I decumani sono tre delle più antiche strade di Napoli che scorrono nel cuore del centro storico partenopeo . Hanno origini antichissime essendo state create in epoca greca, alla fine del sesto secolo avanti Cristo ed oggi sono dichiarate Patrimonio dell’Unesco.
L’ antica Neapolis greco-romana nella sua architettura urbanistica era simile ad un grande quadrato compreso tra le attuali via Foria e Corso Umberto che veniva attraversato da tre grandi strade principali tutte con la medesima precisa larghezza ( 5 mt. e 92 cm.) disposte in maniera parallela da est verso ovest e tutte rigorosamente distanti 200 metri una dall’ altra .Erano chiamate decumani ( i decumanus dei romani e plateai dei greci ) : il maggiore , il superiore e l’inferiore .Questi erano intersecati ad angolo retto (disposte da Nord a Sud ) da diverse stradine secondarie e minori dette Cardini ( cardines dei romani e stenopoi dei greci ) che corrispondono ai tanti vicoli del centro storico di oggi.
L’incrocio tra questi assi dava come risultato le insulae, larghe trentacinque metri e lunghe centottantacinque metri ( antenate degli odierni isolati ).
Il centro nevralgico dei vari incroci era il “forum”, ossia la piazza principale della città, che oggi corrisponde a piazza San Gaetano.In questo posto si riuniva l’assemblea dei cittadini per discutere le sorti della città ; qui si eleggevano i magistrati , tra i quali alcuni formavano il collegio sacerdotale della Laucerlachia che si occupava di celebrare riti e misteri.
I decumani erano in numero di tre ( forse quattro ) mentre i cardini erano diciotto ed erano tutti uguali nelle loro dimensioni : circa 6 metri per i decumani e 3 per i cardini ( forse anche meno ). Ai lati opposti dei tre decumani vi erano delle porte , in quanto tutta la città era circondata da mura altissime impenetrabili che resistettero persino agli attacchi di Annibale
Il decumano maggiore ,si trova al centro dei tre decumani e si estende lungo tutta via tribunali portandosi da Porta Capuana all’attuale Piazza Bellini dove si trovava la Porta Domini Ursitate che poi si chiamò Porta Donnorso.
Il decumano inferiore iniziava invece da via Forcella dove si trovava la Porta Ercolanese ( chiamata poi Furcillensis ) e proseguiva per via San Biagio dei librai fino all’angolo di Piazza San Domenico Maggiore deve allora era presente Porta Puteolana ( poi chiamata Cumana ) chiamata poi Porta Reale e successivamente Porta dello Spirito Santo . Possiamo quindi dire che è in realtà parte dell’attuale Spaccanapoli .
Il decumano superiore (così chiamato solo perchè si trovava più in alto degli altri due) si estende da Porta Carbonara chiamata poi S. Sofia che si trovava presso la chiesa dei S.S, Apostoli fino a Porta Romana nei pressi di Costantinopoli e corrispondeva all’attuale percorso fatto da via S.S. Apostoli , via Anticaglia , via Pisanelli , via Sapienza e Largo Donnaregina .Attualmente esso prende il nome “Anticaglia” grazie alla presenza di numerosi resti di costruzioni romane che caratterizzano la zona .In particolare caratterizzano il luogo due archi poco distanti uno dall’altro che cavalcano la stretta via poco dopo il Vico Cinquesanti che rappresentano i resti delle mura delimitanti l’antico Teatro Romano che qui si trovava.
L’ipotesi di un quarto decumano prevede il susseguirsi di via San Marcellino , via Bartolomeo Capasso , e via arte delle Lana a distanza esattamente uguale a quella degli altri decumani ( 200 metri )
Il modo con il quale fu costruita l’ antica Neapolis era lo stesso con cui venivano costruite le varie città romane dove le strade principali erano ugualmente chiamate ” decumanus “Esse erano costruite ad imitazione degli accampamenti romani ed avevano sempre una porta ad ognuna delle due estremità. Le vie trasversali ai decumani erano chiamate ” cardini “e corrispondono nel nostro centro storico ai nostri stretti vicoli .
Negli accampamenti romani la via principale che attraversava il campo militare da una porta all’altra era chiamata decumanus . La porta principale era chiamata decumana mentre la porta sul lato opposto dove si trovava l’uscita contro il nemico era chiamata porta Pretoria per la vicinanza della tenda del pretore.
