Paolo Porpora , allievo di Giacomo Recco , è stato uno dei grandi artisti pittorici specialisti di nature morta, I suoi dipinti descrivevano nella miglior maniera pittorica piccoli esseri come pesci, ostriche, lumache, e conche marine, ma erano ugualmente ben rappresentate nei suoi dipinti piccoli animali come lucertole o piccioni e tante cose da cucina.
Nato a Napoli nel 1617, iniziò la sua formazione nell’ambiente naturallistico e caravaggesco della bottega di Aniello Falcone e successivante completare la sua arte come allievo di Giacomo Recco, dal quale probabilmente derivò l’abilità nelle rappresentazioni floreali.
Nel 1656 si trasferì poi a Roma dove entrò in contatto con i generisti nordici tra cui Otto Martens e Matthias Wittkoos, due pittori specializzati in nature morte e sottoboschi. Durante il suo soggiorno nella città papale ebbe modo di acquisire un notevole bagaglio culturale pittorico che costituirono le premesse necessarie per il successivo sviluppo della natura morta napoletana verso gli ultimi decenni del secolo .
N.B. Giunto a Roma, il Porpora, risulta presente nell’Accademia di San Luca dal 1655 al 1670 ed accede nella Congregazione dei virtuosi del Pantheon nel 1666.
A Roma egli visse comunque stabilmente per circa 20 anni facendo parte dell’Accademia di San Luca, e probabilmente possiamo ipotizzare che a nascere a Roma, siano state sopratutto le sue tele per il sottobosco che per vivacità di rappresentazione e cura del dettaglio naturalistico, superò i più affermati specialisti nordici e centro europei dell’epoca.
Il suo sottobosco ritratto con estrema precisione naturalista, è un mondo animale spesso impegnato in attività banali, che nel simbolismo nordico diventano prodigiose metafore della eterna lotta tra il bene ed il male, e talune volte tendono ad incarnare i solenni misteri della fede cristiana. Si tratta di un sottobosco, cupo, misterioso ed affascinante, dove nella eterna penombra di alberi secolari vicino a ruscelletti e stagni brulicanti , si consumano silenziosamente avvolti da un tappeto di muschio e altezzosi funghi, incredibili scene di lotta per la sopravvivenza tra intrecci di radici legnose e di alberi cavi, . A terra i ciottoli esaltano fiori luminosi che occupando spesso la gran parte della superficie disponibile, sembrano emanare una luce abbagliante, che fa da contrasto, con il suo messaggio di vitalità, allo statico mondo delle piante e dei minerali.
CURIOSITA’ : Nella città eterna gareggia alla pari come fiorante con la fama di Mario Nuzzi, il famoso Mario dei fiori, dando luogo a composizioni caratterizzate da un gusto già barocco, senza però rinunciare ad una ferma precisione realistica degli oggetti rappresentati.
Con le opere di Paolo Porpora e la sua vena artistica entriamo insomma nel pieno della storia della natura morta a Napoli. Le sue composizioni trasudano della gioia di vivere ed i suoi colori vivaci rappresentano senza ombra di dubbio uno dei più alti traguardi raggiunti dalla natura morta italiana, risultato ottenuto in un contrasto ben dosato di luci squillanti e melanconiche penombre. Egli viene ancora oggi considerato l’ insuperabile maestro nella rappresentazione di un microcosmo nascosto nell’oscurità, dove combattono per la sopravvivenza piccoli animali come rane, rospi, serpenti, lucertole, granchi, conchiglie e farfalle svolazzanti tra luci soffuse di acque stagnanti circondate da funghi. Porpora a tal proposito mostra nella sua pittura un’attenzione di matrice naturalista nella resa luministica dei petali dei fiori, delle foglie e della frutta.
Si conoscono comunque ad oggi pochissime opere attibuibili con sicurezza al Porpora e rusulta molto difficile stabilire una perfetta cronologia all’interno della sua produzione anche perchè non sappiamo con certezza quando egli sia poi tornato a Napoli ,
Quelli che vengono considerati generamente i suoi primi quadri appartenenti al periodo prime che egli si trasferisse a Roma sono : Natura morta di fiori, Fiori con zucca, Fiori con coppa di cristallo, Essi sono tutti considerati tra i suoi più antichi dipinti e tutti oggi esposti al Museo di Capodimonte, mentre di una sola sua operad el suo periodo romano ad oggi siamo certi , Essa è presente nella collezione romana del principe Agostino Chigi .
Negli ultimi anni della sua attività il Porpora, immerso in un ambiente figurativo come quello romano, denso di stimoli culturali, fu influenzato dalla moda tutta nordica, importata da Flanders e Daniel Seghers, di eseguire ghirlande incornicianti volti di vergini e santi.
Nacquero così le sue ultime composizioni, quel fragoroso diluvio vegetale sul frammento di un sarcofago antico, che possiamo ammirare nel quadro di Fiori e frutta del museo di Valence, apice spettacolare della sua lunga carriera artistica.
La sua morte risale al 24 agosto 1673, un mese dopo aver fatto testamento, Il suo corpo fu sepolto nella chiesa romana di S. Lorenzo in Lucina .
Il grande maestro lasciò la vita terrena a soli 54 anni lasciando la sua arte in eredità al suo allievo Andrea Belvedere.
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