La costruzione della chiesa, insieme all’annesso che aveva  funzioni di ospedale destinato alle cure degli infermi e degli indigenti di nazionalita’ spagnola, fu fortemente  voluta nel 1540 dal viceré don Pedro de Toledo, Marchese di Villafranca e, per la sua edificazione, vennero raccolti fondi tra la nobiltà e la milizia spagnola.

CURIOSITA’: Per supportare economicamente il complesso nacque il Banco di San Giacomo ( che venne soppresso insieme a chiesa e ospedale da Gioacchino Murat nel 1809) poi accorpato e trasformato con la restaurazione borbonica nell’antenato del Banco di Napoli , il Banco delle due Sicilie.Nel 1597 con il Conte d’Olivares viene istituito anche un Banco pubblico.

Il progetto della chiesa che venne consacrata sette anni dopo ( il 31 luglio del 1547 ), fu commissionato all’architetto Ferdinando Manlio, mentre la direzione dei lavori che riguardarono la chiesa e l’ospedale annesso, vennero affidati all’ingegnere della Real Corte Ferrante Maglione. Le cure amministrative spettavano ad ufficiali spagnoli residenti a Napoli .

La facciata a tre porte della chiesa e le navate laterali che ora vedete non sono quelle originali in quanto vennero ridotte di dimensioni  negli anni 1819-25, quando, per volere di Ferdinandò I di Borbone, l’edificio di culto viene incorporato in Palazzo San Giacomo, al tempo cioè della costituzione del Gran Palazzo dei Ministeri, oggi Municipio.

All’ingresso, appare comunque molto bella la porta lignea del tardo Cinquecento, opera dello scultore romano Bartolomeo Chiarini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’interno, con impianto tipico della Controriforma, è diviso in tre navate di cui la centrale coperta da una volta a botte lunettata e quelle laterali da una successione di cupolette; la cupola centrale s’innesta su un ambiente che fa da intermezzo tra il transetto e l’abside. La diversa profondità delle cappelle di destra rispetto a quelle di sinistra. permetteva, dall’altare maggiore, di scorgere la punta del Molo.

All’interno, nella navata sinistra vanno segnalati: il dipinto su tavola di Marco Pino da Siena raffigurante Crocifisso con la Vergine e San Giovanni, firmato e datato “Marcus.. 1552”, pittore al quale spetta anche la tavola della Madonna con Sant’ Antonio di Padova e San Francesco di Paola nella prima cappella della navata destra; nella terza cappella, dipinto su tavola di Giovan Bernardo Lama raffigurante la Deposizione di Cristo, databile intorno al 1588,

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella navata destra, seconda cappella, Michele Curia è autore del dipinto della Madonna con San Girolamo, recentemente restaurato; alle pareti, medaglioni in marmo con San Matteo e San Luca, opere vicine allo stile di Michelangelo Naccherino, collocate lateralmente al portale d’ingresso nella chiesa originaria, e tomba del 1566.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

All’intervento decorativo settecentesco risalgono il San Giacomo condotto al martirio di Domenico Antonio Vaccaro nel transetto. Pio V con Giovanm d’Austria di Pietro Bardellino ed il palioto dell’altare maggiore di Domenico Antonio Vaccaro.

Da non perdere ovviamente  il solenne monumento funebre di don Pedro de Toledo e della sua prima moglie Maria Ossorio Pimentel, iniziata nel 1540 e collocata in chiesa dietro l’altare maggiore solo nel 1570. Esso fu realizzato da Giovanni da Nola in collaborazione con Annibale Caccavello e Givan Domenico D’Auria.

CURIOSITA’: Per eseguire l’opera lo scultore napoletano impiegò circa venti anni , essendo la stessa stata commissionata quando Don Pedro era ancora in vita (intorno al 1550) e venendo terminata solo nel 1570.

