Limonata a cosce aperte, fallo gigante in piazza del municipio, il tour camorra a Scampia , la real esperienza nel vascitour, o bror e purp , la pizza a portafoglio , o cuopp e zeppole e panzarotti , ristoranti dove si balla e si canta rompendo i piatti , turisti che ballano vecchie canzoni al suono di un tizio che circola con una cassa sulle spalle .
E come se non bastasse il nostro comune per cavalcare l’onda tresh che orami caratterizza il nostro turismo, ha sistemato dinanzi al nostro bellissimo castel Nuovo, un enorme fallo per sostiuire un inguardabile Venere degli stracci di Pistoletto che non avrei mai pensato di rimpiangere .
EH SI ! A questo punto meglio la venere degli stracci che questo orrendo «turzo ‘e penniello» gigantesco e illuminato, che oggi ci ritroviamo nella nostra storica Piazza del Municipio che non ha proprio niente dell’opera originale di quel Pulcinella creato dall’artista .
Dai suoi torrioni si sono affacciati nel secoli personaggi famosi come Celestino V che Dante Alighieri, annoverò tra i vili della storia definendolo ” colui che fece per viltade il gran rifiuto” ma anche famosi re come la regina Giovanna ed il saggio Roberto d’Angiò che Boccaccio defini come il più colto dei re dopo Salomone , la cui corte era frequentata da uomini di grande cultura come Tommaso d’Aquino, Antonio Beccadelli detto ‘ il Panormita; Giovanni Pontano, Jacopo Sannazzaro .Francesco Petrarca, Giovanni, Boccaccio,Simone Martini e Giotto che abbeli con molti dei suoi bellissimi affreschi lo stesso castello . Il suo magnifico Arco di Trionfo , una delle più belle opere rinascimentali d’Italia , oggi lascia il primo posto in classifica come luogo da visitare in quella piazza.
Al suo posto entra in classifica l’opera ” Tu si na cosa grande ” del famoso Pulcinella fallico.
Napoli è una citta ricca di storia e arte … non merita di essere mortificata in questo modo .
A questo proposito …. dove sono finiti gli uomini intellettuali di questa città ?
Che fine hanno fatto ?
Dove si nascondono ?
Essi feriti dal degrado e dall’impoverimento culturale che regna su piattaforme come Tok Tok si sta rifugiando in un mondo tutto loro, chiudendosi in sé stessi nel loro mondo .Negano una realtà non sopportabile come la mercificazione della città vissuta come imposizione e sacrificio e per non soffrire e poi cadere in uno stato di malinconia si mostrano di fronte a tanta ignoranza che imperversa in città , completamente indifferente alla verità per poi vivere passivamente, senza iniziative utili o sbagliate arrivando addirittura ad autoconvincendosi che tutto quello che avviene non li riguarda.
I nostri intellettuali hanno perso la voglia e la forza di parlare di fronte all’attuale“imbarbarimento” della nostra città.
E allora parlerò io, e spero con lo stesso coraggio che ha avuto il grande artista Federico Salvatore , rivolgendomi direttamente a chi ha il vero potere tra le mani, a chi ha la possibilità di cambiare le cose sperando che non sia come dice la canzone “Se il fossi San Gennaro”, prendendomi tutte le responsabilità del caso.
Il turismo a Napoli, fa schifo!
E lo dico senza peli sulla lingua.
È qualcosa di mortificante, sia per la città che per gli abitanti.
Il turismo napoletano è ridotto ad un parco giochi dove i turisti amano farsi qualche pittoresco serfie dinanzi al fallo gigante di Piazza Municipio, oppure un video mentre un tizio che si fa chiamare metroman con una cassa sulle spalle urla ( non canta ) una canzone dei ricchi e poveri e tutti come deficienti ballano .
Una Napoli esclusivamente volgare e divertente non l’abbiamo inventato certo oggi noi
Tutt’altro, esiste dal XIX secolo in maniera quasi analoga.
L’attrazione dei turisti nei confronti dei luoghi comuni popolari, del caos, dei “vicarielli” e delle scene legate alla miseria culturale di un popolo strumentalizzato e mortificato, in realtà, diventavano un vero e proprio parco giochi per i visitatori stranieri, che chiedevano agli scugnizzi napoletani, per pochi spiccioli, di replicare dei teatrini di miseria. Famoso era ad esempio al Lago di Agnano l’attrazione della grotta “ del cane “ dove i turisti erano accompagnati da guide locali per divertirsi nel vedere svenire (e spesso morire) i cani avvelenati dalle esalazioni di gas.
Ecco poi che i fotografi, dai più ai meno famosi, vendevano migliaia di cartoline con napoletani travestiti da pulcinella che mangiano pasta con le mani: era un mercato talmente florido che il podestà di Napoli nel 1929 fu costretto a vietare la vendita di queste foto spiegando che erano attività lesive per la dignità cittadina.
Anche il turismo della camorra non l’abbiamo inventato con Gomorra e Mare Fuori: nel 1906, dopo il processo Cuocolo nacque in città un florido filone letterario sulla criminalità napoletana che fece le fortune di numerosissime penne locali e alimentò quel binomio fra criminalità e Napoli che rimarrà ben impresso negli stereotipi territoriali locali.
Napoli insomma e’ da secoli sempre la stessa .
Vittima dei suoi stessi abitanti .
Napoli e’ da sempre un paradiso abitato da diavoli come sosteneva il Piovano Arlotto .
Oggi sono pressoché infiniti gli spettacoli chiassosi che intrattengono i turisti, che vanno dai piatti rotti nei locali sia a chiassosi balli. che avvengongo grazie a canzoni diffuse ad alto volume da vari bar per disordinate strade.Ogni giorno vedi per strada turisti intenti a ballare dietro ad un tizio con una cassa sulla spalle che suona sempre le stesse canzoni ( a Parigi lo hanno deriso ) e nessuno che si lamenti di come Napoli venga continuamente oltreggiata da questo modo di fare … nessuno mai ricorda che la nostra città nel XVIII secolo grazie alla sua scuola di musica napoletana veniva considerata da tutti come la capitale musicale d’Europa la cui tradizione didattica perdurò ancora fino al primo Novecento,
A voi piace METROMAN ?
A me NO !
Io purtroppo sono abituato a pensare che la musica di napoli è quella legata a musicisti di un livello qualitativo incredibile come Bellini , Rossini , CILEA , Mozart , Giovanni Battista Pergolesi , Gioacchino Rossini, Giovanni Paisiello ,Tommaso Traetta, Francesco Durante, Niccolò Jommelli, e Domenico Cimarosa, e Domenico Scarlatti Nicola Antonio Zingarelli, Nicola Porpora, Gaetano Greco, Giuseppe Martucci, Francesco Cilea Roberto De Simone e il grande Riccardo Muti.
