Vi trovate nel Museo Archeologio Nazionale di Napoli( MANN ) ma immaginate solo per un momento di essere invece a Pompei e di trovarvi nell’atrio di una delle più fastose case della cittadina , una dimora borghese che potrebbe fare invidia a un principe.

Siete stati invitati in questa grandiosa villa che occupa un’intera insula del quartiere residenziale di Pompei, da un nobile aristocratico romano che alcuni sostengono sia addirittura il nipote del dittatore Silla , uno di quegli uomini della classe dirigente romana dell’epoca che avevano allora conquistato straordinaria ricchezza, grazie ai bottini asiatici e allo sfruttamento di enormi masse di schiavi, ottenuti all’indomani delle guerre in Oriente del II secolo a.C.

Guardatevi intorno ….si vede subito che il proprietario doveva avere gusti precisi e ratfinati in fatto d’arte … ammirate quei preziosi  mosaici figurati, probabilmente eseguiti da maestranze alessandrine che scandivano i diversi ambienti della granda casa   dalla soglia dell’atrio con maschere ai quadretti che decoravano i triclini, le alae, i cubicoli.

Ammirate sopratutto il celebre mosaico con il trionfo di Alessandro il Grande su Dario III di Persia, forse il più noto dell’antichità, che in origine era collocato nel pavimento dell’esedra, la grande sala di rappresentanza. Il mosaico, che traeva ispirazione da un modello pittorico, fu eseguito alla fine del II secolo a.C. nella tecnica dell’opus vermiculatum con più di un milione di tessere.

N.B. Secondo alcuni esperti sembra che  il mosaico,che rappresenterebbe la battaglia di Isso, sia stato realizzato ad Alessandria nella seconda metà del II secolo a.C.forse da Filosseno di Eretria in persona o da alcuni allievi della sua scuola e  di lì poi importato in Italia meridionale.

CURIOSITA’:  Filosseno di Eretria era  un autore molto ammirato dagli antichi anche per la sua velocità di esecuzione, in cui superava anche il maestro Nicomaco.

 

Ed infine ammirate dinanzi a voi quel piccolo genio dei boschi, promosso a decorazione dell’impluvio dell’atrio principale, pronto ad  accogliere i visitatori. Si tratta di una statuetta bronzea che raffigura un  fauno danzante , scoperta durante gli scavi archeologi del 1830 che poi ha dato il nome alla casa.

CURIOSITA’: Appena venuta alla luce dopo la sua scoperta il Fauno destò un entusiasmo immediato e fu subito trasferito al Museo Borbonico. Il suo primo catalogatore lo descrisse come il bronzo più bello trovato a Pompei e vi fu chi lo paragonò addirittura al Satiro Barberini.

Il Fauno sembra colto nel momento in cui imposta uno strano passo di danza: poggiato sulla punta del piede destro, simile a uno zoccolo caprino, sta già sollevando quello sinistro. Anche le braccia sono sollevate, la sinistra in alto, proprio nel punto dove si dirige lo sguardo della divinità, la destra un po’ più in basso, due dita unite e tese a indicare chissà che cosa.

Sulla fronte gli spuntano due cornetti che, insieme alla piccola coda, ne denunciano la natura semiferina. Lo sguardo della piccola divinità è rivolto al cielo, quasi rapito, a conferma di chi sosteneva che non fosse in preda a un’ebbrezza alcolica, ma a un’estasi quasi religiosa. Da quando venne più o meno assimilato alle figure di satiri, Fauno venne assorbito nel corteggio di Dioniso, e proprio a questo rimanda il piedistallo con raffigurazione di pantere accovacciate, che una volta lo sosteneva. Di questa statuetta sono note due sole repliche, provenienti dal delta del Nilo. Questo ci conferma la generale atmosfera “alessandrina” del complesso della casa, almeno nella fase di  stile.

Secondo studi recenti, la statua sarebbe una copia di un’opera ellenistica, dovuta forse a uno scultore appartenente alla primissima cerchia degli allievi di Lisippo, o forse un poco posteriore.

CURIOSITA’  : Il Fauno in epoca romana veniva venerato come divinità protetrice dell’agricoltura  e dei pastori ad alui venne addirittira attribuito anche un oracolo. Dopo che in Italia venne poi introdotto il culto del Dio Pan questi finì per identificarsi con lui e venne rapresentato con corna e piedi di capra e asspciato , per somiglianza con i satiri , all’ambiguo personaggio dionisiaco .

Ora per sapere qualcosa di più sul Dio Pan dovete dopo la vostra visita al museo recarvi nei decumani ed esattamente dove si trova la cappella Pontana ed il campanile della Pietrasanta o magari solo leggere sul nostro sto l’articolo  a lui dedicato : IL DIAVOLO E LA PIETRA SANTA .

 

 

 

 

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