In via Tribunali nel luogo che oggi è occupato dalla chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, secondo un’antica leggenda, si dice che un tempo sotto questa piccola piazzetta, vi abitasse il diavolo in persona. Egli tutte le notti travestito da enorme maiale, pare che si aggirava minaccioso per la piazza e le strade limitrofe per spaventare col suo diabolico grugnito i passanti.
Il feroce maiale dal grugnito infernale, appariva nel cuore della notte aggredendo i passanti e squarciando porte e finestre. Per tutti si trattava della personificazione del male: era il Diavolo, incarnatosi nel corpo di un maiale, con l’intento di suscitare terrore e disperazione.
Secondo gli abitanti del luogo, il centro di tale malvagità era custodito sui vecchi resti del tempio di Diana, dove alcune donne (streghe) continuavano a praticare strani vecchi rituali sinistri in gran segreto, che avevano il solo scopo di alimentare la furia vendicativa di Diana, che per vendicarsi della distruzione del tempio a lei dedicato aveva così consegnato alla città un orribile maiale, invaso di violenza e ira accecante che con il suo spaventoso grugnito, sembrava uscire dall’ inferno.
Un tempo in questo luogo, si trovava un tempio dedicato a Diana, dea della Luna e della caccia, e protettrice delle donne. Le sue sacerdotesse e seguaci, dette janare, erano le depositarie di un sapere astronomico e religioso senza tempo ( Il termine janara era la trascrizione dialettale del latino dianara, che significa “seguace di Diana”).
Esse conoscevano il ciclo dei pianeti e miracolosi rimedi fito-terapici e pertanto secoli fa, quando non esistevano ospedali o ambulatori medici, era proprio a loro che si rivolgevano le genti locali per essere curate.
Il culto per la dea Diana era riservato alle sole donne (perché a queste prometteva parti non dolorosi ) che sopratutto in corrispondenza con la luna nuova, si recavano in processione al tempio di Diana/Artemide per propiziare il parto o per ringraziare la dea per averle assistite ( in molti scavi sono emersi ex voto anatomici e statuette di madri con lattanti).
Le sacerdotesse di Diana erano anche esperte ostetriche, e praticavano gli aborti attraverso infusi di erbe, come il prezzemolo. Il ritrovamento negli scavi di Pompei di oggetti simili a raschietti ha fatto supporre l’ipotesi che nell’antichità venisse praticato anche l’aborto con raschiamento dell’utero.
Queste sacerdotesse erano temute e rispettate, depositarie di un sapere astronomico, religioso e medico senza tempo e si tramandavano in maniera ereditaria antichi culti e pratiche occulte di magia.
Gli uomini furono ingelositi da tale culto che li escludeva del tutto anche da questioni familiari e furono infastiditi da tali arti magiche che incominciarono a temere. Gli uomini inoltre erano irritati dalla popolarità che il culto di Diana riscuoteva in questa zona poiché molte promesse spose pur di evitare matrimoni infelici, preferivano votarsi alla Dea Diana e offrire la loro castità. Le ragazze divenute poi sacerdotesse venivano appellate dagli stessi uomini amareggiati, in maniera dispregiativa col sostantivo di ianare (da dianare o sacerdotesse di Diana) ed infine per vendicarsi bollate di stregoneria, capaci di invocare il demonio. La parte maschile del popolo, quindi che mal vedeva questo luogo frequentato da sole donne, temendo di perdere il loro potere in società, incominciarono a fare di tutto per screditarlo.
Incominciarono con lo screditare le sacerdotesse accusandole di eresia, adulterio apostasia, blasfemia, e bigamia e tante altre numerose ingiurie con il solo scopo di annullarne il potere acquisito.
Ma ritorniamo ai spaventosi grugniti di maiale che terrorizzavano la zona.
Il popolo napoletano anticamente, nonostante da tempo avesse accettato la fede cristiana, continuava di tanto in tanto a praticate culti pagani in città’ e fino a tutto il seicento si continuava a svolgere in questo luogo ogni mese di maggio una grande festa conosciuta come ” gioco della Porcella“.
Si trattava di una reminiscenza dei sacrifici di maialini dedicati a Demetra, dea della terra, che aveva il suo tempio poco lontano, vicino piazza San Gaetano, dove ora sorge la chiesa barocca di San Gregorio Armeno. Bisogna anche ricordare che durante il Medioevo era comunque consuetudine uccidere un maialino o una scrofa in questo periodo nella cattedrale principale di una città’ o paese.
Avete mai sentito ammazzare un maiale purtroppo? Le urla sono alte e strazianti e questo spaventava il popolo … ed esse sembravano provenire proprio da quel luogo, da quella piazzetta ….. da sotto a quel campanile che fu considerato maledetto dal demonio. La cosa incredibile è che se osservate bene attentamente il Campanile noterete inserite nell’incredibile architettura, costituita da frammenti di epoche diverse , anche delle delle piccole sculture in marmo di teste di suino, che fanno riferimento alla leggenda del Porco-Diavolo e alla Festa della Porcella. Probabilmente, spinto da questi riti pagani e dalla leggenda del porco -diavolo che accompagnava le urla furono le origini della intuizione, nel 533 d.C. che spinsero San Pomponio, Vescovo di Napoli, a cogliere l’occasione per erigere una basilica Paleocristiana sui resti del tempio pagano di Diana. Egli non aspettava altro che l’occasione buona. Ed un giorno questa avvenne…
Un giorno, in concomitanza di più persone che avevano contemporaneamente deciso di praticare l’antico culto pagano, le urla di notte si levarono strazianti e spaventose.