Qundo penso alla musica napoletana penso subito al Conservatorio di musica che si trova nel monastero della chiesa di San Pitro a Majella la cui direzione fu affidata a Nicola Zingarelli. ed altri noti personaggi come Gaetano Donizetti – Francesco Saverio Mercadante – Francesco Cilea e tanti altri.
Con queste triste scene di balli e canzoni stiamo affidando a certe gente di esportare la cultura e il racconto della storia di Napoli al resto degli italiani nella maniera più triste e becera.
Oggi i napoletani perdendo un po’ di orgoglio musicale si accontentano di una musica di bassa qualità … basta che questa sia ritmata .. permetta di ballare e cantare ma sopratutto essere felici senza pensare
Il motto che aleggia ib città dopo il Covid e’ “ ignoranti e felici “ ma questo è purtroppo un problema nazionale e non solo napoletano .
Io invece mi vergogno nel veder affidata la narrativa della nostra città a gente come questa che usa la nostra città ricca di arte e cultura come luogo solo per ballare, cantare e sopratutto mangiare.
Mi vergogno nel vedere turisti che guardano ridendo un fallo gigante e filmano,filmano con le loro telecamerecieche , tanti ebeti che ballano,cantanoe ridono vestiti da pagliacciintorno ad un toem che priva un popolo della sua dignità.
Io amo la mia città e non mi piace vederla ridotto in questo stato di cose
Dove e’ finito l’orgoglio napoletano ?
Le nostre strade in 2800 anni di storia hanno vissuto la cultura greca , egiziana , araba , romana , normanna , angioina , aragonese, spagnola , francese .e persino sabauda .
La narrativa della nostra città e’ sempre stata tramandata al resto del mondo da uomini di grande cultura come Benedetto Croce.Bartolomeo Capasso, il De Blasiis, il De la Ville, Francesco De Sanctis, Giustino Fortunato, , Gianbattista Vico Tommaso d’Aquino o Giordano Bruno , Tommaso Campanella o l’abate Ferdinando Galiani ( e non le ho citato grandi personaggi di musica e teatro ) . Abbiano sempre mostrato grande orgoglio della nostra città e siamo sempre stati pronti a difenderla .
Con orgoglio non abbiamo mai permesso in 600 anni all’inquisizione di accedere un fuoco per bruciare persone e MAI all’inquisizione spagnola fu permesso di insediare un tribunale.
Siamo stati la prima città ad insorgere da soli contro le truppe naziste .
Abbiamo sempre avuto grande orgoglio della nostra città’ che per risposta ha dato i natali a tanti uomini uomini illustri ed è la città nel mondo che ha il problema di come gestire iil suo grande patrimonio artistico lasciato in eredità dalla storia .
Che cosa sta accadendo all’orgoglio napoletano ?
Voi credete che basta nascere in questa città per essere dei buoni napoletani ?
Napoletani non si nasce, napoletani lo si diventa .
Oggi tutti i napoletani parlano di Napoli e scrivono a volte strafalcioni enormi sui luoghi della città perche convinti che il solo folklore puo bastare . Ma Napoli è una città con una lunga storia che per poterla narrare la devi prima conoscere studiando. Non puoi improvvisarti Cicerone di questa città se non ne conosci la storia,l’arte e la cultura . Non ne avete i messi cari influenzer e tik toker . Qualcuno invece per sapere tutto questo, per parlare di storia e arte della nostra città ha studiato tanto e si è, guarda caso, anche laureato.
La nostra città è intrisa di storia e di tante dominazioni, ciascuna delle quali ha lasciato un pezzo del proprio patrimonio culturale con i suoi palazzi e le sue antiche chiese , i suoi vecchi palazzi nobiliari ed i suoi tanti monumenti .
Cosa pensate di sapere cari tiktoker di tutto questo se non avere studiato mai su un libro scritto da Gino Doria, Bartolomeo Capasso , Benedetto Croce o l’abate Galiani ? Chi vi da l’arroganza di parlare tra greci, romani, normanni, angioini, durazzo, aragonesi, francesi e spagnoli se mai avete letto qualcosa della storia di Napoli,
Che ne sapete voi di quei libri che ci hanno lasciato i vari Bartolomeo Capasso , il De Blasiis, il De la Ville, Francesco De Sanctis , Giustino Fortunato, Benedetto Croce e le tante discussioni teologiche fatte da Tommaso d’Aquino o Giordano Bruno e Tommaso Campanella che hanno fatto irretire tanti rozzi frati ( precursore di Spinoza l’uno, di Cartesio l’altro ) ?
Lo sapete chi erano Federico Stella , Eduardo Scarpetta , Gennaro Pantalena, o Roberto Bracco ?
Certo si vi concedo 5 minuti andate su Wikipedia e diventati subito esperti laureati anche di questo.
Questa è l’epoca in cui “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel.
Questa è l’epoca dell’invasione degli ignoranti che solo perchè hanno tanti follower credono di valere più di un laueato.
Finito di cercare ?
Qusti signori insieme al noto Eduardo De Filippo , sono stati tra i più grandi attori e drammaturghi della scena teatrale napoletana del loro tempo. Roberto Bracco , probabilmente forse il più grande drammaturgo teatrale di tutti i tempi.
Di fronte ai vostri strafalcioni che continuate a postare sui social ed i vostri ridicoli video non si può piu rimanere indifferenti . Talvolta mi viene da piangere nel sentirvi . o vedervi narrare per ignoranza i soliti luoghi comuni di questa città .
In un momento come questo che sta vivendo Napoli, dove il patrimonio turistico più importante del pianeta, ha bisogno di chi decodifica migliaia di tesori d’arte, straordinari beni culturali e territori unici al mondo , questa città sta affidando millenni di storia riassunti, a gente improvvisata che senza alcuna nozione di storia ed un minimo di cultura dei luoghi racconta in maniera indegna la nostra Napoli.
A gonfiare i numeri dietro l’hashtag Napoli c’èinfatti una immensa produzione di creators locali, chi esperto e chi improvvisato, che producono migliaia di ore di filmati che raccontano e spesso spettacolarizzano la città, i suoi modi di dire, la sua quotidianità:ed alcuni modo rozzi di fare come la limonata a cosce aperte , i tre salti in galleria Umberto oppure ” o brod e purp ” nostrando immagini poco igieniche che nemmeno al mercato di wuhan , capiltale del Covid oggi più si vedono.
