La pallamaglio è un antico gioco all’aperto, originario di Napoli  che ha dato origine a numerosi nelle sue varianti a numerosi sport moderni, come il golf, il croquet,l’hockey ed il polo. Gli attrezzi necessari al gioco erano una palla compatta, solitamente di legno, ed una mazza terminante in una testa a martello con le estremità piatte (maglio).
N.B. La parola maglio è dal latino malleus, ed indicava il martello di legno a due teste che veniva usato per il gioco.Per giocarvi occorrono una palla «soda» di piccole dimensioni e di un bastone (il cui peso e la cui curvatura possono variare a seconda del terreno di gioco) che termina con una specie di racchetta formata da corde intrecciate, tenute insieme da una cornice di legno.
Con queste lunghe racchette-mazze si deve lanciare la palla dentro un buco o verso una meta costituita da uno o due bastoni piantati in terra o su un cerchio tracciato sul suolo. Il lancio deve essere forte e ben indirizzato, in modo che la palla venga spinta il più lontano possibile e possa raggiungere la meta con il minor numero di lanci possibili, evitando che gli avversari se ne impadroniscano.
Scopo del gioco era colpire la palla con la mazza indirizzandola lungo un percorso determinato o verso un buco. Le forme di gioco riguardo al numero di giocatori erano queste:

  • 1 contro 1
  • 4 contro 4
  • 6 contro 6
  • 18 giocatori che giocavano individualmente ossia tutti contro tutti.

Il gioco è uno dei più antichi della nostra città e per  risalire all’antica data delle sue origini dobbiamo rifarci a quanto raccontava Giordano Bruno nella sua commedia Il Candelaio, Egli nella sua famosa commedia, lo cita tra i giochi popolari napoletani risalenti addirittura al 1200

CURIOSITA’: Nella nostra città  all’epoca i luoghi per giocare a palla e alla pallamaglio.,enivano chiamati   “pallonetti’. E ancora oggi infatti abbiamo il vico Pallonetto a Santa Chiara e vico Pallonetto a Santa Lucia.

Nato  come gioco popolare, la pallamaglio divenne ben presto diffusa negli strati nobiliari della popolazione e sopratutto nelle case nobiliari dell’alta aristocrazia che disponevano di grandi spazi verdi, visto che per  giocarlo servivano grandi aree.

la pallamaglio

Diffusosi da Napoli in tutta Italia, il gioco travalicò successivamente i confini della penisola, prendendo piede dapprima in Francia  sotto il nome di palle malle . (Luigi XIV fece costruire un campo da pallamaglio nel  famoso giardino delle TUILERIE dove spesso si dilettava a giocare con nobili e cortigiani. giocava nelle Tuileries)  .

Giunse poi in Irlanda e da qui nel XVII secolo in Inghilterra dove  il gioco venne  denominato pall mall.

CURIOSITA’: Oggi a Londra ci sono due strade alberate, bellissime, che erano le corsie di gioco in cui nel 1600 Carlo II d’Inghilterra giocava a palla-maglio, in pratica le corsie di gioco. La prima via si chiama proprio Pall Mall, ed è la via più bella della city di West-minster, strada dei famosi club dei Gentiluomini, circoli privati in cui si fumava il miglior tabacco (le sigarette Pall Mall si chiamarono così in omaggio alla strada), mentre la seconda  che si chiama The Mall, rappresenta il lungo vialone alberato che conduce a Buckingham Palace.

Altre vie di città europee portano tuttora nomi che li identificano come luoghi in cui si praticava tale gioco, come per esempio Maliebaan a Utrecht, o  Palmaille ad  Amburgo  e le via Pallamaglio a  Modena e a Torino  dove esisteva in un’area del castello del Valentino che per lungo tempo  ha mantenuto la denominazione “del pallamaglio”( l’attuale via Morgari ).

Il luogo  si può notare nel Plan de la Ville et Cittadelle de Turin del 1705-1706, con l’indicazione “le Mail”.

Nel ventesimo secolo, negli Stati Uniti, nasce il centro commerciale “mall”, luogo dove si compra tutto quello che vuoi., mente nei paesi arabi nasceva il Dubai Mall, il più grande centro commerciale al mondo .

N.B. Alla pallamaglio è legato anche un miracoloso episodio che nel corso dei secoli ha portato al culto della Madonna dell’Arco presso il Santuario situato a Sant’Anastasia (NA),che  fu costruito a cavallo tra il 1500 ed il 1600 .

L’episodio che ha di per se qualcosa di misterioso è legato al Lunedi in Albis di un famoso giorno dove accanto ad una piccola edicola sacra della Madonna presente in una  contrada, alcuni uomini giocavano a pallamaglia ma con la variante questa volta stabilita che questa volta vinceva colui che faceva andare più lontano la propria palla.

Il primo giocatore tirò il suo colpo; poi l’altro, probabilmente proveniente da Nola, tirò il suo con maggiore forza tanto da essere certo della vittoria, ma il tiro fu fermato dal tronco di un albero di tiglio, che era vicino all’edicola della Sacra Immagine. Indispettito e in preda alla collera, il giocatore bestemmiò più volte la Santa Vergine, poi, presa la palla da terra, al colmo dell’ira, la scagliò contro l’effigie, colpendola alla guancia sinistra, che subito, come se fosse stata carne viva, diventò rossa e cominciò a sanguinare. Gli astanti, che presi dal gioco si erano avvicinati ai due giocatori, urlarono per la paura.
Riavutisi dallo stupore, i presenti presero il sacrilego e gridando allo stesso tempo miracolo e giustizia, ne avrebbero fatto scempio, se non fosse giunto a liberarlo dalle loro mani il conte di Sarno, gran Giustiziere del Regno di Napoli, comandante la compagnia contro i banditi. Il conte, che si trovava nella contrada, fu richiamato dal tumulto, accorse con i suoi uomini e s’impadronì del reo, cercando di calmare e trattenere la folla che chiedeva giustizia. Commosso dall’accaduto, usò i poteri che gli erano concessi, istituì un processo sommario, condannò e fece immediatamente impiccare il reo allo stesso tiglio che aveva fermato la palla.

Il tiglio in 24 ore seccò, come se fosse stato colpito anch’esso da maledizione.

La fama dell’accaduto si sparse tutt’ intorno provocando un quotidiano accorrere di fedeli. le  voci relative al miracolo incominciarono a diffondersi ovunque

Per proteggere la Sacra Immagine e celebrare la liturgia, fu costruito dapprima un tempietto, con un altare dinanzi, poi, più tardi, una modesta piccola chiesetta ed infine, nei primi anni del 600 un vero e proprio santuario.

Da allora, da secoli  dinanzi alla chiesa dedicata alla madonna dell’Arco ,la mattina del lunedì in albis (pasquetta ) arrivano in pellegrinaggio decine di migliaia di fedeli , caratterizzato da un particolare tipo di vestiario fatto di  capi totalmente bianchi e una fascia azzurra,portano in processione le bandiere della Madonna dell’Arco, cui sono molto devoti. Essi sono  denominati  “fujenti”, e per tradizione raggiungono il Santuario a piedi piedi scalzi, accompagnati da una banda musicale, portando con loro con bandiere  e stendardi , fermo addirittura proseguire a carponi quando si avvicinano all’ edicola votiva della Vergine.

 

 

 

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