Porta Nolana è un’antica porta realizzata nel XV secolo  presente nella omonima piazza di Napoli inglobata tra due torri  e posta lungo la strada che portava verso il borgo antico della odierna  Nola .Fu eretta  per sostituire quella di Forcella  (altrimenti detta del Cannavaro) edificata in epoca precedente nelle vicinanze della Basilica dell’Annunziata

 

La costruzione in stile rinascimentale ,fu affidata allo scultore e architetto  Giuliano da Maiano  che realizzo’ una struttura  costituita da due imponenti torri di piperno , dette Torre della Fede (o Cara Fè) a sud e Torre della Speranza a nord  che reggono un bell’arco, ornato da un bassorilievo quattrocentesco. Al centro e’ inglobata la Porta dove nello spessore del muro troviamo  ancora la scanalatura per la saracinesca Nella facciata che prospetta in via Nolana c’è un busto secentesco raffigurante San Gaetano.

 

 La porta osservata dal retro: in alto è presente un busto raffigurante San Gaetano.
 L’ arco a tutto sesto incastonato tra le due torri in piperno mostra un bassorilievo rinascimentale rappresentante Ferrante I d’Aragona, con indosso l’armatura e la corona, in groppa a un cavallo.
La Porta mostra inoltre su  marmo  tre stemmi sporgenti. Quello centrale raffigura le armi aragonesi intrecciate con quelle angioine , le Fasce di Francia e della casa d’Angiò, le armi d’Ungheria, i gigli e la città di Gerusalemme. Laterali vi sono inoltre due scudi sannitici  ormai non più visibili che raffigurano armi .

 

La denominazione della Porta è dovuta al suo ‘orientamento, poiche’  la strada che vi passava sotto portava nella direzione della citta’di Nola.
Originariamente la Porta   si trovava in posizione più arretrata,nella zona di Forcella tra l’ospedale Ascalesi e la basilica dell’Annunziata, ed era conosciuta per questo motivo con il nome di Porta Furcillensis  e solo nel 1484 in occasione dell’avvenuto ampliamento delle mura cittadine da parte degli aragonesi fu deciso di spostarla piu’ avanti
La Porta mostrava inoltre un affresco di Mattia Preti con protagonista san Gennaro, in compagnia di san Francesco e santa Rosalia, mentre riceve l’apparizione dell’Immacolata con il Bambino Gesù in braccio. Il Santo Patrono chiede alla Madonna di aiutare la popolazione napoletana falcidiata dalla peste. L’affresco è stato però totalmente cancellato, probabilmente nell’Ottocento.

Nei pressi delle torri vi è il pittoresco  mercato di Porta Nolana, dove si può comprare ottimo pesce fresco, verdure, frutta e tanti altri prodotti della cucina popolare napoletana .  Si tratta di un luogo che ha completamente conservato il suo fascino popolare .
In questo luogo il tempo sembra essersi fermato somigliando a quei paesaggi che  vediamo talvolta   negli antichi presepi del settecento dove il tempo sembra essersi fermato.

Fuori Porta Nolana  nel XVI  secolo Colantonio Caracciolo costruii  una bellissima villa chiamata Villa il Paradiso, con un gran  giardino ricco di fantastici giochi d’acqua e adornato con antiche statue . Tra le mura di questa bellissima villa sono accadute numerose vicende, alcune in particolare legate a Galeazzo il figlio di Colantonio, che lascio Napoli per trasferirsi a Ginevra, perché perseguitato accusato varie volte di eresia .
Nel 500 avvenne la decadenza della famiglia, e Villa il Paradiso venne abbandonata.
Da quel momento su questo incantevole luogo sono iniziate a sorgere numerose leggende, anche a causa di una strana epigrafe, posta sulla porta, datata 1543 che recava apparentemente una semplice dedica agli Dei pagani, ma che secondo molti era in realtà un vero e proprio omaggio al Diavolo.
Tra i resti della casa, si può intravedere un ombra gigantesca , con un faccione brutale e largo, chiunque abbia visto questa strana figura sostiene che lo spettro metta i brividi tanto da indurre a non dormire per notti intere, se si tratti di un membro della famiglia Colantonio o del demonio stesso non ci è dato saperlo, ma più persone consigliano di stare lontani da quella splendida villa.