Abbiamo addirittura affidato sui social la narrativa della città a persone come la De Crescenzo, il boss delle ceriminie, influenzer o Tiktoker che senza alcuna cultura di arte e storia cavalcano un filone di una Napoli “divertente e sregolata” e per questo amatissima dai turisti in cerca di caos e svago
Ho visto purtroppo Inflenzer titolati con migliaia di follower , che mostrano la certosa di San Martino dimenticanosi completamente di citare artisti che hanno reso grande quel luogo come Giovanni Lanfranco , Guido Reni, Massimo stanzione, Jusepe de Ribera, Battistello Caracciolo, Luca Giordano, Belisario Corenzio, Giovanni Baglione, Micco Spadaro. Nicola Tagliacozzi Canale, Paolo Finoglio, Francesco Solimena, il Cavalier d’Arpino, Francesco De Mura. Andrea Malinconico e l’intera sezione dell’Ottocento napoletano con dipinti di Netti, Cammarano , Giacinto Gigante, Vincenzo Migliaro, Domenico Morelli, Antonio Mancini, Pitloo, Vervloet, Michetti ,Carelli e Duclere ed il grande Vincenzo Gemito.
Potenza dei social e dei YouTuber che non si rendono conto di essere portatrici di ignoranza divulgata pubblicamente senza alcun freno inibitorio.
Come mi piacerebbe che quando si parla di Napoli in Italia o all’estero si parli di cultura , arte e storia, Come mi piacerebbe che a parlare di Napoli ci fossero solo persone che per titolo ne detengono titolo e competenza.
Invece qui oggi tutto si riduce a mangiare una pizza, un babbà , una sfoglitella , una passeggiata tra i pastori di vicolo San Gregorio Armeno oramai sempre pù ricchi di cinesirenie .
Ma sopratutto …tutti a Ridere , pazziare , ballare , cantare , mangiare … e chest è !
I napoletani con la scusa che il turismo porta soldi e lavoro , ogni giorno svendono il loro orgoglio comportandosi come clown in un circo senza capire che tutto questo con il tempo potrebbe anche stancare i turisti .
Per quanto tempo ancora pensate che i turisti che oggi affollano napoli. sopporteranno nel tempo, il caos, il disordine , il degrado di tanti luoghi . la monnezza per le strade , la mancanza dei mezzi di trasporto a tutte le ore , i tavolini selvaggi messi ovunque e la puzza di genovese ad ogni angolo e vicolo ?
Basta secondo voi celebrare una nuova funicolare come quella di Chiaia che perà non funziona dopo le 14 ?
Per avere turisti basta secondo voi avere Giullari ovunque e circo sempre aperto 24 ore su 24 ?
Per quanto tempo ancora vredete che i turisti vengano in questa città solo per ridere e magiare cofondendo folklore con cultura ?
Siamo diventati la città più trash e cafone del mondo grazie a quel modo di fare e dire cha accompagna una cultura basata tutti i giorni su mantra del tipo “vott’ ‘a campà”, “fatt’ ‘e fatt’ tuoi”, “ma che ce ne fott’”, fino a “ma pienz ‘a salut’” e “pur isso adda campa’” …
Questo per secoli è stato il nostro male e la vera causa per cui mai riusciremo a ad essere una città apprezzata nel mondo per la sua storia , la sua cultura , i suoi monumenti e le sue meravigliose pinacoteche.
Ai napoletani basta fare o soldi .. se poi Napoli la sputtanano … che ce ne fott’”
Tutti ridono di noi per il fallo gigante messo dalla nostra amministrazione comunale dinanzi al ad uno dei castelli più belle del mediterraneo ? Tutti ci pareano addosso?
Ma diciamoci le verità … A noi che ce fott ?
Basta tutto sommato che i stranieri portano i soldi…
E il turismo indubbiamente porta benessere alla città ma i napoletani pur di guadagnare qualcosina si accontentano di un turismo povero , veloce , e sopratutto sterile basato su balli , cibo e risate. Il turismo devi invece saperlo gestire e non può essere affidato a gente che alla fine del suo mandato lascia tutti i problemi della città rimasti irrisolti e ogni visione di futuro scomparsa dal discorso pubblico. Non puoi affidarti al solo presente facendolo tra l’altro gestire da privati e sempre più spesso da gente di malaffare.
Il turismo ha bisogno di cultura per essere affidabile e durare nel tempo .
Se lasciato in mano a gente ignorante che continuerà a pensare di gestirlo con il murales di Maradona o la festa scudetto presto svanirà ‘ e in un contesto come quello napoletano che vede livelli record di disoccupazione e ex percettori di reddito di cittadinanza ( 165mila persone in città (quasi il 17% della popolazione) e 422mila nella più vasta area metropolitana, che conta circa tre milioni di abitanti (dunque il 14%), assisteremo gradualmente ad un ridimensionamento del turismo di massa e a una decrescita infelice, un autentico tracollo, che significa ulteriore aumento della disoccupazione, impoverimento generale, mancanza di servizi essenziali.
Napoli ha sempre avuto l’ambizione di vivere di turismo e, da poco più di dieci anni a questa parte, ha iniziato a veder realizzarsi il suo sogno, che però tale sembra essere destinato a restare se è vero che le uniche professioni in crescita in questi anni sono state quelle dei barman, dei camerieri e dei receptionist improvvisati delle case vacanze, un nuovo sottoproletariato spesso a nero e senza prospettive.
In cambio la a nostra città sta inoltre perdendo la sua unicità : basti pensare che a ll’inizio del 2023 la Prefettura di Napoli ha comunicato l’avvio di 12 mila procedure di sfratto esecutivo in città, di molti napoletani che abitano quei luoghi da intere generazioni Molti di questi sfratti sono dovuti proprio al cambio di destinazione d’uso degli appartamenti, che passano da uso residenziale a uso turistico sotto il tacito consenso del comune e sopratutto della sovraintendenza dei beni culturali e paesaggistici che con il suo silenzio – assenso favorisce ogni giorno decine di illeciti che avvengono sopratutto nel centro storico .
E tutto questo senza considerare il sommerso. Sui siti di prenotazioni online, da AirBnb a Booking, da Expedia a Trivago, tanto per citarne alcuni, i B&B, gli affittacamere e le case vacanza registrati sono circa il 40% in più di quelli che risultano al Comune.
Gli stessi napoletani stanno praticamente riuscendo nella biblica opera in cui non sono riuscite le tante dominazioni presenti nel corso dei secoli in città .Moltissime persone che da sempre vivevano nel centro storico sono state ultimamente quasi tutte sfrattate dal “padrone di case “ perché lo stesso gli ha comunicato che non affittavano più l’immobile perché la avrebbero adattata a B&B attraverso piattaforme come Airbnb e Booking.
