Il Rione Sanità si trova ai piedi della collina di Capodimonte, a pochissima distanza dal centro storico
E’ il Rione che ha dato i natali a Totò e ispirato Eduardo De Filippo.
Fu edificato alla fine del XVI secolo in un vallone utilizzato gia’ dall’ epoca greco romana come luogo di sepoltura ( sono stati infatti ritrovati ipogei ellenistici e catacombe paleocristiane come quelle di San Gennaro e San gaudioso)
Nel XV secolo fra le amene campagne ( era difatti considerato un ambiente salubre e incontaminato ) era questo ritenuto un posto salubre ( naturale ) e miracoloso (sovrannaturale ) per le miracolose guarigioni attribuite alle vicine catacombe .        Per tale motivo presso la basilica di San Gennaro venne successivamente collocato un  lazzaretto che dopo la peste fu ampliato e divenne con il tempo l’ attuale ospedale di San Gennaro dei poveri .
La vicinanza a luoghi sacri e miracolosi porto’ alla costruzione di sempre più’ dimore in questo luogo di importanti famiglie nobiliari e facoltosi borghesi della citta’ ( vedi i maestosi Palazzo Sanfelice e Palazzo dello Spagnolo ).
Si sviluppò del tutto urbanisticamente dal XVII secolo, diventando l’area prescelta da nobili e borghesi napoletani per le proprie dimore. Le sue strade vedevano, spesso, il passaggio dei reali, che dal centro della città si spostavano verso la Reggia di Capodimonte.
Il percorso pero’ risultava particolarmente tortuoso, e per questo si ritenne necessaria la costruzione di un collegamento diretto, il Ponte della Sanità, causando in questo modo l’isolamento del quartiere.
I lavori per il Corso Napoleone , la strada che avrebbe unito la Reggia di Capodimonte e il centro di Napoli, cominciarono a inizio Ottocento con Giuseppe Bonaparte e continuarono con Gioacchino Murat.
La costruzione della strada comporto’ la costruzione di un ponte ( Ponte “Maddalena Cerasuolo”Intitolato nel 2012 alla partigiana che lo salvò dalla distruzione ).
Il risultato in termini di viabilità fu notevole, ma fu disastroso per il quartiere, che iniziò via via ad essere tagliato fuori dalla vita della città, pur essendo così vicina. Non solo, la costruzione del ponte provocò l’abbattimento del chiostro principale della Basilica di Santa Maria della Sanità e deturpò il chiostro minore.
L’isolamento ha fatto sì che il quartiere vivesse sempre più per sé stesso, con pochi scambi con il resto di Napoli. Questo ha causato, nei casi più gravi, situazioni di degrado e criminalità che hanno portato alla sua ghettizzazione.
Nel rione sanità si trovano famose catacombe : nelle viscere di questo rione infatti a pochi metri sotto il livello della strada, c’è una città sotterranea a cui si accede dalle basiliche di San Gennaro e di Santa maria alla sanità’. Queste  Basiliche  oltre ad essere le le porte d’ingresso alle catacombe sono dei veri e propri luoghi d’arte inaspettati.
E’ impensabile non averle viste almeno una volta nella vita !!
Incominciate con la visita alla Basilica paleocristiana di San Gennaro Extra Moenia, che dopo anni di abbandono è tornata a mostrare la sua bellezza austera ai visitatori delle catacombe e ai partecipanti dei tanti eventi che ospita. Ad esse  si accede dal giardino della imponente Basilica  dell’Incoronata del Buon Consiglio presente a Capodimonte ( una delle chiese più recenti di Napoli ) .  Rappresentano una vera e propria città sotterranea che si estende per ben 5800 mq su due livelli, scavata nella collina di Capodimonte . Possiamo scoprire in questo luogo preziosi mosaici posti sulle tombe dei primi vescovi di Napoli, e numerosi affreschi di antiche famiglie napoletane. Nello spazio inferiore è disposta la Basilica di Sant’Agrippino ,  primo patrone di Napoli databili intorno al I secolo, mentre in quello  superiore databile intorno al V secolo troviamo le catacombe di San Gennaro, che accolsero le spoglie del martire provenienti dall’ Agro Marciano di Pozzuoli .L’evento accrebbe la fama delle catacombe divenute un vero e proprio luogo di pellegrinaggio .

