Il naturista e zoologo tedesco Anton Dohrn , laureato in Scienza naturali a Berlino , dopo aver visitato  un nuovo acquario sorto a Berlino , preso da forte entusiasmo  decise  di voler anche lui aprire un acquario a pagamento in una città europea .     Dopo essersi guardato intorno ,nell’allora panorama europeo , egli  prese la decisione  che la città cui meglio si prestava a realizzare il suo progetto poteva  essere quella di  Napoli che con una popolazione di 500.000 abitanti, era una delle più grandi ed attraenti città d’Europa, e che  aveva inoltre dalla sua parte anche un grande flusso di turisti (30.000 all’anno).
Immaginò quindi una serie enorme di potenziali  visitatori dell’acquario che pagando una minima somma di accesso  alla struttura  avrebbe garantito al suo laboratorio abbastanza soldi da pagare il sostegno della struttura ed un adeguato salario ad un assistente permanente.
 

Nacque così in  un impianto neorinascimentale  l’ Acquario più antico d’Europa ed  unico in Italia dedicato ad occuparsi della  flora e della fauna del Mediterraneo.

Acquario di Napoli - Stazione Zoologica Anton Dohrn

 

L’edificazione della struttura iniziò così nel 1872 e a costruzione ultimata divenne una delle più autorevoli Istituzioni scientifiche cittadine, affiancando quelle realizzate precedentemente in epoca borbonica ( l’Orto Botanico a Foria e l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte) .Si affermò ben presto in tutta Europa e presto divenne un Centro Mondiale di studio della Biologia marina.

La struttura fu aperto al pubblico nel Gennaio del 1874 ed Il suo  primo collaboratore, alla realizzazione dell’Idea-Progetto, fu l’Ufficiale della Marina Borbonica Giustino  di Salvatore  di cui poi in seguito sposò la figlia Emma che divenne la sua prima assistente .L’ istituto da quel momento si dedicò a diffondere conoscenze ed interesse sugli organismi marini presso l’opinione pubblica finanziandosi sempre in maniera autonoma 

Il naturalista e zoologo tedesco Anton Dohrn 

Oggi l’acquario è il più antico d’Europa ancora in attività e  rappresenta l’ unico esempio di acquario ottocentesco.presente in Italia . Esso conta  circa trenta vasche con oltre duecento specie marine di animali e vegetali, la maggior parte delle quali provengono dal nostro golfo. Il centro conduce una grossa ricerca nei campi più svariati attinenti la fauna marina , impegnandosi particolarmente da tempo ( 1983)  del salvataggio e della cura delle tartarughe marine,  recuperate ferite in mare e poi  reintrodotte nel loro originario habitat originale. Un vero e proprio piccolo ospedale esteso poi anche  a Portici dove nel 2017 è stato inaugurato il più grande centro di ricerca del Mediterraneo sulle tartarughe : il Turtle point.         Questa  nuova sede aperta all’interno del ex-macello comunale di Portici, è dotata di  avanzati laboratori per le analisi ambientali, oltre che un ambulatorio con sala chirurgica e radiologica per le tartarughe marine.

Napoli – L’Acquario

Turtle point di Portici 

Nel 1957 fra il primo ed il secondo edificio della stazione zoologica  è stata inserita una nuova sala in cui è stata trasferita la splendida antica biblioteca contenente  oltre 90.000 volumi e 180 riviste scientifiche contemporanee.

La sala oggi adibita a bibllioteca e sala di lettura è stata nel 1873 splendidamente affrescata in quattro mesi di lavoro  dal pittore tedesco Hans von Maréesin in collaborazione con il suo compagno Adolf von Hildebrand, giovane scultore e architetto. Marées scelse per la decorazione la vita dei pescatori napoletani attorno a lui, presentando immagini di grande potenza, fatte da figure virili e nudi maschili  sensuali e maestosi , inseriti in un contesto comunque caratterizzato dalla semplicità  delle attività lavorative in cui sono impegnati.

 Affreschi di Hans von Marées nella biblioteca della Stazione Zoologica di Anton Dohm – 

Anton Dohrn non fu solo un grande scienzato ma si mostrò anche un grande innovatore organizzando un efficiente sistema manageriale di autofinanziamento attraverso una serie di metodi innovativi  capaci di  finanziare il suo progetto .  Fu geniale anticipando moderni sistemi di condurre e finanziare la ricerca scientifica applicando un suo modello di organizzazione chiamato ” sistema Bench ” capace di recuperare fondi economici affittando spazi di ricerca e luoghi di lavoro .                     Egli garantì l’indipendenza politica ed economica della stazione Zoologica nonchè la libertà di ricerca affittando i suoi spazi ad altri enti, fondazioni private o istituzioni scientifiche . Queste , per una tariffa universitaria annuale  potevano  mandare per un anno un loro scienziato alla Stazione, che metteva a loro disposizione tutto l’occorrente per condurvi le loro ricerche . Tutto questo era offerto senza legami, nel senso che gli studiosi erano del tutto liberi di condurre i propri progetti e le proprie idee senza nessun obbligo nei confronti della stazione e dello stesso Dohrn.                                                                          Il nuovo modo di condurre e finanziare le ricerche rappresentano ancora oggi le principali eredità di Dohrn. Basti pensare solo che al momento della sua morte nel 1909 circa 2000 scienziati provenienti da ogni parte del mondo avevano lavorato a Napoli e che nei suoi laboratori hanno operato attivamente ben 19 premi Nobel dando un grosso significativo impulso allo sviluppo delle scienze biologiche.

Successivamente, in ogni parte del mondo sorsero centri di ricerca scientifica ispirati al modello della Stazione Zoologica di Napoli, che può quindi essere considerato il primo centro di ricerca in senso moderno.

 La Stazione Zoologica Anton Dohm

L’Acquario di Napoli

Antiche vasche all'acquario Anton Dohrn di Napoli

 

 

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