Il sepolcro mostra il vicere’ in preghiera raffigurato a grandezza naturale insieme alla moglie Maria Ossorio Pimental. Agli angoli di un grande basamento quadrato, ornato da fregi e festoni, sorgono le statue delle quattro virtù: nel mezzo si erge un sarcofago, su cui poggiano le statue inginocchiate di don Pedro e della moglie, decorato con bassorilievi che narrano le gesta del governo spagnolo.

N.B. Il monumento e’ famoso e conosciuto per la presenza di due statue piuttosto scollacciate

Ai lati del vestibolo, sono collocati i due sepolcri di Ferdinando Maiorca e di Porzia Caniglia, opera di Michelangelo Naccherino della fine del Cinquecento.

N.B. I due sepolcri, insieme a quello Maiorca, oggi conservato nell’abside, nella chiesa originaria erano sistemati alle pareti laterali dell’altare maggiore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quella madonna nera che l’immagine vi mostra , sostituì un originale scultura romanica che presentava volto e mani scure, donde il nome di Moreneta: il colore nero è dovuto in questo caso a un processo di ossidazione dei colori del volto e delle mani, cui sono sfuggiti i colori delle vesti.

La Vergine è rappresentata in trono, in atteggiamento ieratico, indossa un manto e una veste policromi e dorati: Madre e Figlio sono incoronati, la Madre regge con la sinistra una sfera, simbolo dell’universo, mentre il Figlio benedice con la mano destra mentre  con la sinistra regge una pigna, frutto di un sempreverde e quindi simbolo di resurrezione e immortalità.

La statua della Vergine nera venerata a Montserrat è una copia della scultura lignea romanica policroma, sec. XII-XI. Essa fu posta nell’edificio rinascimentale nel 1599 e poi incoronata nel 188l, quando fu proclamata patrona della Catalogna, nel 1947 fu posta dove oggi si trova, nella cappella del santuario detta stanza del trono. Vi si accede attcaverso un grande portale di alabastro: qui ogni anno si espongono le offerte lasciate dai devoti per le grazie ricevute.

Nel 1816 re Ferdinando I decise  di costruire un nuovo palazzo da adibire come quartiere generale dei ministeri borbonici e delle segreterie di Stato e sceglie come luogo ideale proprio l’area di  questo complesso appartenente alla confraternita dei nobili spagnoli di Santiago Esso allora era  formato dall’attuale  chiesa di San Giacomo ), un piccolo  carcere per gli spagnoli ed il banco di San Giacomo . Tutti questi edifici furono abbattuti meno la chiesa che con tutta la sua facciata fu inglobata nel prospetto del nuovo edificio,( in quello che oggi  e’ chiamato Palazzo San Giacomo) concepito dagli architetti Gasse ( Stefano e Luigi) con facciata in stile neoclassico e tre portali ; da quello centrale si accede al vestibolo con le statue di Ruggero il Normanno e Federico di Svevia di Antonio Cali’ .

Il Palazzo e’ sede del Municipio di Napoli dal 1861 .

CURIOSITA’:La prima immgine della Vergine del Montserrat , di cui vi abbiamo parlato prima , appena ritrovata fu subito sostituita perchè troppo rovinata , ma nonostante questo, essa fu molto venerata in catalogna e il santuario a lei dedicato a Monterrat, era in quei tempi considerato un luogo sacro dove si recavano molti pellegrini .  Grazie all’immagine di questa madonna intorno al santuario   vennero edificati   molti nuovi edifici , rifiorì la biblioteca, si ritrovò il Llivre Vermell considerato un emblema del santuario monastero, e si aggiunsero ai volumi salvati molti nuovi acquisti. Dopo la guerra civile, l’immagine fu posta su di un nuovo trono d’argento donato dal popolo catalano.
La festa principale cade il 27 aprile. Si tengono in questa ocasione manifestazioni musicali, iturgiche e popolari (fiere, cortei di giganti di cartapesta, orchestrine itineranti), tra le quali spiccano le sandina, balli in circolo, di cui  una immagine si trova anche su di un capitello del chiostro gotico, dove uomini e donne danzano ignudi.

 

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