Ma il vero cuore del rione è la basilica barocca di Santa Maria della Sanità, punto di accesso alle Catacombe di San Gaudioso.
La Basilica ,detta d’ ‘o monacone, la si riconosce subito  percorrendo il Ponte della Sanità, grazie alla sua cupola maiolicata gialla e verde.  Nel  suo interno dove si venera San Vincenzo Ferrier  ( il predicatore domenicano di Valencia che nel lontano 1873 risolse un ‘epidemia di colera) la  basilica custodisce la prima rappresentazione mariana a Napoli e molte opere preziose tra cui  dipinti di Luca Giordano , Andrea Vaccaro, Francesco Solimena, Pacecco De Rosa,  e Giovanni Balducci.

Essa fu eretta su disegno di frà Giuseppa Nuvolo tra il 1602 e il 1610 . Nel suo interno , come già detto ,oltre  alle  numerose tele di famosi artisti ( ben cinque  sono di Luca Giordano ) si trova un bellissimo altare posto al di sopra di una scenografica scalinata a doppia rampa , e l’accesso alle famose  catacombe di San Gaudioso con i suoi affreschi raffiguranti le anime del purgatorio ed i resti di teschi di nobili del 500 incavati nelle mura di tufo .Nei suoi cunicoli sono presenti alcuni sedili in pietra dove i cadaveri venivano adagiati e fatti ” essiccare “. Gli organi ed i liquidi in tal modo scolavano in un pozzetto sottostante da cui il celebre anatema napoletano ” Puozze scula  ! “.

La Basilica di Santa Maria della Sanità è nata come segno di devozione dei fedeli napoletani alla Madonna, in seguito al ritrovamento di un miracoloso affresco della Madonna  risalente al V-VI secolo. Si tratta della raffigurazione più antica della Madonna a Napoli, che ora si trova nella favolosa  cripta denominata Sacra Grotta che  si trova  sotto il magnifico altare  .

Le Catacombe di San Gennaro e di San Gaudioso e le minori di San Severo, in fase di restauro, sono una testimonianza delle origini del rapporto della città con la fede cristiana. Si tratta di  veri e propri cimiteri sotterranei dove l’oriente incontra l’occidente e il sacro si fonde nel profano.

L’ intero borgo della Sanità è famoso sopratutto per i segreti che nasconde il suo sottosuolo considerato che il luogo  è stato utilizzato sin dall’epoca greco-romana  come il luogo di sepoltura dei defunti  e successivamente come catacombe cristiane. Il vallone con le sue cavità conserva nel suo sottosuolo una vera e propria necropoli greca unica in Europa risalente al IV secolo a. C. il cui fiore all’occhiello è oggi rappresentato dagli ipogei ellenici dei ” Cristallini “. dei ” Togati ” e dei ” Melograni ” che vanno assolutamente visitati .