La città era praticamente suddivisa di fatto in quattro quartieri principali , che a loro volta erano frammentati in tre parti ognuna della quali amministrata da fratie , una sorta di piccolo agglomerato di persone tutte appartenenti alle principali famiglie dell’ epoca( demarchi ) di fatto si occupavano attivamente della vita pubblica in città . Tra le più importanti vi era quella degli Aristei , collegata al culto di Diana , quella degli Artemisa collegata al culto di Artemide , quella degli Eunostidi nell’attuale rione Sanità , che traeva il nome dal bellissimo e casto Eunosto ucciso dai fratelli di Ocna , una giovane donna che vistasi rifiutata inventò una storia sessuale . Pentita si tolse la vita mentre i suoi fratelli furono imprigionati.
La fratie degli Ermei era invece dedita al culto di Hermes , protettore dei commerci mentre la più potente fratia degli Eumelidi che traeva il nome da dall’eroe divinizzato Eumelo occupava il centro della città nella zona dell’Agorà.
In pratica comunque la città appariva suddivisa in 4 grandi aree.
La prima era quello Ercolanese o Forcillense , che si trovava tra l’attuale San Lorenzo e Forcella . Era un quartiere dove si trovavano numerose terme , un Ginnasio ed il Tempio di Ercole . Erano molto famose alcune gare che si svolgevano in questo quartiere : Si trattava delle famose lampadoforie , delle corse con le fiaccole che si svolgevano in onore di Partenope .
La seconda zona era quella di Nilense che si trova tra mezzocannone e l’antico porto rinvenuto recentemente vicino al maschio angioino durante gli scavi per la nuova stazione della metropolitana .
La terza era chiamata Palatina o Campana e si trovava nell’attuale via Duomo . Qui si trovava il tempio dedicato ad Apollo , il dio solare che rappresentava uno dei culti principali dell’ epoca .
La quarta area era chiamata Montagna e riguardava la zona di Sant’ Aniello a Caponapoli dove sorgeva un santuario dedicato alla dea Madre ed un Tempio dedicato alla dea Fortuna . Questo luogo era il punto più alto della città ( molto più alto di oggi ) che si è poi abbassato nel tempo colpa terremoti e alluvioni.
Le fratie lasciarono il posto ai seggi o sediliI , che nella loro organizzazione possiamo considerare gli antenati dei nostri attuali quartieri . I seggi erano inizialmente solo degli edifici, prima chiamati ” tocchi ” ed infine anche “sedili ” dove si riunivano periodicamente i rappresentanti della nobiltà.
Sulla facciata, dell’antico monastero della Basilica di San Lorenzo di fianco al campanile, sono ancora oggi riportati i nomi di 7 antichi seggi, ognuno con il suo simbolo, che furono posti nel 1879 in ricordo delle riunioni che si svolgevano nella sala dell’allora tribunale di San Lorenzo Il MONASTERO che può essere considerato la vera anima storica della Napoli passata : in esso infatti risiedettero periodicamente l ‘ università fondata da Federico II di Svevia nel 1224 ( prima in tutta Italia , poi ospitata altrove ) e stabilmente il tribunale della città .
Gli stemmi raffigurano vari simboli : quello del Foro (FORCELLA porta il simbolo Y – quello di MONTAGNA porta un simbolo con tre monti – CAPUANA un simbolo di un cavallo frenato – NILO un simbolo stavolta di cavallo nero sfrenato -PORTO un simbolo che rappresenta Orione, PORTANOVA un il simbolo di una porta d’ oro chiusa – DEL POPOLO il simbolo di una P ).
Nel 1266 questi seggi erano ben 29 mentre nel 1300 erano solo 10 per poi passare più tardi a solo 6 quando quello del Popolo fu soppresso durante il periodo aragonese ( ristabilito poi nel 1495 ).
Ogni sedile era comandato da sei rappresentanti che divennero otto nel rinascimento . Questi si occupavano dei vari problemi che sorgevano nel sedile dai più ordinari come il commercio , i prezzi , le liti , la giustizia ma si occupavano anche della difesa del luogo in tempo di guerra.
Il simbolo che accompagna lo stemma aveva una sua connessione con il luogo di appartenenza .
