La Caduta dei Giganti di Filippo Tagliolini è forse la piu belle e ambizosa opera d’arte mai realizzata dalla Real Fabbrica di Porcellana di Napoli.
Realizzata tra il 1787ed il 1799, in biscuit , cioè una meravigliosa porcellana bianca dall’aspetto marmoreo, essa fa infatti parte della meravigliosa raccolta di porcellane e di maioliche oggi presente nel nostro Museo di Capodimonte.
Nato come corredo di un servizio da tavola destinato alla corte borbonica , esso testimonia l’altissimo livello tecnico e virtuosistico a cui era pervenuta all’epoca la manifattura di ceramiche e porcellane della nostra città , ma sopratutto la grande conoscenza anatomica del capo-modellatore della fabbrica, Filippo Tagliolini che in questa monumentale composizione ,colossale e al tempo stessa elegante, riuscì a rendere ben evidente la sua grande formazione accademica donando all’opera un grande senso di plasticità scultorea.
In realtà la grande opera veniva sopratutto utilizzata come ” trionfo da tavola “in occasione dei grandi banchetti della corte .
CURIOSITA :Il grande gruppo scultoreoche doveva inizialmente essere il grandioso dessert di un Servizio di Porcellana sullo stile di Ercolano per uso di Sua Maestà, non venne mai del tutto compltata nel suo disegno originario in quanto la sua i lavorazione venne interrotta per ordine del re Ferdinando IV che scelse di continuare solo il gruppo già mezzo modellato, rappresentante la Caduta de’ giganti . Se infatti osservate bene l’opera scoprireta che molti fori di ancoraggio realizzati per delle figure sono state probabilmente progettate ma mai realizzate.
Lo stupefacente sviluppo verticale della scultura nella sua forma piramidale e l’ardito posizionamento dei corpi nella spazio fanno di questo trionfo il piu complesso lavoro di Filippo Tagliolini, il il quale tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 divenne capo modellatore alla Real Fabbrica di Porcella di Capodimonte fortemente voluta dal Re Carlo di Borbone e da sua moglie Maria Amalia di Sassonia.
N.B. Quando Carlo di Borbone si trasferì in Spagna , la moglia volle portarsi dietro attrezzature , materie prime e maestranze artigiane
L’opera è stato infatti eseguita realizzando prima le singole parti delle figure, come la testa e il busto, le gambe, le braccia, modellate autonomamente e successivamente composte a seconda delle necessità mascherando con panneggi i punti di giuntura. Questo sistema consentiva di realizzare con più libertà le ardite posizioni delle monumentali figure, come quella di Giove con l’aquila che domina la sommità del gruppo scultoreo e, nello stesso tempo, garantiva la stabilità dell’insieme.
Purtroppo il monumentale gruppo mitologico in porcellana è stato per lungo tempo tenuto in un un pessimo stato di conservazione e fortemente appesantito nella sua superficie da precedenti interventi di restauro, che con numerose stuccature avevano cercato di mascherare le molteplici fratture delle ricostruite dita dei giganti
Ma oggi , grazie al prezioso lavoro Il restauro conservativo realizzato in collaborazione con l’Associazione Amici di Capodimonte .il bellissimo monumentale gruppo mitologico in porcellana è di nuovo visibile a tutti .
N.B. Le porcellane e le maioliche del Museo di Capodimonte famose in tutto il mondo. sono una preziosa collezione formata di oltre 3000 pezzi. Essa a è stata messa insieme nel 1873 raccogliendo quanto restava dei ricchi servizi da mensa e delle suppellettili ornamentali delle diverse residenze reali di Napoli.
Nella raccolta sono presenti porcellane bisquits delle manifatture di Sèvres, di Napoli e di Vienna (fine Settecento-inizio Ottocento); porcellane della seconda metà del Settecento delle manifatture di Meissen e Capodimonte; porcellane e maioliche della Reale Fabbrica di Napoli, di Vienna e di Sèvres.
Di particolare bellezza sono L’Aurora e Il Genio della pace di Antonio Grassi (eseguiti nel 1801), un Ritratto di Maria Teresa di Borbone e un Busto di Cristina di Svezia.
Notevoli sono anche un Crocifisso, di pasta tenera, già pertinente alla Cappella Reale, il Servizio dell’Oca di porcellana di Napoli, un tavolo con carillon e miniature raffiguranti, da un lato, i Ritrati della Maniglia di Francesca e un busto di Carmine di Svezia
Un vero e proprio gioiello è il Salottino di Porcellana (m 6,75 x 4,80; altezza m 9,13), decorato in stile rococò, fu realizzato da Carlo di Borbone per la regina Maria Amalia di Sassonia e fu destinato alla reggia di Portici, dove rimase fino al 1866, quando fu trasferito a Capodimonte. Modellato nel 1757-59 da Giuseppe e Stefano Gricc sotto la direzione di Giovanni Sigismondo Fischer, poi dal 1758 da Luigi Restile, si compone di oltre 3000 pezzi ed è un esempio unico di uso della porcellana per la decorazione di un interno.