Villa Bruno , è  una delle tante belle ville del settecento  . sorte in epoca borbonica , presenti nella zona  appartenenti al cosiddetto Miglio d’oro  .

L’ampiezza degli spazi , i profumi , i silenzi ,la dolcezza e la lentezza del vivere fecero  difatti  divenire in quegli anni , il luogo  , meta prediletta dei nobili napoletani che pur di stare vicino alla residenza estiva del re che si trovava nella vicina Portici scelsero sopratutto la cittadina di San Giorgio per costruire una propria dimora al fine di  godere in qualche stagione dell’anno di un po’ di fresco e silenzio che questi luoghi incantati anticamente offrivano.  Il suo  ambiente piuttosto rustico, ameno e salubre,  favorì l’edificazione di numerose ville nella zona, e rimase per lungo tempo  tra le mete predilette dai nobili napoletani perchè situata lungo la  strada tra la vicina  residenza estiva del re,  e quella reale  di Napoli , la cosidetta Via Cavalli di bronzo o vecchia strada per le calabrie .

Via cavalli di bronzo ….. che strano nome per una via . Sapete da dove deriva ?

Per scoprire questo dobbiamo ancora una volta portarci ala settecentesca , oggi ristrutturata , Villa Bruno dove agli inizi del XIX secolo si trovava un corpo di fabbrica allestito  a fonderia Reale il cui responsabile era Francesco Righetti . Questi era anche il fonditore di fiducia del Canova , al quale era stata  commissionata  ( nel decennio francese ) una scultura di Napoleone da inserire al centro di  un grande emiciclo che si doveva chiamare  Foro Murat ( odierna Piazza del Plebiscito ) .

Il progetto voluto fortemente dal re francese  Gioacchino Murat , cognato di Napoleone ,  prevedeva un vero e proprio FORO da chiamarsi ” FORO MURAT ”  e per realizzarlo  con un decreto diede addirittura luogo alla demolizione delle due chiese di San Luigi e di Santo Spirito e dei loro  rispettivi conventi . Il re francese purtroppo però non riuscì mai a vedere realizzato il suo progetto e quando la sera del 13 ottobre 1815 , fu a Pizzo Calabro fucilato , processato, condannato e giustiziato , era del suo foro  nel frattempo solo finito il porticato .
Quando Ferdinando IV rientro’ a Napoli penso’ bene di sfruttare l’opera del suo predecessore e volle che nel centro del portico sorgesse la chiesa che aveva promesso in voto se avesse riavuto il trono. Nacque così la chiesa di San Francesco di Paola . Il re  per la sua costruzione incaricò  uno dei migliori artisti dell’epoca della scuola neoclassica , l’architetto Pietro Bianchi di Lugano che successivamente  nel 1822-16 abbelli anche ulteriormente l’ emiciclo della chiesa realizzando otto statue di leoni egizi.

Ferdinando ovviamente tutto voleva tranne che al centro del Foro vi fosse una statua di Napoleone ma invece di  distruggere l’opera pensò bene di utilizzare il cavallo e di sostituire il cavaliere . Accadde così che Carlo di Borbone si ritrovò sul cavallo di Napoleone . Pochi anni più tardi anche Ferdinando volle tenere compagnia al padre e incaricò il Canova di riprodurlo in una posizione analoga accanto al padre . Il Canova però mori dopo aver solo completato il cavallo ed il suo monumento venne poi completato da Antonio Calì

Oggi al centro dell’ emiciclo si possono quindi ammirare due bellissime statue equestri : una dedicata a Carlo di Borbone e l’ altra a Ferdinando IV  ed entrambe , collocate a circa 50 metri una dall’altra  che sono sempre  opera di Antonio Canova, e per forza di cose anche dell’allievo  Calì .

Entrambe le opere furono però realizzate nella fonderia reale di Villa Bruno  in San Giorgio a Cremano dal bravo fonditore di fiducia del Canova , Francesco Righetti , che si dice riuscì a fondere la prima statua in soli cinque minuti grazie ad un ingegnoso sistema basato sul principio dei vasi comunicanti . Nel corpo centrale della sua fonderia sembra che egli avesse fatto realizzare un’enorme pozzo per realizzare le sue monumentali fusioni .

L’ episodio della  realizzazione delle due statue avvenuta in questo luogo ha dato la denominazione ” cavalli di bronzo ” all’intera zona e alla via .

Come avrete potuto capire Villa Bruno , considerata una delle più importanti ville vesuviane  è  certamente uno dei principali punti di interesse della tranquilla cittadina di San Giorgio a Cremano.  Essa è anche denominata  “Palazzo della cultura Vesuviana”, in quanto oltre che ospitare un caffè letterario ed una ricca biblioteca con circa undicimila volumi , rappresenta il luogo di San Giorgio dove  vengono organizzati numerosi eventi, manifestazioni , concerti, ed il famoso  “premio Troisi “, dedicato ai giovani comici.

