Il Teatro Sannazzaro, soprannominato “La bomboniera di Chiaia”,per le decorazioni raffinate e le ridotte dimensioni , è uno di quei luoghi che ha visto sul suo palco recitare prestigiose Compagnie, attori famosissimi, e vari autori che sono stati indiscussi protagonisti della grande tradizione del teatro napoletano .
Teatro di riferimento della tradizione napoletano , localizzato in Via Chiaia , una delle strade più eleganti della città , venne progettata dall’architetto Fausto Niccolini, per volere di Don Giulio Mastrilli, duca di Marigliano. Esso fu eretta nel 1874 su un suolo di proprietà dei padri mercenari spagnoli dove precedentemente avevano un chiostro ed un piccolo cimitero annessi alla loro chiesa di Sant’Orsola a Chiaia . La cosa avvenne contro la volonta dei frati Mercedari che non gradendo la situazione, chiesero inutilmente immediatamente l’intervento dell’arcivescovo Sisto Riario Sforza.
CURIOSITA : La chiesa fu edificato nel XVI secolo dopo che un nubifragio danneggio’ gravemente l’antica chiesa dei frati Mercedari voluta da Alfonso d’Aragona in onore della vergine della pace . L’edificio sacro ingrandito nel 1576 , aveva un tempo , un chiostro , un convento ed un piccolo cimitero monastico .
Fin dal momento della sua costruzione il Teatro Sannazzaro è stato un importante punto di riferimento artistico e culturale di quella forma di spettacolo teatrale classico napoletano rappresentando in città una tra gli spazi dedicati allo spettacolo più belli di Napoli .
Sia per lo sfarzo dell’edificio, decorato di ori e di stucchi dal buon gusto del Palliotti, sia per. le sue linee architettoniche in perfetto stile roccocò , il Teatro vide fin dalla sua inaugurazione la fervente partecipazione della nobiltà napoletana , divenendo con il tempo un importante punto di riferimento del nuovo salotto borghese e dell’aristocrazia in città .
CURIOSITA’ :Gli articoli dei cronisti definirono il Teatro Sannazaro un jolie bouquet, tutto decorato in bianco e oro, con affreschi del Palliotti sul soffitto, e altre decorazioni “di un bello artistico semplice ed elegante in modo che l’occhio si riposa con compiacenza sopra un tutto armonico”. Di forma più circolare che ellittica, dicono le cronache del giornale Roma “è quasi grande quanto il Fiorentini: ha quattro ordini di palchi, oltre otto bégnoires, a livello della platea; la prima fila è in parte formata da un grande loggione con cinquantacinque poltrone; le altre file, oltre i due del proscenio, hanno quindici palchi comodi e belli…, uno dei più belli e graziosi teatri che conoscessimo”.
La sua attività , praticamente ininterrotta fin dalla seconda metà del secolo scorso, grazie all’impegno dell’attore e impresario Nino Veglia e di sua moglie, la celebre attrice Luisa Conte lo ha reso palcoscenico di riferimento per un’attività legata alla grande tradizione del teatro napoletano. Una tradizione che, alla scomparsa dell’attrice e capocomica, è stata ereditata, portata avanti e sviluppata dalla sua nipote Lara Sansone che ne ha fatto un Teatro di riferimento per il teatro di tradizione napoletano sempre però dando spazio a quanto di nuovo quella importantissima e nobile tradizione produce oggi.
Il teatro venne inaugurato in pompa magna e alla presenza di tutta l’aristocrazia napoletana c 26 dicembre del 1874, con la messa in scena de “La petite Marquise” opera di Henri Meihac messa in scena dalla compagnia Le Roy-Clarence.
La serata si svolse all’insegna della mondanità e della magnificenza, secondo lo spirito della belle èpoche che investì Napoli a quei tempi; il teatro stesso per l’armoniosità delle sue forme e la ricchezza delle sue decorazioni fu etichettato da subito come un “jolie bouquet“.
