La Basilica di San Pietro ad Aram sorge, secondo la tradizione, nel luogo dove San Pietro celebrò la prima messa e battezzò Santa Candida e Sant’Aspreno, i primi napoletani convertiti al Cristianesimo. L’indicazione “Aram” deriva da “Ara Petri”, la pietra-altare utilizzata da Pietro per la celebrazione della messa.
Sul medesimo altare celebrarono messa vari vescovi come San Silvestro I, San Pelagio, San Gregorio Magno e San Nestoriano, vescovo africano sbarcato a Napoli insieme a San Gaudioso.
Secondo molti la chiesa dovrebbe risalire al 444 dopo Cristo , in concomitanza del passaggio di San Pietro, mentre altre fonti fanno risalire la chiesa all’anno 877 dopo Cristo.
La struttura attuale, comprendente anche un monastero di Monaci Regolari di Sant’Agostino fu costruita su quella paleocristiana nel XII secolo.
L’interno è a croce latina con quattro cappelle laterali tutta decorate con stucchi antichi e colonne scanalate, conserva, oltre a splendidi dipinti su tela e tavola realizzati da grandi artisti come Jusepe de Ribera, Massimo Stanzione, Mattia Preti, Luca Giordano, Andrea Vaccaro, Giacinto Diano e Belisario Corenzio, anche un antichissimo affresco di Santa Candida, tornato alla luce dopo molti secoli.
Molto interessanti da vedere anche i bassorilievi di Nauclerio .
Lavori di restauro effettuati nel 1930 hanno portato alla scoperta di una Cripta, di una chiesa paleocristiana e di Catacombe.
La chiesa di Corso Umberto I (civico 292) è uno dei luoghi fondamentali del cristianesimo nel Meridione. Come ebbe a rimarcare ancora nell’800, lo storico Gennaro Aspreno Galante: «Tra i più sacri luoghi che venera la devota Napoli, merita certamente il primato questo tempio». A ribadire l’importanza del luogo saranno anche papa Clemente VII e papa Clemente VIII che vi autorizzeranno la celebrazione del Giubileo (l’anno santo), in modo da evitare ai pellegrini napoletani l’allora faticoso viaggio, nel 1526, nel 1551 e nel 1576.
La cripta che ospitava i resti di Candida divenne nel tempo ovviamente come spesso succedeva in passato per i luoghi dove erano sepolti dei santi, un luogo di sepoltura. E anche qui, come al cimitero delle fontanelle, come nella chiesa del Purgatorio ad Arco, si diffuse il culto delle “capuzzelle” e delle anime del Purgatorio .
Al culto dei santi si sovrappose quindi quello per le «anime pezzentelle» quando i vasti sotterranei (in parte visibili), come le altre cavità di Napoli, si riempirono di resti umani anonimi. L’attenzione per le anime del Purgatorio è rimasta altissima nonostante i divieti ecclesiastici: fino a poco tempo fa c’era chi portava fiori ed accendeva lumini persino davanti alle nicchie che erano state murate (si tramandava la memoria della posizione del teschio).
Quando negli anni settanta del 900 il cardinale sospese questo culto che a Napoli era divenuto un vero mercimonio esecrabile (perché addirittura si cominciavano a commerciare crani garantiti), anche qui la cripta venne chiusa. Nonostante ciò, ilculto delle anime era ancora fortemente sentito.
N.B. Ancora oggi questo antico culto in alcuni quartieri popolari è anora molto sentito . Ciò lo si nota dalla tradizione di coprire e nascondere i teschi con pannelli di legno che formano dei veri e propri loculi sui quali vengono affisse le richieste di grazia.
L’ipogeo fu definitivamente chiuso al culto solo in seguito al sisma del 1980.
La chiesa più antica e misteriosa di Napoli , oggi dopo un lungo restuaro finalmente riaperta al pubblico, è situata in una traversa a ridosso del Corso Umberto , alle spalle di Piazza Garibaldi , oggi stretta tra il caos del Rettifilo e il degrado del mercatino che ne impedisce persino l’accesso dalla porta principale (ci piazzano le bancarelle davanti) , è uno dei pochi edifici del passato rimasto , nella zona adiacente la Stazione centrale di Napoli ,scampata al Risanamento di Napoli nel secolo scorso.
La Basilica nel periodo napoleonico fu adibita a caserma per le truppe francesi. Essa fu anche danneggiata dal terremoto del 1980, ma l’amore del popolo ne ha permesso la riedificazione.
La costruzione originaria venne ampliata nel Dodicesimo secolo annettendo anche un monastero; Nel 1453, grazie al re Alfonso I d’Aragona, la chiesa fu affidata ai Canonici Lateranensi. In questo periodo, la basilica fu inglobata nelle mura cittadine, fu restaurata e il monastero arricchito da un bellissimo chiostro con colonne in marmo e archi a tutto sesto; inoltre, ne fu costruito un altro nel Cinquecento in piperno.Infatti verso la fine dell’ottocento ,fu attuato un piano urbanistico ,che con l’intento di debellare il colera e di dare una ripulita alla zona ,l’intero quartiere fu soggetto a un ricostruzione, che vide interi rioni ,vicoli e viuzze , con palazzi addossati l’un su l’altro rasi al suolo, per far spazio ad una strada ampia e luminosa , che ricalcasse in parte i boulevard francesi ,la strada è appunto il Corso Umberto.
