E’ detta della pietrasanta da una pietra con una croce incisa su cui fu posta un’ immagine della Madonna .
La pietra quando la si baciava procurava l’ indulgenza.
L’edificio sorse come basilica paleocristiana su una preesistente struttura di epoca romana, essa risale al IV secolo ( costruita pare sui resti del tempio di Diana , dea della caccia) ed è a pianta circolare .
Nella cripta sono visibili ancora i resti dell ‘antica basilica e si possono ammirare i frammenti di un antico mosaico di epoca romana
Essa fu una delle 4 basiliche paleocristiane più importanti di Napoli insieme a quelle di : San Giovanni Maggiore – San Giorgio Maggiore -San Maria in Cosmodin a Portanova , divenute poi parrocchie .
Questa chiesa basilicale del centro storico è tra le più interessanti dal punto di vista storico ed artistico e fu la prima chiesa della città ad essere dedicata alla Vergine Maria  su cui troviamo traccie di epoche pagane e culti misterici associati a Diana e Iside.

NB. La chiesa fu rifatta da Cosimo a Fanzago nel 600 che la riedificò in stile barocco.

Nel 2011 gli speleologi hanno rinvenuto nel sottosuolo della chiesa dei simboli Templari. Sotto questa struttura sono stati ritrovati  misteriosi percorsi  artificiali risalenti al periodo tra il 1200 e il 1300 che  passando sotto l’attuale Istituto Diaz ,  scendono verso l’antica via del Sole fino alla Cappella e al Palazzo Sansevero in piazza San Domenico Maggiore per poi risalire verso via Tribunali ad angolo con via Nilo e di via Atri, terminando alla chiesa.
In questi cunicoli sono stati ritrovati sulle pareti incise ben 36 croci che  sembrano appartenere all’ordine cavalleresco dei templari . È stata rinvenuta anche una croce latina a triangolo rovesciato che ricorda la coppa di Cristo che contiene il soma, la bevanda dell’immortalità, il Santo Graal.
Secondo alcuni il percorso è lo stesso riportato in codice antico sul bugnato della chiesa del Gesù Nuovo in piazza del Gesù, dove un tempo vi era la fontana egizia di Morfisia del 67 d.C., alimentata dall’acqua del Sebeto, la fontana dell’immortalità, trasferita dal 1656 all’interno del complesso monumentale.

Leggermente più staccato si erge il campanile , prima unito alla chiesa da un casa poi abbattuta .

Realizzato in mattoni rossi e caratterizzato nella costruzione , dalla riutilizzazione di molti materiali di spoglio provenienti da monumenti di epoca precedente.In questo campanile quindi vediamo una grande quantità di frammenti architettonici ed iscrizioni di epoca romana in marmo bianco .Sono tutti pezzi utilizzati come blocchi di costruzione ed incastonati nella struttura insiema a colonne e capitelli .
Rappresenta una delle più antiche testimonianze di costruzioni cristiane in Napoli ancora intatte e risalenti forse al X o XI secolo.
Sotto di esso vi è un grande arco che dovette costituire un utile passaggio in tempi addietro ,accanto al quale vi è un piccolo arco dove alla base troviamo marmi di età imperiale mentre in alto vi sono delle finestre bifore.

Il Campanile appare impregnato di iscrizioni e simboli misteriosi fra cui la tavola del gioco romano «ludus latrunculorum» antica dama) e altri simboli  ancora  tutti da decifrare.

Tra queste strane iscrizioni possiamo notare delle piccole sculture in marmo raffiguranti delle teste di maiale  rinvenute durante gli scavi sul tempio di Diana che  sicuramente fanno riferimento alla leggenda del Porco-Diavolo e alla Festa della Porcella  che si svolgeva ogni anno nel mese di Maggio (mese mariano) e ricordava a tutti, l’intervento prodigioso della Madonna che esorcizzò il male, scacciando per sempre la presenza del Diavolo da quel luogo.

Pare infatti che anticamente il luogo fosse infestato secondo una antica leggenda ,dal diavolo in persona che  si dice abitasse proprio  sotto questo campanile che venne considerato maledetto .

Secondo questa leggenda , il diavolo  tutte le notti travestito  da enorme maiale , pare che si aggirava minaccioso per la piazza e le strade limitrofe per spaventare col suo diabolico grugnito tutti i passanti.

La leggenda racconta che le persone impaurite  e  spaventati dalla presenza di questo maiale inferocito che associavano al diavolo, corsero dal vescovo Pomponio, e lo supplicarono di pregare la Madonna per allontanare il demonio .
Il vescovo spinto dalla folla organizzo’ subito una messa che dedico alla vergina Maria pregandola di intervenire seduta stante . La risposta avvenne secondo il vescovo durante la notte grazie ad un suo sogno : la Vergine avrebbe raccomandato a Pomponio di andare nel luogo dove appariva il demonio, e di cercare con attenzione un panno di colore celeste,  e di scavare sotto quel panno  , fino a quando non riusciva a trovare una pietra di marmo che li si nascondeva .
Quello era il luogo dove egli doveva costruire una Basilica paleocristiana da dedicare alla Madonna se voleva  liberarsi del demonio . . ……
Soltanto così si sarebbero liberati della satanica apparizione, e così nacque la chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, che deve il proprio nome alla pietra santa e che sembra si trovi ancora all’interno della chiesa stessa. 