Gli stessi napoletani stanno insomma sottraendo le case ai residenti storici del luogo per darle ai turisti.
A Napoli i turisti stanno letteralmente cacciando i napoletani dal centro città ed anche sottraendo alloggio ai poveri studenti fuori sede ma ahche abitazioni per chi lavora in questa citta tutti i giorni.
Meglio affittarle come B&B ai turisti ….così ci guadagnano molto di più.
Ora non voglio parlarvi dei cibo nei rodtoranti sempre più scadente e pù costoso che oramai il turisto comporta , ma vi sembra giusto tutto questo ?
Vi sembra giusto che Napoli oggi si stia trasformando in una metropoli difficile da vivere sopratutto per i napoletani stessi ? Napoli è oggi una città che vede solo peggiorare notevolmente la qualità della vita dei suoi cittadini.
La domanda che dobbiamo tutti noi porci è sempre la stessa : ” Cosa sarà un domani Napoli senza i napoletani ?”
Senza abitanti del posto e senza le botteghe storiche, la vecchia identità di Napoli sembra infatti oggi stravolta e senza neanche accorgercene, stiamo arasformando la nostra città, in un luogo sempre più uguale ad altri luoghi.
Il turismo comporta senz”altro ricchezza per la nostra città ma se non gestito bene , esso può trasformarsi in un grande boomerang per tutti i napoletani stessi .
Voi lo sapete vero cosa significa quella iscrizione marmorea presente in Piazza del Gesù tra l’altro neanche ben visibile a tutti ?
Se no l’avete mai letta sappiate che l’Unesco nel 1995 ha nominato in nostro centro storico PATRIMONIO MONDIALE DELL’ UMANITA, perchè possiede un impianto urbanistico unico nel suo genere . Esso ha tenacemante conservato nel coso dei secoli la sua struttura originaria greco-romana resistendo a quella omologazione architetturale tanto diffusa nelle altre metropoli ,
Praticamente i nostri antichi vasci,i suoi antichi palazzi nobiliari con le sue effigie sulle colonne, i balconi bombati e le porte inchiodate eranoconsiderate un patrimonio dell’Umanita
Le sue antiche chiese poste una dietro l’altra in stile gotico , barocco o roccocò, i suoi monumenti , le sue piazze secolari e le stesse edicole votiva considerate il primo impianto di luci della nostra città, erano conssiderate uniche nel suo genere .
Il nostro centro storico era considerato un museo a cielo aperto .
Certo Unesco non avrebbe mai immaginato che poi i napoletani una volta scoperto il turismo avrebbero poi in manniera incoscienete trasformate i vari appartamenti dei vecchi palazzi del seicento in freddi ma funzionali stanze arredate con mobili IKEA .
Affreschi di Giacomo Del Po ?
Tutti zitti arriva la sovraintendenza … cementiamo il tutto.
A noi restava quindi solo il compito di proteggerlo, conservarlo , tutelarlo questo centro storico e invece gli antichi vasci li abbiamo trasformati tutti in bar , barreti e pizzerie e locali dove si frigge o cuopp e pesce fritto o il cuoppo di zeppole e panzarotti.
Risultato finale ?
Oggi il nostro centro storico con i suoi stretti vicoli ricchi di storia , le sue strade , le sue piazze, i suoi palazzi nobiliari,del 600 , le sue chiese , i suoi angoli dimenticati ed i suoi affascinanti misteriosi luoghi che ancora oggi nascondono tanti segreti , di mattina PUZZA DI FRITTO E LA NOTTE DI PISCIO .
Le strade sono sempre sporche di cibo da fast food ed i meravigliosi antichi palazzi ssono invece empre più fatiscenti . I turisti in questo antico luogo chiedono info sopratutto su dove si trova la pizzeria Sorbillo, qualcuno la Napoli sotteranea e giusto i più curiosi il solito Cristo Velato ma solo per dire “ci sono stato, l’ho visto” e nulla più. Il degrado del luogo viene invece abilmente venduto per qualcosa di “pittoresco … così si usa dire.
La famosa Via San Biagio dei Librai , un luogo un tempo famoso perchè ricco di botteghe che vendevano libri al Civico numero 31, nel 1658 , in un piccolo locale di appena sei metri di lunghezza e tre di larghezza e privo di servizi ,prese bottega , con otto figli , in ristrettezze di ogni tipo , dividendo poverta’ e malattie , un umile libraio unitamente ad un angusto vano soprastante, che era adibito a dimora familiare .
In tale casa , in realta’ un basso si cucinava in strada su un fornello portatile visto che la casa era sprovvista di una cucina
La bottega era quasi tutta ostruita dal bancone di vendita e dagli scaffali , mentre l” unico punto luce era una piccola finestra sulla strada che affacciava di fronte ad un alto edificio e dalla quale pertanto entrava poca aria , luce e sole.
Qui’ nacque in questa casa e ci visse per ventuno anni insieme ad altre nove persone studiando ininterrottamente sul bancone del padre. Gianbattista Vico, uno dei più grandi filosofi italiani di sempre , come appunto ricorda una lapide deposta segretamente in quel luogo durante la seconda guerra mondiale da Benedetto Croce .
Tale casa , ormai dimenticato da tutti , dovrebbe essere curata , protetta e celebrata come un monumento nazionale, avendo dato i natali al piu’ grande filosofo italiano . In qualsiasi altra parte del mondo questo ” vascio ” veniva protetto e celebrato . Esso rappresenta un grande esempio per i nostri giovani . Un luogo che dimostra a tutti che anche uno versa in condizioni avverse e povere , puo con la sua forza di volontà e determinazione arrivare ad essere il più grande di tutti .
Un luogo magico della nostra città che dovrebbe da tutti essere ricordato per il vicolo dove è nato e in parte vissuto Gianbattista, uno dei più grandi filosofi della storia italiana ma sapete invece perchè è famoso oggi tra i napoletani ed i turisti ?
Per essere il luogo dove puoi ammirare la famosa limonata a cosce aperte contornata sa sensazionalistici campanilismi inni alla città ed ai napoletani con la carta FORZA NAPOLI sempre presente.
Qui tutto si riduce a mangiare una pizza, un babbà , una sfoglitella , una passeggiata tra i pastori di vicolo San Gregorio Armeno oramai sempre pù ricchi di cinesirenie .