Il sedile di Porto per esempio aveva sul suo stemma un uomo villoso con un coltello nella mano destra rappresentante Orione , il grande gigante cacciatore che per sfuggire alla collera di Apollo pensando di rifugiarsi in mare venne poi colpito da una freccia di Diana che lo mutò in una costellazione che ancora oggi prende il suo nome. Molti hanno anche identificato questa figura presente anche sulla facciata di un palazzo di via mezzocannone con quella di Colapesce , un ragazzo che passava molto tempo in mare e che svelò ai pescatori la presenza di ingenti tesori presenti nelle grotte di Castel dell’Ovo .
Un giorno, durante una delle sue nuotate, recuperò galantemente il bracciale di una nobile e bella signora che era scivolato in acqua. Il gesto cavalleresco non fu però gradito ad una sirena (amante dell’eroe) che presa da un insano gesto di gelosia lo fece annegare quando il re , durante una sua esibizione , per metterlo alla prova gli chiese di riportargli indietro una palla di cannone sparata in mare da una cima di una collina . Sceso in fondo agli abissi non riemerse più .
Il cavallo invece presente sugli stemmi dei seggi di Capuana e del Nilo non deve meravigliarci poichè i cavalli napoletani erano tra i più ricercati in tutta Europa .
Il simbolo invece del seggio Forcella lo si deve a quella “Y” che caratterizza una biforcazione della sua strada che, ad un certo punto del percorso, interessa la via per dividerla in due .
La lettera Y , che invece appare inserita nello stemma del Sedile di Forcella pare lo si deve a quella caratterizza biforcazione della sua strada ad Y che, ad un certo punto del percorso, interessa la via per dividerla in due . La lettera Y era anche quella sacra alle scuole pitagoriche che risiedevano in questo luogo nella Napoli greca . Ricordiamoci che in matematica la Y e’ una incognita e la scuola di Pitagora la considerava un simbolo di augurio e di buona fortuna .
Essa rappresentava la ” nascita del tutto ” cioe’ il tronco della vita che si va a dividere, l’albero di Jesse per la religione cristiana da cui tutto ha origine. Simbolo esoterico della scissione tra il mondo visibile ed invisibile , tra il bene ed il male che sempre hanno ossessionato l’intera zona .
In origine l’antica città greca Neapolis contava circa ottomila abitanti che divennero poi trentamila nel I secolo a.C. ed a capo della città vi era in una sorta di vera democrazia il Demos , cioè il popolo e la bulè , cioè l’assemblea .
La città , vero crocevia di popoli e culture era considerata una delle più dotte in Occidente . Erano presenti nel centro importanti scuole di filosofi e retori .Si parlava e vestiva greco anche in epoca romana e spesso venne celebrata da importanti poeti come Orazio , Ovidio, Stazio e e Virgilio.Nell’attuale via Sapienza vi era un ‘imponente Porta Romana , distrutta solo in epoca medievale .e nella stessa zona vi si trovava anche un ippodromo , uno stadio e persino un anfiteatro presente nella zona tra Porta Capuana e Porta Forcella ( nei pressi della vecchia e diruta chiesa di San Nicola dei Caserti , anticamente chiamata ” ad Amphitheatrum “. Era presente anche un grandioso acquedotto che da Serino in provincia di Avellino , arrivava fino in città terminando la sua corsa a Miseno dove si trovava la flotta imperiale che fu comandata anche da Plinio il Vecchio ( morto nel corso dell’ eruzione del Vesuvio nel 79 d. C. ).
La città affollatasi in maniera esponenziale divenuta insufficienti ad accogliere tutti gli abitanti incominciò a trovare nuovi insediamenti nelle zone di Chiaia e di Posillipo , nonchè nei campi flegrei ,e nei dintorni del porto commerciale di Pozzuoli raggiungibili entrambi attraverso la Crypta Neapolitana .
