Il canonico Carlo Celano ,  figlio del medico Salvatore e di Antonia Picaccia , nacque  a Napoli nel 1693  .

Il padre era un grande appassionato di arte e architettura e nelle sue innumerevoli passeggiate per la nostra città  alla ricerca di antiche testimonianze del passato , spesso portava  con se il proprio figlio Carlo , al quale  non mancò di trasmettere  la grande passione per la nostra città .

La sua formazione, oltre che nello studio paterno, si svolse presso i gesuiti   e, quindi, all’università dove si laureò  in giurisprudenza  nel giugno del 1642 .  Immediatamente dopo intraprese la professione forense e, al contempo, cominciò a scrivere componimenti letterari, sia in poesia che in prosa. Fu comunque ben presto costretto ad abbandonare la carriera d’ avvocato  a causa di un incidente giudiziario e dei sospetti di un suo coinvolgimento nella rivolta di Masaniello ,  che lo condussero nel carcere alla  Vicarìa , da cui fu liberato solo dopo per l’intercessione dell’ influente amico Giacomo Capece Galeota.

Dopo questa triste avventura decise comunque di abbandonare la carriera di avvocato ed intraprendere invece  la carriera ecclesiastica  iscrivendosi  nel 1660 , alla Congregazione delle missioni apostoliche di Napoli dove poi prese i voti religiosi . In questo ambiente  ricoprì fin dal primo momento  incarichi di responsabilità e, nel 1664, quindi non molto tempo dopo , venne subito nominato canonico della cattedrale dall’arcivescovo Filomarino  che gli affidò addirittura i lavori per il restauro della basilica di S. Restituta che si era resa  necessaria a causa dei danni provocati dal terremoto del 5 giugno 1688 . il Celano, dopo essersi  impegnato nella raccolta dei fondi che avrebbero finanziato i lavori, ebbe come incarico la direzione dei lavori.  La chiesa venne riaperta con grande grande  sfarzo emagnificenza nel 1692.

Il Celano è stato uno dei più grandi amanti della nostra città , con la quale ebbe un  profondo legame affettivo . Egli amava talmente tanto Napoli da girarla ed esplorarla in maniera quasi ossessiva nel  raccogliere nuove informazioni e vecchi documenti  su antichi palazzi e antichi monumenti che  fecero di  di lui nel tempo un vero e proprio storico dell’arte di Napoli: infatti egli provò a ricostruire la tradizione artistica della città, servendosi da un lato di un vasto bagaglio erudito accumulato tramite ricerche d’archivio e biblioteca, dall’altro cimentandosi egli stesso nell’attività pratica di archeologo. La competenza che in tal modo acquisì e l’adesione appassionata che caratterizzava la sua ricerca lo abilitarono quale accompagnatore dei forestieri che capitavano a Napoli.

La sua conoscenza di Napoli era talmente elevata che è proprio grazie ai suoi numerosi scritti sulla nostra città che oggi abbiamo tante dettagliate notizie sulla Napoli del seicento. Egli ci ha infatti lasciato un accurato censimento dei monumenti della Napoli di quei tempi .

Ma egli non fu solo un grande appassionato della nostra città ed un grande cicerone , ma anche un famoso autore teatrale e satirico  la  cui  produzione drammatica pubblicata  con lo pseudonimo di Ettore Calcolona portò alla formazione di  una trentina di drammi che continuamente recitati  dalle compagnie comiche del tempo riscontrò  un notevole successo di pubblico.

Il Celano continuo ospite del salotto intellettuale dell’avvocato  Valletta ,dove conobbe il pittore Luca Giordano , fu anche  un brillante animatore della vita culturale cittadina dove faceva continua mostra della sua esperienza come esperto conoscitore delle antichità cittadine.

Trascorse il resto della sua sua vita a raccogliere dati e descrivere e poi trascrivere minuziosamente il ricco patrimonio artistico, architettonico e culturale della nostra città  in una bellissima  opera che ancora oggi rappresenta per chi ama la nostra città una importante guida storico-artistica e architettonica di Napoli.

L’opera , pubblicata  un anno prima della  sua morte, avvenuta nel 1692,  all’età di 75 anni, con dedica al papa Innocenzo XII,  (napoletano di casa Pignatelli ) dal titolo ”  le Notizie del bellodell’antico e del curioso della città di Napoli per i signori forestieri “  stampato da Giacomo Raillard,  e illustrato con piante e vedute è composto in dieci parti in otto volumetti.

 

 

Quest’opera era stata scritta col principale obiettivo di accompagnare, in dieci itinerari, i  forestieri che visitavano la nostra città . Una vera e propria guida ,  che è anche una monumentale ricerca storica descrivente minuziosamente il ricco patrimonio artistico, architettonico e culturale napoletano.

La sua guida che gli portò grande fama , ebbe tale successo che, nel corso del Settecento, fu stampata tre volte e poi nuovamente nell’Ottocento, a cura di Giovanbattista Chiarini. E stata  poi recentemente più volte ristampata e aggiornata per essere adattata ai tempi.

Benedetto Croce una volta letto questi volumi descrisse l’opera  come “un rapido profilo di un letterato secentesco, che compose la più ampia e vivace descrizione della città di Napoli”.

Si tratta in effetti di una vera e propria guida concepita con criteri moderni: il Celano ,  sembra infatti accompagnare i visitatori di strada in strada, secondo un itinerario che dal palazzo del nunzio a Toledo approda, attraverso numerose tappe distribuite in dieci giornate, al borgo di Santa Maria di Loreto, con un’escursione ai casali vicini, fino al monte Somma.

 

Il canonico Carlo Celano  morì a Napoli il 15 dicembre  1693, e fu sepolto nella basilica di S. Restituta.

 

 

 

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