Ma successivamente l’intero vallone è stato anche poi utilizzato come luogo per raccogliere i corpi delle tante vittime della terribile peste che nel passato ha sconvolto la città .Uno dei più famosi è il Cimitero delle Fontanelle che con i suoi riti ed i suoi  ” suggestivi  personaggi ” vale la pena di vedere almeno una volta nella vita. Questo  è un luogo incredibile in cui i napoletani pregano e accendono lumini in favore delle ‘ pezzentelle”, le anime perdute dei morti senza nome . Il luogo è famoso per questo antico rituale: una persona poteva decidere di “adottare” una delle anime senza nome (dette “pezzentelle”) che erano state sepolte nell’ossario; questa “adozione” avveniva ponendo uno dei crani (“capuzzelle”) dell’ossario all’interno di una cassetta di legno, oppure di marmo; in cambio si credeva che la pezzentella garantisse la sua protezione alla persona che l’aveva adottata.
Il suo nome deriva dal fatto che in tempi remoti c’erano delle fonti d’acqua.
Era una delle cave da cui si estraeva il tufo per edificare la città di Napoli, usate fino al XVII secolo. Qualche anno dopo, però, la cavità delle Fontanelle servì per ospitare i resti delle vittime delle epidemie di peste (1656) e di colera (1836), oltre a quelli provenienti dalle chiese in seguito all’ editto di Saint Cloud.
Questa enorme ex cava di tufo accoglie al suo interno più di 40 mila resti di persone che morirono tra il 1600 e il 1800 a causa delle epidemie che in quegli anni colpirono la citta’.
Dalla metà del 1800, un gruppo di abitanti del Rione cominciò a riordinare le ossa a ridosso delle pareti tufacee della cava, suddividendole all’interno delle navate a seconda, raccontano gli aneddoti, della loro condizione sociale in vita
Il cimitero delle Fontanelle è comunque noto soprattutto per il culto delle anime pezzentelle che prevedeva l’adozione e la cura di teschi abbandonati in cambio di grazie. Una volta scelto il teschio da adottare, lo si puliva e si poneva in una teca di marmo o, per chi non poteva permetterselo, una scatola. L’anima del teschio prescelto e la persona che l’aveva adottato comunicavano attraverso il sogno: il defunto chiedeva preghiere, elargendo in cambio grazie o numeri da giocare al lotto.
Ma a rendere davvero speciale il cimitero delle Fontanelle sono le tante leggende che gravitano intorno a esso.
In un luogo come il cimitero delle Fontanelle non potevano che fiorire diverse storie. Una delle più celebri è la leggenda dal Capitano. Si narra di una giovane promessa sposa che era molto legata al teschio di un capitano, a cui rivolgeva spesso le sue preghiere. Il futuro marito, forse per gelosia, si recò anch’esso al cimitero e, dopo aver conficcato un bastone nell’occhio del teschio, lo sbeffeggiò invitandolo al suo matrimonio.
Il giorno del matrimonio si presentò uno sconosciuto vestito da carabiniere, ceco da un occhio. Quando lo sposo gli chiese chi fosse, il misterioso ospite gli rispose che proprio lui lo aveva invitato. Poi il carabiniere si spogliò, rivelandosi essere uno scheletro.
Un’altra leggenda riguarda invece la capuzzella di Donna Concetta. Questo cranio si trova all’interno di una piccola teca di legno. E mentre le altre capuzzelle sono coperte di polvere, quella di Donna Concetta è sempre perfettamente lucida. Una lucidatura che è stata interpretata dai devoti come il sudore delle anime del Purgatorio: infatti il teschio di Donna Concetta è anche conosciuta come “la testa che suda”.

Da non perdere e da vedere assolutamente e’ Il Palazzo dello Spagnuolo considerato uno dei principali esempi di barocco napoletano, costruito nel 1738 su progetto dell’architetto Ferdinando Sanfelice, per volere del marchese Nicola Moscati. Di grande impatto visivo è la scala monumentale ad ali di falco e la scelta cromatica del giallo e verde.
Ferdinando Sanfelice era detto “Lievat’ ‘a sott'”, “Togliti da sotto”.
Il rione sanità e’ noto per aver dato i natali a Toto’ al civico 109 di via Santa Maria Antesaecula . Ha vissuto qui fino all’età di 24 anni, quando si trasferì a Roma con la famiglia.
La casa appartiene già da qualche anno a privati, ma anche solo passare fuori il luogo di nascita dell’artista suscita una grande emozione.
«Sono nato nel Rione Sanità, il più famoso di Napoli.»
In questo rione sono stati girati un gran numero di films tra cui :
L’ oro di Napoli Con V. De Sica Toto’ E. De Filippo Sofia Loren
Ieri oggi e domani con la Loren e Mastroianni
Il fantasma di via sanità
Il sindaco del rione sanità ( opera teatrale magistrale di De Filippo )
Vi e’ un ascensore che permette di superare il grande dislivello tra via Santa Teresa degli scalzi ed il rione sanità.
La via Santa Teresa degli scalzi sovrastante il ponte prende il nome dalla chiesa contigua al museo archeologico . La via fu progettata per volonta’ di Giuseppe Bonaparte e inaugurata nel 1810 da Gioacchino Murat .
Su questa strada si trova Palazzo Ranieri dove il 14 giugno 1837 muore Giacomo Leopardi ospite dell’amico napoletano Antonio Ranieri ( lo ricorda una lapide sulla facciata ).

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NAPOLI- 13 nov 2014 - La casa del rione Sanità dove è nato Totò: oggi alcuni cittadini sono scesi in piazza per chiedere interventi urgenti di ristrutturazione
NAPOLI- 13 nov 2014 – La casa del rione Sanità dove è nato Totò: oggi alcuni cittadini sono scesi in piazza per chiedere interventi urgenti di ristrutturazione

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