Proviamo ora a descrivere sinteticamente i nostri tre decumani :
Nel decumano maggiore partendo dai resti di mura greche in piazza Bellini, si passa dinanzi al Conservatorio e alla Chiesa di San Pietro a Majella per giungere nella piccola piazzetta della Pietrasanta dove si trovano la cappella Pontano , la chiesa di Santa Maria Maggiore ed il campanile della Pietrasanta .Continuando incontriamo il palazzo monumentale Spinelli di Laurino, il palazzo medievale di Filippo d’Angiò,la chiesa di Santa Maria delle anime del Purgatorio sotto la quale si trova un ipogeo del 600 a lungo adibito a luogo di sepoltura delle persone più povere della città , le cosidette ” anime pezzentelle “. Proseguendo troviamo l’ ingresso alla Napoli sotterranea a al centro del decumano piazza San Gaetano, l’agorà per eccellenza dell’epoca greca, dove si incontrava la cittadinanza e avvenivano gli eventi più importanti. A dominare la piccola e vivace piazza troviamo la maestosa chiesa di S.Paolo Maggiore ,eretta nel 500 proprio nell’area dove sorgeva il Tempio dei Dioscuri . Nella piazza si trova il complesso religioso di San Lorenzo Maggiore,con la sua chiesa ( tra le più belle di Napoli) il suo importante convento e il bel campanile .Dal bel chiostro di questo convento si possono anche ammirare i resti dell’antico macellum ( mercato romano) del I secolo d.C..presenti sotto la chiesa .Da questa piazza , vero cuore della Polis greca si accede anche ad un altro importante edificio religioso costituito dal convento con il suo chiostro e la bellissima chiesa barocca di San Gregorio Qui si trova anche l’inizio di via San Gregorio Armeno, la strada dei presepi tra le più simboliche della città, Ci troviamo in uno dei più importanti cardini della città greca poiche questa piccola via unisce il decumano maggiore con quello inferiore .Continuando diritti da piazza San Gaetano ,incontreremo la maestosa facciata della chiesa dei Girolamini che fa parte di un altro grande complesso religioso con due chiostri , una bellissima chiesa ed una ricca biblioteca .
Una volta attraversata via Duomo continuiamo dalla parte opposta a percorrere via tribunali fino a giungere in piazzetta Riario Sforza dove vediamo subito il Pio Monte della Misericordia , realizzato nel 1601 con le offerte dei nobili del tempo che rappresenta la più antica delle istituzioni benefiche della città e di fronte ad esso , la guglia di S.Gennaro eretta nel 1660 in stile barocco.
Il pio monte della misericordia ospita le sette opere di misericordia , celebre dipinto del Caravaggio.
Alla fine di via tribunali . una volta superato via Duomo troviamo anche il gioiello architettonico del complessa di Santa Maria della Pace costituito da una chiesa , un ospedale e un lazzaretto.Continuiamo dritti e alla fine di questa via troviamo innanzi a noi Castel Capuano del XII secolo , fatto edificare dai normanni e soggetto a vari rifacimenti . Fu sede reale fino agli svevi ,mentre gli angioini pensarono, pur insiediandosi inizialmente a Castel Capuano di edificare una nuova reggia ,( Castel Nuovo ) chiamato poi Maschio Angioino ( sotto Carlo I d’ Angiò )
Pedro de Toledo , vicerè spagnolo vi raccolse al suo interno tutti i tribunali della città , facendone la sede unica , e per tale motivo fu chiamato Palazzo della Vicaria ( perchè era il vicario del regno a presiedere al governo del potere giudiziario ).
Ancora oggi il castello conserva la sua antica funzione di Tribunale
Se vogliamo completare il nostro percorso i dobbiamo andare a sinistra dove in fondo alla strada troveremo una delle più’ belle porte del rinascimento : ” Porta Capuana ” un tempo la porta ufficiale di entrata in citta’ .
Come vediamo si erge maestosa tra due grandi torri cilindriche chiamate Onore e Virtù ed era così denominata perchè orientata nella direzione della città di Capua .