L’edificio si sviluppa in un corpo unico separato dalla strada da un muro di recinzione e da un cancello realizzato in ferro battuto. Ai lati del cancello sono collocati due medaglioni, recanti le teste di due cavalli di bronzo, in memoria proprio delle due statue equestri realizzate da  Antonio Canova di cui vi abbiamo parlato prima . In questo edificio fu anche fusa la statua di Pulcinella che oggi adorna l’atrio del palazzo. Essa, come tanti altri pulcinella ( vedi via Tribunali a Napoli ) è opera di Lello Esposito ( sangiovese di nascita ).

Nel suo interno oltre a magnifici affreschi che adornano le sale  possiamo ritrovare numerosi arredi degli inizi del XIX secolo come  per esempio , armadietti, tavoli ,  secretaire  e scrittoi . Al primo piano è  gelosamente custodita anche la vecchia bicicletta  che Massimo Troisi usò nel suo ultimo film , IL POSTINO.

La villa appartenne prima alla famiglia Monteleone per poi passare ai Lieto che ospitavano l’arcivescovo di Napoli , il cardinale Ruffo , che veniva a villeggiare a San Giorgio a Cremano . Un tempo infatti quello che vediamo oggi era un amabile luogo di villeggiatura , ricco di numerose ville vesuviane  dotate di ampi giardini  alcune delle quali ancora oggi perfettamente visibili come appunto questo di villa Bruno all’interno del quale vi era una serra in ferro e vetro ed un’esedra semicircolare con statue (  oggi sostituita da un’arena all’aperto in cui si tengono manifestazioni di varia natura promosse dal comune ).Il viale che si estendeva per oltre duecento metri , era arredato con sedili in pietra posti lungo tutti i  due lati che si alternavano con statue e grossi vasi. Oggi alcune delle statue che una volta costellavano il parco sono ancora presenti  sparse nel verde polmone della villa e ad accoglierci nel suo vestibolo  , posto su un piedistallo è il solo busto di Giove .

 

 

 

 

 

 

 

La  bella villa ,  considerata patrimonio dell’UNESCO, fu poi acquistata dalla famiglia Righetti che edificò la nota fonderia per poi venderla ai fratelli Bruno che ne sono stati proprietari fino a quando il comune di San Giorgio non l’ha rilevata e restaurata riportandola al suo antico splendore .

All’oculata ed intelligente amministrazione comunale va  inoltre dato il merito di aver  trasformato la bella residenza in un vero e proprio fulcro culturale della cittadina facendone  il punto di riferimento per attività di vario genere, da quelle ludiche fino a quelle politico-istituzionali.

E’ proprio a Villa Bruno come prima vi abbiamo accennaro che si tiene ogni anno  il famoso premio  massimo Troise  il quale ha portato negli anni passati in città molti artisti del settore e giovani emergenti carichi di arte; Tra le mura di Villa Bruno dimora,inoltre  la Casa di Massimo Troise , creata dall’omonima associazione Onlus e allestita con gli arredamenti e gli oggetti autentici dell’attore vesuviano.

Uno dei punti di forza della Villa è  Comunale anche rappresentato dalla bella e ricca Bibliotecala  inaugurata nel  2002 , grazie ad una generosa donazione del Cav. Giacinto Fioretti .In essa è anche presente una dell due copie della famosa Mappa del duca di Noja  che rappresenta ancora oggi une delle esemplari prove della cartografia moderna.

Oltre alla  biblioteca vi è di interrsanta da vedere anche l’ antica Cappella gentilizia settecentesca della villa . Si tratta di una piccola Chiesa, riservata, addobbata dall’inizio dell’800 con broccati e ricami del 700 appartenuti un tempo alla nobile famiglia . Sul suo altare possiamo ammirare nobile oltre ad alcuni  abiti sacerdotali, un messale del 1802 , un  prezioso calice,e vari oggetti liturgicio  paramenti sacri. In questo luogo  fu il l Papa dell’epoca che, per accordare il permesso di celebrare messa, pretese l’apertura di un nuovo accesso che consentisse l’entrata anche a persone non appartenenti alla famiglia nobiliare.

 

Curiosita’ ,: La finestra che si apre nella Chiesa affaccia  in maniera misteriosa sulle scale che danno al piano nobile, quasi , come per celare la presenza di una figura appartata che segue la celebrazione senza essere vista.

Ultimamente sono state ritrovate  e finalmente riportate in  Villa le ultime  porte in stile roccocò del XVIII secolo  che furono sottratte alla dimora storica nel 1993. Si tratta di due ante in legno, decorate in oro e affrescate a motivi floreali su fondo d’oro che separavano gli ambienti del piano nobile della villa (  si trovavano in un’abitazione privata di Firenze) .

 

Da segnalare tra le varie belle iniziative fatte dall’ultima amministrazione comunale anche la sistemazione  sistemata nel giardino di Villa Bruno dellla scultura futurista dell’artista Guglielmo Roehrsse intitolata ” Donna nel vento ”   che era stata  più volte vandalizzata da ignoti fino ad essere spostata dai giardini pubblici davanti il cinema Flaminio dove fu collocata originariamnte. Dopo il restauro l’opera è stata portata nel Palazzo della Cultura sangiorgese e restituita all’ammirazione di cittadini e visitatori.

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