L’11 agosto si celebra Santa Chiara. d’Assisi, una donna che alla pari di San Francesco, in giovane età , rinunciò alla sua ricca vita agiata per abbracciare in nome di Dio, la povertà volontaria.
Nata nel 1194 ad Assisi, come primogenita di una famiglia nobile e ricca , rinunciò’ alla sua ricca vita agiata , fatta di abiti preziosi, stoffe pregiate , banchetti nobiliari , sicurezze mondane e un futuro già tracciato, per abbracciare una vita di povertà, silenzio e preghiera, guidata solo dalla voce di Dio.
Lei fin da ragazza , non desiderava ori , gioielli o abiti raffinati e animata di profonda religiosa fede verso Dio, passava ore in silenzio, dedicandosi alla sola preghiera,
Il suo sogno di praticare quanto scritto nel Vangelo è dedicarsi con semplicità e coraggio ad amare Dio e le sua dottrina in maniera radicale , subì una svolta decisiva quando giunta ai suoi 18 anni venne a sapere che un giovane di nome Francesco si era spogliato dei suoi ricchi in un gesto pubblico e simbolico per rinunciare alla vita agiata, restituendo tutto al padre davanti al vescovo di Assisi, che poi lo coprì con il proprio mantello.
Egli abbracciò la povertà e come segno concreto della sua conversione, si spogliò davanti a tutti dei suoi ricchi abiti e indossò una semplice tonaca che cinse con una corda al posto della cintura . Egli completamente scalzo e con vesti umili adottò da quel momento uno stile di vita radicalmente povero .
Chiara sapeva che in seguito, il giovane Francesco , si era stabilito come residenza in una piccola chiese tra abbandonata ai margini di Assisi ( la Porziuncola ) che aveva trasformato nella sua dimora spirituale., stabilendo in quel luogo la prima comunità di frati minori ( quella che sarebbe diventata la base dell’Ordine dei Frati Minori ).
Chiara a quel punto non aveva più alcun dubbio circa il suo passaggio ad una vita nuova . Quindi una sera della Domenica delle Palme del 1211, lasciò ogni cosa, ma non fuggi . Convinta di coltivare quel desiderio profondo di dedicarsi al prossimo con amore caritevole , si recò ed entrò con passo deciso nella piccola chiesetta della Porziuncola.
Ad attenderla trovò Francesco che la la accolse come sorella e compagna di vita . Non si conoscevano ancora, ma i loro cuori si erano riconosciuti.
L’incontro avvenne in maniera silenziosa , quasi misteriosa . Un’intesa profonda legava quei due giovani uniti dallo stesso sogno .. senza compromessi loro volevano vivere la parola di Dio.
Francesco le taglia i capelli, le dona un saio di lana grezza e le trova riparo nel monastero benedettino di San Paolo a Bastia Umbra.
Il padre tenterà invano di convincerla a tornare a casa. Ma Chiara povera per scelta sui passi di Francesco, pur sapendo di andare contro la ricca e amata famiglia, aveva scelto Dio come desiderio di vera libertà e fuggendo da ogni sicurezza voleva essere povera.
Chiara nel monastero, guida, prega, ama. La sua fede non è fragilita è forza calma, incrollabile, lei porta in quel luogo la semplicità e il coraggio di un amore radicale.
La sua luce che emanava presto attirò’ presso il monastero altre donne, tra cui la madre e le sorelle; presto saranno una cinquantina. Francesco le chiama “Povere dame” e poiché tra il poverello e Chiara c’è piena comunione, dispone per loro il piccolo monastero di San Damiano, che aveva appena restaurato.
Nasce così la prima comunità delle “Povere Dame”, nel monastero di San Damiano.
dove le religiosa Chiara con forza e determinazione con con la preghiera incessante insieme alle consorelle, diviene la prima donna della storia cattolicesimo a scrivere una regola e ad ottenere l’approvazione da parte di Gregorio IX, suggellata poi dalla bolla di Innocenzo IV nel 1253, del “privilegio della povertà” e dell’ardente desiderio di “osservare il Vangelo”.
Instancabile adoratrice dell’Eucarestia, la prima regola monastica redatta da una donna la deve quindi a Santa Chiara. d’Assisi, fondatrice dell’Ordine delle Clarisse .
Santa Chiara scrisse una Regola che chiede il privilegio più grande: vivere senza nulla di proprio, solo di Dio. È la prima donna nella storia della Chiesa a farlo.
Ed è in fondo, quello di cui il mondo ha oggi più bisogno che mai . Vivere dove c’è chi sceglie la luce, la semplicità e il coraggio di un amore radicale.
La malattia purtroppo segno’ i suoi ultimi 30 anni, di vita ma nonostante questo non smise mai di dedicarsi con amore e compassione alla sua missione . Con fede e dedizione alla preghiera. non recise mai il suo contatto con il Signore e quale Instancabile adoratrice dell’Eucaristia, con in mano la sola pisside, si racconta che provoco’ la fuga dei saraceni da Assisi.
Si narra di lei che in una notte di Natale, assorta in preghiera, contemplo’ sulle pareti della sua cella i riti che in quel momento si svolgevano nella Porziuncola, cuore pulsante della comunità dei frati. Per questo motivo è stata dichiarata da Pio XII protettrice della televisione.
Muore l’11 agosto 1253 sul nudo pavimento di San Damiano.
Ai suoi funerali partecipo’ una quantità di popolo mai vista e solo due anni dopo venne proclamata santa da Alessandro IV.
