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Il complesso di San Gregorio Armeno e’ composto dalla chiesa e dal monastero con chiostro .La tradizione , vuole che la madre dell ‘ imperatore Costantino , Sant’ Elena , avesse fondato sia il monastero che la chiesa .
Il complesso prende il nome dalle spoglie del santo trasportate dalle monache armene riparate in Napoli che dalla chiesa di San Gennaro all’Olmo si trasferirono nel piu’ glorioso monastero dedicato a San Gregorio Armeno .
Nel secolo VIII numerose monache dell’ ordine basiliano per sfuggire alla persecuzione degli Inoclasti ripararono in Italia ; una parte di loro giunse in Napoli e trovo’ rifugio in alcuni monasteri : Le monache armene in San Gennaro all’Olmo , e poi in San Gregorio Armeno mentre quelle provenienti da Costantinopoli in Sant’Andrea a Nilo, e poi in Santa Maria Donnaromita .
La persecuzione iconoclasta fu una eresia che duro’ dal 725 al 842 che scavo’ un profondo solco tra la chiesa di Roma e la chiesa Cristiana d’ Oriente in cui si affermo’ la condanna e quindi la distruzione di tutte le immagini sacre .
Molti monaci di allora avevano fatto un uso esagerato delle immagini sacre attribuendo a quadri sacri poteri addirittura taumaturgici e definendo alcuni di essi come dipinti da potere divino .
La condanna delle immagini sacre , diede luogo nella sua massima espressione , ad una fanatica persecuzione dei monaci , molti dei quali furono costretti a scappare lontano pur di sottrarsi a morte certa . Le suore armene avevano portato con se numerose reliquie , come il cranio di San Biagio , e le reliquie di San Gregorio Armeno ( detto l’ illuminatore , primo patriarca dell’ Armenia ) che collocarono in una cappella nella chiesetta di San Gennaro all’Olmo, ( antico nome della stada ) .
La chiesa e la via si chiamavano DELL ‘OLMO perché’ nella piazzetta era situato un albero sul quale si appendeva il premio per il vincitore di una giostra a cavallo . La chiesa e la via presero il nome di SAN GREGORIO essendo state trasportate nella suddetta chiesa le spoglie di tale santo dalle monache armene fuggite per le persecuzioni . Le suore ebbero anche un loro convento , aggregato a quello di San Pantaleone , che era al lato opposto della strada : i due corpi di fabbrica furono congiunti dal cavalcavia tuttora esistente .
Qui , nell’antico edificio vivevano le monache di clausura , avendo ognuna la sua propria casa , dove potevano essere visitate dai parenti e dalle serve per attendere alle loro necessita ; ne’ rinunciavano a partecipare a feste pubbliche e pranzi d’occasione . Cio’ era giustificato dal fatto che fino al XVII secolo , prima del Concilio di Trento , tali monache non dovessero osservare delle regole severe , e potevano , essendo di norma figlie di nobili, continuare a far valere anche in monastero i privilegi familiari .
Successivamente , essendo sempre piu’ numerose le monache che giungevano per entrare in clausura , fu necessario costruire un piu’ ampio monastero sul lato opposto della strada , dove si puo’ tuttora vedere .
Fu cosi’ che alla fine del 500 il nuovo complesso religioso fu ampliato sull’ ampio terreno acquistato , divenendo tra i piu’ grandi monasteri della citta’ : a testimonianza di cio’ fu eretto un cavalcavia per consentire l ‘ unione delle due strutture , che venne nel XVII secolo sormontato dal campanile della chiesa .
La chiesa presenta un interno fra i piu’ suggestivi del barocco cupo napoletano da distinguere da quello gioioso del Fanzago . Possiamo osservare in essa , una delle decorazioni barocche piu’ ricche e sfarzose della citta’, in cui spiccano preziosi affreschi di Luca Giordano .
La chiesa su progetto di Giovan Battista Lavagna dopo un restauro del 500 ,divenne ad unica navata con quattro cappelle laterali e fu realizzato lo straordinario soffitto cassettonato .
