Il Teatro  a Napoli ha origine antichissime.

Secondo fonti storiche rappresentava una fonte di svago perfino per  imperatori  come Nerone che soggiornavano nella città partenopea. Prima dell’avvento del cinema, in ogni quartiere erano dislocate almeno due sale teatrali.

Esplorare questi Teatri  significa immergersi nella  storia di Napoli, nella sua arte , e sopratutto conoscere  quei suoi  artisti che hanno reso gloriosa l’  immagine della nosta città nel  mondo.   . La loro conoscenza  e quella  connessione unica tra storia, arte e teatro che li distingue puo diventare per ognuno di noi  un’esperienza coinvolgente.

Proviamo insieme quindi ad esplorare insieme i  teatri più belli e famosi di Napoli in un tour diverso dal solito.

 Il Teatro San Carlo

Uno dei teatri napoletani più rinomati della nostra città è certamente il San Carlo,che si trova  in piazza Trieste e Trento incastonato a pochi passi dall’elegante Via Chiaia e dall’iconica Piazza del Plebiscito,

Fondato nel 1737 è il più antico teatro lirico  d’Europa  ancora in attività ed il teatro italiano più capiente. Con cinque ordini di palchi, il loggione ed il palcoscenico può infatti accogliere oltre duemila spettatori. Stehdhal, assistendo all’inaugurazione del teatro San Carlo, affermò: “La prima impressione è di essere piovuti nel palazzo di un imperatore orientale. Gli occhi sono abbagliati, l’anima rapita…”.

Questo antico Teatro di Napoli , considerato da molti uno dei teatri più belli d’Europa , simboleggia l’eccellenza culturale della nostra città ed assume il ruolo di  ambasciatore dell’arte napoletana nel mondo.

Molti infatti non sanno che Il Teatro  San Carlo di Napoli ha una  data di nascita che anticipa di 41 anni la Scala di Milano e di 55 anni  la Fenice di Venezia. e rappresenta  uno dei Teatri piu’ famosi e prestigiosi al mondo .

Esso è  il teatro lirico di Napoli , ma rappresenta da sempre il tempio lirico italiano e sorge  accanto al Palazzo Reale

Fu costruito nel 1737, per volontà del Re Carlo di Borbone fortemente intenzionato a dare alla città un nuovo teatro che rappresentasse il potere regio.

Il tutto ebbe inizio quando nel 1736 , re Carlo Borbone di Napoli , informo’ la casa degli Incurabili che il Teatro San Bartolomeo , nonostante i lavori di ingrandimento , non rispondeva piu’ alle esigenze della corte per cui occorreva costruire un teatro nuovo . Il re per economizzare sulle spese, dispose che  era possibile utilizzare il legname del vecchio edificio per costruire i nuovo palchi .

Il progetto fu affidato all”architetto Antonio Medrano e l’appalto fu dato ad Angelo Carasale che si impegno’ ad ultimare i lavori per il mese di ottobre , affinche’ il nuovo teatro fosse inaugurato il 4 novembre , giorno dell ‘onomastico del re .
Il disegno di Medrano prevedeva una sala lunga 28,6 metri e larga 22,5 metri, con 184 palchi, compresi quelli di proscenio, disposti in sei ordini, più un palco reale capace di ospitare dieci persone, per un totale di 1379 posti.
Fu inaugurato il 4 novembre 1737 con la rappresentazione dell’Achille di Pietro Trepassi detto il Metastasio e musica di Domenico Sarro.
Come era usanza dell’epoca, Achille è interpretato da una donna, Vittoria Tesi, detta «la Moretta», con accanto la prima donna soprano Anna Peruzzi, detta «la Parrucchierina» e il tenore Angelo Amorevoli.

N.B. La facciata fu modificata sempre dall’architetto Antonio Niccolini nel 1810, con l’aggiunta della loggia  e dell’atrio per fare entrare le carrozze.

Nel 1772 il teatro subisce una ristrutturazione ad opera dell’architetto e scenografo Antonio Niccolini . Il caposcuola del Neoclassicismo a Napoli interviene, a più riprese, sull’edificio che progressivamente acquisì la fisionomia odierna .

Nella notte del 13 febbraio del 1816 un terribile incendio purtroppo devastò totalmente  l’edificio a tal punto da lasciare intatti solo  i muri perimetrali e il corpo aggiunto. La ricostruzione, compiuta nell’arco di nove mesi, fu  sempre diretta da Antonio Niccolini, che ripropose  a grandi linee la sala del 1812.

Lo scrittore Stendhal, all’inaugurazione del 12 gennaio 1817, neanche un anno dopo l’incendio che aveva devastato il Teatro, scrisse: “Non c’è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro ma ne dia la più pallida idea. Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è un colpo di Stato. Essa garantisce al re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare…
Appena parlate di Ferdinando, vi dicono: ‘ha ricostruito il San Carlo!’”.

La magnifica sala con sei ordini di palchi e al centro il palco reale, sormontato dalla corona del Regno delle due Sicilie, può contenere circa 3000 spettatori. Uno dei pregi del teatro è la sua perfetta acustica.

In questo Teatro hanno  esordito anche i musicisti Paisiello e Cimarosa, raffigurati nelle due statue ai lati del vestibolo dell’ingresso.

