La grotta di Seiano è un’antica galleria artificiale realizzata in epoca romana attraverso la quale si può accedere al Parco Archeologico di Pausylipon.
I siti sono disposti sulla collina di Posillipo e rappresentano una fantastica passeggiata da non perdere. Uno stupendo percorso archeologico molto suggestivo che inizia da Coroglio all’inizio della salita che porta verso Posillipo dove si trova l’imponente accesso della Grotta di Seiano.
Il traforo, della lunghezza di circa 800 metri, largo 5 e alto 7 metri m, attraversa la collina tufacea di Posillipo, e mette in comunicazione Coroglio con la Gaiola. La sua ventilazione e la sua luce è assicurata da tre aperture sulla baia di Trentaremi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Superata la bellissima grotta si raggiunge l’area della villa del ricco patrizio romano Vedio Pollione, molto legato ad Ottaviano Augusto che chiamò il luogo “Pausylipon”, ( “luogo che fa cessare gli affanni” ), da cui poi è derivato il toponimo di tutto il promontorio.

La grotta è una straordinaria opera di architettura sotterranea realizzata in epoca romana su un progetto dell’architetto Lucio Cocceio, per volere di Marco Vipsano Agrippa per collegare le ville della costa di Posillipo con Pozzuoli.
Il suo nome lo si deve ad un prefetto dell’imperatore Tibero (Lucio Elio Seiano ) che fece allargare la precedente galleria scavata nel I sec. d.C con il preciso scopo di collegare la villa di Publio Vedio Pollione, ai porti di Puteoli e Cumae ( all’area della villa di Pollione prima del traforo, si arrivava soltanto via mare).

Il percorso della Grotta di Seiano fu rinvenuto per caso nel 1841 durante i lavori di realizzazione di una nuova strada per Bagnoli e diventò nuovamente agibile grazie ai lavori di ristrutturazione voluti da Ferdinando II di Borbone, diventando meta di turisti provenienti da tutta Europa. In particolare si adoperò molto per il consolidamento della grotta e del suo ingresso e  la galleria fu dotata di ciclopici sottarchi di tufo  (77) per sorreggere la volta che hanno in parte ristretto il passaggio ma che hanno permesso di conservare l’antica murazione in opus reticulatum della grotta e del suo ingresso.

Quello che vediamo oggi è quindi il frutto della ristrutturazione in età borbonica. Il tunnel inizialmente era più largo ed addirittura percorso in doppio senso (fu scavato da schiavi in epoca romana per consentire il rapido trasporto di materiali su bighe e carri,) ma era anche più alto in quanto accogliendo con il tempo stratificazioni di terra e materiale, questi  accumulandosi ne hanno abbassato l’altezza.

Durante la Seconda guerra mondiale la Grotta di Seiano fu utilizzata come rifugio antiaereo per gli abitanti di Bagnoli. Dopo la guerra e a causa di alcune frane avvenute negli anni cinquanta la grotta fu completamente abbandonata. Nel 2009, è stata riaperta e resa nuovamente percorribile rappresentando attualmente l’unica suggestiva via d’accesso al Parco Archeologico del Pausilypon.

 

 

 

 

 

 

 

Per accedere al Parco archeologico bisogna percorrere tutta la grotta di Seiano che ad oggi si può  visitare solo per un tratto di circa 2 km, quello appunto che va dalla Discesa Coroglio, fino all’area dei teatri.
L’area del Parco comprende straordinari resti archeologici di un teatro con una capienza di circa duemila posti costruito secondo la tipica tecnica greca di sfruttare il pendio naturale della collina. Un giardino divide la scena del teatro maggiore da un secondo teatro coperto di dimensioni minori l’Odeion (gr. oidêion, da oidé, “canto”), con una cavea più piccola che era destinato alle audizioni di poesia retorica e di musica.
All’interno di esso sono presenti alcune sale con pavimenti a mosaico e in marmo e resti di pareti dipinte.
Si possono ammirare nell’area archeologica anche i ruderi del Tempio o Sacrarium, ed il Ninfeo con tracce di un impianto termale.
Chiude il bellissimo parco un sentiero che conduce ad un belvedere che ci consente di affacciarci sulla costa proprio davanti alla Gaiola dove in mezzo al mare ci sono i resti di una grande villa nota come “Casa degli Spiriti” che emerge letteralmente dal mare.

 

 

 

 

 

 

 

Il patrizio Publio Vedio Pollione, fu uno degli uomini più ricchi della tarda repubblica romana, appartenente ad una facoltosa famiglia di Benevento; fu tanto potente al punto di ottenere il governo dell’Asia, ma venne bollato da Cicerone come uno dei più libertini ed iniqui uomini dei suoi tempi.

La costruzione della villa risale al I secolo a. C. e si estendeva dal promontorio di Trentaremi alla Gaiola: era un villa tanto grande che Ovidio la paragonà ad una città mentre Plunio Seneca e Svetonio la descrissero particolarmente lussuosa, con piscine e vasche dove venivano allevate murene che si cibavano di schiavi infedeli e ribelli.
Leggenda e storia vogliono che a questa crudele sorte venne condannato un cameriere colpevole di aver rotto un prezioso calice durante un banchetto in onore di Augusto.
E fu proprio lui, dopo aver cercato di intercedere affinché la pena fosse evitata e di fronte al secco rifiuto di Vedio Pollione, ad imporre la volontà, non solo graziando il giovane, ma anche punendo il severo padrone di casa ordinando la rottura di tutto il vasellame custodito nella villa. L’episodio tuttavia non alterò la devozione nei confronti dell’Imperatore, tanto che egli morendo lo lasciò erede della sua villa.

 

 

 

 

 

 

Pollione lasciò la villa in eredità ad Augusto, con la clausola che gli venisse eretto un monumento funebre. L’imperatore accettò la villa, ma si rifiutò di onorarne la memoria: Pollione aveva la fama di un uomo vizioso e crudele. Cicerone, per esempio, dopo averlo incontrato, scrisse di lui che era l’uomo peggiore che avesse mai conosciuto: «numquam vidi hominem nequiorem».

Con Augusto la già splendida villa del ricco ma crudele Pollione prese il nome di Pausilypum cioè lo stesso nome dato dai greci all’intera collina .
Il primitivo nucleo fu quindi ampliato ancora di più ed adeguato alle nuove esigenze di residenza augustea, dando vita ad un complesso di varie strutture di Otium, distribuite scenograficamente dalla collina fino al mare.

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