La Chiesa di Sant’Antonio a Posillipo si trova nel quartiere omonimo in Via Minucio Felice.
La via era la sede del centenario ‘pino di Napoli‘, il famoso pino ad ombrello che compariva nel primo piano di moltissime vedute e cartoline del golfo di Napoli che fu abbattuto nel 1995 perché malato (fu piantato un nuovo albero nello stesso anno da Legambiente).
La chiesa è raggiungibile sia dalle Rampe di Sant’Antonio (dette anche Tredici discese di Sant’Antonio), sia dalla via Minucio Felice.
Tutta la zone un tempo era sola campagna che vedeva di tanto in tanto la costruzione di qualche sporadica casa. Erano presenti solo quattro villaggi rurali collegati con la zona di Mergellina da un’antica strada greco-romana.

Nel 1642 quindi in piena campagna i frati conventuali di Terz’Ordine diedero avvio alla costruzione di un piccola chiesa con un annesso convento che inizialmente venne utilizzato come sanatorio. Nei secoli successivi il convento e la chiesa vennero poi ampliati e il complesso assunse anche il nome di “santuario antoniano”.
Negli anni ai vari lavori vennero aggiunti una sagrestia, un campanile ed un chiostro.

Ad inizio XIX secolo, durante il “Decennio Francese”, gli ordini religiosi vennero soppressi e il complesso venne destinato ad usi civili, per poi essere affidato nel 1824 ai domenicani di San Domenico Maggiore, grazie all’interessamento di re Ferdinando II di Borbone che era in ottimi rapporti con l’ordine religioso.
Nel 1944, grazie all’interessamento dell’arcivescovo Alessio Ascalesi, la chiesa venne elevata a parrocchia, raccogliendo i fedeli della zona, diventata ormai un’area densamente popolata.
La chiesa è a navata unica con tre cappelle per lato. La sua facciata è caratterizzata per i pilastri ionici in piperno, il timpano ed il campanile retrostante. Sopra al portone e’ presente un finestrone circolare e sopra di esso quattro finestre rettangolari.
Nella prima cappella a dx troviamo un crocifisso ligneo del XVII secolo.
Nella seconda una raffigurazione di San Nicola di Bari del 600 di cui l’autore e’ ancora oggi a noi ignoto.
Nella terza cappella a dx un dipinto della Vergine della Purità.
L’altare maggiore ospita la realistica statua di legno di Sant’Antonio risalente al 600/700 che veniva portata in processione.

Tra le decorazioni a stucco sono conservate due tele del pittore napoletano G. Diano: l’estasi di S. Antonio, S. Raffaele e S. Tobiolo.
Dal piazzale antistante la chiesa si gode uno spettacolare panorama sul Golfo di Napoli.
Il panorama si ha possibilità di ammirarlo anche dalle rampe di Sant’Antonio a Posillipo, dette anche tredici discese di Sant’Antonio.
L’edificazione delle tredici rampe fu voluta dal viceré Ramiro de Guzman duca di Medina, come si legge anche nella lapide in latino posta sulla I rampa che sale da piazza Sannazaro, per rendere più agevole il percorso per i pellegrini che intendevano raggiungere il complesso, divenuto santuario antoniano. Dalle sue strette e impervie curve a gomito si può ammirare una Napoli misteriosa e affascinante.

 

 

 

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