N.B. La meravigliosa chiesa fu putroppo parzialmente sventrata dall’operazione del “Risanamento di Napoli”” e quindi dalla creazione del Rettifilo. Oggi infatti l’attuale ingresso ci conduce infatti direttamente nella navata destra. Durante il periodo di Risanamento edilizio della città di fine Ottocento, fu putroppo anche abbattuto il chiostro di San Pietro ad Aram e le sue colonne trasferite nella chiesa di Sant’Aspreno. Dei due chiostri che in passato caratterizzavano questo monastero è oggi possibile vedere le sole colonne nel vestibolo di Sant’Aspreno.
Le origini di questa chiesa sono molto antiche ; pare infatti che la chiesa di san Pietro ad Aram sorga nel luogo dove san Pietro celebrò la prima messa a Napoli e in tal momento battezzò due santi (santa Candida,Sant’Aspreno) altrettanto famosi le cui gesta si confondono tra miti e leggende .
N.B. All’ interno della chiesa e’ ancora oggi custodita l’Ara Petri, ovvero l’altare su cui pregò San Pietro durante la sua venuta a Napoli .(l’altare di San Pietro, che si trova nel vestibolo, è sovrastato da un affresco rinascimentale).
L’ Apostolo Pietro proveniente da Antioca e diretto a Roma, fece una sosta a napoli ,e qui incontro una vecchia signora,di nome Candida,la quale era gravemente malata.
Quest’ultima portata a cospetto del Sant’uomo ,implorò la la grazia per la sua guarigione nonostante ella fosse una pagana e non credente, Pietro commosso da tale richiesta opero’ la guarigione facendo immergere Candida nell’acqua di un pozzo. E cos’ la nostra Candida guarì dal male che da tempo l’affligeva.
La nostra amata Candida ,immediatamente convertitasi al Cristianesimo, dopo l’avvenuto miracolo, visto che San Pietro era stato efficacissimo con lei, chiese al santo se poteva fare qualcosa anche per un suo amico, Aspreno da tempo ammalato assicurando al futuro ” guardaporte del Paradiso “che anche lui se fosse guarito certamente si sarebbe convertito alla nuova fede.
Così Pietro salvò anche lui dalla malattia e dopo averlo catechizzato, lo battezzò e prima di ripartire verso Roma, lo pose a capo della nascente chiesa napoletana come vescovo poiché nel frattempo la comunità cristiana era divenuta ampia e necessitava di un pastore.
Aspreno, come primo vescovo di Napoli rimase in carica nella nostra città come capo della chiese per circa 23 anni acquisendo in particolar modo fama di guaritore. Egli fu particolarmente ricolmo d’amore verso i poveri e si dimostrò sempre disponibile verso qualsiasi persona al di là del ceto e della condizione sociale, a tal punto che dopo la sua morte divenne per un paio di millenni il riferimento di tutti coloro che soffrivano di emicrania.
Il suo speciale carisma fece accrescere la comunità cristiana napoletana., mentra la Basilica di San Pietro ad Aram, dove secondo la tradizione, San Pietro celebrò la prima messa e battezzò Santa Candida e Sant’Aspreno, cioè i primi napoletani convertiti al Cristianesimo, divenne meta di pellegrini alla ricerca del pozzo misterioso e della sua acqua che sarebbe miracolosa. Per secoli la leggenda ha infatti sostenuto che questa acqua fosse in grado di mitigare i dolori del parto e che in generale guarisse gli infermi. Ecco perché santa Candida è considerata la protettrice delle malattie corporali.
I due futuri santi , crearono una cripta che divenne il primo luogo di sviluppo del cristianesimo nella città di Napoli. Aspreno divenuto primo vescovo di Napoli , fu profondamente legato a questo luogo e custodì preziosamnte l’altare dove Pietro (Ara Petri) aveva celebrato, pregato e compiuto la prima messa cattolica a Napoli ed suoi prodigi . Egli custodì la preziosa pietra, prima all’interno di una piccola edicola e poi in seguto nella Basilica di San Pietro ad Aram li sopra eretta.
Anche candida non lascio mai piu questo santo posto . La credenza popolare vuole che la santa donna abbia vissuto il resto della sua vita , nella cripta sottostante l’originaria chiesa napoletana ,alla quale si accede mediante una piccola scala dal transetto sinistro, dove sono visibili l’ambulacro e il famoso antico pozzo che aveva poteri taumaturgici . Nella cripta si sono rinvenuti numerosi scheletri di martiri Cristiani, fra di essi quello di Candida posto in una nicchia di fianco all’altare dove numerosi fedeli si recano da tempo immemore in cerca di grazia.
N.B. Ad Aspreno viene collegata la cappella che si trova in piazza Bovio (inglobata nel Palazzo della Borsa), dove è possibile ancora oggi vedere la pietra bucata nella quale infilava la testa chi voleva guarire dall’emicrania
CURIOSITA’ : Nei sotterranei della basilica secondo molti era presente un pozzo le cui acque avevano il potere di attenuare il dolore delle partorienti e favorire il lavoro delle ostetriche .
