Scampia è un quartiere di Napoli che si trova nella periferia nord della città , in un luogo un tempo coperto da una campagna fertilissima . Il suo nome sembra infatti derivare da ” scampagnata ” . Secondo una diversa versione invece il nome Scampia deriverebbe dal fatto che in questo posto avveniva lo scambio dei tram provinciali.
Nel quartiere ,oltre l’80% dei suoi edifici risale al ventennio 1970-’90, quando fu costituito come circoscrizione di Napoli . La nascita precisa del quartiere risale però al 1964 quando in piena emergenza post-terremoto , in seguito alla approvata legge 167 , vennero da parte dei comuni individuate ed acquisite aree e terreni per realizzare con una edilizia economica e popolare degli immobili oggi divenuti tristemente famosi col nome di VELE . Una legge (oggi molto discussa e ricca di conseguenze per Napoli ) che ha portato alla costruzione di 21 lotti abitativi ( identificati con le lettere dell’alfabeto ) racchiusi da un’imponente rete stradale a scorrimento veloce che si articola attorno ad un nucleo centrale che divide il quartiere in due grossi blocchi frontalmente opposti : il settore ” Baku ed il settore ” Labriola ” .
Il discusso piano urbanistico venne all’epoca progettato per contenere 60.000 abitanti mentre oggi ne contiene quasi 100.000 ottenendo in questo modo il triste primato di essere uno dei quartieri più popolosi della città, con un tasso di disoccupazione di circa il 60% (primo quartiere di Napoli per disoccupazione, e primo quartiere per disoccupazione in tutta Italia) ed un tasso di analfabetismo elevatissimo ( ( residenti provvisti di titoli di studio 74,5 % ) .
Un quadro come vedete desolante la cui povertà materiale e sociale ha portato nel tempo ad un grave degrado e disagio socioculturale ( purtroppo devo dire esteso a tutta la periferia che si trova a Nord di Napoli ) materializzando lo sfondo ideale per il loschi affari della criminalità organizzata . L’assenza dello stato ha portato infatti a cercare lavoro nero offerto dalla sola camorra che viste le povere condizioni sociali si è sempre più fortemente radicalizzata in zona. Una tale densità di persone in così precarie condizioni socio-economiche in un complesso così grande ha determinato inevitabilmente l’esplodere di una criminalità organizzata che trovava un terreno fertile per tutti i suoi traffici. Una morte annunciata di una zona , prevedibile ed evitabile con una più attenta valutazione territoriale ed una maggiore attenzione edile di raggruppamento popolare poi isolato ed abbandonato .
Un quartiere che per come è stato concepito pare sia stato costruito apposta per la camorra fornendo ad essa manodopera e fabbriche di lavoro chiamate VELE . Queste erano inizialmente 7 edifici progettate dall’architetto Francesco Di Salvo coadiuvato da un pool di valenti tecnici ( tra questi Riccardo Morandi ) , il quale ispirandosi a modelli di grandi maestri europei voleva dare luogo ad una moderna struttura architettonica d’avanguardia molto avanzato per l’epoca con grandi spazi , cinema , infrastrutture e giardini . Il progetto nella sua fase di realizzazione fu però stravolto : vennero ridotti gli spazi interni alle vele , le condizioni di illuminazione , l’aerazione , le scale e addirittura la distanza che doveva essere presente tra i corpi di fabbrica . Per non parlare poi dei materiali utilizzati che contenevano amianto. Insomma il disegno originale del Di Salvo era ben diverso rispetto a quanto fu poi realizzato.
Le nostre istituzioni hanno spesso per vera propaganda politica gettato la colpa del degrado sociale e culturale su cui versa la zona sulla ambigua estetica delle vele cercando di distogliere le attenzioni e lo sguardo dalla unica vera causa : l’assenza cronica dello stato.!!!!!
Le Vele hanno costituito per anni un’isola di criminalità ben protetta, isolata, nel quale le Forze dell’ordine poco si son viste e poco potevano se non affiancate da una forte politica sociale ed economica, La mancata presenza dello Stato in tutte le sue componenti ha permesso alla criminalità organizzata di impossessarsi del territorio e contemporaneamente controllare e gestire grossi traffici di droga senza particolari problemi permettendo a Scampia con gli anni di divenire così la più grande piazza d’ Europa in cui avviene lo spaccio di grossi quantitativi di droga .
A contribuire agli ingenti introiti del business degli stupefacenti fu certamente anche la stolta idea di ospitare nell’emarginato quartiere anche un centro di somministrazione del metadone che richiamò un certo numero di tossicodipendenti da vari punti della regione .
Da troppo tempo oramai si parla di vari progetti per riqualificare la zona. Sfruttando dei fondi europei, sono infatti stati presentati vari progetti come per esempio quello della costruzione di una sede distaccata della vicina facoltà di Medicina e Chirurgia presente nella Napoli alta , ma ….. i progetti tardano comunque ad arrivare e a rivitalizzare Scampia rendendola una zona che attrae la curiosità dei turisti è stata paradossalmente la stessa ….camorra su cui Sky Italia ha girato una serie televisiva liberamente ispirata all’omonimo best seller di Roberto Saviano.
La serie ambientata particolarmente a Scampia ha infatti acceso la luce sul posto portandolo alla ribalta mondiale . Essa racconta le gesta di camorristi e inventati spacciatori di droga, che mostrando fidata appartenenza a potenti organizzazioni criminali di stampo mafioso, con ramificazioni nel mondo degli affari e in quello della politica ,ha riscosso un enorme successo mondiale fin dalle prime puntate sia dal pubblico che dalla critica .I personaggi della serie sono descritti con crudo realismo e presentano un complesso miscuglio di comportamenti talvolta brutali e avidi, ma talvolta anche pseudo sentimentali che portano in maniera discutibile lo spettatore a schierarsi e spesso tifare per l’uno o l’altro personaggio.
E può sembrare strano ed incredibile ma oggi uno dei luoghi ultimamente più richiesti come meta da visitare per i turisti pare stia divenendo proprio Scampia .
Insomma c’è voluto un racconto di camorra per far rinascere Scampia , Che strano destino …….
Dalla metà del 2010 comunque il quartiere è entrato in un progetto di riqualificazione che ha portato come primo riscontro una presenza massiccia di forze dell’ordine impiegate a contrastare la criminalità. Inoltre, sempre alla fine del 2010, confermando la linea dura intrapresa da parte dello stato è stato aperto un commissariato di Polizia nei pressi delle “Vele” per rendere fisso il controllo del quartiere.
Negli ultimi anni sono state abbattute anche tre vele ( due nel 97 ed una nel 2003 ) per dar luogo alla nuova sede della Protezione Civile mentre nel 2016, gli abitanti del quartiere hanno visto finalmente la prima delle nuove assegnazioni abitative per lo sgombero e riqualificazione delle restanti Vele.
CURIOSITA’ : Un gruppo di edifici è chiamato settore Baku . Un nome misterioso che dopo varie indagini risulta essere niente altro che il nome della capitale dellìAzerbaijan .