Nella nostra  città esistono tutta una serie di bellissimi  stretti  percorsi ricavati  e costruiti nel tempo  per collegare piu facilmente la zona alta e quella bassa della citta’  , Si tratta di percorsi fatti di salite , discese , gradoni , rampe , scale , che costruiti inizialmente per collegare in maniera naturale vari poli diversi  dellla città  , hanno finito poi col caratterizzare la nostra bella Napoli.

Uno  di questi stretti percorsi  certamente non molto  conosciuto alla maggior parte delle persone , è quello che taglia la collina di Posillipo , da via Manzoni ed infine poi giunge alla Baia di San Pietro ai due frati .

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Con precisione esso partendo da Via Manzoni, all’altezza dell’ufficio postale, scende giù per la collina di Posillipo , tagliando con le sue scale , dapprima  via del Marzano e via Villanova per poi scendere su via Petrarca ed infine  poi letteralmente precipitare verso il mare, passando per l’antico villaggio di San Pietro .

Lo avete mai percorso ?

E’ qualcosa di fantastico … qualcosa che assolutamente non potete permettervi di non fare almeno una volta nella vostra vita se siete dei veri napoletani.

Salita Villanova Napoli

Le distanze in questo percoso d’un tratto si accorciano, in meno di venti minuti  di silenzio e bellissimi paesaggi si arriva su via Posillipo.

E qui poi arriva il bello…..

La strada  da via Posillipo continua verso il mare e per falo dovete necessariamente passare per la piccola zona di San Pietro ai due frati costituita da stretti vicoli di tufo giallo  e percorrendo circa 200 gradini di una stretta scalinatella  malconcia  fatta di pietra lavica   lungo la quale  tra improvvisi scorci di mare  si aprono case dai piccoli portoni, circondate da ginestre e canneti i ed alla fine il mare con  il Vesuvio davanti.

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Un tempo il luogo era appannaggio di soli monaci ,  muli, contadini , pescatori e secondo molte antiche voci popolari  divenute poi leggende   anche di  due fraterni  fantasmi .

Pedamentina di Posillipo

Una antica  leggenda racconta infatti la presenza nella notte di San Pietro in questa zona dei fantasmi di  due fratelli in lotta tra loro.

Si tratterebbe di due pescatori del luogo chiamati Luigi e Carmine.

 

Conoscete la storia  ?

Essa è scriitta in un italiano antico in un libretto  di autore ignoto intitolato “Lo scoglio de’ due fratelli” ovvero “Concetta”, stampato nel dicembre 1991  in soli 499 esemplari da Arte tipografica.

Dopo averlo letto  certo non conoscerete l’anno in cui la vicenda ha ceduto posto alla leggenda  ma certo capirete perchè la baia si chiama San Pietro ai due Frati.

La leggenda è ambientata infatti proprio nella località denominata San Pietro ai due frati che si troca sulla costa di Posillipo e racconta di due fratelli innamorati della stessa donna.

Tutto ebbe inizio in una spaventosa notte di tempesta quando una barca di poveri pescatori, prossima al naufragio ,  stava per schiantarsi pericolosamente sullo scoglio   all’imbocco della baia,. La scena era stata avvistata da un gruppo di persone tra cui  i due fratelli Carmine e Luigi che abitavano sul pendio boscoso difronte alla baia; sollecitati dalla madre che ben conosceva le abilità marinare dei  due figli  , i ragazzi subito non ebbero alcun indugio nel tuffarsi in un  mare in tempesta nel tentativo idi salvare le povere vittime del naufragio.

Ma essi ma nel soccorso date le condizioni del mare, riuscirono purtroppo a salvare  soltanto una ragazza  ,  mentre per il padre e il fratello , le altre persone dell’equipaggio , inghiottiti dalle onde  non ci fu a più nulla da fare.  I due fratelli riuscirono comunque  in seguito a recuperare i corpi senza vita dei due  sventurati che  furono seppelliti in una chiesa adiacente, intitolata a a San Pietro Apostlo , per dar loro  una degna sepoltura.

Nel dolore e nello strazio di aver perduto la sua unica famiglia, la ragazza di nome Concetta fu invece amorevolmente accudita e ospitata dai suoi salvatori che  mossi a pietà offrirono  a lei  una nuova famiglia. dove trovare  non solo un tetto nuovi affetti e conforto nei momenti di disperazione che facevano seguito al suo lutto.

Con il passare del tempo sia . Luigi che Carmine, ambedue mostrarono grande affetto per la ragazza conducendola spesso  a rendere omaggio alle spoglie dei suoi cari e confortandola nei suoi vari momenti di disperazione , ma purtroppo entrambi finirono anche per innamorarsi di Concetta .

I due fratelli , allora finirono entrambi per rivelare alla ragazza  i loro sentimenti e la fanciulla anch’essa sembrava ricambiare l’amore e l’affetto dell’uno e dell’altro ma era terribilmente indecisa nella scelta; non voleva far torto a nessuno dei  due . A distanza di poco, la scelta di Concetta  ricadde su Carmine  che se ne rallegrò mentre Luigi di conseguenza ne fu dispiaciuto. Successivamente invece Concetta rivolse le sue attenzioni a Luigi e accadde l’inverso. Le sue attenzioni si riversarono tutte su Luigi  che contraccambiava in ogni gesto e e Carmine oviamnete incominciò  a dispiacersi  del comportamento sleale mostrato da suo fratello . Ora i due bellissimi  fratelli da amici per la pelle divennero nemici giurati e tutto per colpa dell’amore verso Concetta ; la gelosia li stava divorando.

Tutto questo  fino a quando, una sera durante il carnevale, avvenne la tragedia.

