Tommaso Aniello,  alias Masaniello, nacque a Napoli da Antonia Gargano e da Tomaso Di Cecco d’ Amalfi , egli come il padre faceva il pescivendolo ( nel vico rotto al mercato ) e non il pescatore come molti erroneamente riferiscono .
Sposo’ Bernardina Pisa, nel 1641 ,la quale fu arrestata per contrabbando di un pezzo di pane . Rimase in carcere otto giorni e Masaniello per liberarla dovette vendere tutto cio’ che aveva , giurando vendetta contro i gabellieri della farina che avevano la postazione presso Porta Nolana .
Finito in carcere perche’ ritenuto colpevole dell’ incendio del casotto del dazio posto in piazza mercato , conobbe Marco Vitale il quale di li’ a poco gli presento’ quella che sarebbe stata la mente della rivolta,  Giulio Genoino .
In un incontro tra l’ ottantenne Genoino ed il ventisettenne Masaniello fu disegnata la trama dell’azione di rivolta che avrebbero dovuto avere il giorno della celebrazione della Madonna Bruna del Carmine, cioe’ il 16 luglio .
L’ impero spagnolo , costruito da Carlo V , era all’ epoca in forte difficolta’ economica ( provata dalla lunga guerra dei trent’ anni ) e da Madrid giunse a Napoli la richiesta di un ulteriore milione e per fare fronte ad essa il vicere’ approvo’ 4 nuove imposte di cui una sulla frutta .
Bisogna subito sottolineare che la gabella sulla frutta era stata abolita dal primo vicere’ duca di’ Ossuna nel 1606. Il malcontento si manifesto’ dunque immediatamente sopratutto tra i lazzari .
Masaniello aveva all’ epoca il compito conferitogli dai frati del convento di reclutare gli ‘ alabri ‘ , ragazzi tra i 14 e i17 anni che recitando , avevano il compito di espugnare il castello di legno costruito in mezzo alla piazza armati di soli bastoni durante la festa del Carmine.
Gli alabri ( forma dialettale che sta per arabi ) erano a piedi nudi , di umilissime origini , con il viso ed il corpo dipinto di rosso e di nero , coperti con cenci ed avevano tra le mani una cannuccia .
La domenica del 7 luglio giunsero in piazza i venditori di frutta provenienti da Pozzuoli . Essi si rifiutarono di pagare la gabella . Iniziarono tafferugli tra urla e schiamazzi . L’ eletto del popolo Andrea Naclerio schiaffeggio’ il cognato di Masaniello,  il grossista Maso Carrese , il quale reagi’ buttando a terra la frutta .
Intervennero gli alabri che incrementarono i disordini ; il Naclerio fu colpito ; la folla si ingrosso’ a vista d’ occhio e individuato in Masaniello il proprio capo si avvio’ in corteo verso il palazzo del vicere’ . Questi impaurito fuggi’ e si rintano’ nella chiesa di San Luigi .
Il giorno successivo i disordini continuarono piu’ violenti che mai . La folla si armo’ e si organizzo’ : tutti i Lazzari furono in strada ; inizio’ la vendetta contro i nobili e contro i gabellieri .
La rivoluzione si rafforzo’ e Masaniello venne proclamato e acclamato Capitano Generale del popolo di Napoli. Al suo fianco vi erano il fratello Giovanni , l’ amico Marco Vitale , il nuovo eletto del popolo , Antonio Arpaia ( nipote di Genoino ) e Giulio Genoino .
I tentativi di corruzione cadono nel vuoto : Masaniello riferisce al popolo di aver ricusato l’ offerta del vicere’ di un vitalizio di 200 scudi al mese.
Masaniello , alla testa di centinaia di giovani laceri e scatenati , devasta il mercato della frutta , irrompe negli edifici del dazio mettendoli a ferro e fuoco , arringa la folla osannante .
Preso coscienza del potere di cui dispone , ordina l’ incendio di alcuni palazzi di proprieta’ di signori particolarmente invisi al popolo per varie angherie praticate , impone prezzi onesti alle botteghe di generi alimentari , eleva il peso della” palata di pane ” con minacce di morte riducendo il prezzo del pane e della farina e di ogni genere di prima necessita’ .
Genoino , ormai ottantenne , vide la possibilita’ di realizzare finalmente il suo sogno vecchio di decenni ; il progetto di riconcedere al popolo il privilegio di Cola Quinto concesso da Ferdinando il cattolico , e confermato poi da Carlo V, consistente nell’abolizione di tutte le gabelle e nella parita’ di nobili e popolani nelle votazioni.
La ricerca del vecchio documento non fu facile , ma alfine fu trovato negli archivi del convento di San Paolo.
Ma don Genoino voleva di piu’. Cosi’ indusse Masaniello a spiegare al popolo che l’ originale era custodito in Spagna e che Genoino lo stava riscrivendo .
