Il primo nucleo abitativo della piccola cittadina di Pozzuoli si chiamava Dicearchia , ovvero il governo dei giusti . Questo sotto il dominio dei Sanniti cambio’ nome e si chiamo’, Puteoli ( Pozzuoli ) . Secondo molti pare che i Sanniti gli diedero questo nome a causa dell’ odore puteolente delle acque e delle esalazioni dei vicini crateri , essendo tutta la regione fino a Baia e a Cuma piena di Zolfo , di fuoco e di sorgenti calde .
Successivamente nel 215 a.C. Puteoli venne poi occupata dai romani grazie ai quali , nel tempo divenne uno dei porti più importanti del Mediterraneo ( secondo nel I secolo a.C. solo ad Alessandria d’Egitto) . Esso fu un porto cosmopolita, vero crocevia di razze , costumi , lingue, tradizioni e approdo obbligato di quanti percorrevano le rotte marittime e commerciali del Mediterraneo. Nerone la elevo’ al rango di colonia nel 63 d. C. mentre Vespasiano , invece , come segno di ringraziamento per l’appoggio ricevuto nella lotta contro il rivale Vitellio, fece costruire alcuni splendidi monumenti come l’Anfiteatro Flavio ( cosi’ denominato per distinguerlo da quello piu’antico di eta’ augustea ) ed il Sarapeum o Tempio di Serapide .
Puteoli era collegata con Capua tramite l’antica via Consularis Puteolis Capuam ( via Consolare Campana ) e con Napoli con la famosa Via Antiniana e poiche’ durante questa epoca romana le aree sepolcrali erano tutte prevalentemente situate tutte lungo le strade d’ingresso alle città , ai lati di queste due strade si possono trovare numerosi insediamenti romani, forni, ville, mausolei, e colombari .
Molti di questi monumenti funebri oggi stanno lentamente ritornando alla luce in occasione di lavori e scavi recenti. Le principali aree sepolcrali sono state ritrovate in via Cupa Cigliano, su via vicinale Celle, lungo via Luciano, lungo Via Brindisi e nell’area di San Vito.
Lungo la Via Consolare Campana (Via Consularis Puteolis Capuam) che collegava il fiorente porto di Puteoli alla cittadina di Capua ( da dove era possibile raggiungere Roma grazie alla via Appia ) si trovava un edificio ( Mansio ) che rappresentava un luogo di sosta e rifornimento lungo il collegamento tra Roma e la Campania fatto in opus reticulatum e opus listatum . Intorno a questo unico centro abitato , sorsero lentamente una serie di abitazioni rurali (ville rustiche ) fino a divenire nel tempo un grosso centro urbano che venne chiamato Quarto . La colonia fu inizialmente fondata dai Greci, che si erano insediati nella vicina Cuma ( Eubei ) provenienti da Pithecusa (sull’odierna Isola d’Ischia) .
Questi primi coloni greci si spinsero , attratti dalla fertilità del terreno e dall’esigenza di crearsi un’autonomia agricola fino all’entroterra fondando la prima colonia di Quarto che entrando così’ a far parte delle zone controllate dai Greci , assimilò la lingua e la civiltà elleniche . Ma sebbene con i coloni Greci lo sviluppo e l’importanza della zona avessero già conosciuto un discreto incremento, fu solo con i Romani che assunse una prima vera connotazione propria di centro abitato grazie proprio alla costruzione della Via Consolare Campana, che apporto’ a tutta la zona un incremento positivo sul piano commerciale e ovviamente economico, innescando di conseguenza una fase di sviluppo della iniziale struttura urbana.
Il nome “Quarto” deriverebbe dal latino quartus, che identifica la sua distanza al quarto miglio da Pozzuoli sulla via Consolare Campana ( Via Campana ) dove sorgeva la sua Mansio. Una iscrizione trovata posta su di un cippo militare sulla antica Via Consolare Campana , sembra confermare questa tesi ( “ad Quartum lapidem Campaniae Viae “) .
La scritta appare oggi indicata nello stemma civico comunale.
I romani completarono la grande opera di ingegneria stradale della Via Consularis Puteolis Capuam , praticando una profonda fenditura nella collina tra la Piana Campana e la Piana di Quarto per consentire appunto di allungare il passaggio della Via Consolare .
Il taglio , lungo i 290 metri di lunghezza , largo 78 metri nella parte superiore e alto 50 metri , era sostenuto da mura di sostegno in opus reticulatum che furono poi ristrutturate in opus listatum.
Questo importante tratto di strada di epoca repubblicana romana, che taglia la collina , fu creata dai Romani per permettere di trasportare le merci, che arrivavano al porto di Puteoli, verso Roma ed e’ oggi chiamata ” Montagna Spaccata “.