Le persone impaurite associarono la presenza dell’animale alle donne che praticavano il culto della Dea Diana, quindi per loro quell’animale era il Diavolo travestito da maiale. Spaventati corsero dal vescovo Pomponio, e lo supplicarono di pregare la Madonna per allontanare il demonio. Il vescovo spinto dalla folla organizzo’ subito una messa che dedico alla vergina Maria pregandola di intervenire seduta stante.
La risposta avvenne secondo il vescovo durante la notte grazie ad un suo sogno: la Vergine avrebbe raccomandato a Pomponio di andare nel luogo dove appariva il demonio, e di cercare con attenzione un panno di colore celeste, e di scavare sotto quel panno fino a quando non riusciva a trovare una pietra di marmo che li si nascondeva.
Quello era il luogo dove egli doveva costruire una Basilica paleocristiana da dedicare alla Madonna se voleva liberarsi del demonio.
Soltanto così si sarebbero liberati della satanica apparizione, e così nacque la chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, che deve il proprio nome alla pietra santa e che sembra si trovi ancora all’interno della chiesa stessa.
Sulla pietra che mostrava una croce incisa fu posta un’immagine della Madonna e ad essa fu dato un potere enorme: quando la si baciava essa procurava l’ indulgenza da tutti i peccati ed il salvataggio eterno.
La famosa pietra Santa pare che fosse stata portata da pellegrini provenienti da Gerusalemme, ed in particolare si pensa che la pietra provenga dalla chiesa di Santa Maria Maggiore di Sion e che essa sia stata addirittura benedetta dal papa nell’anno 533. Dopo inutili tentativi di ricerca fu rinvenuta durante i lavori di restauro del 1657, eseguiti dal famoso architetto dell’epoca Cosimo Fanzago e conservata nel suo interno.
Qualcuno sostiene che sia custodita nella chiesa a protezione di Napoli e che sia legata al mistero di segni e iscrizioni ritrovati nei sotterranei della basilica, legati al mito dei Cavalieri Templari, seguaci del culto della Madonna Nera, trasposizione della dea egizia Iside. La costruzione della Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta venne quindi edificata ,per volere del vescovo Pomponio e del popolo , sulle rovine del vecchio tempio dedicato a Diana , con il preciso obiettivo esorcistico di scacciare una volta per tutte il diavolo che si presentava sotto forma di un abominevole porco terrorizzando i passanti di turno .
Con l’edificazione della Basilica di Santa Maria Maggiore della Pietrasanta, il fenomeno si placò del tutto: il Porco-Diavolo abbandonò per sempre questo luogo e discese definitivamente negli inferi.
L’evento della costruzione della Basilica e la sconfitta del diavolo, simbolo del bene che prevale sul male, e’ stato per molti anni ricordato dallo stesso vescovo con un particolare cerimoniale. Egli affacciato alla finestra della Basilica, ogni anno, per ricordare la data dell’evento, sgozzava dinanzi a tutti un’enorme suino che doveva essergli offerto dai fedeli. La pratica poi per fortuna è stata abbandonata perché ritenuta indecorosa e pagana.
Il furbo vescovo Pomponio provvide dopo la costruzione della basilica, a dare una nuova immagine all’intero luogo affidando la chiesa ai monaci benedettini, che curavano sia uomini che donne con erbe speciali e pozioni medicamentose; particolare attenzione fu data alle donne che soffrivano per parti difficili.
Incominciò contemporaneamente una campagna denigratoria e diffamatoria nei confronti di quelle misteriose sacerdotesse detentrici di poteri magici a lui e a tutta la chiesa sconosciuti. Con l’aggravante di aver rifiutato Dio, le dianare vennero di conseguenza designate come donne possedute dal diavolo che esse servivano con riti magici.
Secondo il tribunale dell’inquisizione si dedicavano all’esercizio della stregoneria grazie ai loro poteri occulti con l’unico intento di servire Belzebu’.
Si comincio’ quindi a considera come streghe da combattere, da distruggere e da perseguitare tutte le donne che ricorrevano al culto di Diana. Furono accusate di stregoneria e bandite dalla città.
La loro persecuzione iniziò come quelle di tutte le streghe, con le prediche di San Bernardino da Siena. Egli le indicava come causa di sciagure e sosteneva la tesi secondo la quale dovessero essere sterminate. Nel 1486 fu addirittura pubblicato il “Malleus Maleficiarum “, che spiegava come riconoscere le streghe, come processarle e come interrogarle con torture atroci. Proprio attraverso tali torture furono raccolte diverse confessioni, nelle quali si parlava di sabba a Benevento, di voli, di scope e della pratica di succhiare il sangue dei bambini. Di conseguenza molte di queste fantomatiche streghe finivano poi per essere mandate al rogo o al patibolo.
Secondo una leggenda pare che sotto le fondamenta della chiesa, giacerebbe la salma di Sant’ Evaristo, il V Papa Romano della Chiesa Cattolica; la leggenda vuole che durante la sua commemorazione, celebrata il 27 ottobre, dalla piazza emerga una straordinaria sensazione di benessere che placa ogni dolore e sofferenza .
ARTICOLO SCRITTO DA ANTONIO CIVETTA