Oggi vi raccontiamo la storia di un TItano attraverso una delle piu belle opere esposte al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Oltre che per la sua potenza espressiva questo capolavoro d’arte se ben guardate contiene una delle più antiche e complete raffugurazioni della volta celeste. In origine infatti Atlante era immaginato come un Titano ripreso nell’atto di sorreggere il cielo e solo successivamente venne poi rappresentato  iconograficamente con il mondo sulle spalle.

Atlante, dal greco Ἄτλας (Atlas), letteralmente “infaticabile” o “colui che sopporta”,  secondo la mitologia greca ,  in quanto figlio del Titano  Giapeto e della Ninfa Climene,  appartiene alla stirpe dei Titani  gli dei primordiali che dominavano il mondo prima dell’intervento regolatore e ordinatore degli dei olimpici. Il padre di Atlante, Giapeto è figlio di Urano e Gea, ovvero le personificazioni del Cielo e della Terra che unendosi diedero alla suddetta stirpe.

Fratello di Prometeo ed Epimeteo, egli era un astuto e scaltro Titano. che però durante  la Titanomachia si schierò con Crono e contro Zeus,

CURIOSITA’;La storia di Atlante e come vedremo anche la sua punizione, rientra nel contesto della Titanimachia, cioè la guerra tra Crono e i suoi stessi  figli, capeggiati da Zeus. I titani, tra cui Atlante, si schierano dalla parte di Crono e al suo fianco conducono una  guerra  lunga duecento cinquantamila anni che  ha termine solo quando Zeus si allea con i Ciclopi e i Giganti centimani.

Il nostro Titano venne alla lunga sconfitto ed anche lui come tutti gli altri titani ribelli vennero puniti,  A lui Zeus per punizione decise di dargli una speciale condanna.mentre tutti gli altri vennero incatenati e ricacciati nel Tartaro.

In cosa consisteva la speciale condanna di Zeus riservata ad Atlante ? 

Una volta  sconfitto,egli  fu condannato per il resto dei suoi giorni a sorreggere in modo perpetuo la volta del cielo sulle proprie spalle e sul  proprio capo  con le proprie mani.

Ora immaginate Il povero Atlante costretto  a reggere il globo celeste sulle sue spalle. Immaginate il suo corpo che si piega e si deforma sotto quel  peso tremendo, Immaginate la sua  forte muscolatura  tesa nello sforzo. E sopratutto immaginate il suo  viso ed il suo  corpo  visibilmente sofferente sotto il peso che è costretto a portare  con  le  sue poderose braccia muscolose sollevate attorno al globo, Egli poggia il globo  direttamente sul collo e sul suo dorso, ed il suo corpo nonostante la sua forza, inevitabilmente  si piega e si deforma sotto il peso tremendo,

VI SIETE FATTI UN’IDEA DI TUTTO QUESTO ?

Ebbene , ora non vi resta altro da fare che recarvi al Museo Archeologico di Napoli ( MANN )  e osservare da vicino  il meraviglioso capolavoro dell’Atlante Farnese.

GUARDATELO BENE :

Il capo fortemente piegato e volto a sinistra, sovrastato dalla mole della sfera mostra la testa che appare quasi completamente affondata nelle spalle ; il volto barbuto e contornato da una folta capigliatura  risulta profondamente scavato al di sotto degli zigomi, ritraendo una struttura facciale tormentata. e derormato dal tremendo sforzo . Dalla spalla sinistra scende un pesante mantello, fino a toccare terra, attraversato da profonde pieghe verticali.

L’autore di questo capolavoro è riuscito  nella sua arte a tramettere in maniera perfetta in quest’opera  quella attività stremante ma necessaria alla quale è destinato Atlante che rientra secondo la mitologia greca ,  nel novero di punizioni eterne che Zeus ,  amava infliggere ai suoi avversari. Egli nel produrre questo capolavoro è riuscito perfettamente a  dare l’idea della  immane fatica  di Atlante donando alla scultura una particolare struttura anatomica da cui traspare la sua sofferenza portata al limite estremo.

Ma non basta !

Su quel globo che con tanta fatica Atlante  sostiene e che simboleggia la sfera del cielo, troviamo una delle più complete e antiche descrizioni della volta celeste e dello Zodiaco giunte sino a noi.

