CARACCIOLO, Giovanni Battista, detto il Battistello, nacque a Napoli nel 1578.
La sua attività fu molto importante per lo sviluppo della pittura napoletana del Seicento.
Fu uno dei primi e più talentuosi esponenti della nuova tendenza caravaggesca: a Roma e a Napoli.
La sua carriera artistica possiamo senz’altro dire che ebbe inizio dopo l’arrivo del Caravaggio a Napoli nel 1606 di cui egli fu il più attento seguace.

Quando il Caravaggio giunse a Napoli verso la fine del 1606, per sfuggire alla cattura che rischiava dopo l’omicidio compiuto a Roma, restando in città per circa otto mesi si sviluppò intorno alla sua figura una vera e propria “scuola” caravaggesca e il Battistello fu l’artista ad esserne maggiormente influenzato.
Nella Napoli governata dal Vicereame Spagnolo, s’agitavano diverse tendenze artistiche: v’era una folta schiera d’esponenti del manierismo locale (Francesco Curia, Giovanni Angelo d’Amato, Fabrizio Santafede, Ippolito Borghese, Girolamo Imparato), maestri della scuola toscana (Giovanni Balducci), stranieri di scuola veneta (Belisario Corenzio) o di scuola romana (Teodoro d’Errico).

Erano tutte grandi correnti artistiche in contrasto tra loro e paradossalmente nonostante il brevissimo tempo trascorso il Caravaggio fu l’unico a dedicarsi nell’insegnamento (forse proprio per il poco tempo che sapeva rimanere) e di conseguenza a formare una vera e propria scuola.

Michelangelo Merisi da Caravaggio trascinò nel suo vortice d’arte molti pittori di vaglia fra cui Battistello Caracciolo , Jusepe de Ribera, (il quale sposò una figlia dell’Azzolino ) e Carlo Sellitto.

Caracciolo esprime appieno la grande rivoluzione caravaggesca delle tonalità della luce e dell’uso dell’ombra, abbandonando però gradualmente il realismo del “maestro” e avvicinandosi a modelli idealizzati classicisti: fu comunque alla fine uno dei primi e più talentuosi esponenti della nuova tendenza caravaggesca.

Fu allievo di Fabrizio Santafede e di Belisario Corenzio ed uno dei primi a testimoniare il nuovo stile (insieme a Carlo Sellitto) assimilandone il realismo e gli effetti di luce e ombra.
La sua produzione artistica consiste quasi esclusivamente in quadri di soggetto religioso, all’epoca ancora molto richiesti, e suoi dipinti figuravano in numerose e importanti collezioni private del Seicento, compresa quella di G. Roomer, il famoso mercante fiammingo che abitava a Napoli e che ne possedeva almeno due.
A differenza della maggior parte dei caravaggeschi, il Caravaggio durante tutta la sua carriera dipinse numerosi affreschi (tutti a Napoli): Uno dei primi lavori che testimoniano l’influenza caravaggesca fu La liberazione di San Pietro (1608-1610), eseguita per la chiesa del Pio Monte della Misericordia (quello stesso luogo che ospitava, ed ospita tuttora, il capolavoro di Caravaggio: le Sette opere di Misericordia).
Tra i primi quadri posteriori al 1606 sono la Madonna col Bambino e s. Giovanni (al Museo di S. Martino), S. Giuseppe con Gesù Bambino (Losanna, Musée cantonal des Beaux-Arts) e Cristo portacroce ( Quadreria dei gerolamini).

Tra le opere più importanti si segnalano la Liberazione di san Pietro del Pio Monte della Misericordia (1615), e la Lavanda dei piedi (1622), conservata presso il Museo Nazionale di San Martino a Napoli.
Il suo capolavoro, di grandi dimensioni è rappresentato dall’affresco eseguito per la Certosa di San Martino dove le grandiose scene e le figure raffigurate nel ” la lavanda dei piedi ” , sono magistralmente disposte nell’ambiente architettonico, con il Cristo che emerge per il brillante rosso della sua tunica.

Sono inoltre da citare tra le sue opere a Napoli :

I Cherubini al Monte di pietà e in S. Anna dei Lombardi
Scene della vita di s. Gennaro, presso San Martino ( cappella si San Gennaro )
Scene della vita della Vergine, presso S. Martino (cappella dell’Assunzione).)
Scene della vita della Vergine e simboli dell’Immacolata Concezione (S. Diego dell’Ospedaletto, cappella dell’Assunzione),
Nascita della Vergine (Gesù Nuovo, oratorio dei Nobili;
Storie degli Arcangeli (S. Maria la Nova, cappella degli Arcangeli),
Storie della vittoria e dell’entrata in Napoli di Consalvo di Cordova (palazzo reale).
Battesimo di Cristo (Napoli, Quadreria dei gerolamini).
Le due Trinità (Pietà dei Turchini
l’Immacolata Concezione S. Maria della Stella: unica opera dove la firma del C. appare per esteso )
S. Francesco e s. Chiara con un’anima del Purgatorio (Nola, S. Chiara),
Miracolo di s. Antonio da Padova (Napoli, S. Giorgio dei Genovesi
Cristo portacroce (Napoli, Museo di S. Martino
Assunzione della Vergine, (pala d’altare per la cappella dell’Assunta in S. Martino, ora a Capodimonte
S. Gennaro e altri santi vescovi (Napoli, S. Martino; originariamente nella cappella di S. Gennaro, attualmente in quella del Rosario), e, strettamente collegati a questo, S. Martino e S.Giovanni Battista (Napoli, capitolo di S. Martino).
Allo stesso periodo appartengono la Madonna col Bambino (Los Angeles, County Museum of Art), Cristo e la Samaritana (Milano, Brera), la Maddalena (Roma, coll. Busiri Vici), nelle quali il Caracciolo usando perfettamente l’intensità caravaggesca di contrasti tra luce e ombra, interpreta le figure in termini di realismo grafico.

Dopo la sua morte, avvenuta a Napoli nel dicembre del 1635 egli fu sepolto, secondo le sue volontà, presso la chiesa di San Tommaso d’Aquino (ora distrutta).

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