Ma tutti i più grandi artisti prima o poi hanno calcato le scene del Teatro, come Niccolò Paganini e Vincenzo Bellini,  Rubinstein, Jacquline Du Pré ,Toscanini, Stravinskij , Gaetano Donizetti , Gioacchino Rossini, Domenico Cimarosa e Giovanni Paisiello, Saverio Mercadante, Giuseppe Martucci, Puccini, Mascagni, Giordano, Cilea, Alfano,  Bernstein, Muti, Busoni, Karajan, Vassiliev, Maxinova, Rudolf Nureyev, Fracci ,Fanny Cerrito, Carlo Broschi in arte Farinelli , il Caffariello (Gaetano Majorano), pupillo di Porpora,( uno dei castrati più famosi del suo tempo) accanto a Gizziello (Gioacchino Conti) e Gian Battista Velluti. E ancora tra le tante voci quella di De Lucia e Caruso, Di Stefano e Krauss, Del Monaco e Corelli, Tebaldi e Callas, Caniglia e Toti Dal Monte, Gigli e Tagliavini, Pavarotti, Domingo e Carreras e tanti tanti altri …

Tra gli impresari va citato il piu’ grande di tutti, Domenico Barbaja ( il ‘principe degli impresari ).L’uomo che scoprì Rossini, Bellini e Donizetti, introdusse la roulette in Italia e diventò immensamente ricco  partendo da una condizione sociale assai bassa : sguattero prima in una taverna dei bassifondi , poi cameriere di caffe’ ed infine gestore dell’appalto dei giuochi d’azzardo nel ridotto del teatro della Scala di Milano che gli permise di fare un sacco di soldi .
A Napoli , dopo una approfondita riflessione dinanzi ai relitti melanconici del San Carlo incendiato egli si presentò al re, offrendosi di far ricostruire a proprie spese il teatro.
Con il consenso del sovrano, il Barbaja si pose all’opera e nello spazio di dieci mesi il Real Teatro San Carlo fu di nuovo in piedi, pronto ad accogliere spettacoli .
Ricco , straricco , potente più che i ministri del sovrano tanto da essere definito il “viceré” di Napoli, egli aprofittò di quella sua condizione privilegiata soltanto per rendere più belli e addirittura splendidi, i suoi spettacoli.

Famosa e molto ricercata nei vari teatri divenne anche una bevanda da lui inventata chiamata” la barbajada, ” fatta di  una gustosa miscela di panna, caffè e cioccolata.

 

Un tour tra i teatri più famosi di Napoli

Teatro Mercadante

Altro illustre teatro a Napoli è il Mercadante. La sua inaugurazione risale al 1779, anno in cui la stampa gli attribuì il riconoscimento di teatro più bello d’Italia. Costruito su progetto del colonnello messinese Francesco Sicuro, affacciato su piazza Municipio, l’edificio del Mercadante ha una forma quadrata all’esterno ed una pianta sferica all’interno, e può ospitare quasi 600 spettatori. In questo Teatro  si sono succeduti i più grandi musicisti dell’epoca e interpreti in grandi commedie, drammi e spettacoli. Oggi fa parte , insieme al Teatro San Ferdinando del Teatro Stabile di Napoli, un’organizzazione teatrale di servizio pubblico,

Teatro San Ferdinando 

Nel novero dei teatri di Napoli  questo  teatro occupa un posto particolare;  sul suo palco si esibiva infatti  regolarmente la compagnia del grande Eduardo de Filippo .

Quasi raso al suolo dai bombardamenti, il San Ferdinando fu acquistato e ricostruito da Eduardo De Filippo. Nacquero così le prime compagnie teatrali: “Il Teatro di Eduardo” e “La Scarpettiana” che hanno incarnato  per circa 26 anni   lo spirito di Eduardo, fino alla sua chiusura del 1980. Tenace, come il suo proprietario, fu riaperto nel 2007 per volontà di Luca De Filippo, che successivamente lo donò al Comune di Napoli affinché fosse restaurato e riconsegnato al pubblico napoletano.

Costruito alla fine del Settecento in una traversa di Via Foria  tutt’ora aleggia  su questo antico teatro lo spirito del grande Eduardo: ad accogliervi al vostro arrivo troverete infatti   proprio dipinto sulle sue saracinesche il suo volto , Si tratta di un’opera eseguita dal  noto artista street art Jorit.  Al suo interno si possono infatti trovare numerosi oggetti di scena della vecchia compagnia. che vanno dai lumi fatti restaurare da una fabbrica di Murano, al Pulcinella in marmo colorato, disegnato da Titina De Filippo. Oggi il San Ferdinando è un accogliente teatro, disposto su tre livelli e capace di ospitare fino a 500 spettatori.

Teatro San Ferdinando

Teatro Augusteo

Immancabile all’appello tra i piu famosi della nostra città è anche il teatro Augusteo .

Esso costrito su un  preesistente Teatro che conteneva ben 1600 posto a sedere ,realizzato da  Luigi Vanvitelli nel 1772 , all’interno di  quello che una volta era il nobiliare seicentesco  Palazzo Berio , nasce   negli anni ’20, con una predilezione per il cinema più che per il teatro. Chiuso durante la guerra, riaprì poi  negli anni ‘80 esclusivamente come sala teatrale.

Il Teatro si trova  situato in posizione strategica, in Via Toledo, a pochi passi dalla funicolare centrale e precisamente in quella  piazzetta antistante la Funicolare Centrale della nostra città  che collega piazza Ferdinando Fuga, nel centro del Vomero, con piazzetta Duca d’Aosta e quindi nei pressi della galleria Umberto I e di piazza del Plebiscito,

Con la sua  nuova gestione dal primo anno  ha curato particolarmente la qualità degli spettacoli in programmazione, creando un naturale gemellaggio con il Sistina di Roma per la capienza della sala, ma non trascurando la prosa; il pubblico segue con interesse le proposte del cartellone in abbonamento (circa 10.000 abbonati) ma anche i concerti di musica classica e leggera. L’Augusteo si pone anche come sede di congressi e meetings.