Subito il Sannazzaro si impose nel circuito teatrale cittadino proponendo il grande teatro italiano dell’epoca: attori come Eleonora Duse , Virginia Mazzini, Ernesto Rossi, Tina De Lorenzo, Adelaide Negri-Falconi, Ermete Novelli, Ruggero Ruggeri , Emma Grammatica, Antonio Gandusio, Sarah Bernhardt , Virginia Marini, ,Ermete Zacconi e commediografi come Achille Torelli , Roberto Braccoed Eduardo Scarpettache fece il suo esordio con la commedia “Na santarella” .
Tutti questi grandi personaggi furono abituali presenze su questo bellissimo palcoscenico teatrale , in una città che poteva vantare una offerta teatrale d’eccezione.
CURIOSITA’:Riguardo al grande Eduardo ed il suo rapporto con questo teatro , bisogna certamente ricordare che al Sannazaro andarono in scena grandi commedie di successo di Eduardo Scarpetta, divenute immediatamente celebri come Li nepute d”o sinnaco o Santarella, che, nel 1889, restò in scena con più di cento repliche . Inoltre il grande Scarpetta concluse qui il suo felicissimo percorso artistico assistendo al puntuale “tutto esaurito” per le sue rappresentazioni. L’ultima sua commedia allestita fu “‘O miedeco d’ ‘e pazze“. Al Sannazzaro inoltre avvenne anche il famoso incontro storico, tra Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello
N.B.Nella storica sala napoletana fu anche di moda il “cinema-varietà”, dove vi trionfarono Maldacea, Gabré, Lia Flirt.
Il teatro divenne famoso, ai tempi, anche per aver ospitato nel 1888 l’installazione della prima cabina elettrica del Comune di Napoli la cui potenza era di 10 Kw. Esso è quindi stato il primoTeatro ad essere stato illuminato per mezzo di luce elettrica .
Una prima flessione della grande popolarità del teatro fu dovuta alla sfortunata gestione del conte Luca Cortese che era succeduto al duca di Marigliano Giulio Mastrilli , ma questo durò solo fino all’inizio degli anni 30 qundo invece la gestione artistica passò ad Armando Ardovino che si assunse l’onere di risollevare le sorti della grande sala teatrale, portandovi Edoardo, Titina e Peppino De Filippo con il loro “Teatro Umoristico”. Egli infatti scritturò per il suo Teatro la “Compagnia Teatro Umoristico ” dei fratelli De Filippo .
N.B.Il Sannazzaro fu per Eduardo , Peppino e Titina un vero e proprio trampolino di lancio per la ribalta nazionale . I fratelli De Filippo nel 1932 ,furono ospiti di questo palco teatrale con la loro “Compagnia Teatro Umoristico ” all’epoca quasi sconosciuta al grande pubblico e presentarono nella stagione 1932/1933, con grande successo ben quindici “novità”.
Il Teatro in città ebbe per lungo tempo un discreto successo ma purtroppo anche per il Sannazaro venne il 1934 e come per tutti i Teatri iniziò grazie ,ai conflitti bellici e al dopoguerra , una sua graduale decadenza fino a farlo diventare, negli anni ‘60, un cinema di dubbia fama mal frequentato con la proiezione di pellicole non sempre di buon profilo.
Il periodo di decadenza e abbandono dove venne addirittura convertito in un infimo cinema di quart’ordine , conobbe la sua fine solo quando nella seconda metà del 1960, fu rilevato da Nino Veglia e da Luisa Conte, Essi grazie alla loro passione ricca di energia supportata da grandi sacrifici economici nel 1969 iniziarono i lavori di ristrutturazione del teatro portandolo al suo assetto originario .
La rinascita e la riapertura della famosa ” bomboniera di Chiaia ” avvenne il giorno venerdì 12 novembre 1971, con la” prima ” della commedia Annella di Portacapuana, di Gennaro D’Avino, riscritta da Michele Prisco e interpretata dalla compagnia stabile di Nino Veglia con i più noti, allora, nomi del teatro; Ugo D’Alessio,Pietro De Vico, Lucia Valeri, Enzo Turco.
