La chiesa si trova in via Medina e fu fondata dalla regina Giovanna I d’ Angio’
La Pietatella è il titolo storicamente accertato per la vetusta chiesa delle origini di Santa Maria dell’Incoronata, nota come “Incoronatella” o “Pietatella”, oggi meglio localizzata nel cuore del borgo di Rua Catalana.
La sua fondazione risale al 1352, per ricordare l’incoronazione dei nuovi sovrani Giovanna I d’Angiò e Luigi di Taranto. I due si sposarono proprio in questa chiesa e, nell’occasione, la regina fece dono di una reliquia (una spina ) della corona di Cristo che aveva ricevuto dal re di Francia ( proveniente dalla Sainte chappelle di Parigi )
La reliquia è rappresentata anche nel portale d’ingresso e l’episodio conferì alla struttura anche il nome di “Incoronata”.
Insieme alla chiesa venne costruito anche un ospedale
La Chiesa fu costruita su di un preesistente edificio, dell’epoca di Roberto d’Angiò, destinato a Tribunale Regio (1309-43), a cui appartiene la navata principale ed il portico esterno, mentre la navata minore venne aggiunta in occasione della realizzazione dell’edificio di culto (1352)
E’ l’ unica chiesa napoletana con solo due navate anziche’ una , tre o cinque e il motivo per cui abbia solo due navate non e’ chiaro, probabilmente perche’ serviva ai pazienti dell’ annesso ospedale per assistere alle funzioni liturgiche .
Da via Medina notiamo che essa si trova ad un livello piu’ basso rispetto alla strada .
Camminando per via Medina , della chiesa si nota infatti solo parte del bel porticato con archi a sesto acuto con tipici capitelli d’ epoca gotica . Questi porticato serviva ad affiggere editti regi e bandi indirizzati al popolo.
L’ interno come detto e’ caratterizzato dalla presenza di sole due navate ; la maggiore con abside poligonale dove c’ e’ l’ altare , e l’ altra che termina con cappella absidale a pianta rettangolare ( cappella del crocifisso)
Quando Carlo V fece aprire intorno ai bastioni di Castelnuovo i nuovi fossati , la terra depositata nelle adiacenze produssero un rialzamento del piano stradale determinando un dislivello di circa tre metri tra la Chiesa e l’attuale Via Medina e la chiesa risulto’ cosi” interrata come la si vede oggi .
All’ interno possiamo ammirare due bei cicli dipinti di Roberto d’Oderisio , uno dei maggiori pittori giotteschi napoletani del 300 . Il primo ciclo raffigura storie bibliche ( il trionfo della fede ) , mentre il secondo i Sacramenti .( i sette sacramenti )
Di particolare rilevanza sono le Storie Bibliche ( pareti), i Sacramenti e il Trionfo della Chiesa con i ritratti di Roberto d’Angiò e di suo figlio Carlo di Calabria nella volta.
L’altare e la balaustra sono le testimonianze del rifacimento in stile barocco che ha dovuto subire nel tempo .Nella navata minore vi sono gli affreschi quattrocenteschi con le Storie di Ladislao opera di un pittore marchigiano. Di particolare importanza il trecentesco portale d’ingresso in marmo bianco sulla cui architrave è scolpita la “Corona di spine” sorretta da due angeli
La chiesa fu affidata ai frati della Certosa di San Martino che impiegarono per altri usi le rendite e alla fine del 500 la lasciarono in pessime condizioni .
Durante i secoli, della struttura originaria si salvarono la navata e il portico esterno.
I restauri del 1925 e del 1961, hanno eliminato le coperture barocche e riportato in luce l’originaria struttura gotica, permettendo di ritrovare anche i resti di due campanili e di affreschi medievali.
Per anni e’ stata poi dimenticata e abbandonata in un triste stato di degrado ( nel passarci innanzi non potevi fare altro che lasciarci una lacrima )
Oggi , dopo mesi di chiusura e lavori di restauro , la chiesa e’ stata finalmente riaperta e uno dei gioielli gotici del Medioevo napoletano dopo anni di totale abbandono e degrado , e’ stata definitivamente restituita ai turisti e ai cittadini .

La chiesa Santa Maria dell'Incoronata, di epoca angioina, in via Medina a Napoli allagata a causa del nubifragio,12 ottobre 2012 . ANSA / CIRO FUSCO

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