Le antiche vecchie botteghe storiche che caratterizzavano il nostro centro storico hanno lasciato spazio a baretti e friggitorie,
Io non ci vedo nulla di bello, il bello di Napoli è ben altro.
Ci sono in città 3 note opere del Caravaggio , una meravigliosa Pinacoteca del Pio Monte della Misericordia … il tesoro di San Gennaro … la galleria di Palazzo Zevallos Stigliano, il museo della Certosa di San Martino, quello incredibile di Capodimonte e almeno altri 20 musei presenti in città , ma il luogo più visitato dai turisti è il murales di Maradona che con grande orgoglio dei napoletani è addirittura il secondo luogo più visitato d’Italia superndo di gran lunga in città il MANN che raccoglie il più bel tripudio di sculture mai visto in vita mia.
La “foodificazione” di massa in questa città , ha preso il sopravvento sulla cultura e la città intera si è trasformata in un mega ristorante a cielo aperto, dove i tavolini dei diversi esercenti segnano impalpabili linee di confine, un tappeto di piatti di genovese , ragù e pizze di tutti i gusti .Il ristorante Nennella è tra i luoghi più iconici della città e la fila per entare in questo locale dove si mangia ma sopratutto si canta , si balle e si ride rompendo i piatti ,ci vuole un tempo medio di 2-3 ore di fila
Per portarsi a casa un selfie di questo luogo i turusti sono disposti a fare una coda in fila più lunga di quella dei nostri poli museali.
Il famoso bar Poppella col suo “fiocco di neve” ha più coda del Monte di Pietà dal Caravaggio.che ricordiamo a tutti non possiede 7 opere del Caravaggio ma una sola ( i turisti ne chiedono 7 pensate un pò che tipo di turismo morbi e fuggi ha questa città ).
Interi quartieri con il turismo di massa friggiono dalla mattina alla sera ed il nostro lungomare oggi ha sostituito l’odere del mare con quello della puzza di cipolla usata per fare ” la genovese .
In questa città l’ossessione per il cibo e le tradizioni culinarie viene ancor prima che un Caravaggio o delle 40 tele di Francesco De Mura al Pio Monte della misericordia , dei vari dipinti di Francesco Solimena, Belisario Corenzio , Giovanni Lanfranco, Massimo Stanzione, Aniello falcone,Giovan Bernardo Azzolino , Luca Giordano,Fabrizio Santafede, lo Spagnoletto (Jusepe De Ribera), Michelangelo Naccherino , Dioniso Lazzarie la magnifica cupola affrescata da Paolo De Matteis , nella bellissima chiesa del Gesù Nuovo.
Meglio una pizza a potafoglio o un cuopp di zeppole e panzarotti più che visitare la chiesa di San Paolo Maggiore abbellita di opere di artisti come il Vaccaro , Solimena , Stanzione e Dionisio Lazzari.
Meglio una genovese , un piatto di ragù , una piatto di pasta e patate o un classico piatto di spaghetti al mare che ammirare opere del noti architetti del tempo come Cosimo Fanzago Ferdinando Sanfelice con i suoi monumentali scaloni aperti.
Meglio un selfie dinanzi ad un babà una sfogliatella o una pizza fritta che una foto di quegli affreschi alle pareti che furono eseguiti da Domenico Zampieri( detto il Dominichino) e di Giovanni Lanfranco nella cappella di San Gennaro .
Meglio mangiare Ridere , pazziare , ballare , cantare e mangiare piuttosto che ammirare ,un Guido Reni,un Battistello Caracciolo, un Luca Giordano, un Salvator Rosa , un Belisario Corenzio, un Micco Spadaro. un Nicola Tagliacozzi Canale, un Aniello Falcone o un Francesco Solimena.
Una città “fritta”, che è culla d’arte, non dovrebbe abbandonarsi a questo tipo di turismo.
Non si possono dimenticare così facilmente i tanti uomini uomini illustri che hanno contribuito nel tempo a rendere grande la storia e la cultura di questa città nel mondo .
Una città definita dalla BBC come la città italiana con troppa storia da gestire, ereditata dalla sua storia non puo gestire il proprio turismo in questo modo.
Io amo la mia città e non mi piace vederla ridotto in questo stato di cose ,
Sono stanco di vedere affidata la narrativa della nostra città a persone senza cultura .
Napoli è la città che vanta un patrimonio storico, artistico e culturale dal valore inestimabile. Il suo patrimonio culturale possiede castelli ricchi di storia , cultura ed arte come il Maschio Angioino con il suo bel portale rinascimentale , Castel Sant’Elmo e Castel Dell’Ovo , ma anche preziosi edifici come la cappella sansevero con il famoso Cristo Velato del Sammartino , importanti biblioteche come quella dei Girolamini con 160 mila antichi volumi conservati ed importanti musei famosi in tutto il mondo come quello Archeologico con la sua famosa collezione Farnese , gli affreschi provenienti dagli scavi di Pompei ed una delle più belle collezioni egizie ed il museo di Capodimonte con esposti nella sua meravigliosa Pinacoteca dipinti di Tiziano , Caravaggio , Botticelli , Goya , Massccio , Brugel , Artemisia Gentileschi , Mantegna ed altri .
In un incredibile dialogo tra due mondi contrapposti , Napoli vanta in superficie panorami mozzafiato e meravigliosi luoghi come il bellissimo litorale di Mergellina , un lungomare come quello di Via Caracciolo celebrato ovunque nel mondo, le tre isole del golfo Capri , Ischia e Procida e la bellissima costiera sorrentina , mentre nel sottosuolo possiede luoghi affascinanti come quello appartenente alle catacombe di San Gennaro , San Gaudioso , il Cimitero delle Fontanelle con l’incredibile culto delle anime “pezzentelle” e la Napoli sotteranea usata come rifugio dai bombardamenti dell’ulitma guerra mondiale.
Accanto a Piazze enormi come quella del Plebiscitoi turisti troveranno il palazzo Reale , ma come ogni regnante nuovo entrato nella nostra città nei secoli , non dovra mai dimenticare di fare una visita di rito nel Duomo di Napoli , dove l” aspetta San gennaro con la sua famosa cappella , considerata un concentrato di capolavori dall’inestimabile valore,
Voi lo sapete vero che l’antica via dello “strucio ” , la via più cara ai napoletano , era un tempoera una sorta di gigantesco teatro sul quale sfilavano carrozze nobiliari e dell’alta borghesia di tutti i tipi .ma sopratutto un a strada all’epoca animata da artisti e personaggi come Di Giacomo , Scarfoglio , Ferdinando Russo , i principi ereditari di casa Savoia ( Vittorio Emanuele )Eduardo Scarpetta , Matilde Serao e Gabriele D’Annunzio, i quali oltre che frequantare il mitico caffè Gambrinus , erano soliti incontarsi in Galleria Umberto nei sotterranei del celebre Salone Margherita , autentico tempio del varieta’ a Napoli , sala da concerti ed elegante Cafe’ Chantant d’Italia , che venne dedicato alla sovrana e conobbe anni di splendore. come quello di Maria Ciampi che mandava in delirio la folla eseguendo la celebre < MOSSA >
Qui si proiettarono anche i primi films dei fratelli Lumiere ( 1896) e vi aprirono il primo cinematografo.