Teatro Sannazaro

Il Teatro Sannazzaro,  soprannominato “La bomboniera di Chiaia”,per le decorazioni raffinate e le ridotte dimensioni ,  è uno di quei luoghi che ha visto sul suo palco recitare prestigiose Compagnie,  attori famosissimi, e vari autori che sono stati indiscussi protagonisti della  grande tradizione del teatro napoletano

Esso  eretto  nel 1874  è stato  fin dal momento della sua costruzione  un importante punto di riferimento artistico e culturale di quella forma di spettacolo teatrale classico napoletano rappresentando in città una  tra gli spazi che vide fervente partecipazione della nobiltà napoletana nonchè  un importante punto di riferimento del nuovo salotto borghese e dell’aristocrazia in città . A tutto questo contribuì ovviamente sia  lo  sfarzo dell’edificio, decorato di ori e di stucchi dal buon gusto del Palliotti, che  sue linee architettoniche in perfetto stile roccocò  .

Il Teatro che divenne famoso a Napoli per essere  il primoTeatro ad essere stato illuminato per mezzo di luce elettrica  ha visto attraverso  sua piccola e bellissima platea , alternarsi  su un palco straordinario artisti, attori e scrittori di ogni tipo e genere, tutti di grande rilievo e di fama nazionale o internazionale.

La sua attività , praticamente ininterrotta  fin dalla seconda metà del secolo scorso,  grazie all’impegno dell’attore e impresario  Nino Veglia  e di sua moglie, la celebre attrice  Luisa Conte  lo ha reso palcoscenico di riferimento per un’attività legata alla grande tradizione del teatro napoletano. Una tradizione che, alla scomparsa dell’attrice e capocomica, è stata ereditata, portata avanti e sviluppata dalla sua nipote  Lara Sansone  che ne ha fatto un Teatro di riferimento per il teatro di tradizione napoletano sempre però dando spazio a quanto di nuovo quella importantissima e nobile tradizione produce oggi.

In città è anche conosciuto anche come “il teatro che porta fortuna”.

Nel 1889 calcò infatti il palcoscenico Eduardo Scarpetta, con la commedia “Na Santarella” che ebbe un successo tale da portare in scena il suo capolavoro ben cento volte!

Lo stesso avvenne anche  per Eduardo , Peppino e Titina  che con la loro “Compagnia Teatro Umoristico ” all’epoca quasi sconosciuta  al grande pubblico, questo Teatro rappresentò un vero e proprio trampolino di lancio per la ribalta nazionale . I fratelli De Filippo nel 1932  presentarono nella stagione 1932/1933, con grande successo  ben quindici “novità”.

Ma la fortuna baciò anche Luisa Conte, che addirittura rilevò il teatro salvandolo così da “morte” certa..

A Luisa Conte, grande, popolarissima attrice si affinarono attori come Giuseppe Anatrelli, Gennarino Palumbo, Bob Vinci, Pietro De Vico, Gianni Crosio, ed il leggendario Nino Taranto che fu protagonista di importanti messe in scena del teatro di Raffaele Viviani come Morte di CarnevaleLo sposalizioLa festa di Montevergine.

Oggi il teatro ,magnificamente decorato in bianco ed oro ,  possiede quattro ordini di palchi a livello della platea; la prima fila è composta da un grande loggione con 55 poltrone. Le altre file sommano 15 palchi, oltre ai due del proscenio. Il Palco reale è conservato nella sua struttura originaria mentre gli interni mantengono lo sfarzo di un tempo. Sul soffitto è possibileinvece ammirare  gli splendidi affreschi del Palliotti .

Ma non finisce qui :.In esso è stato realizzato un importante  percorso dove si si incrociano  momenti di riflessione e di approfondimento della storia del Teatro napoletano, come le mostre dedicate a Luisa Conte, a Nino Taranto, alla tradizione della Piedigrotta,e  la lettura e la presentazione di libri che autori napoletani hanno dedicato ad argomenti legati alla tradizione dello spettacolo a Napoli, facendone non soltanto un importante richiamo spettacolare, ma anche un eccellente ed eccezionale richiamo turistico inserito a pieno titolo tra le eccellenze dei percorsi di “turismo culturale” .

 

Teatro Bellini

Fra tutti i teatri di Napoli da visitare e da vivere, il maestoso Teatro Bellini è sicuramente uno dei più suggestivi dal punto di vista architettonico

Situato a poca distanza dall’omonima piazza Bellini, che costituisce uno dei maggiori punti vitali della movida cittadina, questo teatro è attivo in città  fin dal 1878, risultando essere fino al primo dopoguerra il fulcro della vita culturale della buona società napoletana.

Sontuoso per la sua facciata e la sala impreziosita da stucchi dorati e tendaggi in velluto rosso, nessuno immaginerebbe che alla sua apertura fosse sì un teatro , ma anche circo. Il Bellini, infatti, nell’800 ospitava cavalli, pagliacci e belve feroci.

Il teatro visse anni di grande splendore, ma nel dopoguerra andò incontro come tanti altri teatri in città , ad un inevitabile declino. Nel 1986 il teatro fu acquisito da Tato Russo, il quale, grazie alla rappresentazione de L’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht, riprese a pieno regime le attività, riportando la struttura al suo antico splendore

.Le sue saleristrutturate alla fine degli anni ‘80, conservano oggi tutto il loro antico splendore e ospitano una vasta quantità di spettacoli di ogni tipo, dal genere più classico al più moderno attraverso i quali il Bellini è tornato a essere protagonista della scena culturale partenopea.

Con bar e libreria interni, il Bellini crea un ambiente accogliente, rendendo la visita non solo un’esperienza teatrale ma anche culturale a 360 gradi.

teatro Belini Napoli

Il  Teatro Trianon Viviani 

Il Trianon Viviani è un teatro pubblico del centro antico di Napoli, sito nello storico quartiere Forcella i cui soci sono la Regione Campania che detiene una partecipazione dell’80,40%;  e  la Città metropolitana di Napoli, con una quota del 19,60%.