Essa rappresenta una importante testimonianza di quanto fosse perfetta l’opera ingegneristica in campo urbanistico e architettonico .
Si tratta di un’opera di incredibile valore se si pensi che ha resistito a tutti i collaudi nel corso dei secoli e che il terremoto del 1980 non ha neanche scalfito di poco la sua struttura.
Tutta questa zona flegrea appare ricca di aree sepolcrali venuti alla luce in seguito a scavi talora anche casuali come quello avvenuto in localita’ San Vito .
L’intera area sepolcrale comprendente i siti di via Cupa Cigliano, via vicinale Celle, via Luciano, Via Brindisi , l’area di San Vito e la stessa Quarto, e’ oggi considerata la piu’ grande necropoli del meridione , secondaria solo a quella di Cimitile in Nola .
La tipologia di monumento funerario piu’ ritrovata in questi luoghi e’quella cosidetta dei “colombari ” , cioe’degli edifici funerari destinati a sepolture collettive quasi tutti realizzati su più piani (come quelle di Via Celle ), molto grandi e dunque destinati a gruppi numerosi .
La necropoli di via Celle che si trova nella zona alta della città di Pozzuoli , ha dato luce ad notevoli opere sepolcrali . In essa a partire dal tratto noto come quadrivio di S.Stefano, possiamo su di un lato osservare un unico mausoleo, oggi inglobato in strutture moderne mentre sul versato opposto sono visibili ben compatti tra loro ben 14 edifici a carattere funerario databili tra il I secolo a.C. e il II d.C che accoglievano le spoglie sia di cittadini abbienti, sia di puteolani appartenenti a ceti più umili .
Non lontano invece da via Celle, invece lungo la “variante Solfatara”, presso via Vecchia delle Vigne sono affiorati anche i resti di un santuario probabilmente dedicato a Ercole e il mausoleo del medico Menander.
Altri siti importanti sono stati ritrovati nell’area di San Vito nei pressi di Via Campana dove alle spalle dell’antica chiesetta di San Vito di questa chiesa , all’interno della masseria Russolillo, nel corso di lavori per il consolidamento del piano di calpestio di una Villa, lo scavo ha consentito di portare alla luce un’area sepolcrale che presenta tombe di varie tipologie poiche’ oltre ai tipici colombari sono visibili anche dei mausolei, ed edifici funebri a più livelli ( solitamente commissionati da famiglie più facoltose)
Partendo dal presupposto che era consuetudine nel mondo paleocristiano costruire monumenti e tombe vicino alla sepoltura di un santo martire si e’ poi continuato a scavare nella zona di Via Campana presso l’antica chiesetta di San Vito e gli iniziali ritrovamenti hanno dato poi luogo ad una lunga e meticolosa campagna di scavi che ha portato alla luce una delle necropoli piu’ interessanti di tutta la regione.
Durante gli scavi sono state rinvenute tombe con un corredo funerario ( cosa che all’epoca normalmente non avveniva ) come uno spillino in osso e monete ( obolo a Caronte?) . Addirittura e’ stata trovata una tomba al cui interno vi era pure un cane e la sepoltura di un bambino all’interno di un’anfora.
All’ interno di questa nuova area sepolcrale secondo molti la piu’ grande in Campania dopo quella di Cimitile , sono state rinvenute alcune tombe ad arcosolia (dal latino: “arcosolium”, ovvero “sepolcro arcato”) tipica delle catacombe, che consiste in un sarcofago o una tomba chiusa da lastre di marmo o in muratura, inserita in una nicchia sormontata da un arco a tutto sesto, in genere scavata nel tufo nel tufo della parete stessa . La sepoltura occupava interamente la parte inferiore della nicchia, e lo spazio che si veniva a creare sotto l’arco, la lunetta, veniva spesso decorato con pitture.
Alcuni arcosolia di Villa Elvira possono essere sicuramente identificati come tombe cristiane a causa dei motivi pittorici presenti nella lunetta. Sono infatti presenti il delfino, il melograno, l’uccello e soprattutto una figura maschile accompagnata da due pecore identificabile con Gesù Buon Pastore ( denominato Affresco del buon pastore).
Altri siti di necropoli romane sono stati individuati nell’attuale comune di Quarto che si trova al quarto miglio della via Campana e lungo l’attuale via Brindisi, che si diparte da via Campana in direzione di Marano, dove e’ stata scoperta in un’interessante complesso funerario prossimo ad una villa rustica , tra le varie strutture, una grande tomba piramidale forse appartenuta a una nobile famiglia di origini orientali chiamata la Fèscina.