La scultura  ha quindi  un grandissimo valore scientifico, oltre che artistico, perché conserva sulla volta celeste una delle più complete rappresentazioni dello Zodiaco che siano giunte dall’antichità e offre una conferma del livello delle conoscenze astronomiche dei Greci del III- II serve a.C

Sull’enorme sfera che Atlante regge sulle spalle sono infatti ben riconoscibili, oltre ai tropici del Cancro e del Capricorno, anche dei coluri in rillievo (di ca. 6 mm) , cioè i due cerchi meridiani che passano per i poli e per i punti dei solstizi e degli equinozi,  Si puo notare l’equatore celeste, l’eclittica con la fascia dello Zodiaco, un circolo artico ed antartico, le costellazioni Boreali  e Australi  in forma antropomorfa e teriomorfa (in forma animale) e, infine, al suo interno anche i dodici segni dello Zodiaco.

Alla sommità del globo è presente una cavità, traccia di un intervento secondario per un suo utilizzo come fontana o per l’inserimento di un elemento lavorato a parte (una statua di Nike o Giove), ma, più verosimilmente, si accetta l’ipotesi dell’istallazione di uno gnomone metallico (orologio solare), per utilizzare la scultura come meridiana.

CURIOSITA’:Sopra il Cancro e sotto l’Orsa Maggiore è rappresentato anche un piccolo trono, che non corrisponde ad alcuna costellazione nota. Potrebbe riferirsi a una famosa cometa visibile in Italia ai tempi di Augusto e che venne chiamata “Trono di Cesare”.

L’opera tra le massime opere in esposizione al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, fu  rinvenuta presso le terme di Caracalla a Roma intorno al 1546  in una vigna presso Porta Pinciana, Inizialmente appartenuta  alla collezione privata della famiglia  del Bufalo, , venne successivamente acquistata da  Alessandro Farnese (il futuro Paolo III)per 255 scudi, come recita un atto notarile, ed entra a far parte della Collezione di famiglia nel 1562. Divenuta, per via ereditaria, di proprietà dei Borboni, la scultura fu sottoposta ai restauri di Carlo Albacini per poi essere trasferita a Napoli nel 1786 e confluire nelle collezioni del futuro Real Museo Borbonico (1816).

N.B.  L’Atlante, seppur essendo  una riproduzione di epoca romana di un originale greco, fu fin dal suo inizio come opera facente parte della cllezione Farnese, molto apprezzato per le sue possibili implicazioni allegoriche, occupando  sempre un posto di primo piano nella Collezione Farnese tra le immagini allusive al potere della famiglia.

CURIOSITA’ : L’Atlante Farnese è una copia di età romana imperiale di un famosa statua bronzea di età ellenistica, forse creata nel più famoso centro di cultura scientifica dell’antichità, il Museo di Alessandria. Si racconta infatti che Tolomeo Filadelfo aveva fatto costruire presso la sua capitale, Alessandria, un grande edificio dedicato alle Muse, e perciò detto Museo, che era un grande centro di studi, dotato di una fornitissima Biblioteca (almeno 500mila volumi) presso il quale aveva invitato i più grandi sapienti e scienziati del tempo perché potessero svolgervi le loro ricerche in tranquillità, lontani dalle preoccupazioni quotidiane e della politica. Nel Museo era anche conservato un gran numero di opere d’arte, documenti e ogni sorta di testimonianze scientifiche, artistiche e tecniche ritenute culturalmente rilevanti.

La scultura, già a partire dal ‘500, godette di grande fama, non solo per l’indiscutibile aspetto artistico, ma soprattutto per quello astronomico e scientifico, tanto da diventare un modello per il disegno delle costellazioni e dello Zodiaco. Nel XVII secolo gli astronomi Gian Domenico Cassini e Francesco Bianchini ebbero modo di vedere la scultura e di fare considerazioni e valutazioni sulle posizioni stellari che si potevano dedurre dagli asterismi del globo. Il Bianchini, inoltre, attraverso il calcolo degli equinozi fissò una possibile data per la realizzazione del globo al periodo antonino (II sec. d.C.). Anche nei secoli successivi la scultura fu al centro di un importante filone di studi: l’inglese Martin Folkes, membro della Royal Society, durante il suo viaggio a Roma, tra il 1733 e 1735, volle ricavare una copia in gesso del globo da portare in Inghilterra; mentre, nel 1898, nell’ “Antike Himmelsbilder”

CURIOSITA’; L’opera appare per la prima volta sul rontespizio di una raccolta geografica in un’opera dello stampatore francese Lefreri nel 1572 e nel 1586, Gherardo mercatore diede il nome di ATLANTE  alle raccolte di carte geografiche .