Prossimo al “Rettifilo” ,  la grande via, denominata corso Umberto I, che doveva secondo le iniziale intenzioni del cosidetto “Risanamento “riprendere il modello urbanistico francese di successo del boulevard , il vecchio Teatro  Trianon  insiste sull’area magno-greca del quartiere di Forcella, cuore vitale del centro antico della città, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Esso si trova esattamente proprio  di  fronte alla storica piazza Calenda dove sono state rinvenute antiche mura di circa  duemila fa .

Inaugurato l’8 novembre  dal 1911 con la fortunata commedia Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta, con il passaggio di testimone dall’autore e primo interprete al figlio Vincenzo, che così debutta nel ruolo del protagonista Felice Sciosciammocca (Eduardo aveva abbandonato le scene, stanco della lunga querelle giudiziaria – peraltro vinta – intentatagli da Gabriele d’Annunzio, per la messa in scena del Figlio di Iorio, parodia irriverente della Figlia di Iorio del Vate) questo antico teatro ha visto calcare la scena del  suo palcoscenico  personaggi come Totò , Eduardo Scarpetta ,  e intere famiglie teatrali come i  De Filippo , i Fumo , i Maggio, ai  Viviani , Roberto De Simone , ed in epoca più recente Peppe Barra ultimo erede di un teatro napoletano comico d’autore.

Inizialmente il teatro  diede vita a spettacoli di varietà, nei quali programmi, figuravano spesso oltre a cantanti di primo piano, addirittura tre, ed anche quattro, vedette per volta. In una sola sera, il pubblico si godeva, oltre ai numeri, che s’affollavano abitualmente nel manifesto, Pasquariello, Elvira Donnarumma, Armando Gill, Fulvia Musette e, a distanza di qualche settimana, Maldacea, Tecla Scarano, Diego Giannini, Gina De Chamery.

Con personaggi di questo calibro ovviamente il Trianon registrò un’attività ricca di avvenimenti artistici e di soddisfazioni finanziarie.

Nella sua ricca storia centenaria, il Trianon ha visto anche debuttare il noto cantante della sceneggiata, napoletana Mario Merola, che in quell’occasione nel 1959, vinse  un concorso di voci nuove .

In epoca fascista il teatro cambia nome in “Trionfale”, in ossequio all’autarchia linguistica imposta dal regime. Nel 1947 venne purtroppo trqsformato in sala cinematografica, e fu rinominato Cinema Splendore. Raggiunto il suo punto piu basso di popolatita quando negli anni ’90 divenne un cinema a luci rosse, la sala venne poi  riportata all’antica funzione  teatrale grazie a  Gustavo Cuccurullo, il quale  ristrutturandolo  recuperò anche alla fruizione collettiva la testimonianza magnogreca ospitata all’interno, ribattezzata emblematicamente la “torre della Sirena” per ricordare il mito fondativo di Parthenope e del fascino del suo canto.

Il nuovo Trianon venne  inaugurato il 7 dicembre 2002 con Eden teatro di Raffaele Viviani, nella «riscrittura melodrammatica» e regia di Roberto De Simone.

Con la consulenza artistica di Peppe Vessicchio, nel 2003 il teatro produce, tra l’altro, un nuovo allestimento de La Cantata dei Pastori diretta e interpretata da Peppe Barra, con lo scenografo Lele Luzzati che firma uno dei suoi ultimi lavori. La produzione si aggiudica il premio Eti – gli Olimpici del teatro come “migliore commedia musicale” (2004).

Nell’aprile del 2006, “‘o Trianon” – come da sempre è chiamato affettuosamente dai napoletani,dopo un travagliato periodo di difficolta economica , che ha vistosull’orlo del fallimento e della vendita all’asta.il fermo produttivo per due anni e mezzo , il teatro     diventa a intera partecipazione pubblica ed è dedicato al commediografo e attore Raffaele Viviani, tra i maggiori artisti che hanno calcato il suo palcoscenico. Alla direzione artistica è chiamato Nino D’Angelo, poi Giorgio Verdelli , successivamente, di nuovo D’Angelo ed infine Marisa Laurito.

La struttura dispone di ben 630 posti ed è dotata di sale adibite a mostre, seminari e conferenze. Ha un valore inestimabile in quanto custodisce al suo interno un importante reperto greco della torre della Sirena.

Teatro Politeama

Sulla  collina di Pizzofalcone,  anche chiamato Monte di Dio, esiste nella nota   piazza Santa Maria degli Angeli, un famoso  che fu inaugurato nel 1811 con il ‘Poliuto ‘ di Gaetano Donizetti per poi continuare ad alzare il  suo sipario  su famose opere liriche, concerti, drammi popolari,e spettacoli che hanno visto come protagonisti  i più valenti attori italiani e stranieri.

Il  Teatro di cui parliamo è ovviamente il famoso Teatro Politeamache come tutti certamente sanno  sorgeva inizialmente dove un tempo in precedenza vi era un giardino  ricco di aranci e di limoni.

Purtroppo questo Teatro  nel 1975 venne totalmente distrutto in seguito ad un terribile incendio che avvenne  appena conclusasi la prima dello spettacolo di rivista con Wanda Osiris, la diva della rivista. La compagnia era appena giunta al ristorante “La Bersagliera”, quando il portiere del teatro corse ad avvisare che “se steva appiccianno tutte cose”. Si racconta che Raimondo Vianello, nel cast della rivista in cartellone, raccontando l’indomani al suo amico Ugo Tognazzi, che chiedeva come fosse andato il debutto, gli disse che il successo era stato talmente caldo che il teatro bruciava ancora. Purtroppo la Wandissima perse tutto, perche’ l’incendio danneggio’ maggiormente il palcoscenico ed i suoi camerini. Quella sera cadde il buio sul Politeama, che resto’ chiuso per molti anni.

