Ecco un altro bellissimo luogo dove poter trascorrere una magnifica giornata in una delle tante belle soleggiate giornate che caratterizzano la nostra città.
Assaporando la suggestione di un recente passato possiamo infatti trascorrere intere ore nel reale parco della Villa di Portici passeggiando in un antico bellissimo parco ricco di secolari piante ( elci, querce, tigli e acacie ) e numerose piante ornamentali.
Il parco venne costruito prima della Reggia , poiché come era costume dell’ epoca ,la sistemazione degli spazi esterni aveva per le dimore reali e aristocratiche ,una priorità’ assoluta attingendo ai modelli francesi in voga in quegli anni ( i giardini intorno all’edificio regale divenivano così , come a Versailles costante teatro della vita di corte ).
Guardiacancelli, guardiacaccia, giardinieri , fattori, massari, vignaioli , fontanieri e guardiani dell’acquedotto curavano e custodivano l’ enorme parco che collegando il Vesuvio al mare faceva da contorno alla deliziosa Reggia .
Re Carlo di Borbone identifico’ infatti l’area dove sviluppare la sua residenza estiva in un vasto territorio ricco di aranceti e limoni ,racchiuso tra il Vesuvio ed il golfo .
L’ edificio reale fu realizzato a cavallo della strada delle Calabrie ( oggi via Università ) ed il suo progetto fu affidato prima ad Antonio Medrano e successivamente ad Antonio Canevari che per sviluppare la residenza decisero di inglobare nel progetto i nobili casini del conte di Palena , del principe di Caramanico,e del principe di Santobuono , con i loro giardini , il palazzo Mascabruno con il suo bosco ( che fu destinato ad accogliere la Cavalleria ) ed il palazzo Valle che ospito’ il personale di corte .
Successivamente , nel 1742 , venne poi acquistata per una cifra di 5250 ducati ,la villa d’Elboeuf al Granatello con i suoi 177 busti di marmo ed altri vari reperti provenienti dagli scavi di Ercolano .
Dopo l’aggiunta di quest’ultima tenuta venne così finalmente a delinearsi il Reale sito di Portici che alla fine dei lavori si estendeva dalle pendici del Vesuvio fino al Granatello con la peschiera ed un forte per la protezione dal mare.
Il parco della Reggia di Portici, appare ancora oggi come allora frazionato in due parti : il bosco superiore che portava verso il Vesuvio ed era originariamente dedicato alla caccia ed il bosco inferiore di tipo ornamentale dal quale si poteva accedere verso il mare.
Il parco inferiore di dimensioni più ridotte , non era altro che parte dell’ antico e preesistente bosco del marchese di Mascambruno , ricco di numerosi lecci ed in pendio verso il litorale marino del Granatello ( dove venne realizzata la costruzione del Bagno della Regina al Granatello ).
Al centro del parco si trovava come adesso una peschiera grande , un piccolo laghetto ( per la pesca dei fanciulli reali ) , una peschiera piccola dove venne creato un giardinetto all’ inglese ,ed un lungo canale rettilineo un tempo colmo di acqua di mare e ricco di pesci , destinato al divertimento della corte e dei reali infanti .
Nel parco superiore si accede ad un incredibile bellissimo bosco di circa 36 ettari che si estende fino alle falde del Vesuvio ,ricco di lecci , quercie , faggi, e pini silvestri .
Il parco progettato dal giardiniere Francesco Geri si ispirava ovviamente per il disegno dei viali, la disposizione degli alberi e la scelta delle piante ai modelli francesi in auge in Europa in quel tempo.
Arricchito di numerose piante ornamentali e molti fiori si trova all’ inizio del bosco ‘ il giardino grande ‘ ( oggi Orto Botanico ) con al centro una bella fontana marmorea sormontata dalla copia della statua di Flora ( l’originale si trova nel museo Herculanense ) .
Adiacente ad esso si trova ‘ il giardino delle rose ‘ un tempo molto amato dalle regine con una bella Fontana di pietra lavica ed un piccolo Poggio dove nell’800 coperta da una pagoda cinese si trovava un tempo , un tavolino con mosaico pompeiano sul quale secondo tradizione i re firmavano le condanne a morte ( il famoso tavolo e’ stato recentemente rubato ).