Fu un successo senza precedenti a cui seguirono altri innumerevoli grandi successi (Perché papà è mio figlio di Giovanni Rescigno, Ho sposato la più grande di Vittorio Paliotti, Montevergine di Domenico Romano, ‘O figlio d’a nutriccia di Rescigno, La fortuna ha messo gli occhiali di Gaetano Di Maio, Pronto? … 6 e 22 di Paola Riccora, Mpriestame a mugliereta che Gaetano Di Maio e Nino Masiello trassero da un canovaccio di Carlo Guarini.)
Il Sannazaro è stato “teatro dei record”, nel 1976 Il morto sta bene in salute fu lo spettacolo più visto in Italia e con Don Pascà fa acqua a pippa fu ricordato Antonio Petito a cento anni dalla morte. A Luisa Conte, grande, popolarissima attrice si affinarono attori come Giuseppe Anatrelli, Gennarino Palumbo, Bob Vinci, Pietro De Vico, Gianni Crosio, ed il leggendario Nino Taranto che fu protagonista di importanti messe in scena del teatro di Raffaele Viviani come Morte di Carnevale, Lo sposalizio, La festa di Montevergine.
N.B. Nelle intenzioni di Nino Veglia e Luisa Conte e della loro figlia Brigida Veglia, il Sannazaro doveva essere un teatro per la città , dallo schietto carattere popolare incentrato nel recupero del teatro di tradizione
Alla morte di Nino Veglia , la gestione del teatro restò alla moglie Luisa Conte , aiutata dalla figlia Brigida e dal genero Mario Sansone . Scomparsa anche la grande Luisa Conte nel 1994, la nipote, Lara Sansone, da quel momento ha preso le redini della direzione artistica del Sannazaro, creando una Compagnia capace di reinventare i grandi classici del teatro napoletano e mettendo in scena, negli ultimi anni, alcuni importanti allestimenti di commedie di Raffaele Viviani come Festa di Montevergine e Festa di Piedigrotta, ed ospitando gli spettacoli di attori “di tradizione” come per esempio Benedetto Casillo .
A Lara con la sua compagnia va il merito di aver riportato in auge un genere ormai dimenticato, il glorioso “Cafè Chantant”, che proprio al Teatro Sannazaro dal 1996 avevariscosso successi lusinghieri tanto che per molti spettatori la storica sala di Via Chiaia è diventata anche la casa del “Cafè Chantant”, riconosciuto e recensito dai più illustri critici.
In un percorso parallelo di attenzione promozione e produzione Lara Sansone, con Salvatore Vanorio hanno fatto del Sannazaro un punto di riferimento del grande “teatro di tradizione” non mancando comunque mai di gettare un occhio all’attualità .In tale percorso si incrociano inoltre momenti di riflessione e di approfondimento della storia del Teatro napoletano, vedi le mostre dedicate a Luisa Conte, a Nino Taranto, alla tradizione della Piedigrotta, la lettura e la presentazione di libri che autori napoletani hanno dedicato ad argomenti legati alla tradizione dello spettacolo a Napoli, facendone non soltanto un importante richiamo spettacolare, ma anche un eccellente ed eccezionale richiamo turistico inserito a pieno titolo tra le eccellenze dei percorsi di “turismo culturale” .
L’ingresso del teatro è stato anche adibito a caffè all’aperto e intitolato “Il caffè di donna Luisa” dedicato a Luisa Conte, la straordinaria attrice che ha difeso non solo la scena, ma la dignità di uno dei più imponenti cenacoli culturali della Napoli bene.
Oggi il teatro ,magnificamente decorato in bianco ed oro , possiede quattro ordini di palchi a livello della platea; la prima fila è composta da un grande loggione con 55 poltrone. Le altre file sommano 15 palchi, oltre ai due del proscenio. Il Palco reale è conservato nella sua struttura originaria mentre gli interni mantengono lo sfarzo di un tempo. Sul soffitto è possibileinvece ammirare gli splendidi affreschi del Palliotti .