Nel villaggio quella sera erano tutti mascherati,  e  l’intero villaggio si preparava a vivere spensierato il clima scherzoso della festa  per divertirsi fino all’albe . Ma Luigi durante i festeggiamenti , colto da un improvviso sentimento di gelosia , mascherato dalla testa ai piedi si avvicinò a Concetta e la rapì.  Egli aveva preparato una barca per fuggire  e andare con lei lontano. La ragazza dapprima impaurita , smascherata poi l’identità dell’uomo , trasse un sospiro di sollievo alla vista di Luigi che a quel punto gli confessò il suo astuto piano di fuggire

Concetta non voleva però tradire la famiglia che amorevolmente l’aveva accolta e rifiutò di scappare con lui , che  invece accecato dalla passione la costrinse con la forza a seguirlo trascinandola su una barca in mare aperto , attraendo lperò ‘attenzione di una bambina del vicinato che convinta di un rapimento di Concetta ( i due erano mascherati ) corse ad avvertire Carmine.

Stava per accadere l’inevitabile .

Carmine, avvertirto del rapimento ,  senza togliersi la maschera ( anch’egli era mascherato per la festa del carnevale ) , procuratosi un coltello corse a perdifiato verso la spiaggia e nel buio scorse una barca che si allontanava.
Montò rapidamente su un’altra barca e si lanciò all’inseguimento di quell’uomo sconosciuto mascherato che stava portando via la sua Concetta .
La barca approdò proprio dove avevano nel passato fatto naufragio i genitori di Concetta e nel buio totale, mascherati, incominciò una furiosa lotta tra i due fratelli che non si erano riconosciuti. Alla fine Carmine in un gesto di efferata pazzia , preso per alle spalle lo sconosciuto rapitore , finì per  pugnalarlo al cuore  , ma quando poi si accorse che l’ucciso era suo fratello, sconvolto e disperato, si suicidò trafiggendosi a sua volta il cuore .  I due fratelli morirono quindi insieme e ancora oggi molti abitanti del luogo,  sono pronti a giurare che nella notte di San Pietro sullo stesso scoglio dei due frati , al tramonto , quando il sole cala , ed il mare si tinge di rosso ,  prestando bene attenzione , hanno scorto due figure che aggirandosi  furtive  cercavano qualcosa emanando  voci strazianti che si confondevano con i flussi del mare .

Per i  pescatori che abitano il luogo non ci sono dubbi , Quelle figure che vagano su quello scoglio non sono altro che i fantasmi infelici di Carmine e Luigi in cerca di Concetta e quel maledetto scoglio  che nei secoli si e’ spaccato in due è solo esso è stato  colpito da un fulmine che ha diviso in due la pietra . Esso è il risultto di forze soprannaturali e di conseguenza i gli abitanti del luogo hanno ai due scogli proprio lo stesso nome dei due sfortunati fratelli .

N.B. Non si può escludere che  lo scoglio dei due fratelli sia stato però formato da una grossa pietra staccatasi dal monte e spezzatasi in due nel cadere.

Ora vi starete certamente domandando che fine ha poi fatto Concetta ….

Le urla di Concetta dopo il verifiarsi di questa tragedia si racconta che furono udite in tutta Posillipo e al dolore della ragazza si unìrono anche le lacrime ed il dolore della povera madre che aveva perso i suoi due figli  .

Il libro finisce qui , Esso descrive la fine della tragedia con il dolore della madre e il dolore di Concetta nel sentirsi colpevole di quanto era accaduto, ma non ne descrive la fine.

Secondo gli abitanti del luogo invece, da quanto raccontato e tramandato dalle loro nonne , Concetta ,  affranta da quanto successo andò poi a rinchiudersi in un convento. Secondo altri invece , ella considerato che si sentiva profondamente colpevole di questa tragedia e dramma familiare si tolse la vita o forse morì di dolore. Secondo una versione piu romantica ella invece si tolse la vita solo per non separarsi dai suoi amati. Motivo per cui si  narra che tutt’oggi le voci dei due uomini e della donna rimbombano tra le onde del mare, nelle notti di luna.

La  leggenda però non finisce qui . Essa infatti ci racconta anche  che nella notte del 29 giugno , il giorno della ricorrenza della festa di San Pietro e Paolo , misteriosamente pare che le due pietre si scambino di posto mentre appaiono i fantasmi dei due fratelli in lotta.

Curiosità:  In questa località, secondo le fonti storiche, era realmente davvero presente  in epoca paleo cristiana ,  una Chiesa votiva intitolata a San Pietro Apostolo   Essa venne  eretta a Posillipo  in seguito alla sua sosta in questo luogo , nel priodo che egli si fermò a Napoli per  intendere diffondere il suo messaggio di fede ai partenopei.
Si ipotizza che la chiesetta sia stata inglobata dalla  chiesa di Santa Brigida  edificata nel 1573, ceduta ai padri di S. Domenico e adibita a piccolo monastero per poi essere abbandonata per mancanza di fondi. Questi resti, quasi sicuramente sono stati sepolti nelle vecchie murature di case, edifici e palazzi che giacevano in prossimità del mare e quindi erose dalle onde.

L’introvabile libro che ho la fortuna  di conservarne una copia , a  questo punto, nel suo racconto  passa a descrivere una parte forse storica, di quello che era in  origine il villaggio di Posillipo; un luogo selvaggio, pieno di alberi e rocce che si estendevano sino a Mergellina, in parte posseduto dai frati di Sanseverino che Federico d’Aragona tolse loro e lo divise tra i suoi fedeli vassalli. Una porzione, descrive il libro, toccò a Jacopo Sannazaro che alla sua morte, vi ebbe magnifica sepoltura.

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