A questo giardino segue una grande spianata delimitato da un alto muro ed un anfiteatro per gli spettatori ( costruito da Ferdinando Fuga ) dove solitamente avveniva il gioco del pallone .
In questo luogo si trovava e si trova ancora un piccolo fortino per la simulazione della guerra con un piccolo castello dotato di fossi e ponte levatoio ( progettato dal regio ingegnere Michele Aprea ) dove giocava a far la guerra il piccolo Ferdinando ( futuro re lazzarone ).
Si trovava inoltre in questa parte del parco la palazzina degli intendenti, l,antica vaccheria, la pagliaia , un belvedere, una piccola palude , la casetta del vino, l’eremitaggio, l’ oliveto, la vigna di Simeone, le stufe delle piante, la grande nuova vaccheria , alcune abitazioni del Massaro complete di scuderie , ed infine dei sorprendenti locali per le fiere .
Questo ultimo luogo denominato ‘ serragli delle selve ‘ era incredibilmente ricco di animali rari ed esotici e fu per lunghi anni del Regno una delle maggiori attrazioni del Parco .
Erano presenti in questo luogo due grandi leoni ( maschio e femmina ) dell’Africa, una coppia di pantere ,quattro antilopi ,molti canguri Struzzi africani, aironi, una leonessa di Persia ( dono del re Ottone di Grecia ), un istrice ,ed infine un grande elefante donato al re Carlo dal sultano Mahmud .
Il re e la regina erano molto compiaciuti di avere questo strano ( per l’epoca ) ed atipico animale ed orgogliosi lo fecero più volte condurre al loro cospetto .
Il prezioso elefante visse fino al 1756 nel parco reale di Portici , curato e coccolato , affidato alle cure di un caporale babilonese che ogni tanto lo portava a passeggio tra le vie della città’ dandosi grande importanza .
I reali quindi orgogliosi lo facevano spesso esporre al popolo e consapevoli di essere gli unici ad averlo ordinarono al pittore Giuseppe Bonito l’esecuzione di un dipinto dove fosse ritratto l’elefante . Il re Carlo invio’ poi il quadro in Spagna a suo padre Filippo V.
L’elefante finì per essere introdotto anche nel presepe reale dove sostitui’ un dromedario e la nuova scena presepiale si può’ ancora oggi ammirare nel presepe presente al Museo di Capodimonte dove il piccolo elefante viene considerato un pezzo unico nel suo genere per rarità ed eleganza .
Il vero pachiderma alla sua morte fu invece imbalsamato e mandato alla Reale Università’ degli Studi dove ancora oggi è’ visibile al Museo di zoologia.
Se avete tempo vi suggeriamo una visita alla bella reggia voluta dal re di Napoli, Carlo di Borbone, e della moglie, Amalia di Sassonia , come residenza estiva reale considerata da molti una delle più belle in Europa.
La Reggia fu costruita nel 1738 e alla sua realizzazione lavorarono ingegneri, architetti e decoratori, da Giovanni Antonio Medrano ad Antonio Canevari, da Luigi Vanvitelli a Ferdinando Fuga; per la decorazione degli interni operarono, Giuseppe Canart, Giuseppe Bonito e Vincenzo Re, mentre per i bei giardini di cui abbiamo parlato e per il parco Francesco Geri. Per accedere alla Reggia dal mare, nel 1773 fu anche costruito il porto del Granatello.
Il sito prescelto da re Carlo sopratutto per motivi paesistici e per le adatte risorse alla caccia, si rivelò nel tempo ricco di antichi reperti archeologici ed a ad ogni scavo della terra, necessario per costruire la reggia emergeva continuamente qualche meraviglia del passato provenienti dalle città sepolte di Ercolano e Pompei. Tutte queste opere furono poi sistemati nelle stanze della Reggia formando con il tempo una delle raccolte più famose al mondo che diedero vita poi all’Herculanense Museum, inaugurato nel 1758 che divenne meta privilegiata del Grand Tour.