Il Politeama venne  poi completamente ricostruito e finalmente restituito ai suoi fasti il 23 dicembre del 1961, in un tripudio di fiori, di tappeti rossi e di uno sfavillio di luci,  grazie sopratutto all’impegno profuso dal grande Nino Taranto, che con uno sforzo economico non indifferente, restitui’ agli spettatori napoletani il glorioso Politeama completamente rifatto con tecniche che per l’epoca erano all’avanguardia, con un grande palcoscenico capace di ospitare i piu’ grandi spettacoli dell’epoca; nella ristrutturazione la pianta della sala fu concepita a gradini per dare migliore visibilita’ agli spettatori; le comode poltrone in velluto blu facevano risaltare il giallo ocra del sipario, mentre le pareti erano rivestite in legno.

Lo spettacolo inaugurale fu ”Rinaldo in Campo” della premiata ditta Garinei&Giovannini, con Domenico Modugno Delia Scala, Paolo Panelli, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.

La stagione 61/62 prosegui’ con spettacoli di Nino Taranto, concerti di  Ornella Vanoni ,  Dalida e Chet Baker,  e commedie che vedevano come registi  Vittorio De Sica, ed  Eduardo De Filippo.

Ma nonostante i successi, la gestione non riusci’ a fare fronte ai tantissimi impegni finanziari assunti per la ricostruzione (pensare che il solo lampadario che troneggia al centro della cupola fu pagato dieci milioni delle vecchie lire nel 61!) e purtroppo per l teatro seguirono altri tristi momenti : in seguito al fallimento economico venne  infatti chiuso e tale restò per lunghi tre  anni.

Solo il 18 marzo del 1964 , sotto la gestione del Commendatore Giuseppe Scarano si riaccesero infatti finalmente di nuovo le luci del Politeama.

Lo spettacolo scelto per la riapertura fu ”Trecentosessantacinque”, con Marisa del Frate e Raffaele Pisu, mentre nel corso della  stagione teatrale salirono sul palco personaggi come   Carlo Dapporto  e Gianrico Tedeschi che con Mario Carotenuto e Delia Scala,portarono in scena lo  spettacolo ”My fair lady”  che ebbe un gran successo .

Curiosita’: Il Teatro in quel periodo ,  divenuto un fiore all’occhiello per la nostra città vide svolgersi sul suo palcoscenico nel 1964 anche il Festival della canzone Napoletana.  Quell’anno  vinse ”Tu si na’ cosa grande”, cantata da Ornella Vanoni e da Domenico Modugno che ne era anche l’autore.

Ristrutturato e radicalmente rimodernato nel 1870 , negli  anni seguenti il  teatro Politeama , cambiando varie gestioni ed avendo una capienza di ben  1100 posti, vide sul suo   palcoscenico  nella sua programmazione grandi attori come Aldo Fabrizi, Toni Ucci , Ornella Vanoni, Nino Taranto, Luisa Conte, Dolores Palumbo,  Renato Rascel , Delia Scala,  Dario Fo’,  Franca Rame, Marisa del Frate,  Gino Bramieri, Erminio Macario,  Carlo Dapporto, Miranda Martino, Monica Vitti,  Giorgio Albertazzi , Alighiero Noschese , Domenico Modugno, Sandra Mondaini, Antonella Steni, Ave Nichi , Paolo Stoppa , Raffaella Carrà , le sorelle Kessler, Valeria Moriconi, Paolo Ferrari , Mario Scaccia, Luciano Salce, Laura Adani, Lia Zoppelli ,  Tino Carrano,  Ernes Zacconi,  Rina Morelli, Sarah Ferrati , Raf Vallone,  Alida Valli , Catherine Spaak ed Jonny Dorelli,  Mariangela Melato , Carmelo Bene, Mina,  Giorgio Gaber e tanti , tanti  altri bravi artisti.

Il Teatro , oggi considerato uno dei più importanti della città è dedicato  al ricordo del bravissimo drammaturgo, scrittore e librettista  Giuseppe Giacosa , Esso composto da una platea e tre ordini di palchi, si caratterizza per la sua acustica straordinaria , il suo ampio palcoscenico e la sua  capienza di oltre 900 posti .

In Città è particolarmente famoso a tutti perchè il famoso spettacolo ” Filumena Marturano ” di Eduardo De Filippo e’ partito proprio da questo teatro nel 1946.

Ha inoltre  visto tra i suoi spettatori il principe Umberto di Savoia che andava per applaudire Milly ed  inoltre  ospitato per molti anni il ballo di Carnevale, organizzato da piu’ circoli, ( quando questi ultimi non avevano ancora sedi prestigiose ) ed   addirittura ospitato il Circo Orfei, seguendo l’uso vigente all’epoca , che in teatro si presentasse ogni genere di spettacolo dal vivo.

Teatro Cilea

Il Teatro Cilea è uno dei teatri più giovani di Napoli. In origine gli spazi occupati dal Cilea erano inatti  adibiti ad auditorium della scuola di musica per ciechi del Vomero e solo nel 1975 , il famoso impresario Giuseppe Scarano riuscì ad aggiudicarsi la gara di assegnazione per questa  parte dell’Istituto per ciechi  Domenico Martuscello,

Dopo essersi aggiudicato questo spazio musicale,dotato di una  acustica eccezionale, l0impresario pensò bene di affidare nel 1977, la struttura all’attore teatrale Mario Scarpetta 8 pronipote del grande Eduardo ) che consolidò nel luogo una compagnia stabile scarpettiana , diretta dallo stesso Mario.

