienza per stabilire i compiti e come organizzare le attività da svolgere.

Secondo un meccanismo di rotazione semestrale ben definito accadeva che ognuno dei governatori eletti ruotasse di volta in volta per assumere alla fine tutte e sette le attività previste: al primo eletto veniva affidato il compito di visitare gli infermi, dopo sei mesi passava all’attività di seppellire i morti, poi a quella di visitare i carcerati, poi di redimere i prigionieri, di soccorrere i poveri vergognosi, di dare alloggio ai pellegrini e infine, l’ultima carica prevista, di gestire il fondo capitale del Pio Monte.
I sette governatori provenivano dalla nobiltà napoletana e venivano inoltre eletti ogni tre anni e mezzo.

Il seicentesco edificio del Pio Monte della Misericordia è costituito dalla Chiesa dedicata a S. Maria della Misericordia e, al primo piano, da una bellissima Pinacoteca che custodisce una delle più importanti raccolte private italiane aperte al pubblico: circa 150 tele dei più noti pittori attivi a Napoli, tra cui Luca Giordano, Vaccaro, Stanzione, Giovan Vincenzo Forli , Caracciolo e Ribera, oltre che la prestigiosa collezione donata dal pittore Francesco De Mura.

Nel 1782, infatti, Francesco De Mura donò in eredità all’istituzione 180 dipinti da lui eseguiti e destinati secondo il suo volere ad essere venduti all’asta per aiutare il Pio Monte a far fronte alle opere assistenziali da mettere in atto; delle tele donate ne sono rimaste in sede solo 33 grazie ad un divieto assoluto di cessione delle sue opere d’arte sancito dal
il Pio Monte nel 1914 .

Il vero fiore all’occhiello del complesso è il grande quadro dell’altare maggiore eseguito da Caravaggio tra il 1606 e il 1607: Le sette Opere di Misericordia, ispirate al celebre artista dai caratteristici vicoli napoletani.
Un olio su tela conservate, realizzato dal Caravaggio, tra la fine del 1606 e l’inizio del 1607 che fu commissionata su incarico della Congregazione del Pio Monte della Misericordia ( per volere di Luigi Carafa-Colonna ).

L’opera, bellissima, concentra la missione della Congregazione del Pio Monte della Misericordia riportandone le opere caritatevoli svolte. Nel quadro è rappresentata un’esaltante visione d’insieme di diversi personaggi e sembra ambientata in un vicolo di Napoli.

ARTICOLO DI ANTONIO CIVETTA
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