CHE OPERA DALL’ALTO SIGNIFICATO ARTISTICO E SCIENTIFICO-

Poi tutti a dirmi che io sono fisssato con il MANN …

Dove altro luogo possiamo mai ammirare un’opera cosi importante ?

L’ Atlante Farnese è una incredibile e bellissima scultura marmorea di epoca ellenistica che  impreziosisce il  famoso Salone della Meridiana del nostro Museo Archeologico Nazionale( MANN ).

AMMIRATELA MA VI PREGO SOFFERMATEVI UN MOMENTO E PER FAVORE LASCIATE STARE PER UN SOLO MOMENTO I VOSTRI CELLULARI .

La scultura riproduce il Titano Atlante curvo e inginocchiato in uno  sforzo sovrumano, mentre  affaticato nel reggere il  globo celeste sulle sue spalle.  sembra soccombere sotto il peso che lo sovrasta . Egl  appare in queta bellisima opera infatti raffigurato con il corpo nudo di un uomo maturo che, con non poche difficoltà, tenta di sorreggere sulle sue spalle, l’enorme peso aiutandosi con entrambe le mani.

Ricordatevi che Atlante in  origine Atlante era immaginato come un Titano iconograficamente rappresentato nell’atto di sorreggere il cielo e solo succesivamnte venne poi rappresentato nella leggenda come un Titano destinato a reggere in modo perpetuo il mondo sulle spalle

Il suo mito sembra forse nascere dalla sensazione visiva che gli antichi avevano, di una volta celeste poggiata sulle cime delle montagne più alte e da queste sostenuta. Una diversa, e rara, versione del mito, racconta che la condanna di Atlante fu opera di Perseo. L’eroe greco giunse dal Titano in cerca di aiuto e di protezione, ma poiché questi gli vennero rifiutati, si vendicò utilizzando la testa della gorgone Medusa per pietrificarlo. Così trasformò Atlante nell’omonima catena montuosa, sulla cui alta cima si poggiarono il cielo e le stelle. Le vicende di Atlante si intrecciano anche con le fatiche di Eracle; fu proprio il Titano ad aiutare l’eroe a completare l’undicesima fatica, rubando i pomi d’oro dal giardino delle Esperidi, in cambio dei quali Eracle doveva sorreggere la volta celeste al suo posto.

Il Titano Atlante  per molti rappresenta un essere sottoposto all’autorità suprema di Zeus perchè  aveva cercato di conquistare l’Olimpo , per noi invece è colui che maggiormente da’ lustro con la sua presenza al MANN nella Sala Meridiana , alla nostra città . Egli è colui che istruì gli uomini all’arte della astronomia e che insegnò loro le leggi del cielo affinché navigassero in modo sicuro. Ma i meriti che la tradizione mitica e immaginifica gli attribuisce non sono certo finiti.

Atlante è anche colui che rovesciò i cieli intorno al proprio asse, permettendo la rivoluzione dei pianeti.

L’autore dell’opera ha  raffigurato in questa opera la sfera celeste vedendola idealmente dall’esterno, quindi con le costellazioni rovesciate rispetto alle  comuni  dalla prospettiva geocentrica.

Nella volta celleste della granda opera si riconoscono l’equarore , i tropici e i cerchi boreali e australe. . Sulla sfera sono rappresentati quarantatré costellazioni. Diciassette costellazioni nell’emisfero boreale e quattordici in quello australe. A queste si aggiungono le raffigurazioni simboliche dei dodici segni zodiacali e nel punto  equinoziale anche  la costellazione dell’Ariete.

Per  gli astronomi l’Atlante Farnese raffigura la situazione astronomica del IV secolo a.C.

ARTICOLO DI ANTONIO CIVETTA

 

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