Lo storico palazzo cinquecentesco appartenuto un tempo al famoso letterato umanista Giovanni Pontano ( segretario di Alfonso d’ Aragona ) ,si trova localizzato al civico 362 di Via Tribunali, nel cuore quindi del nostro centro storico lungo il decumano superiore , e di fronte alla famosa storica pizzeria Sorbillo.

 

 

Il bellissimo palazzo che oggi purtroppo versa in uno stato di pessime condizioni , abbandonato al degrado ( come la maggior parte dei maestosi palazzi del nostro centro storico )era un tempo uno dei più belli edifici della nostra città . Intorno ad esso era infatti presente un vero e proprio paradiso .

I suoi immensi giardini erano nascosti alla strada da un magnifico portone d’ingresso, in cui spiccava un’aquila con le ali spiegate sul cui petto era  presente lo stemma di famiglia Spinelli . Esso annunciava con il suo messagio simbolico i fasti del suo  bellissimo cortile interno a pianta ellittica (unico a Napoli) e riccamente adornato di statue e stucchi di notevole bellezza .

N.B. Oggi il palazzo è in stato di degrado: pessime le condizione della facciata che è tutta danneggiata per lo staccarsi diede commissione di ristrutturare l parametro in stucco che mette a nudo la struttura in tufo; nello stesso stato versa anche il bel cortile ornato da statue ( sovraintendenza dove sei ? ).

 

 

 

 

 

 

 

 

Il palazzo, noto sopratutto come vi abbiamo già detto per aver ospitato il poeta umanista Giovanni Pontano (la sua  cappella si trova lì a due passi), è finito poi tra i possedimenti della famiglia  Spinelli di  di Laurino da cui ha preso il nome.

 

Di proprietà della famiglia Spinelli , la struttura dell’attuale edificio la si deve  però al Duca Troiano Spinelli che  diede luogo alla commissione di ristrutturare e decorare radicamente  l’intera struttura nel  1767,. Questa vide che vide tra i  suoi partecipanti i noti architetti dell’epoca Ferdinando Fuga e sopratutto Ferdinando Sanfelice , ideatore dello scenografico scalone  a doppia rampa con duplice prospettiva che caratterizza il palazzo ( come sfondo ha dei  cippi  romani in due nicchie ). A subire grandi cambiamenti fu sopratutto il cortile : l’originaria pianta quadrata fu trasformata in uno spazio ellittico che, con i suoi due meravigliosi busti romani , le sue dodici statue allegoriche e gli otto medaglioni mitologici , costituisce un tributo alla romanità.

N.B. Come vi abbiamo accennato , si tratta dell’unico cortle a Napoli con forma ellittica .

Sulla sommità dell’originale atrio di forma ellittica , un orologio maiolicato  sovrastato dalla statua della vergine Immacolata completano il coronamento del piccolo ed incantato cortile di uno dei  bei palazzi storici della nostra città., che nonostante oggi versi in uno stato di degrado , continua a distinguersi par la sua bellezza.

Sul suo portone d’ingresso , maltrattata dal tempo ,e dall’incuria non è neanche più   presente la maestosa aquila con la ali spiegate , sul cui petto era scolpito lo stemma dei Laurino e dei Tuttavilla di Calabritto , famiglia a cui apparteneva la moglie di Troiano Spinelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.B. La cappella di famiglia la cui struttura monumentale, risale al XVIII secolo, è attigua al cortile del palazzo ma ha anche un proprio ingresso su vico Fico a Purgatorio.

 

CURIOSITA’ : La bellezza di questo palazzo ha ispirato anche il cinema : in questo palazzo sono state infatti girate alcune scene di tre film ambientati a Napoli,Giallo napoletano   di Sergio Corbucci (1979),La pelle  di Liliana Cavani (1981), tratto dal romanzo omonimo di Curzio Malaparte, e Maccheroni  di Ettore Scola (1985), interpretati, fra gli altri attori, da Marcello Mastroianni che nel cast del secondo film si accompagnava ad altri interpreti come Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Carlo Giuffrè e Peppe Barra, mentre nell’ultimo vi erano Jack Lemmon e Isa Danieli.

Come per la maggior parte degli edifici monumentali di Napoli , anche il palazzo Spinelli è avvolto da un alone di mistero . Lo storico edificio porta con se un’affascinante insolita  storia che tra  realtà e leggenda accompagna da sempre la vita dei Napoletani.

Si racconta infatti, che  il palazzo ancora oggi sia abitato dal fantasma di Bianca, una bellissima e dolcissima fanciullia che aveva un ottimo rapporto con il duca ( rapporto che però non piaceva alla moglie Lorenza ).

Bianca era bimba rimasta orfana di entrambi i genitori ed adottata dal Duca di Lauria. Bianca era una bambina bellissima, socievole e molto legata al duca, cosa che non piaceva a sua moglie, che ne era gelosa forse per le attenzioni che suo marito le dedicava. La marchese , era una donna crudele e cinica e ne fece, probabilmente per questo motivo , sua damigella, prendendola al proprio servizio.

L’episodio leggendario narra della morte della bella Bianca avvenuta per mano della tirannica nobildonna, moglie fredda e distaccata che non degnava il consorte della benché minima considerazione. Quando il Duca Spinelli, in procinto di partire per la guerra, si recò nelle stanze di Lorenza per salutarla, ma ella fredda e distaccata non gli rivolse alcun cenno di considerazione . Il duca si vide quindi per l’ennesima volta  rifiutato  con parole fredde e seccate;  il gentiluomo, uscendo di corsadalla stanza  e pieno di rabbia, per un attimo si ritrovò ad incrociare attraverso lo specchio gli occhi della bella e dolce Bianca, che si trovava lì per pettinare sua moglie; quegli occhi, a causa di quello che era accaduto, lo guardarono pieni di compassione. Uno sguardo innocente ma sufficiente a destare sospetti in Lorenza Spinelli, che punì ingiustamente la ragazza, murandola viva in una delle numerose stanze del palazzo. La damigella però, prima di essere lasciata al suo destino, pronunciò queste ultime parole: ”Famme pure mura’ viva, ma in allegrezza o in grannezza tu me vidarraje.” Difatti, da allora in poi, si dice che il suo spirito sia apparso agli Spinelli tre giorni prima e tre giorni dopo un lieto evento, un lutto o una disgrazia. Pare che ancora oggi la sventurata “Bianchina” vaghi per le stanze del palazzo e che qualcuno l’abbia addirittura vista sulle scale o sentita piangere.

 

 

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