Il cinquecentesco bellissimo palazzo che oggi possiamo ammirare nel nostro centro storico al numero 53 della Calata Trinita’ Maggiore (praticamente in Piazza del Gesù ) , fu innalzato per volere della famiglia Pignatelli duchi di Monteleone .

 

La sua costruzione , affidata nel suo progetto all’architetto Giovanni Vincenzo della Monica , risale al 1561 secolo, e avvenne su un terreno precedentemente di proprietà del Monastero di Santa Chiara che si estendeva da Piazza del Gesù a Via Sant’Anna dei Lombardi .

CURIOSITÀ’ : L’intero terreno era  soprannominato “ il Paradiso “ perché ospitava uno splendido giardino molto florido e ben curato  dalle suore del convento che i duchi di Monteleone ( attuale   Vibo Valentia ) , dopo aver acquistato il terreno e costruito il suo palazzo decisero comunque di lascare quasi intatto .

Nel 1718 Furono poi avviati dei lavori di ampliamento che incominciarono a dare al palazzo l’aspettò che ancora oggi noi possiamo ammirare .

 


La realizzazione di questo lavori furono affidati dalla  famiglia Pignatelli al famoso architetto Ferdinando Sanfelice che ideo ‘ tra l’altro anche il meraviglioso
portale poi realizzato da alcuni noti maestri in città specializzati nella lavorazione del marmo e del piperno ( Domenico Gorlei , Antonio Saggese, Giovan  Battista Masotto e Domenico  Astarita ) .

N.B. Lo splendido portale d’ingresso dello storico palazzo arricchito dall’alternanza di marmo bianco e piperno , non può non colpire l’attenzione dei passanti con le sue colonne, che si ergono a partire da basi lisce, e terminano con capitelli figuranti volti dalle espressioni minacciose.


La facciata del bellissimo portale mostra infatti elementi molto particolari, come le bugne in marmo bianco che si alternano lungo le colonne che, a loro volta, sorreggono dei capitelli realizzati con mascheroni di satiri, le cui orecchie formano le volute.


La sua parte superiore mostra invece una conchiglia entro cui si trova un cuore nel quale è racchiusa una lapide in ricordo del restauro voluto da Nicola Pignatelli, il tutto sovrastato dal timpano che arriva quasi a toccare il balcone del secondo piano.

I lavori comunque non si limitarono da parte del dica Nicola Pignatelli , all’opera del Sanfelice ma proseguirono nel 1726 sotto la direzione dell’architetto Tagliacozzi Canale che si occupò’ sopratutto di creare spazi riservati alla sosta delle carrozze dei proprietari .


Dalla metà del settecento il palazzo per lungo tempo divenne un importante un rinomato luogo di incontro culturale per l’aristocrazia e l’intellighenzia napoletana .
Per tale motivo i proprietari incominciarono a riempirlo di bellissime opere d’arte che andarono ai aggiungersi ai dipinti  precedentemente presenti  realizzati da Paolo De Matteis raffiguranti alcuni episodi dell’Eneide e della Gerusalemme Liberata.
Si diede così mandato ai più grandi artisti ed artigiani dell’epoca presenti in città ‘, di ornare muri e pareti di favolosi affreschi di cui purtroppo oggi non resta più nulla a causa di uno dei tanti incendi avvenuti in città che purtroppo coinvolse anche il palazzo .
NB : Le varie stanze ospitavano anche prestigiose tele provenienti da maestri quali Caravaggio, il Perugino, Tiziano , Velaswuez, Rubens, Correggio, Parmigianino etc etc .

Al termine del 700 il palazzo ,divenuto un  importante centro di vita sociale e mondana in città, ospitò numerosi eventi mondani ai quali presero parte personaggi famosi  come il Casanova
Successivamente il palazzo venne acquistato dal banchiere francese René Hilaire Degas, che nel 1825 affidò dei lavori di ristrutturazione a Stefano Gasse. Il nuovo proprietario ebbe sette figli, tra i quali un certo Renato Ilario che, ritornato in Francia, sposò una transalpina. Da questa unione nacque il famoso pittore Impressionista Edgard che, come riportato da una lapide collocata nel 1966 dall’Istituto Grenoble, fu ospite svariate volte all’interno dell’edificio.

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