Il decumano superiore corrisponde alle odierne via della Sapienza, Pisanelli, dell’Anticaglia e degli Apostoli. Partendo da via Costantinopoli da una sua traversa si accede all’attuale Sant’Aniello a Caponapoli che era il posto più alto dell’antica città greca di Neapolis .Questo era il luogo dove si trovava l’Agropoli della città alla sua fondazione e dove si concentravano i più importanti templi dedicati al culto e alla venerazione delle varie divinità.con processioni e sacrifici. In questo luogo sono ancora presenti resti di antiche mura che in particolare possiamo ammirare all’interno della chiesa di San Aniello a Caponapoli sotto il pavimento e protetto da una lastra di vetro .Il nome Anticaglia evoca antichi ruderi ed infatti in questo decumano troviamo i resti dell’antico teatro greco romano del I secolo a.C. Originariamente in questo luogo corrispondente alla parte superiore dell’Agorà ( dietro il Tempio dei Dioscuri )erano collocati due teatri :il teatro all’aperto ed il teatro coperto. Percorrendo l’antico decumano troviamo la chiesa ed il convento delle suore di clausura delle Trentatrè ,la chiesa e il convento di Santa Maria Regina Coeli e prima di giungere in via Duomo la chiesa di S. Giuseppe dei Ruffi anch’essa ancora sede di suore che osservano la clausura. La via Duomo era in origini uno stretto cardine della città greco-romana prima di essere poi ampliato e trasformato nell’attuale struttura urbanistica .Oltrepassata questa strada ci troviamo in Largo Donnaregina , dove troviamo il palazzo Arcivescovile e il complesso di Donnaregina che occupava all’epoca una grande area del luogo arrivando fino a via Foria .Il complesso comprendeva inizialmente una chiesa gotica ( Donnaregina vecchia ) e successivamente una barocca ( Donnaregina nuova ).Oggi l’intero complesso di Donnaregina con le due chiese costituisce il Museo Diocesano. A completare il decumano è l’ottocentesco palazzo Donnaregina che oggi ospita il Museo d’atre contemporanea MADRE.
Nel decumano inferiore , chiamato comunemente Spaccanapoli la prima cosa che ci colpisce è la sua linearità in quanto osservandola dall’alto, infatti, la strada divide la città antica in due parti tra il Nord e il Sud .La sua conformazione è cambiata nel corso del tempo. In origine, cominciava dalla piazza di San Domenico Maggiore e proseguiva fino a via Duomo. In epoca romana, ha inglobato l’attuale zona della Chiesa del Gesù Nuovo e di Santa Chiara. In questa strada troviamo quindi oggi la famosa piazza del Gesù con la sua guglia e la splendida chiesa del Gesù , la chiesa ed il monastero di Santa Chiara , il palazzo Filomarino , palazzo Venezia, e palazzo Carafa della Spina Il suo cuore è rappresentato da Piazza San Domenico con la sua guglia.ed suoi storici palazzi che portano il nome di antiche famiglie nobiliari : palazzo di Sangro, Casacalenda, Corigliano e Petrucci. Ma la piazza ci regala anche la stupenda chiesa di San Domenico con il suo convento e appena dietro un suo vicolo la stupenda cappella Sansevero .Nella succesiva piazza del Nilo troviamo la chiesa di S.Angelo a Nilo del 1385 detta pure cappella Brancaccio , posta ad angolo con via mezzocannone . Continuando incontreremo in Largo corpo di Napoli la statua del Nilo per poi iniziare via San Biagio dei Librai che ha dato i natali al grande filosofo Gianbattista Vico dove possiamo ammirare il palazzo Diomede Carafa ,nel cui cortile in fondo è conservata copia in terracotta dell’enorme testa di cavallo che Lorenzo il Magnifico donò al proprietario, la chiesa dei S.S. Filippo e Giacomo , la chiesetta di S.Nicola a Nilo , la cappella del Monte di Pietà ed il bel palazzo Marigliano in stile rinascimentale dove ha vissuto Costanza Chiaramonte , moglie dell’ex re Ladislao. Proseguendo avanti la via San Biagio sbocca anch’essa in via Duomo
A questo punto spaccanapoli,oltre il Duomo prende il nome di via Vicaria Vecchia , così chiamata perchè nel 400 c’ era il palazzo del Vicario detto , appunto palazzo della Vicaria
Più avanti , la strada prende il nome di Forcella e termina dove, un volta si ergeva la Porta Furcillensis o Ercolanese o Nolana , trasferita poi nel 1484 .
All’ ingresso di forcella si notano 2 chiese , quella di S. Giorgio maggiore del V sec. o S. Giorgitiello e l ‘ altra di S. Carminiello ai mannesi di epoca molto remota , sotto la quale possono vedersi anche i i resti archeologici di antiche terme romane ( mannesi significa falegnami ).
Oltre troviamo le chiese di S. Maria a piazza ( antichissima ) e di S.Agrippina del XIII sec.
Più innanzi si nota la biforcazione a Y della via , da cui l’ etimologia del nome forcella , nei cui pressi vi è la chiesa di S.Agostino alla zecca del XI sec.
ARTICOLO SCRITTO DA ANTONIO CIVETTA