La compagnia sarricchìtasi  nel tempo di interpreti quali Anatrella e Palumbo , vide in quegli anni il massimo del suo splendore. Purtroppo con il terremoto dell’80, la situazione mutò: le persone preferivano non andare a teatro e ben presto la programmazione artistica si fermò. Fu proprio il terremoto infatti ad interrompere una replica dello spettacolo Miseria e Nobiltà

.Dopo una breve pausa con programmazioni di lieve interesse, la programmazione artistica del Teatro fu affidata a Mico Galdieri che con il Consorzio Teatro Campania diede vita a produzioni quali: – L’Opera buffa del Giovedì Santo e Il Bazzariota con la regia di Roberto de Simone, ospitando artisti e registi famosi come Bruno Cirino, Mariano Rigillo, Concetta e Peppe Barra, La Nuova Compagnia di Canto Popolare, Isa Danieli e Lina Sastri.

Dopo qualche anno, il   Teatro passato nel frattempo ,  dalle mani del Comm. Giuseppe a suo figlio Lello Scarano , subì  una nuova visione più moderna e nello stesso tempo più popolare che comunque non trascurò  senza  i grandi interpreti e i grandi autori così, mentre al Politeama imperavano le commedie musicali di Garinei e Giovannini, il Teatro Cilea coraggiosamente ospitava Carmelo Bene, Paolo Poli, le prime apparizioni, in Italia, di Arturo Brachetti; quando nella sala di Monte di Dio si esibiva uno straordinario Giorgio Gaber, con la stessa consapevolezza di ospitare un grande nel suo genere, Lello Scarano ospitava le sceneggiate popolari e i concerti/spettacoli con Mario Merola e Mario Da Vinci.

Dal 1993 il Teatro andò incontro ad un ritorno della  gestione originaria che recuperava  l’antica vocazione verso un teatro popolare e moderno di drammaturgia napoletana.  Furono quelli gli anni  in cui si costituì  la coppia artistica Rosalia Maggio e Giacomo Rizzo che diedero  vita a commedie divertentissime, ma furono anche gli anni in cui la a struttura andando incontro ad un ammodernamento strutturale e programmativo , apri il suo palcoscenico a nuovi telenti napoletani che videro in  Biagio Izzo, Carlo Buccirosso, Massimo Ranieri, Maria Nazionale, Francesco Paolantoni, Stefano Sarcinelli, , Vincenzo Salemme e  Maurizio Casagrande,i principale protagonisti di  questo mutamento

Si ricordano a tel proposito ,  spettacoli di successo come “La gente vuole ridere”, “… E Fuori nevica”, “L’Amico del cuore”, “Passerotti o pipistrelli” di Vincenzo Salemme, “Fame, saranno nessuno” di e con Stefano Sarcinelli e Francesco Paolantoni e “Fiori di ictus” con Maurizio Casagrande.

Dal 2015 , dopo esser cresciuto professionalmente su innumerevoli palcoscenici ma soprattutto dopo tanti spettacoli tentiti  tante e tante volte proprio al Cilea, il nuovo direttore artistico del Teatro diventa Biagio Izzo, che con una  programmazione di teatro di prosa e di tradizione,o ha portato avanti due stagioni teatrali che hanno registrato una risposta positiva da parte del pubblico.

Dal 2017 , la direzione artistica venne poi affidata a Nando Mormone che insieme a Mario Esposito capitanava la  famiglia di Made in Sud .

A  partire dalla stagione 2022/2023 , la nuova   direzione  artistico è stat affidata all’artista  Lello Arena

IL TEATRO DIANA

il Teatro Diana fu realizzato dall’ambizioso imprenditore Giovanni De Gaudio, il primo ad avere l’idea di aprire al Vomero un grande teatro, capace di accogliere ben 2000 spettatori. L’edificio venne costruito con il progetto dell’architetto Di Lieto e il teatro venne inaugurato il 16 marzo 1933.
Per l’occasione  ad un  programma di Varietà con Louis Douglas, Vittorio Parisi e Violet Doreen venne proiettato per la prima volta a Napoli un cartone animato,  di Walt Disney (“Il Re Nettuno” ) All’evento era presente, oltre a numerose autorità cittadine, anche il principe di Piemonte, Umberto di Savoia.

L’edificio sorse su un giardino di 1200 mq. che iproprietari di una avviata tipografia al centro storico) acquistarono nel 1922 dalla Banca Tiberina. Il Vomero, all’epoca, era soltanto un insieme di villette ma Giovanni De Gaudio intuì che lo sviluppo del quartiere gli offriva l’opportunità di realizzare non un semplice caffè-concerto ma un vero, grande, moderno cinema teatro. La sala fu costruita su progetto dell’architetto Leto, mentre  la costruzione del palcoscenico venne affidata  allo scultore Renzo Moscatelli .

Da allora in poi la struttura del teatro non ha subito grandi cambiamenti anche se è stato più volte danneggiato. Nel 1945 crollò inafatti il tetto e una parte dei camerini. mentre nel  marzo 1973  un icendio  distrusse completamente la sala. Rinato sempre dalle sue ceneri attualmente il teatro presenta un impianto dalle forme più semplici, progettato dall’architetto Sergio Tonello.

La  struttura, inizialmente alternava  spettacoli  teatrali e produzioni cinematografiche fino a trasformarsi in una sede solo esclusivamente dedicata ad eventi teatrali .