Fu costruito il cosiddetto ‘ coro di’ inverno ‘ sopra le capriate del tetto al di sopra del soffitto , per consentire alle monache malate di assistere alle funzioni .
Da notare ancora , ‘ il comunichino ‘ che consentiva alle monache di ricevere la comunione , e la ‘ scala Santa’ , che le monache erano obbligate a salire tutti i venerdi’ del mese di marzo per penitenza .
A fianco c’e la cappella di Santa Patrizia , secondo patrone di Napoli il cui sangue contenuto in un’ampolla si liquefà in presenza del popolo credente ogni anno il 25 agosto .
Originariamente aveva un chiostro parzialmente adibito ad orto poi in seguito al concilio di Trento , che sanci’ regole di clausura per le suore , nel 1565 si decise di modificare l’ intero complesso .
Il rifacimento del chiostro fu affidato all’ architetto Vincenzo della Monica . Il centro del chiostro e’ dominato da una fontana barocca e dalle due grandi sculture raffiguranti il Cristo e la Samaritana . Il bel belvedere terrazzo – giardino resero la clausura piu’ sopportabili alle suore che da questa altezza potevano osservano un bellissimo panorama .
Via San Gregorio Armeno ( per i napoletani via San Liguoro ) e’ popolare e nota in tutto il mondo per la presenza di botteghe dove si costruiscono pastori e presepi , richiamando grande folla nelle festivita’ natalizie .
Un’ altra importante reliquia in possesso delle suore armene ,una volta giunte a Napoli , al tempo degli Iconoclasti , era il cranio di San Biagio, che collocarono in una cappella nella chiesetta di San Gennaro all’Olmo , e in seguito in San Gregorio Armeno .
La cappella originaria di San Biagio venne concessa nel 1543 alla confraternita dei librai che ne ebbero cura, unendo il loro nome a quello di San Biagio che fu detto dei librai per questo motivo . San Biagio diviene in tal modo il protettore dei librai .
Via San Biagio fu un strada ricca di botteghe che vendevano libri e nella seconda meta’ del 600 divenne un luogo molto noto agli intellettuali europei .Al fiorire di un rinnovato interesse per i libri , le botteghe di libraio si moltiplicarono e librai provenienti da tutt’Europa , particolarmente da Francia , Olanda e Inghilterra incrementarono il commercio in tale contrada richiamando i maggiori intellettuali del tempo .
Dopo via Toledo era la strada piu’ movimentata , gioiosa e rumorosa della citta’ e tale e’ rimasta oggi , immutata nella sua configurazione urbanistica nel corso dei secoli , con gli stessi palazzi nobili, le stesse chiesette , le stesse umili abitazioni , le stesse abitudini di vita , soltanto le botteghe sono cambiate : non piu’ quelle di libraio ( che si sono prima spostate in via Santa Maria di Costantinopoli e poi sotto port’ Alba ) sostituite da laboratori di gioiellieri , di artigiani e da botteghe religiose .
Al numero 31 vi abito’ dalla nascita per 31 anni Giambattista Vico.

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NAPOLI MIRACOLO DI SANTA PATRIZIA ANCHE SANTA PATRIZIA UNA DELLE PATRONE DI NAPOLI ESEGUE IL SUO MIRACOLO IL 25 AGOSTO NELLA CHIESA DI SAN GREGORIO ARMENO IL SANGUE DELLA SANTA CONSERVATO NELLE AMPOLLE PASSA ALLO STADIO LIQUIDO Chiesa di San Gregorio Armeno The Miracles Of Saint Patrizia Saint Patrizia's blood liquefies as that of san Gennaro Saint Patrizia is the other Patron Saint of Naples and her blood, which is kept in the monastery at San Gregorio Armeno, liquefies on 25 August every year (which is her Saint's day) ph ciro de luca Si ripete annuamente il miracolo della liquefazione del sangue Santa Pastrizia, infatti cosi come per san Gennaro anche per la patrona di Napoli avviene la liquefazione del sangue propio nel giorno in cui si festeggia la santa *** Local Caption ***

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