Genoino nel rielaborare il documento , inseri’ cio’ che aveva sognato per tanto tempo : uguaglianza di voti e di poteri tra nobilta’ e popolo , e voto preventivo per le donazioni richieste dal re . Il documento fu dapprima approvato dalle assemblee popolari nella chiesa del Carmine , alla presenza del cardinale Filomarino , poi Masaniello , indossato un abito laminato di’ argento regalatogli dal vicerè,  montato a cavallo e seguito dal cardinale e da Genoino in carrozza, si reco’ a palazzo continuando ad arringare il popolo che faceva ala al suo passaggio , raccomandandogli di incendiare la citta’ qualora gli si giocasse un brutto scherzo . Giunto al palazzo , professo’ la sua fedelta’ al re promettendo un contributo straordinario di un milione di ducati . I documenti furono firmati ed egli bacio’ i piedi al vicere’ , il quale gli dono’una collana preziosa che egli si fece autorizzare dagli amici del Mercato ad accettare , e gli conferi’ il titolo di capitano generale . Poi si affacciarono alla terrazza ed egli parlo’ ancora una volta al popolo annunciandogli la apposizione della firma , e facendosi promettere con alzata di mano effettuata da tutti i presenti fedelta’ al re di Spagna ed al vicere’ .
Nei giorni successivi , sempre dal suo ‘ basso’ al vico rotto al Mercato al Mercato in cui continuava a vivere , imparti’ ordini di racimolare quanto promesso al re ricavandolo dai saccheggi delle abitazioni lasciate incustodite dai nobili fuggiti , quindi si procedette al giuramento dei capitolari in cattedrale , dove lui pero’ si lascio’ andare ad azioni sconsiderate e sconce in presenza del cardinale e del vicere’. Al ritorno il vicere’ volle passare avanti al basso, al Mercato per omaggiare la moglie Bernardina .
Da questo momento , con abiti non piu’ da pescivendolo ma da nobiluomo egli frequento’ la corte spagnola e fu coperto di onori dai nobili e dallo stesso vicere’ (duca di’ Arcos) . Fu piu’ volte ricevuto a palazzo con la moglie Bernardina e la sorella Grazia .
Nei giorni seguenti , il delirio del potere , giunto troppo repentinamente in un personaggio di troppe umili origini esplose nella maniera piu’ scomposta . I suoi comportamenti denotarono una crescente pazzia : tuffi notturni in mare completamente vestito , lancio di coltelli tra la folla , deliranti progetti di costruire un ponte tra Napoli e la Spagna , il progetto di trasformare piazza del Mercato in un porto e infine diverse sommarie esecuzioni dei suoi oppositori, compresa quella di un bandito cui Genoino chiedeva clemenza . Ormai anche costui era consapevole di aver perso l’ influenza su di lui , e la stessa popolazione inizio’ a credere alle voci sulla pazzia di Masaniello .
Secondo molti la sua presunta pazzia fu causata da qualche allucinogeno somministratogli durante un banchetto nella reggia.
In sua assenza si tenne una riunione tra i maggiorenti della citta’ , compreso Genoino e il cardinale Filomarino , dove , preso atto che Masaniello era diventato pericoloso , si stabili’ che dall’ indomani gli ordini di Masaniello non avrebbero avuto piu’ alcun valore , e tutti i poteri sarebbero stati restituiti al vicere’
.L’ indomani infatti egli fu ammanettato dai capitani del popolo e lasciato sotto custodia nella sua casetta . Dopo un’ animatissima discussione , i capi della rivoluzione decisero di tenere Masaniello in fortezza fino alla guarigione dalla pazzia denunciata , e nominare in sua vece l’ eletto del popolo Arpaia , nipote di Don Giulio, risoluzione approvata dal vicere’ .
Poi la tragedia si compie nella cattedrale , dove lui , riuscito a sfuggire ai custodi , va ad arringare ancora il popolo , ma i maniera sconclusionata, fino all’ epilogo in cui si denuda . Alcuni monaci lo indussero a lasciare la chiesa e lo condussero nel chiostro . Trasportato nel dormitorio , viene qui’ raggiunto dai congiurati che lo fucilarono a bruciapelo . Viene poi decapitato e la sua testa mostrata a vicere’ . Quindi col capo mozzato chiuso in una gabbia che fu appesa alle mura . Il corpo mutilato fu trascinato per le strade e poi gettato nella fossa comune tra Porta del Carmine e Porta Nolana .
Tutti trassero un sospiro di sollievo , dal vicere’ al cardinal Filomarino , dal Genoino , al popolo.
Ma lo stesso popolo , il giorno dopo , si trovo’ di fronte al prezzo del pane identico a quello precedente la rivoluzione, e fu per esso la prova che si voleva ritornare alle vecchie precedenti condizioni .
Il popolo allora capi’ subito quanto si perdeva con la fine del giovane capopopolo, ne ricompose il corpo e mostro’ segni di ribellione , chiedendo solenni onoranze funebri .
Le autorita’ spagnole ritennero di assecondare questi sentimenti ed un funerale imponente attraverso’ tutta la citta’ seguito da migliaia di persone . Le spoglie furono tumulate solennemente nella Basilica del Carmine dove restarono fino al 1799, quando Ferdinando IV dopo la rivoluzione ne ordino’ la rimozione e la dispersione .
Una lapide ed una statua nella chiesa del Carmine ed una piazzetta nei pressi di Piazza Mercato ricordano oggi Masaniello. Molto miserevole fu anche la sorte della moglie di Masaniello, Bernardina che rimasta sola dovette prostituirsi per campare. Morì poi di peste, nel 1656.

masaniello-1 masaniello-2 masaniello-10 masaniello-21 masaniello-22 masaniello-23 masaniello-24Articolo scritto da Antonio Civetta 

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