Sul suo palcoscenico  si sono esibiti nel corso del tempo i maggiori nomi della rivista (Totò, Macario, Carlo Dapporto, Renato Rascel, Wanda Osiris, Isa Bluette, Gilda Mignonette, Anna Fougez), e illustri personaggi come  Ermete Zacconi, Dario Fo, Vincenzo Scarpetta, i fratelli De Filippo, i fratelli Giuffrè,   Raffaele Viviani, Vittorio Gassman Walter Chiari, Giorgio Albertazzi, Alighiero Noschese, Giorgio Gaber, Mariangela Melato, Claudia Cardinale, Alberto Lionello, Enrico Maria Salerno, Glauco Mauri, Paolo Poli, Rossella Falk, Valeria Moriconi, Christian de Sica, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni

Nelle  ultime stagioni si sono esibiti i nuovi protagonisti della scena teatralecome  Alessandro Preziosi, Giuseppe Fiorello, Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Massimiliano Gallo , Paola Cortellesi,  Luca Zingaretti, Lina Sastri  e tanti altri ,ma naturalmente grande spazio ha avuto sopratutto  il teatro napoletano: dai grandi attori come Nino Taranto, Peppino de Filippo, Mariano Rigillo, Isa Danieli, Luca De Filippo, Mario Scarpetta, Giacomo Rizzo, , Leopoldo Mastelloni, Pupella Maggio, Peppe Barra, Massimo Ranieri fino alla nuova generazione: Vincenzo Salemme, Carlo Buccirosso, Maurizio Casagrande, Alessandro Siani, Biagio Izzo, e Gino Rivieccio.

Nel  campo della musica,i hanno tenuto in questo Teatro i  loro concerti cantanti come  Milva, Peppino di Capri, Ornella Vanoni e Gino Paoli, Gianni Morandi, Mia Martini, Riccardo Cocciante, Franco Califano, i New Trolls, la Nuova Compagnia di Canto Popolare, Fausto Cigliano, Roberto Murolo, Amedeo Minghi, Michele Zarrillo, Angelo Branduardi, Antonello Venditti , Massimo Ranieri e, tra i cantanti stranieri, Toquinho, Charles Aznavour, Gilberto Gill e tanti altri personaggi .

Tre sue curiose storie possiamo certamente annoverare quella che vede il  Teatro  esssere  stato il testimone sul suo palcoscenico della  separazione definitiva nel 1944 dei fratelli Eduardo e Peppino De Filippo che con “Il Teatro umoristico”, registravano in questo lugo un successo strepitoso..

Da qualche anno è stata creata “La palestra dello spettacolo Mariolina Mirra” con l’intento di formare, attori, scrittori, cantanti, musicisti. I corsi teatrali sono diretti da Giancarlo Cosentino.

 

 

 

 

Ogni  teatro in questa città  come avete notato  è di per sè ricco di storia, e attraverso loro vi potrete  immergere nella cultura napoletana , ma se realmente volete vivere tutta la sua essenza drammatica e passionale entrando  così  in contatto con la vera  anima della città, non dimenticate anche di entrare e magari assistere ad uno spettacolo in quei teatri meno famosi ma altrettanto belli della nosta città come quello della Galleria Toledo, il Teatro Nuovo, il Teatro Totò, il Teatro Troisi, Il Teatro Instabile, il Teatro TAM ed ilTeatro Popolare dell’Ex-Opg.

 Galleria Toledo

Il Teatro Stabile di Galleria Toledo.si trova nella  splendida cornice dei Quartieri Spagnoli . Si tratta di un teatro rimesso a nuovo negli anni ‘90 e, da allora, sempre presente nella scena cittadina nel proporre drammaturgie contemporanee, concerti e grandi classici. La sua struttura è molto particolare: basti pensare che parte della pavimentazione interna è composta dai sanpietrini della strada su cui sorge.

Teatro Nuovo

Fra i teatri moderni di Napoli, il Teatro Nuovo è incastonato in una cornice davvero unica: si trova, infatti, all’interno dei Quartieri Spagnoli, a poca distanza dai vicoli più caratteristici e dalle bellezze di Via Toledo. La sala più grande ha ospitato negli anni le più importanti produzioni da tutta Italia e dall’estero. La sala più piccola, invece, nota come “Sala Assoli”, è riservata a spettacoli contemporanei.

 

 

Il Teatro Totò

Il Teatro Totò nasce nel maggio 1996 trasformando il vecchio cinema-Teatro Ausonia e  prendendo  un nuovo nome, quello del principe della risata Antonio De Curtis.

Con  una sala di 600 posti, concentrando la propria attività sul teatro comico di qualità e sulla valorizzazione dei nuovi talenti emergenti si è piazzato  con i suoi quasi 3.000 abbonati nei primi posti tra i teatri cittadini. È inoltre  interessante sottolineare il costante impegno che il teatro  profonde nella formazione di giovani attori, ne è palpabile testimonianza l’indiscusso successo ottenuto dall’ “ Accademia di Formazione Teatrale “ frequentata da oltre 250 allievi distribuiti nei tre anni di corso, attività .

Il Teatro Troisi

Il  Teatro Troisi nasce dallo storico Teatro Leopardi e ancora prima dal Cinema Lauro.

Con la chiusura del Teatro Leopardi, la proprietà  decise che la struttura doveva continuare ancora nell’attività di teatro per dare un contributo sociale sia ai giovani che agli abitanti del quartiere e dare loro la possibilità di avvicinarsi al teatro. Le attività teatrali furono sospese per far posto ad una completa ristrutturazione della struttura, cambiando anche il nome in “TEATRO TROISI”, che divenne gioiello del quartiere Fuorigrotta, per dare luce e forza ad una zona fortemente degradata.
Il Teatro dedicato all’attore Massimo Troisi, ebbe come obiettivo principale la valorizzazione della tradizione teatrale partenopea ed una programmazione di livello nazionale ai cittadini dell’area flegrea.

 

Il Teatro Instabile

 

Il Teatro Instabile si trova localizzato nel cuore di Napoli in vico Fico del Purgatorio (sua attuale sede), all’interno dello storico Palazzo Spinelli.

In origine esso  era ubicato in via Martucci dove fu fondato nel 1967 da Michele Del Grosso. Qui si   si esibirono giovani artisti tra cui Roberto De Simone, Franco Iavarone, la Nuova Compagnia di Canto Popolare, Massimo Troisi, Peppe Barra, Pino Daniele, Edoardo Bennato, Franco Battiato, Francesco De Gregori, Antonello Venditti.