Un tempo in questa zona esisteva   anche un’altra grande magnifica villa che si estendeva in un’area compresa tra Porta Capuana e la chiesa di San Pietro ad Aram ( attuale inizio rettifilo ) . Si trattava della bellissima villa della Duchesca in stile rinascimentale che successivamente fu poi abbandonata a se stessa sotto il vicereame spagnolo fino a giungere al piu completo degrado . Oggi di questa villa  purtroppo non e’ rimasto nulla  se non la chiesetta di San Clemente che era la cappella annessa alla villa .Resta comunque  il ricordo poiche’  ha dato il nome all’ intera rinomata zona posta a ridosso della statua di Garibaldi

Il nome “Duchesca” deriva proprio dalla figura della moglie di Alfonso , la duchessa Ippolita Maria Sforza, che mori’ però prima della realizzazione del corpo di fabbrica principale.

L’edificio, realizzato sul finire del XV secolo, fu progettato da Giuliano da Maiano, per Alfonso II, allora ancora Duca di Calabria, e fu celebre soprattutto per lo splendore dei suoi giardini e delle sue fontane  .
Alfonso volle un collegamento tra la sua residenza ( Castel Capuano ) , il convento della Maddalena e la Villa della Duchesca particolarmente cara a sua moglie Ippolita Sforza .
Le suore , sfrattate dal convento , presero dimora nel vicino monastero di Santa Caterina al Formiello
La dimora con i suoi vasti giardini e le sue logge era  destinato a essere una gradevole residenza per la corte, complementare alla residenza ufficiale di Castel Capuano.
Caduti gli Aragonesi , la villa ospito’ re Carlo VIII  di Francia .
Sotto il vicereame spagnolo la Duchesca fu abbandonata a se stessa . Questo porto’  come conseguenza la progressiva edificazione privata che rapidamente inghiottì completamente il vasto giardino. Nella seconda metà del XVI secolo il complesso incomincio’ ad essere sempre piu’ abbandonato finendo per versare in uno stato di profondo degrado .Il suo vasto giardino venne lentamente inghiottito dall’edilizia privata del periodo successivo alla dominazione aragonese. La villa seppure danneggiata, nella sua struttura edilizia invece sopravvisse fino alla seconda metà del XVIII secolo,  dopo il quale venne progressivamente spogliata dei suoi materiali da costruzione, fino a  scomparire  senza lasciare né traccia materiale né testimonianze iconografiche.

 

Un tempo nella nostra città’ esistevano ben 26 porte e 28 torri : le principali erano ai lati dei Decumani .
Nel Decumano superiore nel suo tratto iniziale , all’angolo tra Costantinopoli e la Sapienza  si trovava Porta Romana, mentre alla sua fine si trovava Porta Santa Sofia.
Nel Decumano Maggiore all’altezza della chiesa della Croce di Lucca si trovava Porta Puteolana mentre alla sua fine Porta Capuana ( poi spostata piu’ avanti oltre il castello ).
Nel decumano inferiore , al suo inizio Porta Capuana ( o Puteolana ) che si trovava in Piazza San Domenico ) e al suo finire Porta Furcillense ( o Erculanese ) chiamata poi Porta Nolana .
Di quelle più importanti ricordiamo inoltre la Porta di Donnorso ( epoca ducale ) che si trovava inizialmente di fianco al Conservatorio e successivamente spostata al termine di Costantinopoli di fronte al Museo Nazionale ( all’epoca Palazzo degli Studi ).
Port’ Alba eretta nel 1640 ( detta Porta Sciuscielle , dagli alberi di carrubo )
Porta Medina si trovava tra la Pignasecca e Montesanto
Porta Mercato , Porta di Pontenuovo, Porta del Carmine , Porta del Molo Piccolo e Porta Ventosa a Mezzocannone che rappresentava l’unica Porta in citta’ verso il mare .
Oggi ne sono rimaste  solo quattro: Porta San Gennaro, Port’Alba, Porta Capuana e Porta Nolana

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