 

La Basilica  di Santa Maria Maggiore , rimasta chiusa per decenni ,  oggi risulta finalmente riaperta ed è di nuovo visitabile, ma svolge solo la funzione di auditorium.

La chiesa  presentava nella sua versione originaria una pianta a tre navate divise da diciotto colonne e con cupola centrale, il cui ingresso era anticipato da un porticato, probabilmente corrispondente al largo in cui vennero costruite successivamente la Cappella Pontano e la Cappella del Salvatore.

Durante il 1600, a causa del cattivo stato in cui versava la struttura , in seguito a dei dissesti causati da un terremoto avvenuto nel 1456. si rese necessario il rifacimento della chiesa,

I lavori per la costruzione della nuova Basilica in stile barocco,  iniziarono nel 1656, sotto la direzione di Cosimo Fanzago e, dopo un iniziale sospendimento causato dal dilagare della peste, si conclusero nel 1667.

La Chiesa seicentesca, che è la struttura visibile tutt’oggi, fu sviluppata su pianta a croce greca, con cappelle laterali ed una cupola centrale progettata dallo stesso Fanzago , alta ben 65 metri. Le navate luminose, il contrasto con l’ombra che avvolge il coro, le soluzioni architettoniche dell’intero impianto, rendono la basilica fanzaghiana un interessante unicum nel cuore di Napoli.

 Altri restauri vennero effettuati tra il XVIII e il XIX secolo, a cui si aggiunsero quelli terminati nel 1976 per rimediare ai danni subiti dalla struttura durante la Seconda Guerra Mondiale.

La facciata,che oggi vediamo ,rimasta incompiuta al secondo ordine, appare orfana del suo antico frontone che è stato rimossa durante la seconda guerra mondiale . Essa appare  attaccata ad altre due strutture, la Cappella del Pontano e quella del Salvatore .

La cappella del Pontano completamente rivestita in pietra grigio piperno fu fatta edificare nel 1492 dal letterato  umanista segretario del re  Alfonso d’ Aragona ,  come monumento funebre per l’amata moglie Adriana Sassone.  All’interno, della piccola cappella gentilizia a semplice pianta rettangolare ,accompagnati dalle eleganti epigrafi latine scritte dallo stesso, vennero disposti anche i figli Lucio, Francesco e Lucia Marzia, insieme all’amico Pietro Golino.

Di pianta rettangolare, con tre facciate esterne e una quarta adiacente alla Cappella del Cappuccino  ,la cappella per l’eleganza delle sue forme , l’armonia delle sue proporxioni , di chiara ispirazione classica , rievoca lo stile dei migliori architetti fiorentini del primo 400 .

Al suo interno interno   , grazie al fascino dei dettagli di finissimo rilievo e l’eleganza delle sue strutture portanti , la raffinatezza del monumento viene messa in risalto dagli affreschi ,  e sopratutto da un bellissimo pavimento di stile fiorentino del 400 in mattonelle policrome.

Tra la Basilica ed piccolo gioiello di architettura di epoca rinascimentale della Cappella del Pontano, sorge la Cappella del S,S, Salvatore  datata al 1150. Questa chiesa dell’Arciconfraternita del Cappuccino nasce come chiesa autonoma. Il suo interno, rimaneggiato nel XVIII sec., fu arricchito da un pavimento in maiolica, dalle pregevoli decorazioni e dall’altare in marmi policromi. L’esterno, col portale in piperno, accoglie alla sua destra una pseudo edicola, sormontata da una targa dedicata alla ricostruzione della cupola di Santa Maria Maggiore del 1820.

Se osservate da lontando il prospetto della chiesa , noterete che esso presenta due ordini collegati tra loro da volute in pietra stuccata: il primo in stile ionico, mentre il secondo, come detto, incompiuto fino al collo del capitello.

L’ingresso è rappresentato da un grande portale in marmo bianco, opera di Pietro Barberiis che lo scolpì nel 1675.

La bellissima pavimentazione in maiolica risalente  al XVIII secolo, e da poco recuperato nel XVIII secolo dalla bottega dei fratelli Massa . Le decorazioni sono in stucco con un ordine gigante di lesene corinzie, mentre in una delle cappelle laterali sono poste delle sculture di Matteo Bottiglieri. Nella cripta, infine, sono conservati resti dell’antica basilica paleocristiana e alcuni frammenti di un mosaico di epoca romana.

 

CURIOSITA’: La tradizione vuole che nel suo interno vi sia sepolto papa Evaristo.

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