Il Teatro Instabile ha quindi svolto da sempre come notate un ruolo cruciale nel panorama teatrale napoletano. Sotto la guida di Michele Del Grosso, ha sempre puntato sulla sperimentazione e sull’innovazione, cercando di distinguersi dai circuiti teatrali più tradizionali offrendo una piattaforma a numerosi artisti emergenti.

Solo dal l 2001  il Teatro Instabile si trova nel cuore di Napoli, nascosto tra gli antichi cardinid greco-romani del nostro centro storico nei sotterranei del palazzo della famiglia Spinelli dei principi di Tarsia, in quello che doveve inizialmente essere una stalla che comunque secondo alcuni esperti di esoterismo funse da luogo di culto bizantino ( un battistero?)  e  anche da loggia massonica.

Non dimentichiamo infatti che ci troviamo  nel cuore di quella che fu la zona alessandrina e che proprio dove oggi sorge il teatro si trovava una delle sette porte magiche del mondo, quelle che  si racconta  portavano in un’altra dimensione grazie alla presenza di un pozzo da cui  sgorgava un’acqua dai poteri magici.

 

Il  Teatro TAM

 

Per recarvi in questo Teatro  dovete recarvi nei nostri antichi decumani greco-romani e per la precisione in  quel famoso vico del Fico al Purgatorio ad Arco, dove si trova il famoso busto creato dall’artista Lello Fortunato .
Alla fine della strada, al numero 38, scorgierete  un grosso portone blu semiaperto dove   sulla cassetta delle poste adiacente c’è scritto “Teatro Instabile”. Nella semioscurità, in alto, vi  accoglierà nel teatro  un manichino di Pulcinella. E seduto su una struttura in legno che funge da biglietteria, ci fa lui da cicerone e con un gesto da commedia dell’arte ci presenta il Teatro .

Scendendo nelle sue visceri da una doppia rampa di scale di legno, il teatro ci sorprende per la sua pianta ellittica, con otto archi intorno a un fulcro; al centro c’è una botola e l’arena abbraccia la scena. La muratura è in laterizio, la pavimentazione antichissima.

Ci troviamo di fronte alla  perfetta sintesi tra il cerchio, che simboleggia Dio, e il quadrato che indica l’uomo. Il numero otto non è altro che il simbolo dell’infinito, dell’unione della divinità con l’essere umano. Non è un caso che dal piccolo pozzo centrale della scena partano otto canali, come raggi, verso l’esterno; quasi un sole simbolico dal sapore templare.

Qui, in questo posto magico, dove una forza misteriosa sembra avvolgerci si sono tenuti negli ultimi anni spettacoli memorabili come ‘O Vico di Viviani, La moglie ebrea di Brecht, Razzullo e Sarchiapone sotto ‘ o tendone o Caravaggio mette in scena Caravaggio con l’attore Gianni Sallustro.

Ora  se realmente volete emozionarvi in un’atmosfera intima e raccolta che riesce a coinvolgervi  in maniera  forte, basta che vi sedete per assistere a uno degli spettacoli di Del Grosso e quindi entrare in un’altra realtà

Nel presentarvi il TAM Tunnel Comedy Club, ci viene subito  in mente lo spettacolo Made in Sud’, una serata durante la quale si alternavano sul palcoscenico tutti i giovani migliori artisti emergenti della nostra cittàche su esibivano  in uno spettacolo esilarante fatto di repertorio ed improvvisazione. 

Una vera e propria  officina teatrale per giovani cabarettisti emergenti che hanno usato questo palcoscenico come trampolino di lancio per crescere nella loro vita artistica .

La sala, nata nei locali dell’ex Cinema Amedeo, completamente rinnovata e ristrutturata in un moderno connubio di teatrale velluto rosso e acciaio, vanta il primato di aver ospitato e poi lanciato al successo il megliodella produzione comica nazionale ( vedi ZELIG ) distinguendosi come spazio urbano assoluto che concilia spettacolo, divertimento e ristorazione. 

Ma, il locale, con uno sguardo al mondo delle produzioni televisive, grazie alle collaborazioni con Caffe’ Teatro, Zelig,
Ambra Jovinelli e Colorado, ospita soprattutto il meglio della produzione comica nazionale, distinguendosi come spazio urbano assoluto che concilia spettacolo, divertimento e ristorazione.

Per assistere a questi spettacoli dovete recarvi in  Via Giuseppe Martucci, 69 ( Gradini Nobile n° 1). 

 

Teatro Popolare dell’Ex-Opg

L’Ex-Opg, un ex ospedale trasformato in spazio artistico, ospita un teatro gestito dalla comunità. Un luogo unico dove vivere spettacoli “dal basso,” esplorando un aspetto autentico della cultura napoletana. Questa iniziativa riflette il desiderio di democratizzare l’arte, rendendo il teatro accessibile e coinvolgente per tutti.

 

 

Per concludere questo nostro Tour tra i nostri Teatri in città , mi piace concludere l’articolo citanto un Teatro che trovo personalmente stia facendo grandi progresse nella sua nuova gestione , rappresendo con il suo cartellone di spettacoli ogni anno ,un  punto di riferimento  nella provincia di Napoli.

Esso ha l’onore , per gentile concessione del figlio Luca,di portare il nome del maggiore esponente del teatro italiano colui che ne è il simbolo, il grandissimo Eduardo De Filippo.

Il programma  ultimo della nuova gestione dell’exTeatro Le Maschere , prevede infatti quest’anno nomi di grande prestigio come Carlo Buccirosso, Biagio Izzo, Peppe Iodice, Massimiliano Gallo, Paolo Caiazzo, Angela Finocchiaro, Enzo De Caro, Francesco Procopio , Sal Da Vinci e tanti altri grandi artisti  

ARTICOLO SCRITTO DA  ANTONIO CIVETTA

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