Bisogna che si siano regole, visione e discplina. Lo stop che è stato dato un anno fa all’apertura di nuovi baretti e punti ristoro nel perimetro di circa un chilometro di centro storico è stato un primo, fondamentale, segnale, ma c’e bisogno di altri interventi di questo tipo come quello dei controlli alle emissioni (l’odore del mare è stato sostituito dalla puzza di olio fritto), disciplina più stringente su tavolini e dehors (che coprono perfino le facciate di palazzi storici), meno aperture, magari, e una più ordinata distribuzione delle attività.
Bisogna investire parte dei proventi del turismo per restituire Napoli prima di tutto ai stessi napoletani la loro città . Dare loro la possibilita di passeggiare di nuovo nel centro storico limitando l’afflusso dei turisti in città .Permettere loro di spostarsi senza prende l’auto per riduurre l’inqiuinamento che il turismo selvaggio porte in città. Installare quindi Pullman notturni, tram, e fare in modo che le belle metropolitane funzionino a tutte le ore.
Volete mettere la possibilità di poter andare a bere una birra con gli amici senza l’assillo del parcheggio, senza il dover fare ‘o tuocco per scegliere chi debba rimanere sobrio e portare l’auto? Vuoi bere fino a svenire? Fallo. Quando ti riprendi vai in un mezzo pubblico e via, torni a casa. Qui non si giudica nessuno ma sopratutto non sei costretto a pagare nessun parcheggiatore abusivo. o uno pubblico a minimo 8 euro l’ ora .E qui scatta l’ennesimo problema trascurato di questa città
Ed io quando vedo e sento la parola “ business “ nella nostra città penso sempre allo stesso sistema ..
Amare Napoli significa amarla nella sua cultura e questo certo non avviene accetando i parcheggiatori abusivi , la limonata a cosce aperte o un murales decicato a Maradona che da un punto di vista artistico è la peggiore opera di street art presente in città , Non è forse ( meglio la vicina opera di Basoletti nella vicina via Del Deo che raffigura la Pudicizia di Antonio Corradini ,oppure quella Madonna di BanKsy, attualmente lo street artist più famoso al mondo, che nella degradata piazzeta dei Girolamini grazie ad un accostamento di grande impatto con l’ immagine di una Vergine con Bambino,sembra quasi sottolineare un legame profondo tra criminalità e religione in città ?
Fino a 10 anni fa quando raccontavo Napoli a tutti i napoletani questi quasi si annoiavano . Nessuno conosceva la propria città ma sopratutto non aveva nessuna voglia di conoscerla .
Oggi che la città ha mostrato a tutti che con la sua bellezza i napoletani possono guadagnare soldi , ecco che tutti improvvisamnete sono diventati esperti ciceroni . Tutti a riempirsi la bocca con la frase che Napoli e’ ricca di storia , cultura e arte e poi nessuno conosce la vera Storia di Napoli , la sua vera arte i suoi magnifici monumenti , i suoi musei e le sue splendide pinacoteche .
Napoli piace perché è piena di vita …ma così facendo ne state mortificando la dignità .
Non siamo un popolo che balla e ride tutti i giorni come gli altri amano descriverci …
Non siamo neanche quelli che vi hanno fatto vedere con Gomorra e Mare Fuori … e non siamo neanche la città più bella di questo mondo come molti napoletani sono soliti sostenere adagiandosi su una stereotipata ed autoreferenziale frase .
Con questa sciocca e banale frase, infatti, il napoletano medio tende a scacciare via in un sol colpo quelli che sono i limiti enormi di una metropoli che arranca, e che al passo coi tempi non ci sta, non ci sa stare, non ci vuol stare.
La città di Napoli nella sostanza soffre di un enorme debito pubblico, una popolazione con un tasso di disoccupazione altissimo (circa un cittadino su quattro), una povertà endemica, un manto stradale pieno di buche che per mancata manutenzione ogni tanto sprofonda , una stazione metropolitana chiusa da due anni , edifici vetusti e lesionati puntellati dai tubi Innocenti , palazzi decadenti che per la loro lunghissima incuria sono diventano pericolosi per le cadute di calcinacci che hanno provocato più di una vittima, .un verde pubblico, talmente abbandonato che negli ultimi dieci anni, complici da un lato epidemie di parassiti infestanti e dall’altro l’aumentata violenza dei fenomeni meteorologici, ha dato luogo a un abbattimento indiscriminato di alberi secolari per evitare che la loro caduta rappresentasse un rischio per la cittadinanza, come più di una volta è purtroppo capitato. Cosicché la città, bisognosa di rimboschimento per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, è andata invece incontro a un processo di desertificazione i cui maggiori effetti sono oggi visibili a Posillipo, il cui caratteristico panorama incorniciato da pini domestici è stato reso irriconoscibile da una devastazione senza precedenti.
A peggiorare il tutto resta l’immensa periferia tagliate fuori da ogni promessa di sviluppo, una conurbazione di tre milioni di abitanti cresciuta in deroga a ogni piano regolatore e priva di collegamenti pubblici efficienti .
Ma Napoli ha sopratutto un problema in “sospeso” proprio come il noto caffè . Oggi nessuno ne parla più ma la terra dei fuochi continua a tenere i suoi fifiuti tossici sotterrati … le sue balle sono ancra li … e nisciuno se fotte , ma il nostro registro dei tumori continua a registrare un aumento dei casi di tumori, di malformazioni, di aborti e di infertilita sopratutto nei maschietti che vedono nel territorio della terra dei fuochi peggiorare i loro spermatozoi.
Possibile che non riusciate a vedere tutto questo ?
Non riusciate a vedre che oggi ci chiamano Napolandia ?
Il turismo porta benessere alla città ma Il turismo devi invece saperlo gestire e non può essere affidato a gente ignorante o a uomini non adeguati al compito istituzionale che rivestono. .