Santa Chiara e’ oggi patrona della televisione, ma anche di ricamatrici, lavandai, doratori, stiratrici, e delle coccinelle,
A lei è dedicato nella nostra città il celebre Complesso Monumentale di Santa Chiara , uno dei più importanti punti di riferimento storico e culturale della nostra città’ che possiede il più bel chiostro al mondo, ed una chiesa che è rappresenta da secoli il riferimento religioso ed artistico di generazioni di napoletani.
In luogo di arte, silenzio e bellezza che nasce come cattedrale gotico-medievale per volere di re Roberto d’Angiò e sua moglie Sancia di Maiorca ad ad inizio del ‘300 .
I sovrani angioini avevano infatti in quel periodo bisogno di dimostrare la propria gratitudine al papato, che aveva favorito il loro arrivo nel regno di Napoli, e lo fecero costruendo chiese meravigliose in città.
Tra queste la più bella e imponente di tutte la fecero non non badando a spese e chiamando i migliori artisti dell’epoca.
Costruirono così un complesso monumentale straordinario, una vera e propria cittadella monastica francescana che inglobava due conventi: quello femminile per le suore clarisse e quello maschile per i frati minori francescani.
Questo luogo con la sua basilica, il suo monastero e il suo chiostro maiolicato ,opera straordinaria di due grandi mastri riggiolari napoletani, i fratelli Massa, è uno dei complessi monumentali più importanti di Napoli.
In quei meravigliosi viali , dove nel 700 , ci mise la mano anche il grande Domenico Antonio Vaccaro , per secoli intere generazioni di napoletani hanno passeggiato all’ombra di meravigliosi pergolati .
Il complesso di Santa Chara che ancora oggi , rappresenta in città, il maggiore esempio del gotico a Napoli è peculiarmente caratterizzato da due porte d’ ingresso che si congiungono ai lati di una torre campanaria che contiene 4 iscrizioni in cui si narra la storia e le fasi evolutive della costruzione di Santa Chiara.
N.B. : Entrambi gli ingressi sono ancora oggi presenti con i loro due portali trecenteschi di notevole interesse artistico .
La chiesa fu costruita come reale cappella inizialmente dedicata al Sacro Corpo di Cristo o Dell ‘ Ostia Santa e la prima pietra fu posta nel 1310 , cosi’ come indicato su una iscrizione che si ritrova sulla fascia del basamento del campanile .
Venne invece consacrata nel 1340 e dichiarata fin dalle sue origini ” REGIA “, diventando di fatto il luogo in cui si svolgevano le più importanti adunanze del Regno e le cerimonie religiose più solenni .
N.B. Essa, dal 300 in poi fu la chiesa della nobilta’ napoletana .Nel tempo fu definita ” la chiesa dei re e del popolo ”
Anche questa chiesa , come tante altre purtroppo dovette poi subire quella trasformazione barocca che la chiesa cattolica voleva per mostrare tutta la sua potenza e magnificenza e quindi nel 1742 essa fu totalmente riprogettata dall’architetto Domenico Antonio Vaccaro che applicò alla stessa sontuosi rivestimenti barocchi che cambiarono lo stile architettonico del complesso.
Ma tutto questo durò solo fino al 4 agosto del 1943 , quando gli americani ( cosiddetti alleati )fregandosene altamente della nostra storia e cultura, bombardarono incessantemente per alcuni minuti la nostra città sganciarono centinaia di bombe.
La chiesa di Santa Chiara era tra gli fra gli obiettivi dei 400 aerei bombardieri B-17,
che fu ovviamente totalmente sventrata. Un atto francamente ingiustificabile dal punto di vista strategico, volto solo a creare un vero dolore per la città di Napoli, colpita al cuore.( ricordatevelo quando sentite dire la parola guerra ).
Il conseguente incendio durò incendio che durò due lunghi giorni, distruggendola quasi interamente. Andarono perduti gran parte degli interni, delle opere d’arte settecentesche e soprattutto gli affreschi trecenteschi. Un tesoro inestimabile perso per sempre.
Solo 10 anni dopo, il 4 agosto del 1953, la chiesa fu ricostruita cancellando i fasti barocchi e riportando lo stile architettonico al suo meraviglioso originario aspetto gotico.
Visitare in questi giorni questo bellissimo complesso monumentale che si trova
in Piazza del Gesù Nuovo, potrebbe essere il modo migliore per rendere omaggio a Santa Chiara.
Andare a trascorrere qualche ora in questo importante punto di riferimento storico e culturale della nostra città’ , potrebbe rappresentare anche una buona l’occasione per visitare il suo museo, dove troviamo alcuni pezzi scampati al bombardamento del 1943 ed anche un incredibile stabilimento termale romano del I sec d.C.; uscendo c’è un presepe napoletano con pastori del ‘700 e dell’800.
Nell’interno della bellissima chiesa gotica caratterizzata da una navata unica con dieci cappelle laterali per lato ed un presbiterio che accoglie alcuni monumenti funebri della famiglia angioina.ma anche qualche spoglia della famiglia borbone, possiamo ammirare alle spalle dell’altare maggiore l’ex Coro delle clarissa da dove le monache seguivano le funzioni religiose .
Ricordatevi inoltre, che , giusto per guardare il bicchiere mezzo pieno , che la distruzione della chiesa ispirò a Michele Galdieri la più bella canzone napoletana del dopoguerra: Munastero e Santa Chiara.
Ma non lo dite troppo in giro .
Gli americani .. potrebbero farsene un vanto !
