chiesa di san diego all ospedaletto

La chiesa che si trova collocata in Via Medina 33 ha appresentato nel suo passato  una delle più belle strutture religiose della nostra città .

Ricca di meravigliose opere di artisti come Battistello Caracciolo , Andrea Vacccaro, e Massimo Stanzione , per anni in città è stata infatti considerata  un vero e proprio piccolo gioiello ricca di fascino e ricchezza ., che solo forti eventi sismici e bellici con la loro violenza sono stati capaci di ridimensionare ditruggendo numerose opere d’arte  e danneggiandola seriamente  .

La chiesa, nota anche come chiesa di San Giuseppe , prese origine da un’edicola votiva dedicata a San Giacchino edificata nel 1514 ,  grazie alle donazioni di Giovanna Castriota Scanderbech dama d’onore della regina Giovanna III.

La nobildonna  fece infatti erigere lungo l’attuale Via Medina una cappella dedicata a San Gioacchino ed un piccolo ospedale , che fu detto Ospedaletto , destinato ad ospitare i nobili indigenti  e decaduti.

CURIOSITA’: Costruita a partire dal 1595 , la chiesa è  detta dell’Ospedaletto  proprio in ricordo di questo ospedale fondato nel  luogo . Mentre la denominazione San Giuseppe Maggiore gli du data in ricordo della vicina antica chiesa  costruita  all’inizio del 500  dall’Arciconfraternita dei Mannesi (i falegnami) e poi demolita durante il riassetto urbanistico del rione Carità (che un tempo si chiamava appunto rione San Giuseppe).

Morta nel 1595 la beneficiaria dell’opera, il luogo di culto passò ai  Frati Minori Osservanti di San Francesco , che nel 1595,  restaurarono  completamente la chiesa secondo uno stile barocco in auge in quel tempo , mentre il piccolo ospedale venne trasformato in monastero . Lintero complesso venne dedicato ialla figura di San Diego di Alcalà.. Fu da allora denominato ” San Diego all’Ospedaletto “.

 

N.B. I lavori eseguiti dal frate Agostino d Cupitiis d’Eboli furono possibili grazie alle numerose donzioni e offerte fatte in quella circostanza di numerosi napoletani.

Fu in questa circostanza che la chiesa venne affrescata  di opere d’arte incredibili eseguite da grandi maestri pittorici come Massimo Stanzione, Andrea Vaccaro e Battistello Caracciolo.

Purtroppo un terribile terremoto che scosse la città  nel del 1784 , arrecò molti danni alla chiesa etra cui la  la distruzione e la perdita di molte opere importanti , inclusi alcuni  affreschi   del Vaccaro e di Stanzione che vennero sostituiti da opere di Angelo Mozzillo e Andrea Mattei . Dopo articolati lavori di restauro anche queste altre opere vennero poi distrutte durante i bombardamenti del 1943 , che provocarono il crollo della volta e della tribuna .

La sua facciata come potete osservare , è caratterizzata dal finestrone centrale e dalle parti scure realizzate in piperno. I portali sono tutti decorati in stucco, con i due secondari sormontati da finestroni polilobati (il portale di destra è murato)   e il principale da un timpano arcuato con al centro una lapide.  In alto, ai lati, ci sono due orologi e i campanili.

 

 

Nel suo interno  la chiesa presenta una struttura con tre navate, transetto e absidee  nonostante i tanti danni subiti  nel corso dei secoli ,  tra le sue tre navate ed in particolare nelle cappelle laterali,  restano della decorazione originale gli affreschi di Battistello Caracciolo nella volta ( le storie di Maria e le storie di Isacco e Giacobbe,    e la rappresentazione delle Storie della Vergine nelle lunette del cappellone sinistro.

 

Si possono inoltre ammirare ancora  opere importantissime come quella dipinta su tela  di Massimo Stanzione presente nell’ultima cappella a destra (  il Transito di San Giuseppe )  ,  il San Pasquale di  Francesco De Mura  e, nella sacrestia una tela  raffigurante  il Sant’Antonio da Padova di  Andrea Vaccaro .

L’altare maggiore, costruito con marmi policromi, venne progettato da Giovan Battista Nauclerio e realizzato da Giuseppe de Filippo.

Nella controfacciata , ai lati dell’ingresso , sono poste i due monumenti funebri  marmorei  dei principi di Piombini, disegnate da Francesco Solimena e scolpite da Giacomo Colombo nel 1703.

Il Chiostro dell’Ospedaletto che si trova   tra Via Medina e Rua Catalana ( accanto alla Chiesa di San Giuseppe Maggiore) venne costruito nel 1595, quando  Agostino de Cuptis, dell’Ordine dei Frati Minori Osservanti, commissionò con numerose offerte dei napoletani , la costruzione di un chiostro quadrato, cui si accedeva da un androne a nord della chiesa . Esso era delimitato da cinque  arcate  per lato in piperno, con un pozzo al centro del cortile.

Quando l’ordine religioso venne soppresso agli inizi del XIX secolo, il monastero  purtroppo fu utilizzata come officina di auto militari e, successivamente, trasformato in caserma di polizia. In tale occasione vennero tagliate le arcate sul lato meridionale del chiostro per consentire la circolazione della autovetture .

L’antica chiesa oggi quasi sempre chiusa al pubblico , solo recentemente grazie ad alcuni volontari del Touring Club Italiano è possibile di tanto in tanto vederla . Essi infatti   nell’ambito di un progetto denominato “Aperti per Voi” rendono periodicamente disponibile la visita della chiesa con esperte visite guidate .

Adottando sibolicamnte la chiesa il Touring Club , al fine di promuovere il luogo ,  organizza anche  concerti, mostre, incontri e numerose letture .

 

 

 

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