Il turismo ha bisogno di cultura per essere affidabile e durare nel tempo e cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi abiti in questa città sia consapevole della dignità e sia orgoglioso di essere napoletano non solo per avere il mare , la pizza , pulcinella , il panorama , la sfogliatellaed un pulcinella fallico.
Non puoi affidarti al solo presente facendolo tra l’altro gestire da privati e sempre più spesso da gente di malaffare. .
Il turismo ha portato sicuramente di vantaggi in alcuni quartieri come la sanità e sopratutto i quartieri spagnoli , Essi con il turismo di massa, hanno cambiato il loro volto popolare e creato una gigantesca trasformazione nella microeconomia locale. Sono diventati luoghi sempre più sicuri.
E’ difficile oggi pensare pensare che i quartier spagnoli fino agli anni Novanta erano teatro di faide di camorra,e luogo in cui la sera c’era un clima da coprifuoco . I quartieri spagnoliin particolare fini a qualche anno fa erano un luogo pericoloso e se ti addentravi dentro con la moto ti costringevano a toglirti il casco . Essi erano un luogo dove difficilmente si avvertiva una condizione di serenità e tranquillità e se di Via Toledo decidevi di addentranti nel suo interno per recarti al corso vittotio emanule come minimo venivi rapinato .
Oggi invece questi quartieri sono il luogo più sicuro di Napoli e questo certo non per merito certamente dello stato ma di chi ha capito come riciclare i proventi della loro illecita attività con il turismo .
Secondo voi di chi sono tutti i vasci trasformati in bar e pizzerie ed i vari appartamenti trasformati tutti in bed and breakfast o case vacanze ?
In questo contesto di overturusmo è impensabile che le camorre si concentrino semplicemente nell’attività di spaccio di droga. La camorra sta dentro le logiche dell’economia liberista e aggredisce ogni tipo di mercato: ciò che si guadagna con la droga si reinveste, e si moltiplica, in attività funzionali anche a “lavare” il denaro sporco degli affari criminali.
Perché non ci vuole la zingara per capire che oggi in questa città si è aperta una nuova guerra tra bande per chi meglio deve gestire il nuovo business del turismo .
La criminalità organizzata ha finalmente capito anche lei che il turismo è ‘ un ottimo modo per riciclare danaro sporco e tutti vogliono mettere le mani su ristoranti , pizzerie e appartamento da trasformare in bed and breakfast .
Io Scrivo di Napoli e delle sue bellezze da quando i turisti sbarcati a Napoli dalle crociere venivano subito dirottati a Pompei , Sorrento o Capri perché i decumani , i quartieri spagnoli e la Sanità erano considerati luoghi pericolosi a rischio di scippo .
Ho battagliato con guide turistiche affinché portassero i turisti a far conoscere luoghi fuori dai classici tour . Vada a farsi un giro sul mio sito cose di napoli .com e scoprirà tutto quello che da solo ho scritto su Napoli .
Ma ho anche capito in tanti anni che purtroppo noi abbiamo un lamé atavico , cronico . Esso si chiam Camorra ed et qualcosa che con i suoi tentacoli mette le mani ovunque … anche sul turismo»
Lei e’ Camaleontica, tentacolare, infestante:
Tende a confondersi con il mondo della cosiddetta società civile, prova a infiltrarsi ovunque ci sia opportunità di guadagno (e di potere), finisce per compromettere diritti e libertà e per rovinare e danneggiare quel che di buono c’è intorno a lei a Napoli e in Campania.
Chi crede che abbia fatto dei quartieri spagnoli il luogo più sicuro di Napoli ?
Il nostro assessorato al turismo o lo stato ?
Chi credete che abbia comprato tutti i vasci per trasformarli in pizzerie , bar e ristoranti ?
Chi ha dato il diktat che in quel luogo non bisogna più far bordello ?
Chi credete che gestisca il lungomare con i suoi ormeggi ?
Chi credete che oggi ha messo le mani su appartamenti e B&B.nel nostro antichi decumani ?
Gli emissari del clan si muovono in certi quartieri della città come attenti procacciatori di affari, come efficaci agenti immobiliari, come aspiranti imprenditori attratti dalle possibilità di business del turismo made in Naples.
L’obiettivo è intercettare e sfruttare nuovi canali per ripulire i fiumi di denaro incassati con le tradizionali attività illecite e per ripulirsi attraverso una nuova veste di imprenditori.
Se fino a qualche anno fa l’obiettivo erano i ristoranti, adesso il nuovo trend camorristico è investire nelle strutture ricettive.
Più che in alberghi nei B&B, sicuramente più facili da gestire e da inserire nel business di “sistema”. Del resto, basta ristrutturare un vecchio appartamento, mettere a posto un locale dove un tempo c’era una storica bottega e per i boss o i loro fedelissimi diventa non più impossibile non solo assicurarsi nuove fonti di reddito (utili anche per ripulire denaro sporco) ma anche contare su piccoli avamposti nei quartieri più turistici e richiesti della città. Avamposti che possono offrire prestigio, possibilità di nuovi contatti, occasioni per infiltrarsi sempre più nelle sfere economiche e sociali della città senza dare troppo nell’occhio e senza necessariamente dover ricorrere alla violenza.
Nella zona di Mergellina, per esempio, la camorra punta a mettere le mani su mare e turismo. Se il racket degli ormeggi è storicamente un settore su cui i clan provano di tanto in tanto ad allungare i propri tentacoli per guadagnare e riciclare soldi, ora che Napoli è diventata capitale del turismo la camorra guarda con losco interesse anche a locali e B&B. Le più recenti indagini della Direzione distrettuale antimafia mirano a intercettare interferenze malavitose nella gestione delle attività ricettive che si stanno moltiplicando nel centro della città, non solo in quello del cuore antico ma anche nella zona a ridosso del Lungomare e delle strade della movida.
Io spero che qualcosa cambi con il turismo in questa cittù, ma se prima in questa città non cambia il connubio camorra – stato e quella indifferenza che mostrano i cittadini di fronte a tutto questo , nulla realmente cambierà mai .
L’unica speranza che resta a questa citta è quella che gli intelletuali e gli uomi colti di questa città escano finalmnete dal loro torpore che li attanaglia , Essi possono rappresentare la parte viva della nostra società che lotta, che denuncia, che “non ci sta”, che cerca soluzioni e viene guardata con sospetto e le sue rivendicazioni considerate un pericolo per il “benessere” raggiunto.Se i nostri intellettuali rapidamente non riusciranno a ritrovare loro la forza e l’energia per riprendere le mani di questa città , degrado , caos ed ignoranza prenderanno per sempre il sopravvento .
