Al primo piano della stazione zoologica che si trova nella Villa Comunale di Napoli, esiste una sala splendidamente affrescata adibita a biblioteca storica con oltre 90.000 volumi  e a sala di lettura. I grandi affreschi che pochi napoletani conoscono sono un vero capolavoro del quale la critica solo negli ultimi decenni si è accorta.

La grande sala fu magnificamente affrescata in soli quattro mesi di lavoro nel 1873 dal pittore tedesco Hans von Marées in collaborazione con il suo giovane compagno scultore ed architetto  Adolf von Hildebrand.

Nella bellissima sala vi troverete circondati da grandi quadri ad altezza uomo (tredici metri e mezzo per cinque) raffiguranti la vita dei pescatori napoletani: “I rematori“, “La partenza dei pescatori“, “L’ aranceto” e “La pergola”  .

 

 

 

 

Nella partenza dei pescatori appare dipinto lo sforzo corale dei pescatori che spingono la barca in mare;  i pescatori appaiono pronti a prendere il largo intenti a caricare delle reti su di una  barca che altri stanno spingendo in acqua; la graduale sfumatura dei colori da sinistra a destra sembra accompagnare la partenza dei pescatori per il mare aperto; la nudità di alcuni pescatori sta ad indicare invece  un riferimento alla pittura classica.

 

 

 

 
Nel dipinto dei rematori vediamo i pescatori che remano vigorosamente stando in piedi come i gondolieri su di una barca alla volta di un alto scoglio ; i pescatori hanno abiti contemporanei e inoltre il capo del battello lo si può riconoscere dalla sciarpa rossa legata alla vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella passeggiata a mare un vecchio pescatore accompagna una giovane donna in una passeggiata a mare.

 

Nell’aranceto troviamo figure nude che si introducono tra alcune vestite al lavoro o che riposano sotto gli alberi di un aranceto;  esse rappresentano le tre età dell’uomo: il bambino disteso (giovinezza), l’adulto in piedi (maturità), il vecchio piegato (vecchiaia). I tre personaggi sono anche un’allegoria delle tre principali occupazioni dell’essere umano durante la sua vita: il riposo ed il gioco (il bambino), l’amore ed il piacere (l’uomo), il lavoro, la fatica, e la salute (il vecchio piegato). Vi sono infine due donne in confidenza sedute in un aranceto, una bionda e una bruna, nell’atteggiamento e nei colori ricordano da vicino l’Italia e la Germania d’un quadro allora famoso, dipinto nel 1828 da Friedrich Overbeck, anch’egli sceso in Italia per «conoscere l’arte».

 

Il soggetto di questo affresco fu per lungo tempo oscuro ai critici, ma nel corso degli anni si è attribuito ad esso un delizioso valore simbolico: le due figure nude e il vecchio

rappresenterebbero le età della vita e pertanto l’arancia, simbolo di bellezza, sarebbe facile da cogliere nelle età giovanili e invece faticosa da ritrovare durante la vecchiaia.

 

 

 

Nella Pergola, dove i protagonisti, tra i quali l’artista, posano per una camera immaginaria nella scenografia di un tavolo d’osteria, al Palazzo Donn’Anna. Nell’affresco appaiono rappresentati entrambi gli artisti; Hildebrand di profilo e con la barba bionda mentre Marees appare seminascosto dallo stesso Hildebrand.

 

 

 

 

Ma chi era questo artista a molti sconosciuto che ci ha lasciato questa incredibile meraviglia?

Il pittore tedesco Hans von Marées, dopo i suoi studi a Berlino una volta trasferito a Monaco  fu aiutato ad uscire da una crisi finanziaria dal mecenate barone Schack di Monaco, che acquistò uno dei suoi quadri e lo inviò in Italia a copiare i capolavori dell’arte antica. Il Barone poco tempo dopo abbandonò il suo giovane protetto in quanto  insoddisfatto della qualità delle sue copie  e a sostituirlo intervenne un nuovo mecenate (secondo molti anche suo amante che non si limitò solo ad acquistarne le sue opere, ma volle Marées accanto a sé nei propri viaggi in giro per l’Europa)..

Nel corso di un viaggio in Italia, a Roma Marées conobbe il giovane scultore ed architetto Adolf von Hildebrand di cui si innamorò follemente e con il quale iniziò una relazione. Quando Hildebrand tornò a Berlino, Marées decise di seguirlo e da quel momento i  due vissero a stretto contatto  sotto lo stesso tetto condividendo casa e studio per molto tempo fino alla loro separazione e al successivo matrimonio di Hildebrand che tornò in Germania assieme a una donna, mentre Marées rimase in Italia.

Il loro periodo più felice avvenne tempo prima nel 1873 quando la coppia d’artisti ritornò in Italia, e  Marées ricevette la commissione per dipingere quello che è considerato il suo capolavoro, il ciclo di affreschi che decora la biblioteca della stazione zoologica Anton Dohrn  che era stata appena costruita.

Fino a quel periodo Marees era considerato dalla critica un artista di tante opere cominciate e mai portate a termine. Un artista “incompiuto” capace di migliaia di fogli e centinaia di schizzi quasi mai tradotti in realizzazione, e quando Anton Dohn lo invitò ad affrescare la sala poi adibita a biblioteca della sua stazione zoologica molti si mostrarono contrari alla sua idea, mostrando parecchie perplessità.

Marées stavolta però sorprese tutti i suoi detrattori: in quattro mesi, rifacendosi  all’Impressionismo che imperversava in Europa affrescò in collaborazione con il suo compagno Adolf von Hildebrand, splendidamente la grande sala scegliendo come protagonista  per la decorazione la vita dei pescatori napoletani attorno a lui, presentando immagini di grande potenza, fatte da figure virili e nudi maschili  sensuali e maestosi, inseriti in un contesto comunque caratterizzato dalla semplicità  delle attività lavorative in cui sono impegnati. I due lavorarono assieme, collaborando nelle parti dipinte e nelle sculture della stanza.

Come detto in precedenza la loro storia finì quando nel 1875 Hildebrand decise infine di sposarsi e ritornare in Germania assieme a una donna, mentre Marées rimase in Italia, dandosi all’insegnamento e collaborando con vari artisti.
Poco dopo (1878) la rottura con Hildebrand, Marées dipinse un quadro chiamato ” le età della vita ”  nel quale uno splendido giovanotto nudo coglie arance, mentre sulla sinistra un altro giovane lo guarda intento: dietro di lui una donna gli porge un frutto. Davanti ai tre, un vecchio si protende verso un frutto per terra.

Marées morì a Roma il 5 giugno 1887, a soli 49 anni, ed è quasi del tutto sconosciuto ai suoi contemporanei. La scoperta della sua opera è solo frutto di una rivalutazione postuma da parte della critica.

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