È oggi arrivato il tempo prima che sia troppo tardi che la classe intellettuale di questa città sia capace di reagire e togliendosi la benda dagli occhi riprendere e rivedere il proprio ruolo nelle dinamiche di una società il cui rapporto con la vita, è oggi troppo legata a degli aspetti , consumistici e materialistici che hanno addormentato la profondità della mente umana e tranciato la sua meraviglia naturale.
Il mondo degli intellettuali prima che sia troppo tardi deve riprendere quanto prima le redini di questa città e combattere la sua guerra ideologica contro il suo attuale “imbarbarimento” .
Essi hanno l’obbligo morale di puntare anzitutto all’elevamento del livello culturale ed al conseguente miglioramento del senso critico e razionale delle masse popolari, perché capiscano che sono state prese in giro , e quindi reagire di conseguenza a non lasciarsi ancora irretire da falsi valori folkloristici o squallidi avventurieri social ygnoranti e senza scrupoli come quelli degli ultimi anni .
Il mio augurio è il loro presto ritorno in campo … ma fate presto per carità .
Si sta delineando in assenza di una classe intellettuale che reagisca , una città dove l’ignoranza è un vanto , il narcisismo una virtù’ , il sacrificio una cosa ridicola e la ricchezza qualcosa da conquistare con facili mezzi .
Per non lasciarci influenzare da nessuno , per secoli l’umanità ha combattuto .. e la vera libertà è stata per decenni una mente non capace di farsi influenzare da un altra mente .
Oggi i giovani sognano di influenzare i comportamenti e le scelte di un determinato gruppo di persone e di potenziali consumatori ..
Sognano quindi il potere di far fare qualcosa a qualcuno .. ad un altro essere umano ..
Gli intelletuali di questa citta che oggi combattono la vera realtà bruta che ci circonda sono o ridotti a soli pochi e piccoli drappelli di persone sparsi in mezzo a turbe di inconsapevoli cittadini poco eruditi e poco curiosi .
Da soli non avranno mai corpo e sostanza per combattere la triste realtà che ci circonda .
Cari amici intellettuali ..
Vi prego non vi fate attendere molto ancora …
Troppa delinquenza , troppa ignoranza , troppa arroganza senza adeguata cultura .. troppi strani imprenditori .. troppe brutte persone giganteggiano in città.
Questa citta come la stamo vendendo oggi mi spavente e a tratti mi disgusta .
Verso l’onesta e buona mite gente provo solo un senso di impotente tenerezza .
Napoli non è sicuramente la città più bella, ma è una delle più antiche però, dentro le sue chiese, nei tabernacoli e tra i vicoli in tufo, sulle scalinate umide di piperno grigio che s’intrufolano nelle viscere dei rioni e seguono la luce, nelle sue costruzioni barocche e nei cortili addobbati a festa coi panni stesi di tutti i colori, c’è l’essenza di questa babele della storia.
Io talvolta soffermadomi a guardare queste frotte di turisti che guardano e fotografano senza pensare, e credono di portarsi a casa la città, la mia città, confesso che ho cominciato a detestarli .
Loro, alla ricerca dell’eterno folklore che questa città genera non sanno che i vicoli che a loro sembrano suggestivi ,non sono immagini, ma qualcosa che bisogna vivere, Loro guardano distratti e ridendo scenette come la limonata a cosce aperte e non riescono a vedere l’essenza di quell’arte che si diffonde nelle nostre antiche chiese, sulle facciate dei tanti palazzi nobiliari e delle antiche fontane .Non riescono a capire che i nostri antichi decumani non sono un luogo dove poter mangiare o cuopp e zeppole panzatotti , la pizza a portafoglio , o babù e a sfogliatella , ma un piccolo museo all’aperto che spero non venga mai abbandonato al degrado più totale .
I turisti restano in questa citta 3 -4 giorni e poi vanno via , ma che ne sanno loro del cuore e della vera anima della nostra città, Che ne sanno di quella luce che fa rabbrividire il mare.quando la città dorme ? Essa non si può descrivere, né dipingere o fotografare, Loro scattano senza vedere niente, e poi squittiscono come topi per il sole al tramonto che cala aranciato e denso, e filmano, filmano con le loro telecamere cieche, e non sentono salire lungo il corpo l’agitazione, l’insopportabile desiderio di felicità che ci afferra al crepuscolo, quando una pelle luminosa sembra vibrare quieta sul tufo di Castel dell’Ovo, e poi, lentamente o di colpo, il sole sprofonda per vedere la luce che fa rabbrividire il mare per scoprire.
Quel sole che iilluminandosi per un’ultima volta, rende l’aria trasparente, morbida, e stanca,freando quell’atmosfera capave realmente di far capire ad ognono di noi l’anima e ilvero cuore della nostra città.
Potranno mai capire tutto questo quei turisti che si soffermano in maniera estremamente superficiale su una narrazione storica di una citta divertente e sregolata nella sua malamovida notturna , si soffermano come greggi di pecore dinanzi al murales di Maradona trasfoemato per l’occasione in una meta di pellegrinaggio .
Potranno mai portare a casa loro quella emozione di un venticello leggero che in alcuni giorni di quiete giunge come una carezza a togliere tutto dall’aria, a dare un po di tregua,alla nostra frenetica vita . Basta guardare il mare e tutti i problemi improvvisamente vanno via insieme a quelle nubi cattive che lasciano spazio a un cielo fittamente azzurro, e in lontananza ti rubano lo sguardo il Vesuvio, Capri, Ischia , e Capo Miseno.
Io ho una paura latente per la mia città, la paura che ci si sia adagiati sugli allori, la paura di ritornare ad essere quello che gli altri ci hanno sempre additati di essere, la paura che gli sforzi fatti per recuperare zone che un tempo erano considerate pericolose e diventate, d’improvviso, luoghi di culto per turisti da tutto il mondo – vedi i Quartieri Spagnoli o la Sanità per fare i due esempi più semplici – vadano gettati al vento.
Un tempo ero convinto che la tradizione è il terreno su cui innalzare l’albero ..
Temo invece questa nuova realtà.
Lui , il grande Benedetto Croce concluse il suo amore con la citta’ a tal proposito scrivendo … mi è sembrato che ai nostri giorni non sia da spiegare nessuna forza, pur modesta e umile, che concorra a tal fine .
Io invece nutro ancora qualche speranza ma, come dice il detto, “Chi di speranza vive, disperat ‘mor!” ed allora invito i tanti, la maggior parte della popolazione napoletana, a non piegarsi più.
Io sono stufo di slogan come : CORE MIJ – VITA MI – AMMOR MI –
E voi?
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